La corsa all’Africa


Proiezione del documentario sul tragitto dei migranti, tratto da “Argine prima del deserto” di Gemma Vecchio (Casa Africa onlus).

 

 

 

 

 

L’oggetto del mio intervento è il vertice Italia Africa che si è tenuto il 29 gennaio scorso presso il Senato della Repubblica.

Le cose si stanno evolvendo rapidamente e senza che neanche ce ne accorgiamo noi in Italia, l’Africa sta crescendo rapidamente pur con tutte le sue difficoltà e limiti nell’approccio internazionale.


Mentre la povertà estrema attanaglia la popolazione africana, a tal punto da far partire tutte le nuove generazioni attratte dal mito dell’Europa e di un futuro migliore, fenomeno ormai in atto da anni - dall’altra investitori stranieri stanno correndo in Africa per investire i propri soldi e ricavarne un introito.


Quindi mentre proprio assistiamo alla nuova linea politica di investimenti italiana tenuta dalla Meloni, pur con tutte le sue difficoltà e limiti, dall’altro vediamo la corsa all’approvvigionamento energetico e delle materie prime da parte dei grossi Paesi e sistemi economici mondiali.


L’Africa ed il neo colonialismo?


Si ma forse si deve parlare di un nuovo neocolonialismo di stampo economico?

 

Forse.
D’altronde, sappiamo tutti che le relazioni internazionali sono ormai alla base del nuovo mondo globalizzato, che ha reso tutto il pianeta interattivo, addirittura c’è la corsa allo spazio x l’approvvigionamento di materie prime. Quindi la partita tra i grandi potenti della Terra si sposta sui pianeti da conquistare fuori del nostro.


Eppure in tutta questa diatriba e corsa alla conquista dello spazio, si assiste ad una attività senza sosta di politici che vanno e vengono dall’Africa. Vedi il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, in questi giorni in giro per vari Paesi africani a seguito della scoperta di giacimenti di gas e petrolio in Mali davanti alla Costa ivoriana, come annunciato dal tg2 rai martedi 2 aprile.

Europa ed Africa sono dunque alleati nella lotta al terrorismo con una nave militare che Mattarella visiterà nel porto di Accra impegnata nel pattugliamento antipirateria nelle pericolose acque del Golfo di Guinea. Ancora, il Presidente della Repubblica si reca in Costa d’Avorio ad Abidjan dove l’Eni ha trovato importanti giacimenti di petrolio e di gas. Si è parlato ieri di un colloquio tra Mattarella e il presidente Ouattara di un progetto importante per dare un nuovo impulso alla cooperazione tra i due Paesi e per avviare completamente quella strada di diplomazia sulla quale viaggia anche il progetto del Governo, il piano Mattei. A seguire Mattarella visiterà un complesso scolastico sostenuto da un progetto italiano teso all’istruzione dei più piccoli, ma anche alla formazione degli insegnanti ed al coinvolgimento delle famiglie.

Ultima tappa la comunità di Sant’Egidio per ringraziare chi si occupa di trovare casa ai bambini di strada ed a raccogliere i più fragili.

Quella energetica è tra le priorità del progetto e coniugherà l’utilizzo di questi grandi giacimenti che consentiranno alla Costa d’Avorio di essere protagonista del continente africano per l’approvvigionamento energetico, compatibilmentealle esigenze climatiche.

Dall’altro versante, più a Sud, è del 4 aprile la notizia dellWindhoek Observer che annuncia che Namibia e Russia rafforzano le relazioni bilaterali (articolo di Niel Terblanchè) e che il Ministro namibiano delle relazioni internazionali e della cooperazione incontra a Mosca la sua controparte russa, Lavrov Sergei, ministro degli esteri russo.

I Paesi esprimono ottimismo nella crescita del commercio, identificando i settori dell’estrazione delle risorse minerarie e processo di produzione energetico. Agricoltura, pesca, salute pubblica, addestramento del personale, cultura, turismo, sport, come chiave per la cooperazione. Hanno parlato anche delle tensioni nel SADC (Southern AfricaDevelopment Community) specialmente nell’ Est della Repubblica democratica del Congo e del Nord del Mozambico. Hanno affrontato anche tematiche concernenti la situazione del Medio Oriente e l’escalation della guerra israelo-palestinese e l’andamento della guerra con l’Ucraina. La Russia ringrazia la Namibia per aver supportato all’interno delle nazioni unite le sue iniziative e questa ultima chiede un cambiamento dirotta della nazioni unite che guardino al benessere dell’Africa.

Lavrov da parte sua enfatizza la convinzionerussa nell’importanza di rafforzare la sovranità africana aderendo alle soluzioni proposte per risolvere i problemi africani. L’incontro poi è stato teso a promuovere una mutua collaborazione nella cooperazione Russia sadc ed hanno esplorato le prospettive in un forum di partnership Russia/Africa.


Ma tornando al nostro Mediterraneo, le migrazioni si sviluppano via terra - stiamo parlando dei poveri migranti africani in cerca di un futuro migliore che tentano di attraversare il deserto del Sahara seguendo le vie carovaniere di un tempo andato ma ancora funzionanti – e via cielo de i politici ed investitori economici che si affacciano al continente africano in cerca di fortuna .


Ma cosa è cambiato rispetto a prima?


Mentre la Cina, l’India e le nuove economie emergenti del pianeta si affacciano più o meno in silenzio investendo in questo vasto continente, trattando con i Paesi africani in crescita, mentre anche essi cominciano a fare capolino più o meno consapevolmente sul piano internazionale, assistiamo all’incremento di molti Paesi quali Cina, India ed adesso Russia che si propongono di allargare le proprie mire sull’Africa.


Ecco dunque il nuovo scenario internazionale che emerge all’indomani della pandemia, della guerra Russia Ucraina e del problema dell’approvvigionamento del grano in tutto il mondo ed in particolare il Africa e del gas in Europa, in particolare in Italia.

 

9 giugno 2022


Il grano ucraino fu bloccato dai Russi sul MarNero e impedendo alle navi ucraine di trasportare merce . “Intervista rilasciata ad Alessandra Muglia, “Putin affama l’Africa” Corriere della sera 9 giugno 2022”.

 


L’unica voce indipendente resta Wole SOYINKA (Premio Nobel letteratura 1986 - vedasi Tesi di laurea su Opera teatrale di Wole Soyinka 1986 di Scarponi Emanuela) che dichiara molto semplicemente che “...la Russia sta affamando l’Africa”. Queste le parole di Wole Soyinka, unica voce dell’Africa a dire la verità sul tema. Riprendendo così le sue parole dall’intervista rilasciata ad Alessandra Muglia, Wole Soyinka accusa Putin di affamare l’Africa, ed auspica che i leader africani lo dicano”.

Lo scrittore nigeriano, primo africano ad aver vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1986, grida il suo dolore per le guerre, così come la maggior parte degli africani pensanti ma evidenzia la grande vulnerabilità dell’Africa che è costretta a collaborare.


«La guerra in Ucraina rischia di affamare e destabilizzare l’Africa” sostiene Wole e considera Vladimir Putin un tiranno che sta portando il mondo indietro di secoli.


L’Africa ha provato cosa sia l’imperialismo violento. Ora la Russia si sta comportando come l’America in passato. Ma il mondo dovrebbe andare avanti.


Oppositore e prigioniero politico della dittatura nella Nigeria post-coloniale, Wole Soyinka è chiaro sul punto: ora che gli effetti di questa “ignobile aggressione” si sentono in Africa, dai negozi chiusi a Mogadiscio per i prezzi alle proteste violente a Kampala, in Uganda, contro il caro vita - l’autore dell’opera contro la tirannia
Kongi’s harvest, 1965, risponde dalla sua casa di Abeokuta, la cittadina nigeriana dov’è nato.

Sostiene che i leader africani si sono mobilitati per evitare il peggio. Non vogliono che si aggiunga la carenza di cibo a quel che già devono affrontare. Dai colpi di Stato in Burkina Faso e Mali alla Nigeria alle prese con quella che chiamo la “trilogia” del terrore: non c’è solo Boko Haram. Pare sia stato il presidente ucraino Zelensky a sollecitare un incontro coi leader africani e che loro, per non irritare Putin, hanno deciso di recarsi in Russia prima di andare in Ucraina nei prossimi giorni. L’Africa è succube di Putin? Queste le parole di soyinka.

Dovremmo anche in questo caso tornare alla Seconda Guerra mondiale ed alle sue conseguenze sulla divisione del pianeta tra le due potenze mondiali di allora, Russia edAmerica.
Ma oggi le cose sono cambiate. L’Asia é il vero terzo polo economico del mondo.
Intervista rilasciata ad Alessandra Muglia, “Putin affama l’Africa” Corriere della sera 9 giugno 2022”.



Ebbene, altra forza in campo e l’Isis (Islamic State of Iraq and Syria, ISIS) o Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Islamic State of Iraq and the Levant, SIL):la parola araba Shām indica infatti quella regione geografica che comprende il Sud della Turchia, la Siria, il Libano, Israele, la Giordania e la Palestina e che viene indicata come "Grande Siria" o "Levante". che fa capolino ancora di tanto in tanto con scenari di terrorismo, ultimo dei quali a Mosca.

In Nigeria ad esempio aveva creato una compagine unica con Boko Haram. Vedasi articolo redatto da Emanuela Scarponi il 5-09-2019 “Boko Haram e la Nigeria di oggi” pubblicato su Africanpeoplenews. “...Pur combattendo per obiettivi diversi, il nuovo leader Shekau ha aperto i propri orizzonti dialogici con l'Is: infatti egli ne ha adottato atteggiamenti, come ad esempio, la propaganda via web con video ad effetto (emblematico quello in cui Shekau proclama la fondazione del proprio gruppo emulando goffamente il video di "presentazione" dell'Is con protagonista Al Baghdadi). Inoltre pare che l'Is finanzi eventuali nuovi gruppi terroristici, mossa da uno spirito di fratellanza e supporto con e verso questi”.

Non si deve mai confondere l’Isis con il mondo islamico, che nella maggior parte dei casi lo condanna severamente. Ma si presenta come bandiera contro l’Occidente e gli Stati Uniti in particolare.

Quindi il mondo arabo è l’altra compente in corso, più potente del passato, proprio per la presenza del petrolio, indispensabile per noi.

 

Mondo musulmano contro mondo cristiano: questo è un altro elemento di contrasto.


Il mondo si sta di fatto dividendo su sbarramenti religiosi, che invece di unire i popoli diventano ostacoli alla pace. Inutili gli appelli del Papa, inutili i tentativi di aiuto disperati di pochi uomini di buona volontà.


Tutto sembra inutile.


Di qui l’Europa.


L’Europa è il nuovo soggetto attivo che dà fastidio sia agli Stati Uniti sia alla Russia.Ancora la differenza la fa Putin ed il suo tentativo di conquista ai vecchi territori appartenenti all’URSS.


In realtà, dopo la pandemia, la crisi economica attanaglia il pianeta che cerca di controllare l’aumento della popolazione dei Paesi emergenti Cina,India ed il continente, Africa.


Quindi assistiamo increduli ad una escalationdella guerra in Israele e Palestina, quindi il medio oriente da sempre infuocato e che oggi vive un momento terribile. Si parla di genocidio di palestinesi. Hamas attacca gli israeliani con attentati e gli israeliani bombardano Gaza e pure forse x incidente gli operatori umanitari dell’ONU. E’ la guerra, guerra senza sosta. Con le nuove tecnologie, i nuovi armamenti.


Siamo anche ad un nuovo modo di fare la guerra che ormai è sempre più tecnologica. Ma i morti sono sempre tanti.


La gente muore senza manco capire che succede.


L’Europa ha vissuto anni di pace dalla Seconda guerra mondiale ad oggi,


Ebbene siamo sull’orlo della Terza guerramondiale. E tutti invocano la pace nello scenario internazionale nel quale ci stiamo muovendo.


Mentre il Mar Mediterraneo è da anni luogo di morte per non si sa più quanti uomini caduti dalle barche provenienti dalla Libia, piene di migranti, negli ultimi anni abbiamo assistito anche al passaggio di navi russe dirette in Crimea a lardo delle nostre coste.


Insomma le cose stanno cambiando ed in tutto questo anche l’Italia si muove.


Ma come si muove?


Il Governo Meloni si approccia all’Africa richiamando Enrico Mattei, del cui personaggio parleremo in altra sede.

 

 

 

 


Ne è testimonianza il Vertice Italia Africa che si è tenuto lo scorso 29 gennaio presso il Senato. Per la prima volta infatti il Vertice si è tenuto presso il Parlamento, di qui il carattere politico istituzionale che ha visto il coinvolgimento di tutte le rappresentanze istituzionali, dal presidente della Repubblica Mattarella che ha ospitato i Capi di Stato africani presso il Quirinale il 28 gennaio ai rappresentanti istituzionali politici, in primis Giorgia Meloni e Tajani, ministro degli affari esteri, che hanno aperto i lavori del vertice alla presenza delleistituzioni europee ivi presenti. (Articolo pubblicato il 2 aprile 2024 su Africanpeoplescientificnews) di Emanuela Scarponi in occasione del convegno internazionale “Europa e Italia per la sostenibilità in Africa e nel Mediterraneo”: conferenza promossa da RIDE il 4 marzo scorso presso Parlamento europeo.

 

SUMMIT

Il 29 gennaio 2024 dunque ha avuto luogo la bellissima cerimonia del vertice Italia Africa presso Palazzo Madama. blindato il centro storico, Palazzo Madama diviene per un giorno la casa internazionale di capi di Stati africani riuniti per la prima volta in un sito politico, il Senato, sede della seconda carica dello Stato.

l'Aula è colma di presidenti di Stati africani, e di associazioni internazionali che collaborano negli investimenti in questo continente a lungo dimenticato, ma con bellezze incredibili e soprattutto risorse minerarie enormi.

Racchiusi nella cosiddetta bomboniera rossa dell'Aula di Palazzo Madama, ci sono i nuovi attori nello scenario politico internazionale.

D'improvviso il Senato diviene habitatinternazionale come mai lo era stato, luogo di incontro e costruzione di un mondo migliore cosi come interpretato da Giorgia meloni, prendendo spunto da ENRiCO Mattei,fondatore dell'Eni.

Certo, i tempi sono cambiati e forse in ritardo su tutti i fronti ma la politica italiana finalmente si affaccia a questo nuovo scenario internazionale per tentare nuove strade che possono procurare energia e sviluppo per il nostro Paese, divenuto di fatto fanalino di coda dei Paesi tradizionalmente parte dell'Europa. Presente Ursula Von Der Leyen per l'Europa e rappresentati erano l'Unione africana col suo presidente.

Le relazioni introduttive della Meloni, e Tajani hanno resocontato sul contenuto del cosiddetto “Piano Mattei”, ispirandosi a Enrico Mattei, fondatore dell'Eni. Si investirà finalmente in Africa, in parecchi Paesi citati con progetti di formazione, su 5 pilastri: agricoltura, energia, acqua, istruzione e salute.

Forse il momento è arrivato anche se con notevole ritardo. C'è chi però auspica un maggiore coinvolgimento dei Paesi africani, degli africani e della diaspora degli africani in Italia. La sera le conclusioni della Meloni: di fatto considera costruttivo e positivo il vertice ribadendo quanto detto nell'introduzione.

 

 

Dal punto di vista istituzionale, la presenza di 49 Stati africani, delle principali organizzazioni internazionali, istituzioni finanziarie internazionali e Banche multilaterali per lo sviluppo, nonché dei vertici dell’Unione europea, offre segnali positivi rispetto al convening power del Governo, e sul suo posizionamento internazionale. In particolare, considerata la necessità di inquadrare il Piano Mattei nella dimensione multilaterale ed europea, la presenza delle maggiori cariche europee – la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel – è certamente un segnale positivo.

Complice anche la Presidenza italiana del G7, l’Italia ha confermato il forte mandato politico verso il continente africano, che ha infatti portato a trasformare una conferenza ministeriale in un Summit ai più alti livelli, e che rappresenta appunto anche una delle priorità per il mandato G7 di Roma.



Energia

L’energia si conferma la priorità del Piano Mattei. Ad oggi, oltre il 71% delle importazioni italiane dal continente africano sono rappresentate da prodotti energetici e l’Africa nel 2023 è stato il primo partner energetico dell’Italia.

La Premier ha insistito ancora una volta sull’ambizione di rendere l’Italia un “hub energetico” tra Europa e Africa, sostenendo progetti volti tanto all’uso interno quanto all’esportazione, al fine di garantire nuove forniture energetiche all’Europa e insieme sostenere lo sviluppo in Africa.

Anche le dichiarazioni dell’ amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, presente al Summit, lasciano intendere che l’abbondanza di risorse energetiche del continente sarà centrale per assicurare la sicurezza energetica in Italia e in Europa e garantire sviluppo locale. Questa narrativa, tuttavia, non è basata sulla realtà: se da un lato, infatti, la sicurezza energetica in Italia e in Europa non è più a rischio, dall’altro la retorica del gas per lo sviluppo si scontra con la dimostrazione di come la crescita sostenibile e di lungo periodo che serve all’Africa non possa basarsi sul fossile – come messo in luce nel caso del Mozambico e della Repubblica del Congo.



Di fatto, però, di oil&gas non si è parlato direttamente – anche se la presenza tra i delegati del Summit dell’Amministratore delegato di Eni e altri rappresentanti delle industrie dell’energia lascia intendere il ruolo centrale che l’industria del fossile continuerà a svolgere nel Piano. Gli interessi della partecipata sono coinvolti anche nella filiera dei biocarburanti nel cui sviluppo in Kenya – citato esplicitamente da Meloni – Eni sta investendo molto.



Finanziamento

Per fare tutto ciò, servono ingenti risorse. Secondo quanto emerso sinora, il Piano potrà contare su 5.5 miliardi di euro, tra cui 3 miliardi dal Fondo per il Clima (FIC), e 2.5 miliardi dalle risorse dedicate alla Cooperazione allo sviluppo. Il FIC, gestito da Cassa Depositi e Prestiti (CDP), è stato istituito nel 2022 e rappresenta il principale strumento politico nazionale per perseguire gli obiettivi assunti dall’Italia nel quadro degli accordi internazionali su clima e ambiente, con un’allocazione di 4.2 miliardi nel periodo tra il 2022 e il 2026. Come confermato da Meloni durante la COP28, il 70% di questo Fondo dovrebbe essere dedicato all’Africasi tratta, appunto, dei 3 miliardi di cui la premier ha parlato durante il Summit.



Presenza africa al summit

Da un lato la partecipazione dei leader africani è andata oltre le aspettative 49 paesi , complice anche una necessità di accreditamento con la Presidenza italiana del G7 1), dall’altro la questione della partecipazione e della co-partecipazione dei partner africani alla definizione del Piano è emersa come un punto critico del Summit. (1) Il G7 è un gruppo di grandi Paesi tra le economie più avanzate, unito da valori e principi comuni e ricopre un ruolo fondamentale nella difesa della libertà, della democrazia e dei diritti umani nello scenario mondiale).

Il Gruppo è stato istituito come piattaforma di cooperazione economica e finanziaria in risposta alla crisi energetica del 1973. E’ un forum informale, non articolato in strutture istituzionali permanenti, che riunisce Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America, con la partecipazione dell’Unione Europea; proprio la informalità del consesso ha fatto sì che nel corso degli anni il G7 sia la sede per la trattazione di temi strategici, come la politica estera, lo sviluppo, la ricerca.



Da un lato, hanno lasciato il segno le parole di Moussa Faki, Presidente della Commissione dell’Unione Africana (UA), che nel suo discorso ha fatto notare come sarebbe stato necessario un maggiore coinvolgimento dell’UA da parte italiana nell’ambito del Piano Mattei. Un commento, questo, che va contestualizzato nel proposito del governo italiano di scrivere il Piano insieme ai Paesi africani, esplicitato apertamente da parte di Meloni in occasione della visita in Mozambico e Repubblica del Congo dello scorso ottobre, e cui Meloni ha fatto riferimento più volte anche in seno al Summit, escludendo che il Piano Mattei sia una “scatola chiusa” da “calare dall’alto”.

Dall’altro lato, si è fatta sentire la totale assenza della società civile italiana e africana. Assenza che pesa ancora di più considerando che in platea erano invece seduti i rappresentanti delle imprese italiane che più saranno coinvolte nel Piano, e che dunque la partecipazione non è stata limitata al solo livello istituzionale. A tal proposito, la scorsa settimana 79 organizzazioni della società civile africana hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Governo, portando alla loro attenzione una serie di richieste per il Piano italiano sull’Africa.

Al di là del piano più istituzionale e di rappresentanza del Vertice, è difficile dare un giudizio complessivo del Piano Mattei. Il Summit non ha fatto emergere elementi radicalmente nuovi rispetto a quanto già era trapelato negli scorsi mesi: il Piano rappresenterà una piattaforma di cooperazione aperta e co-partecipata dai Paesi africani, basata nelle intenzioni su: un approccio paritario, non predatorio e non caritatevole, con l’obiettivo di contribuire alla crescita dell’Africa grazie alle proprie risorse attraverso progetti e strategie innovativi.




I problemi dell’africa e dell’Italia d’altronde non sono di oggi, stanno sul tappeto da più di un decennio.

Il primo naufragio nel Mediterraneo avviene il 3 ottobre 2013 - Gaia Spera, Distanze, A.P.N. (AfricanPeopleNews), Roma, 2017, pp. 48.

Ma il Governo Meloni è stato il primo ad aver preso posizione netta nella situazione incresciosa e difficile nella quale versa il nostro Paese sia per quanto riguarda il versante immigrazione clandestina che si registra da una parte all’altra delle sponde del Mediterraneo, sia nei confronti dell’Africa e dei Paesi afro mediterranei, sia nei confronti dei Paesi europei, il tutto reso più difficile dall’approvvigionamento di energia fino ad oggi giunte dalla Russia di Putin e che oggi la guerra Ucraina Russia ha reso impossibile.

Dunque il governo Meloni si è precipitato ad aprire negoziati di partnenariato con i Paesi d’Africa.

 

 

 

Prima cabina di regia

 

Si è tenuta a marzo la prima riunione della cabina di regia dove la meloni ha ribadito quanto accaduto nel vertice Italia Africa del 29 gennaio al Senato dove hanno partecipato 49 Paesi africani, quasi tutti rappresentati dai Capi di Stato. Vertice dell’Unione europea, e sono stati coinvolti attori economici di livello internazionale con cui si è aperto il G7 con la presidenza italiana con il tema Africa. Che può portare al coinvolgimento degli altri paesi europei. Presente l’ANCE associazione nazionale costruttori edili e Confindustria

I settori sono 6; agricoltura, energia, acqua, istruzione, salute ed infrastrutture nei quali l’Italia può dare il meglio di sé, nel dare spazio alle priorità dei paesi africani interessati.

I Paesi iniziali sono 9: Algeria, Egitto Congo, Costa d’Avorio ,Etiopia, Kenya, Marocco e Tunisia.

Iniziano le prime missioni operative a Bruxelles x condividere a livello europeo ciò che stiamo facendo ad Adis Abeba ed in Costa d’avorio, con principali istituzioni finanziarie internazionali. In Egitto con ursula con memorandum of understanding, Amemorandum of understanding, or MOU, is a non vincolante nonbinding agreement that states each party's intentions to take action, conduct a business transaction, or form a new partnership. This type of agreement may also be referred to as a letter of intent (LOI) or memorandum of agreement (MOA).

 

cooperazione bilaterale per collaborazione di agricoltura, istruzione, contributo di tutto il sistema Italia.

 







































Guerra Ucraina-Russia e sue conseguenze in Africa





Guerra Ucraina-Russia e sue conseguenze in Africa

di Emanuela Scarponi


L'odierna globalizzazione implica una visione globale delle cose, delle circostanze, della storia, delle guerre, della pace, della politica internazionale, economica, sociale della popolazione mondiale nel suo complesso. Non si può più prescindere dalla situazione economica, di una parte del pianeta Terra come una evento scisso da tutto il resto.


Purtroppo la pandemia è stato il primo evento negativo del mondo globalizzato. Infatti, il covid 19 non avrebbe mai avuto modo di espandersi a tutta l’umanità, senza i mezzi aerei a nostra disposizione e senza gli spostamenti continui delle persone e delle cose.
L’evento nucleare di Hiroshima è da considerarsi il primo evento catastrofico a livello continentale che ha coinvolto buona parte del Giappone, delle sue genti, e delle generazioni a venire del genere umano. Infatti, si sono avute conseguenze disastrose sullo stesso sviluppo del genere umano, perché le radiazioni hanno causato grosse malattie genetiche in tutta la popolazione che viveva nei territori limitrofi di Hiroshima alla fine della Seconda Guerra mondiale.
Un altro momento terribile, per l’Europa questa volta, e’ stato Churnobil, un incidente avvenuto nella importante centrale nucleare di Churnobil che negli anni ‘80 ha causato gravi mutilazioni agli esseri umani presenti nei territori limitrofi, causando la morte di persone e causando malattie genetiche che si sono sviluppate nelle generazioni a venire. Le conseguenze dell’incidente di Churnobil si sono risentite persino il nostro Paese perché le radiazioni non conoscono confini e si sono propagate nell’aria raggiungendo l’Italia, provocando malattie alla tiroide di molte donne italiane e quindi impedendo la procreazione di altri esseri umani.


In questo senso, pertanto, la riflessione di tutti, nessuno escluso, è divenuta unanime nello scongiurare lo scoppio di una guerra nucleare, che provocherebbe la morte di tutto il genere umano.


E moltissimi film di fantascienza hanno prefigurato questo mondo distrutto proprio dall’homo sapiens, nato come il più intelligente degli esseri viventi sul pianeta Terra.


Quindi e ben chiaro cosa succederebbe se una guerra nucleare scoppiasse d’improvviso.


Ebbene, la pandemia ha causato grandi problemi economici in tutto il mondo in quanto l’economia mondiale ha subìto un arresto improvviso. I due anni di pandemia causati dal covid 19 ha creato grossi problemi alla società nel suo complesso di tipo sociale, psicologico, educazionale, ed economico. Ma sono soprattutto i problemi economici che hanno portato a situazioni di grande difficoltà estreme.


Ma tutto avremmo potuto immaginare meno che lo scoppio di una guerra mentre si prefigurava la fine della pandemia grazie all’avvento del vaccino, che più o meno funzionante, ha cacciato fuori dal pericolo di contaminazione globale tutta l’umanità.


In questo scenario complesso la Russia di Putin entra in guerra con l’Ucraina. Ciò accade da un giorno all’altro, senza preavviso alcuno.

Da guerra regionale la guerra Ucraina-Russia sta prendendo una dimensione sempre più globale, in quanto gli Stati Uniti restano fermamente intenzionati a proteggere l’Ucraina, cosi come l’Europa, che considera l’Ucraina il granaio d’Europa e non solo.

Cosi da questa delicata situazione scaturisce come prima conseguenza dei gravi rapporti tra Europa, di cui l’Italia fa parte, e la Russia il problema dell’approvvigionamento del gas - proveniente dalla Russia – e dell’energia in genere.

Ma perché l’Italia non si apre all’Africa per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico? Questa e’ una domanda che mi pongo, ma la risposta non c’è.

Ma cosa ha a che fare la guerra Ucraina-Russia con l’Africa? “Ebbene, la Russia sta affamando l’Africa”. Queste le parole di Wole Soyinka, unica voce dell’Africa a dire la verità sul tema. Riprendendo così le sue parole dall’intervista rilasciata ad Alessandra Muglia, Wole Soyinka, accusa Putin di affamare l’Africa, ed auspica che i leader lo dicano.
Lo scrittore nigeriano, primo africano ad aver vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1986, grida il suo dolore per le guerre, così vome la maggior parte degli africani pensanti ma evidenzia la grande vulnerabilità dell’Africa che è costretta a collaborare.
«La guerra in Ucraina rischia di affamare e destabilizzare l’Africa” sostiene Wole e considera Vladimir Putin un tiranno che sta portando il mondo indietro di secoli.
L’Africa ha provato cosa sia l’imperialismo violento. Ora la Russia si sta comportando come l’America in passato. Ma il mondo dovrebbe andare avanti.

Oppositore e prigioniero politico della dittatura nella Nigeria post-coloniale, Wole Soyinka è chiaro sul punto: ora che gli effetti di questa “ignobile aggressione” si sentono in Africa, dai negozi chiusi a Mogadiscio per i prezzi alle proteste violente a Kampala, in Uganda, contro il caro vita - l’autore dell’opera contro la tirannia Kongi’s harvest, 1965, risponde dalla sua casa di Abeokuta, la cittadina nigeriana dov’è nato.

Sostiene che i leader africani si sono mobilitati per evitare il peggio. Non vogliono che si aggiunga la carenza di cibo a quel che già devono affrontare. Dai colpi di Stato in Burkina Faso e Mali alla Nigeria alle prese con quella che chiamo la “trilogia” del terrore: non c’è solo Boko Haram.
Pare sia stato il presidente ucraino Zelensky a sollecitare un incontro coi leader africani e che loro, per non irritare Putin, hanno deciso di recarsi in Russia prima di andare in Ucraina nei prossimi giorni.
L’Africa è succube di Putin?

Dovremmo anche in questo caso tornare alla Seconda Guerra mondiale ed alle sue conseguenze sulla divisione del pianeta tra le due potenze mondiali di allora, Russia ed America.
Ma oggi le cose sono cambiate.


L’Asia é il vero terzo polo economico del mondo.

Soyinka continua: «Noi africani siamo emersi da decenni di lotte contro il colonialismo e l’apartheid e ora facciamo fatica a prendere posizione contro i prepotenti. Ma la maggior parte delle persone pensanti che ho incontrato nel continente sono inorridite per questa invasione, per l’enorme distruzione, le atrocità e la grande quantità di sfollati causate non da alluvioni o terremoti ma dal potere di un prepotente chiamato Vladimir Putin. E questo la leadership africana dovrebbe enfatizzarlo».
Il presidente di turno dell’Unione africana Macky Sall non ha menzionato il blocco dei porti ucraini da parte dei russi come causa della crisi del grano ed a Bruxelles ha puntato il dito sulle sanzioni.
E' notizia dell'ANSA-AFP di KIEV dello scorso 16 agosto: la prima nave umanitaria noleggiata dalle Nazioni Unite per trasportare cereali ucraini è partita oggi dal porto di Pivdenny, nel Sud dell'Ucraina, con un carico di circa 23.000 tonnellate di grano destinato all'Africa. Lo ha reso noto il Ministero delle infrastrutture ucraino.

"La nave Brave Commander con grano per l'Africa ha lasciato il porto di Pivdenny. Questa mattina il cargo è partito per il porto di Gibuti, dove il carico sarà consegnato all'arrivo ai consumatori in Etiopia", ha dichiarato il ministero su Telegram.


Il continente non è autosufficiente economicamente e questo problema va affrontato attraverso la collaborazione interafricana. Deve raggiungere un livello minimo di autonomia che consenta di poter intraprendere azioni indipendenti nel mondo. Quindi sì, l’Africa è vulnerabile.


Concludiamo con le stesse parole dello scrittore così da avere una chiara idea sulla posizione dell'Africa nel merito: “Apprezziamo il contributo dato dall’Urss nella lotta per l’indipendenza africana ma non possiamo dimenticare che anche il periodo della Guerra fredda è stato segnato da opportunismo e sfruttamento, a iniziare dal saccheggio di materie prime, sia da parte dell’Occidente sia da parte della cosiddetta progressista Urss. I giovani africani che andavano a studiare nell’Urss erano vittime di razzismo allo stesso modo che in Occidente. Quindi non abbiamo debiti di gratitudine verso Mosca, soprattutto la Mosca di oggi».



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il testo del Piano Mattei pubblicato in gazzetta ufficiale

E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.267 del 15 novembre 2023, il decreto legge n. 161 recanteDisposizioni urgenti per il «Piano Mattei» per lo sviluppo in Stati del Continente africano” 23G00173). llPresidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha infatti sottoscritto ed emanato il decreto legge autorizzando quindi la presentazione alle Camere del relativo disegno di legge di conversione.

Il prossimo 1° dicembre sarà istituita presso la presidenza del Consiglio dei ministri, la struttura di missione prevista dal Piano che avrà un coordinatore individuato tra gli appartenenti alla carriera diplomatica, che – viene specificato – verrà “posto in posizione di fuori ruolo”.

Ecco di seguito il testo integrale pubblicato in gazzetta:

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

  • Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;

  • Ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di potenziare le iniziative di collaborazione tra Italia e Stati del Continente
    africano, al fine di promuovere lo sviluppo economico e sociale e di prevenire le cause profonde delle migrazioni irregolari;

  • Ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di rafforzare il coordinamento delle iniziative pubbliche e private, anche finanziate o garantite dallo Stato italiano, rivolte a Stati del Continente africano;

  • Ritenuta la rilevanza strategica del nesso tra sviluppo sociale ed economico condiviso e responsabilità compartecipate per la stabilità e la sicurezza, quale fondamento di rapporti duraturi di reciproco beneficio tra Italia e Stati del Continente africano;

  • Ritenuta la necessità e l’urgenza di definire un piano complessivo per lo sviluppo della collaborazione tra Italia e Stati del Continente africano, che si inserisca nella più ampia strategia italiana di tutela e promozione della sicurezza nazionale in tutte le sue dimensioni, inclusa quella economica, energetica, climatica, alimentare e della prevenzione e del contrasto ai flussi migratori irregolari;

  • Vista, altresì, l’esigenza di un piano che persegua la costruzione di un nuovo partenariato tra Italia e Stati del Continente africano, volto a promuovere uno sviluppo comune, sostenibile e duraturo, nella dimensione politica, economica, sociale, culturale e di sicurezza e che favorisca la condivisione e la partecipazione degli Stati africani interessati all’individuazione, alla definizione e all’attuazione degli interventi previsti dal piano, nonché’ l’impegno compartecipato alla stabilità e alla sicurezza regionali e globali;

  • Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 3 novembre 2023;

Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, di concerto con i Ministri dell’interno, della giustizia, della difesa, dell’economia e delle finanze, delle imprese e del made in Italy, dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, dell’ambiente e della sicurezza energetica, delle infrastrutture e dei trasporti, del lavoro e delle politiche sociali, dell’istruzione e del merito, dell’università e della ricerca, della cultura, della salute, del turismo, per i rapporti con il Parlamento, per la pubblica amministrazione, per gli affari regionali e le autonomie, per la protezione civile e le politiche del mare, per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, per lo sport e i giovani, per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, per le disabilità e per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa;

Emana il seguente decreto-legge:

 







Art. 1 – Piano Mattei

1. La collaborazione dell’Italia con Stati del Continente africano è attuata in conformità a un documento programmatico strategico, denominato «Piano strategico Italia-Africa: Piano Mattei», di seguito «Piano Mattei».

2. Il Piano Mattei individua ambiti di intervento e priorità di azione, con particolare riferimento ai seguenti settori: cooperazione allo sviluppo, promozione delle esportazioni e degli investimenti, istruzione, formazione superiore e formazione professionale, ricerca e innovazione, salute, agricoltura e sicurezza alimentare, approvvigionamento e sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, incluse quelle idriche ed energetiche, tutela dell’ambiente e adattamento ai cambiamenti climatici, ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture anche digitali, valorizzazione e sviluppo del partenariato energetico anche nell’ambito delle fonti rinnovabili, sostegno all’imprenditoria e in particolare a quella giovanile e femminile, promozione dell’occupazione, turismo, cultura, prevenzione e contrasto dell’immigrazione irregolare e gestione dei flussi migratori legali.

3. Il Piano Mattei prevede strategie territoriali riferite a specifiche aree del Continente africano, anche differenziate a seconda dei settori di azione.

4. Il Piano Mattei ha durata quadriennale e può essere aggiornato anche prima della scadenza.

5. Le amministrazioni statali conformano le attività di programmazione e di attuazione delle politiche pubbliche di propria competenza al Piano Mattei con le modalità previste dagli ordinamenti di settore, nell’ambito delle competenze stabilite dalla normativa vigente.

Art. 2 – Cabina di regia per il Piano Mattei

1. E’ istituita la Cabina di regia per il Piano Mattei, presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri e composta dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con funzioni di vicepresidente, dagli altri Ministri, dal Vice Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale delegato in materia di cooperazione allo sviluppo, dal Vice Ministro delle imprese e del made in Italy delegato in materia di promozione e valorizzazione del made in Italy nel mondo, dal presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, dal direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, dal presidente dell’ICE-Agenzia italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, nonché’ da un rappresentante della società Cassa depositi e prestiti S.p.A., uno della società SACE S.p.A. e uno della società Simest S.p.A. Della Cabina di regia fanno, altresì, parte rappresentanti di imprese a partecipazione pubblica, del sistema dell’università e della ricerca, della società civile e del terzo settore, rappresentanti di enti pubblici o privati, esperti nelle materie trattate, individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.

2. Su delega del Presidente, la Cabina di regia è convocata e presieduta dal vicepresidente.

3. Per la partecipazione alla Cabina di regia non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati.
4. Il segretariato della Cabina di regia è assicurato dalla struttura di missione di cui all’articolo 4.

Art. 3 – Compiti della Cabina di regia

1. Ferme restando le funzioni di indirizzo e di coordinamento dell’attività del Governo spettanti al Presidente del Consiglio dei ministri, la Cabina di regia:
a) coordina, nel quadro della tutela e della promozione degli interessi nazionali, le attività di collaborazione tra Italia e Stati del Continente africano svolte, nell’ambito delle rispettive competenze, dalle amministrazioni pubbliche ad essa partecipanti;
b) finalizza il Piano Mattei e i relativi aggiornamenti;
c) monitora, anche ai fini del suo aggiornamento, l’attuazione del Piano;
d) approva la relazione annuale al Parlamento di cui all’articolo 5;
e) promuove il coordinamento tra i diversi livelli di governo, gli enti pubblici nazionali e territoriali e ogni altro soggetto pubblico e privato interessato;
f) promuove iniziative finalizzate all’accesso a risorse messe a disposizione dall’Unione europea e da organizzazioni internazionali, incluse le istituzioni finanziarie internazionali e le banche multilaterali di sviluppo;
g) coordina le iniziative di comunicazione relative all’attuazione del Piano Mattei.

Art. 4 – Struttura di missione

1. Per le finalità di cui al presente decreto, è istituita, a decorrere dal 1° dicembre 2023, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ai sensi dell’articolo 7, comma 4, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, una struttura di missione, alla quale è preposto un coordinatore e articolata in due uffici di livello dirigenziale generale, compreso quello del coordinatore, e in due uffici di livello dirigenziale non generale. Il coordinatore è individuato tra gli appartenenti alla carriera diplomatica, posto in posizione di fuori ruolo.

2. La struttura di missione svolge le seguenti attività:
a) assicura supporto al Presidente del Consiglio dei ministri per l’esercizio delle funzioni di indirizzo e coordinamento dell’azione strategica del Governo relativamente all’attuazione del Piano Mattei e ai suoi aggiornamenti;
b) assicura supporto al Presidente e al vicepresidente della Cabina di regia nell’esercizio delle rispettive funzioni;
c) cura il segretariato della Cabina di regia;
d) predispone la relazione annuale al Parlamento di cui all’articolo 5.

3. La struttura di missione è composta da due unità dirigenziali di livello generale, tra cui il coordinatore, da due unità dirigenziali di livello non generale e da quindici unità di personale non dirigenziale. Le unità di personale non dirigenziale di cui al primo periodo sono individuate tra il personale della Presidenza del Consiglio dei ministri e tra il personale dei Ministeri e di altre amministrazioni pubbliche, autorità indipendenti, enti o istituzioni, con esclusione del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario delle
istituzioni scolastiche. Il predetto contingente di personale non dirigenziale può essere, altresì, composto da personale di società pubbliche controllate o partecipate dalle amministrazioni centrali dello Stato in base a rapporto regolato mediante convenzioni. A tal fine è autorizzata la spesa di euro 193.410 per l’anno 2023 e di euro 2.320.903 annui a decorrere dall’anno 2024.

4. Alla struttura di missione è assegnato un contingente di esperti ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, che prestano la propria attività a titolo gratuito con rimborso delle spese di missione. Per le spese di missione di cui al primo periodo nonché’ per le attività della struttura di cui al presente articolo è autorizzata la spesa di euro 41.667 per l’anno 2023 e di euro 500.000 annui a decorrere dall’anno 2024.

5. Il personale della struttura di missione non appartenente alla Presidenza del Consiglio dei ministri è collocato in posizione di comando o fuori ruolo o altro analogo istituto previsto dai rispettivi ordinamenti, ai sensi dell’articolo 17, comma 14, della legge 15 maggio 1997, n. 127. Per la durata del collocamento fuori ruolo, è reso indisponibile un numero di posti nella dotazione organica dell’amministrazione di provenienza equivalente dal punto di vista finanziario. Il trattamento economico del personale di cui al presente comma è corrisposto secondo le modalità previste dall’articolo 9, comma 5-ter, del decreto legislativo n. 303 del 1999.

6. Ai fini del conferimento degli incarichi dirigenziali, ivi compreso quello di coordinatore della struttura di missione non si applicano le disposizioni di cui all’articolo 5, comma 9, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135. Resta fermo quanto previsto dall’articolo 1, comma 489, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, e dagli articoli 14, comma 3, e 14.1, comma 3, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.

Art. 5 – Relazione annuale al Parlamento

1. Entro il 30 giugno di ciascun anno, il Governo trasmette alle Camere una relazione sullo stato di attuazione del Piano, previa approvazione da parte della Cabina di regia. La relazione indica altresì le misure volte a migliorare l’attuazione del Piano Mattei e ad accrescere l’efficacia dei relativi interventi rispetto agli obiettivi perseguiti.

Art. 6 – Disposizione finanziaria

1. Agli oneri derivanti dall’articolo 4, pari ad euro 235.077 per l’anno 2023 e ad euro 2.820.903 annui a decorrere dall’anno 2024,si provvede mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 7 – Entrata in vigore

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, addi’ 15 novembre 2023

 

 

Masterclass “L’arte del trasformismo” con il regista Kim Jee-woon e l’attore Song Kang-ho.

Dalla Masterclass tenutasi a Firenze nell’ambito del FKFF, dal titolo “L’arte del trasformismo”, sono emersi ulteriori interessanti elementi per conoscere meglio le personalità del regista e dell’attore protagonista del film “Cobweb”.

Il Regista

Kim Jee-woon, nato nel 1964, inizialmente attratto da una carriera teatrale, dopo essere entrato nella prestigiosa Università Nazionale di Seul ha deciso di abbandonare gli studi. Ha scritto e diretto alcune opere teatrali, dopo di che è passato al cinema, di cui conosceva i classici europei fin dall'infanzia. Vince, nel 1997, un concorso di sceneggiatura, che gli permetterà di debuttare come regista con “The Quiet Family” (1998), una commedia nera che racconta di una famiglia che gestisce un ostello di montagna e viene coinvolta in una serie di morti. È questa la sua prima collaborazione con l’attore Song Kang-ho.

Kim Jee-woon prosegue sperimentando le regole dei film di genere con un serie di film che spaziano dallhorror, con “A Tale Of Two Sisters” (2003), al noir, con “A Bittersweet Life” (2005), al western, con “The Good, The Bad, And The Weird” (2008).

La lunga serie di film acclamati dalla critica lo ha portato ad essere invitato in numerosi festival in tutto il mondo e finanche a debuttare a Hollywood, nel 2013, con “The Last Stand” (2013), con protagonista l’attore Arnold Schwarzenegger. Dell’esperienza americana Kim Jee-woon ha un ricordo positivo, per le risorse umane ed economiche, il budget e l’efficienza, tutto notevole, tuttavia evidenzia come, a differenza dai set coreani, dove si lavora con una gerarchia verticale, con a capo il regista, negli Stati Uniti viga una “gerarchia orizzontale”, per cui il regista sostanzialmente non ha la libertà di prendere le decisioni che occorrono sul momento. Hollywood è una fabbrica di sogni, ma “quando un film va male”, afferma il regista Kim, con il sistema americano “non si sa a chi dare la colpa”.

Tornato in Corea, gira con Song Kang-ho “The Age of Shadows”, definito “un'impeccabile spy-story diretta con il virtuosismo di De Palma e la coralità di Coppola”, che vede l’attore Gong Yoo nei panni del leader di un movimento indipendentista nella Corea occupata dal Giappone: un film di grande successo, che ha totalizzato 7,5 milioni di spettatori nella sola Corea.

Kim Jee-woon sostiene di essere stato influenzato dal cinema occidentale e cita Rossellini e Visconti, ma anche Bertolucci, cui si è ispirato per “The Age of Shadows”, Sergio Leone, cui ha guardato nel girare il suo western, Tarantino, con il quale si avvertono affinità in “Cobweb”.

Il maestro della sperimentazione nell’ambito dei generi cinematografici ha una interessante visione del film quale catarsi delle paure umane: “I film sono una maniera di esplorare le nostre paure” afferma Kim Jee-woon: “L'horror rappresenta la paura verso l'ignoto, la fantascienza la paura del futuro, i film romantici rispecchiano la paura di perdere la persona amata" e così via. Forse grazie a questa visione il cinema coreano riesce con successo a mescolare più generi nello stesso film, delineando magistralmente i personaggi, che risultano sempre complessi.

Quando gli è stato chiesto se ritenga ci sia un fondo di verità nella affermazione del regista Kim Yeol di “Cobweb”, che la critica è la vendetta di chi non sa fare arte, Kim Jee-woon ha risposto che in realtà questa battuta è una reinterpretazione di un concetto contenuto in un essay che trattava del rapporto tra gli artisti e gli accademici. “Sicuramente” dice Kim Jee-woon “alcune dichiarazioni scritte dai critici mi hanno provocato ferite, ci sono rimasto male e ho provato dispiacere”, però “credo che se non fosse per l’esistenza dei critici, i registi si potrebbero sentire molto soli”. “Se andiamo a vedere i periodi in cui il cinema ha avuto un rinascimento, con tanti successi, in quei periodi anche la critica aveva tanto potere”. “Sono due forze che vanno di pari passo”. Quindi lamenta: “ultimamente noto con dispiacere che la critica si è indebolita molto e mi piacerebbe vedere una rinascita anche della critica”, concludendo: “quasi mi mancano i periodi in cui facevo a botte con i critici”.

L’attore Song Kang-ho ha detto di lui: “quando lo ho incontrato per la prima volta 27 anni fa, ho pensato: che persona moderna! Mi ha davvero impressionato questa sua maniera di essere”. “In 27 anni abbiamo collaborato più volte e una cosa che apprezzo tanto e un po’ invidio di Kim Jee-woon è che lui non si mette a urlare al mondo; in altre parole, è una persona che non impone il proprio pensiero, semplicemente ricrea dinamiche” in modo che si possano vedere “tutte le scale emotive: rabbia, tristezza, felicità, in maniera molto naturale”. “Lui è la prima persona capace di fare una cosa del genere in Corea”. E ha aggiunto: “Kim Jee-woon è una persona che non sa rinunciare facilmente”, “ha sempre voglia di lottare per quello in cui crede ed è davvero difficile trovare una persona così di questi tempi”.

L’Attore

Song Kang-ho, nato nel 1967, mentre studia televisione al Busan Kyungsang College, si accosta al teatro sociale ed entra a far parte di una delle più importanti compagnie teatrali coreane. Scegliere questo attore dalla recitazione raffinata per il ruolo principale garantisce quasi sempre un successo al botteghino. La sua abilità unica nella recitazione comica, mostrata già in “The Quiet Family” di Kim Jee-woon, ha ricevuto recensioni entusiastiche dal pubblico, ma lo stesso hanno fatto le sue interpretazioni più drammatiche come in “Joint Security Area (JSA)” di Park Chan-wook. Molto amato da registi di grande fama, tra cui Bong Joon-ho e il maestro giapponese Koreeda, Song Kang-ho conserva un profilo umile e sostiene di cercare un tratto distintivo nella “semplicità”. Interrogato sulla sua formazione, ha risposto: “Sono fortunato ad aver potuto collaborare con tanti nomi importanti. La loro influenza mi ha permesso di migliorare costantemente e di avere un'ottima formazione."

Tra i suoi lavori ricordiamo anche il thriller d'azione dell’Era Coloniale “The Age of Shadows”, prima produzione coreana dello studio di Hollywood Warner Brothers, il dramma storico, basato su eventi realmente accaduti, “Taxi Driver” (2017), che ha superato la soglia simbolica di 10 milioni di spettatori, e “Parasite” (2019), vincitore di Oscar. La sola produzione non coreana cui ha collaborato è “Broker” (2022) di Koreeda Hirokazu, per il cui ruolo ha vinto il premio come miglior attore al Festival di Cannes del 2022.

Dopo 35 anni di recitazione, Song Kang-ho confessa: “non credo di aver iniziato pensando di diventare un attore cinematografico”. “Il mio primo approccio con i film è stato “The day a pig fell into the well”, film di esordio del regista Hong Sang-soo del 1995, uscito nel 1996. Era un ruolo molto piccolo” racconta. “Ho cominciato a cimentarmi con il lavoro cinematografico attraverso il film “Green Fish” di Lee Chang-dong e sì, forse da quel momento, ho smesso il lavoro a teatro”. Tuttavia, “Durante la mia carriera cinematografica mi sono accorto che tutto quello che avevo imparato recitando in teatro, l’energia che ha un attore teatrale, la capacità di analizzare il testo e la situazione, la sua espressività, piano piano è venuto a galla”.

Circa il rapporto con il regista Bong Joon-ho, che sembra tenda ad attribuirgli sempre il ruolo di uomo mediocre, anche se capace di grande umanità, Song Kang-ho racconta che si conoscono da molti anni e confessa: “Una volta ho preso Bong Joon-ho e gli ho chiesto: ma perché mi affidi sempre personaggi così mediocri? Perché?”. Poi ironizza: “quando per la prima volta mi propose di recitare in Parasite ero straconvinto che sarei stato il personaggio del papà della famiglia ricca. Ma niente, sono stato cacciato nel sotterraneo!”.

Per accettare una parte, Song Kang-ho deve percepire un legame con il ruolo da interpretare, a livello sia di aurea esterna che umano; l’aura esterna è costituita dalla originalità e dal fascino del personaggio, mentre il legame umano nasce da una affinità con la persona dell’attore. Se queste condizioni ci sono tutte, Song Kang-ho è disposto a recitare qualsiasi tipo di personaggio.

Quanto alla sua ritrosia ad accettare parti in produzioni cinematografiche straniere, Song Kang-ho ha spiegato che “recitare non è imparare a memoria e imitare”. “Dietro alle parole, c’è la cultura di un popolo e occorre avere una conoscenza alta della cultura e della popolazione che sono all’origine di una sceneggiatura per poter accettare un ruolo. Per questa ragione ho detto tanti no. Se un giorno dovessi arrivare ad un giusto livello di conoscenza e comprensione della cultura straniera sottesa al film, non avrei motivo di rifiutare la proposta del regista”.

Il regista Kim Jee-woon ha detto di lui: “Credo che Song Kang-ho sia troppo umile per rispondere correttamente” a domande sulle sue capacità recitative. “Lui ha una capacità di immedesimarsi e credere che quella di quel momento sia la realtà, che è strabiliante.” “Se dovessi elencare tutte le qualità dell’attore che lo rendono unico potrei parlare ore; le prime che mi vengono in mente sono la sua capacità di immedesimazione totale, il tempismo e la maniera delle battute, il senso che dà alle battute: tutto eccellente. Ma soprattutto, la capacità di raffreddare una stanza in un attimo e poi di rilassare l’atmosfera e di fare questo perché vuole. Ha cioè una capacità unica di gestire l’atmosfera della scena” che consente anche una repentina alternanza dei generi.

 

 

In occasione del V anniversario della ong Apn

presso UNAR

Domenica 14 aprile 2024, ore 17,30 in Via Ulisse Aldrovandi 16a - 00195,

Roma, in Sala Roma avrà luogo la presentazione del libro “IL SALOTTO DEL

DOTTOR COPRODE” del dottor Adriano Ottaviani Zanazzo, giornalista de "Il

Tempo"

 

P R O G R A M MA-INVITO

17,00-21,00

 

17,00 (registrazione ospiti e breve presentazione di attività culturali e progetti (corso di lingua italiana per stranieri, corso di lingua inglese, francese e spagnola).

 

Concerto per piano del maestro Piero Marsili

 

presentazione e dibattito

 

 

Il salotto del dottor Coprode è una opera letteraria scritta dal giornalista Adriano Ottaviani Zanazzo che si sviluppa in una serie di conversazioni tra due intellettuali, uno di stampo conservatore, l’altro di ispirazione «Olo-democratica, della Democrazia totale, unico movimento extraparlamentare di centro, ma con un occhio a Sinistra».

 

ore 19,00. buffet in Sala Affreschi presentato dalla socia Claudia Polveroni.

 

R.S.V.P. Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Cobweb” e “Honey Sweet” vincitori del Florence Korea Film Fest. A Firenze anche menzioni speciali per due giovani registe

Si è conclusa il 29 marzo sera la ventiduesima edizione del Florence Korea Film Fest, svoltasi presso il cinema teatro La Compagnia di Firenze. Come di consueto, il Festival ha riconosciuto un premio al film scelto dalla giuria e uno a quello più votato dal pubblico.

La giuria, composta dal critico cinematografico Lorenzo Pierazzi, dalla giornalista Laura Della Corte, dall’architetto cinefilo Carlo Pellegrini, dal dottor Luca Barni, laureato in Storia e Critica del Cinema all’Università di Firenze e Ginevra Barbetti giornalista nel settore cultura e spettacolo per il Corriere Fiorentino e Io Donna, nonché presieduta da Elisabetta Vagaggini, attiva da oltre vent’anni come giornalista esperta di cinema, ha selezionato per la premiazione il film ambientato negli anni Settanta “Cobweb” del regista Kim Jee Woon, attore protagonista Song Kang Ho, in concorso nella categoria “Orizzonti coreani”.

La giuria ha assegnato il premio con la seguente motivazione: “Per la capacità di raccontare il cinema e mescolare in maniera innovativa i generi thriller, horror e commedia, con virtuosi salti temporali tra verità e finzione; per la maestria registica nel ritmo e nella ironia della scrittura, oltre a quella delle interpretazioni degli attori, tra cui spicca quella del protagonista Song Kang Ho; per la capacità straordinaria di stare in equilibrio sul sottile diaframma che separa il dramma dalla commedia, la realtà dalla finzione, portando lo spettatore a riflettere sul confronto continuo tra arte e vita”.

Il regista Kim Jee Woon ha accolto la premiazione ricordando di essere stato forse il primo ospite ad essere stato invitato dal Festival di Firenze e anche di essere stato il guest con il maggior numero di presenze. “Ogni volta che visito il Festival” ha detto “torno a casa con una energia positiva, grazie alla vostra calorosa ospitalità, alla vostra passione per il cinema e al vostro incoraggiamento”.

“Ripensando ora al film Cobweb, mi chiedo se non sia una storia che racconta l’amore”, sembra chiedersi “Io amo cosi tanto fare film, perché invece il cinema è cosi freddo nei miei confronti?”. “Sembra” ha proseguito il regista “quasi un amore non corrisposto e sembrerebbe la storia di un uomo ferito, disperato, deluso”, storia che “racconta il percorso del protagonista che tenta di non rinunciare alla sua passione”. “Mi chiedo” ha aggiunto Kim Jee Woon “se non sia stato questo uno dei fattori per cui la giuria ha dato la sua valutazione positiva”.

Il regista ha quindi ringraziato l’organizzazione e lo staff del Festival, nonché “più di tutti”, “il pubblico fiorentino, per l’amore dimostrato verso il cinema coreano”.

La giuria del FKFF ha inoltre rilasciato due menzioni speciali per ulteriori due film in concorso nella categoria Independent Korea.

A “Green House” della regista Lee Sol-hui, interpreti Yang Jae-sung e Kim Seo-Hyung è stata riconosciuta una menzione speciale per la regia, “Per la capacità della giovane regista Lee Sol-hui (…) di confezionare un’opera di esordio con un tratto registico di alto livello, nella quale a partire dai drammi di due famiglie, quello di un’anziana coppia e quello di una giovane madre single impegnata ad offrire un futuro al figlio adolescente, si fondono temi sociali, in un susseguirsi di eventi che virano dal thriller alla commedia. Un film avvincente, nel quale accadimenti inverosimili danno vita ad una storia credibile dal punto di vista umano, che si avvale di una regia ottima, di un gran lavoro di montaggio e della impeccabile interpretazione, sui cui spicca la prova della protagonista Kim Seo-Hyung”.

La seconda menzione speciale, assegnata dalla giuria alla miglior opera prima, è andata al film “Hail to hell” della regista Lim Oh-jeong, quale “storia di formazione e amicizia che racconta sapientemente problematiche giovanili della società contemporanea, come il bullismo e le sofferenze ad esso collegate, il desiderio di vendetta, la solidarietà e anche la falsità delle sette religiose basate sul fanatismo”. “La recitazione delle giovani protagoniste è davvero sorprendente e la regista dimostra di avere padronanza di ogni aspetto della macchina cinema”. “Possiamo concludere” hanno aggiunto i giurati “che il cinema sudcoreano è in buone mani”.

Il pubblico ha invece votato come miglior film “Honey Sweet” di Lee Han, con gli attori Yoo Hae-jin e Kim Hee-sun, anch’esso in concorso nella categoria Orizzonti Coreani, commedia già proiettata al Festival di Busan del 2023, dove era stata ben accolta dal pubblico.

Il regista Lee Han, venuto a conoscenza di aver ricevuto il premio, ha dichiarato: “Sono davvero contento e onorato”, “ottenere l’approvazione del pubblico è per un regista un grande piacere” motivo per cui “questo premio più di altri rappresenta per me motivo di grande gioia”. Ha poi ricordato che “Il film, naturalmente, non si regge solo sulle spalle del regista”, quindi ha colto l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del film, dal titolare di produzione, al direttore della fotografia, al direttore della musica e l’intero staff, gli “attori e tutto il resto del cast, per la loro ottima prestazione durante il periodo delle riprese”, per poi concludere formulando l’auspicio di poter venire presto in Italia a ritirare il premio.







Speciale “Cobweb”, vincitore della 22° edizione del FKFF

Uno dei film più attesi al Florence Korea Film Fest era Cobweb, del noto regista Kim Jee-woon con attore protagonista Song Kang-ho, conosciuto per il ruolo recitato in Parasite. Il film è stato proiettato in prima visione italiana sabato 23 marzo in prima serata, registrando uno straordinario afflusso di pubblico. Che il fortunato binomio Kim Jee-woon-Song Kang-ho, alla sua quinta collaborazione nell’arco di 27 anni, fosse oggetto di grande interesse lo si era compreso già al mattino, con il sold out della masterclass loro dedicata.

“Cobweb” è un film emblematico dello stile coreano, la cui caratteristica saliente è la capacità di alternare nello stesso film diversi registri, capacità di cui Kim Jee-woon, regista eclettico alla continua ricerca del nuovo, è maestro. Per realizzare con successo un film satirico d'epoca, che si trasforma da melodramma a thriller, da film catastrofico a horror, descrivendo la situazione ironica del protagonista, il regista ha voluto l’attore Song Kang-ho, con cui ha girato “The quiet family” (1998), “The foul King” (2000), “Il buono, il matto, il cattivo” (2008) e “The Age of Shadows” (2016).

Un sodalizio prezioso, perché, come ha spiegato il regista durante la masterclass, Song Kang-Ho ha una straordinaria capacità di gestire l’atmosfera del momento, riuscendo a “gelare con uno sguardo” una stanza per poi, subito dopo, riportare l’atmosfera a temperature più miti, e questo consente di passare brillantemente da un genere all’altro nello spazio di uno sguardo.

“Cobweb” racconta del regista Kim Yeol, il cui personaggio, ha confessato il regista Kim Jee woon, “è frutto di un assemblaggio di tanti modelli di regista veramente esistenti e che ammiro molto”. Kim Yeol intrattiene un rapporto difficile con la critica (“la critica è la vendetta di chi non sa fare arte”) ed è ossessionato dall'idea di rigirare il finale del suo ultimo film per renderlo un capolavoro. Riesce ad ottenere due giorni per poter riprodurre le scene necessarie e procede nonostante il veto della censura, dovendo gestire il caos generato dalle crisi e dai problemi personali di un cast esausto e per nulla collaborativo, che torna sul set controvoglia, in un susseguirsi di incidenti, discussioni e colpi di scena. Ambientato negli anni Settanta, il film differenzia le scene del presente da quelle del film in lavorazione alternando colore e bianco e nero e restituisce uno spaccato di vita sul set che per alcuni aspetti ricorda la pièce di “Rumori fuori scena”, con uno sguardo al difficile contesto storico in cui il cinema coreano produceva negli anni Settanta.

Il regista Kim Jee-woon ha raccontato di aver avuto tra le mani il progetto di realizzare Cobweb durante la pandemia, un periodo “difficile per tutti”. “La mia preoccupazione era che un mezzo audiovisivo potente e popolare come il film potesse sparire dalla nostra vita e potessimo restare senza”. Racconta il regista. “Ho fatto tante riflessioni: quanto amo il cinema, quanto amo i film, cosa significa per me fare film. E in quel momento ho avuto in mano Cobweb”. “Non credo di essere stato l’unico regista che ha avuto questi pensieri, riguardo alla sorte del cinema” - aggiunge - “perché tanti registi hanno fatto riflessioni durante la pandemia”.

“Quando ci sono difficoltà e crisi, mi chiedo sempre come reagirebbero i grandi artisti degli anni ‘70 e come risolverebbero la situazione” prosegue Kim Jee-woon “Quando si vivevano tempi molto bui per la società coreana ma era il periodo d’oro del cinema coreano”.

Circa i ruoli femminili del film, “all’epoca i ruoli femminili erano in funzione della evoluzione del ruolo maschile” ha spiegato Kim Jee-woon “mentre adesso stiamo cercando di ridisegnarli e rappresentarli in maniera più realistica”. Ha poi aggiunto: “In realtà, non è che avessi avuto intenzione di parlare dei ruoli femminili, ma è venuto fuori un drama avantgarde” rispetto alla tradizione, dal momento che nei “film di genere horror e thriller, solitamente i ruoli femminili sono vittime”. “Mi sono chiesto: cosa succede se diamo al ruolo femminile ambizione e potere?” Dall’intenzione di voler cambiare totalmente gli schemi precedenti è scaturita la trama di “Cobweb”.

Alla domanda: il film parla di un regista che vuole rivedere il finale del suo film, ha mai pensato che un suo film potesse avere un finale diverso? Kim Jee-woon ha risposto: “Si, l’ho pensato diverse volte, però il finale è il risultato di un lavoro e di tante scelte precedenti. Quindi se adesso si potrebbe anche immaginare di far meglio, questo è frutto del miglioramento progressivo che si è avuto nel tempo”.

Dal canto suo, l’attore protagonista di “Cobweb”, Song Kang-ho ha affermato che il film “riflette l'umorismo esilarante e spiritoso di Kim Jee-woon”, confessando poi che gli è piaciuto interpretare il suo primo ruolo da regista: "Mi è piaciuto stare dietro la telecamera e dare indicazioni agli altri attori. Ho interpretato il ruolo a modo mio”.

Song Kang-ho ha poi detto che “A livello personale, il fatto che il film fosse ambientato negli anni ‘70 non ha inciso molto, mi sono piuttosto concentrato sulla passione e le ambizioni del protagonista. Si parla di un set cinematografico, ma è solo una rappresentazione simbolica di dinamiche che avvengono anche al di fuori di quel contesto”. E poi, ha aggiunto, “Il regista vuole cercare se stesso attraverso la riscrittura del finale del film, il focus è più su questo aspetto”.

Alla domanda: cosa penserebbe il suo regista della k-wave e del successo oltrefrontiera che il cinema coreano sta avendo? Kim Jee-woon ha risposto: “credo potrebbe pensare che la k-wave sia un periodo pieno di prosperità, reso possibile grazie al lavoro dei nostri predecessori, che hanno dato il loro contributo alla cinematografia”















EUROPA E ITALIA PER LA SOSTENIBILITA’ IN AFRICA E NEL MEDITERRANEO

 

Lunedì 4 marzo 2024 a Roma presso la sede del Parlamento e della Commissione europea in Italia, Enrico Molinaro, Segretario Generale della “Rete Italiana per il Dialogo Euro-Mediterraneo” (Rete Italiana per il Dialogo Euro-Mediterraneo - Capofila della Fondazione Anna Lindh in Italia),), ha aperto i lavori della Conferenza Internazionale “L'Unione europea e l'Italia per la sostenibilità in Africa e nel Mediterraneo allargato”, assieme ai rappresentanti istituzionali. La RIDE ha promossotale conferenza in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione Europea in Italia e Prospettive Mediterranee, con il contributo dell’Ufficio del Parlamento Europeo in Italia, laFondazione PRIMA (Segretariato italiano), il Dipartimento delle Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell'Università di Siena (UNISI), Euro-Gulf Information Center (EGIC).

La conferenza in oggetto costituisce la prima di una Trilogia di conferenze in Italia su Sostenibilità e la Cucina Identitaria, seguito da un evento a Roma Lunedì 20 Maggio 2024, e un evento a Scicli, in Sicilia, Giovedì 12 Settembre 2024, nel contesto dell'iniziativa annuale inter-istituzionale Euro-Med diMedi-Jer, quest’anno alla VI edizione.

 

Tra i temi affrontati, innanzitutto si sottolinea l’importanza della salute del territorio del vicino Continente africano che è primaria per la diffusione dell’acqua, delle emergenze e dell’emigrazione. Curare la terra significa alimentarsi senza aiuti. L’impegno continuo deve essere teso dunque allosviluppo sostenibile ed al ciclo produttivo economico.

Inoltre, l’Italia al centro del Mediterraneo è in posizione strategica con l’Africa.

Cooperazione poi significa supportare i Paesi africani, per una nuova sostenibilità nostra e loro.

L’Europa non ha fatto molto per gli investimenti, la sicurezza e la prevenzione.

La cooperazione complessiva per l’estensione di un euro-piano può partire dal Mediterraneo, serbatoio di risorse e relazioni.

Sono questi anni difficili, di crisi economica, crisi sanitaria, crisi militare: dunque Europa e Africa devono interagire in un dialogo continuo ed aperto, per la salvezza del pianeta.

Da considerare che l’Italia ha una conoscenza millenaria con il Nord Africa, con la cultura, la storia e le tradizioni.

E’ necessario dunque un approccio nuovo con i Paesi africani, non tralasciando le dolorose vicende coloniali, per rappresentare mutua assistenza per una transizione possibile.

Esistono divari tra Nord Africa e Africa subsahariana, dove si assiste ad una fuga costante dalla campagna alla città e l’emigrazione dal continente per tensioni e povertà diffusa. I Paesi più poveri richiedono dunque una pianificazione agricola.

L’irrogazione dell’acqua può registrare falle nello scorrimento idrico.

Il recupero delle terre degradate deve andare poi a beneficio delle comunità locali, dove non vi è una produzione su larga scala.

Le piante indigene salvaguardano i terreni per l’ombra e l’umidità.

La partecipazione alla coltivazione dei terreni contribuirà a rendere accessibile a tutti la risorsa alimentare nell’ambito di una certa sostenibilità ambientale. L’insediamento dalle aree rurali in città determina agglomerati di costruzioni urbane, dove parte della popolazione vive in condizioni precarie.

Ma la cultura multietnica però è molto lontana ancora.

L’Africa ha una grande variazione ambientale ed un clima differente. Ed a tale proposito si discute dei meccanismi che regolano gli eventi estremi, di medio-lungo periodo per i cambiamenti climatici.

Dunque più ragioni spingono ai movimenti all’interno ed all’esterno di un Paese. Tra questi la mancanza di coesione interna accelera l’instabilità in Africa. Quindi l’obiettivo è di migliorare l’esistenza, gli approvvigionamenti e viaggi culturali e socio-economici.

Bisogna dunque pianificare l’emigrazione e l’immigrazione comuni.

I problemi d’altronde non sono di oggi, stanno sul tappeto da più di un decennio. Ma il Governo meloni è il primo ad aver preso posizione netta nella situazione incresciosa e difficile nella quale versa il nostro Paese sia per quanto riguarda il versante immigrazione clandestina che si registra da una parte all’altra delle sponde del Mediterraneo, sia nei confronti dell’Africa e dei Paesi afro mediterranei, sia nei confronti dei Peasi europei, il tutto reso più difficile dall’approvvigionamento di energia fino ad oggi giunte dalla Russia di Putin. Che oggi la guerra Ucraina Russia ha reso impossibile. Dunque il governo Meloni si è precipitato ad aprire negoziati di partnenariato con i Paesi d’Africa. Ne è testimonianza il Vertice Italia Africa che si è tenuto lo scorso 29 gennaio presso il Senato. Per la primavolta infatti il Vertice si è tenuto presso il Parlamento, di qui il carattere politico istituzionale che havisto il coinvolgimento di tutte le rappresentanze istituzionali, dal presidente della Repubblica Mattarella che ha ospitato i Capi di Stato africani presso il Quirinale il 28 gennaio ai rappresentantiistituzionali politici, in primis Giorgia Meloni e Tajani, ministro degli affari esteri, che hanno aperto i lavori del vertice alla presenza delle istituzioni europee ivi presenti.

Bisogna incrementare le relazioni per l’emergenza che viviamo, che deve vedere in primo piano Italia, Europa e Africa interagire con rapporti di partenariato tra Stati.

La cultura è molto importante ed investire sui giovani è fondamentale: saremmo pronti ad una cooperazione con gli studenti delle università del Mediterraneo. Lo studio delle arti, dell’opera lirica potrebbero essere oggetto di studio per conoscere un patrimonio di tradizioni. A tale proposito si registra la presenza della ormai famosa cantante lirica, Felicia Bongiovanni, che tra l’altro ha portato la musica lirica italiana in Africa, in partcolare in Etiopia in occasione dell'inaugurazione dell'Auditorium "Giuseppe Verdi" dove la soprano si è esibita in concerto, alla presenza del Presidente della Repubblica italiano.

Il patrimonio culturale marittimo euromediterraneo è stato caratterizzato negli ultimi tempi da azioni tese alla conservazione e valorizzazione socio-ambientale.

Questa consapevolezza comune diviene strumento per valorizzare il territorio e il paesaggio e per dareforza al lato economico e sociale.

L’interesse al patrimonio archeologico subacqueo è oggetto di un piano partenariale di consorzi, grazie a progetti di partner istituzionali e territoriali di sette Paesi dell’area euromediterranea.

Importante è la visione del patrimonio culturale marittimo con l’idea di integrare il patrimonio materiale e immateriale con le filiere tradizionali artistiche, dell’artigianato e della gastronomia.

Diversi attori sono interpreti dei processi di una possibile valorizzazione del patrimonio culturale marittimo su base locale, nazionale e internazionale: coloro che hanno strutture e servizi per la protezione del patrimonio nazionale e/o regionale ed i soggetti dalla comprovata esperienza tecnica e scientifica.

Partendo dalla situazione dei Paesi nello spazio geografico, dal limite delle acque e dal programma di attuazione è stato possibile accertare esperienze significative, per l’area euromediterranea.

Punti di forza del progetto sono studi e ricerche, come supporto ad interventi mirati.

Bisogna promuovere mostre, convegni sulla cultura e storia del mare per sensibilizzare il pubblico, promuovere il patrimonio turistico, garantire la protezione delle coste marine per conservare lo stato dei luoghi.

Bisogna promuovere tutte le conoscenze che danno visione del patrimonio culturale euromediterraneo per valorizzare il rapporto socio economico tra i Paesi del Mediterraneo.

Davide Dionisi, già responsabile del Servizio internazionale de L’Osservatore Romano e per oltre 25 anni a Radio Vaticana - Vatican News, inviato speciale del Governo italiano per la libertà religiosa, infine risponde a questioni poste per AfricanPeoplenews, per cercare un dialogo che esalti, enfatizzi una diplomazia della pace fondamentale in questo momento per la questione che si è riaperta in Medio Oriente, di pari passo con la diplomazia religiosa e diplomazia primaria , dove bisogna salvaguardare i civili poiché la perdita di vite umane è incolmabile. La religione non può essere utilizzata come pregiudizio. Di qui l’importanza di un appello che apra una via alla soluzione del conflitto nel riconoscimento delle minoranzereligiose, dove la tutela della vita offre possibilità di redenzione a chi ha compiuto atti gravissimi.