INTERVISTA ad ing. Bruno Grassetti La Sapienza

di Roma

INTERVISTA all'ingegner Bruno Grassetti, con 35 anni di esperienza di Cina.

 

Scarponi (SSP). Ingegnere Grassetti, come esperto di Cina, siamo qui a chiederle della Nuova via della seta. Le do senz'altro la parola.

GRASSETTI. Vorrei dare innanzitutto una visione generale:  stiamo parlando della Via della Seta, quali sono fondamentalmente le tematiche da affrontare?

La prima cosa è conoscere, perché sappiamo poco di questo mondo, quali sono i Paesi coinvolti, perché sono così interessanti, quale è stata la loro storia, da dove vengono. Credo che bisogna fare innanzitutto un inquadramento storico e invito chi ci ascolta a fare una ricerca al riguardo.

La seconda cosa è chiedersi perché sono così ricchi. Evidentemente il punto più interessante è che questi Paesi sono ricchi; altrimenti nessuno si sarebbe fatto venire in mente la Via della Seta. Ci sono risorse, materie prime, fonti energetiche. Ed è questo che fa di quei Paesi un argomento così interessante.

Terzo: e allora, se vengono da lontano, perché non ricordiamo che in quelle zone c'è la Persia con i famosi Parti, che hanno litigato con Roma ai tempi di Traiano ed Aureliano. Noi non l'abbiamo avuta vinta con loro. L'unico che è riuscito a penetrare quei territori e ad avanzare veramente molto in là è stato Alessandro Magno, il figlio del famoso Filippo il Macedone, che aveva avuto come maestro - te lo ricorderai - Aristotele. Questi sono i presupposti culturali e storici della Via della Seta, tutta materia da appofondire.

Il nome Via della Seta viene da un ricercatore tedesco, che gli ha dato questo nome che in effetti è la Via della Seta, la Via delle Spezie, la Via dei Tappeti e cioè di tutto quello che si poteva trafficare e commerciare, come hanno fatto i famosi Polo (Marco Polo, lo zio, il padre, eccetera). In fondo perché sono andati fino a laggiù? Perché erano attratti dalla voglia di fare commerci sempre più interessanti e sempre più ricchi. Tra l'altro, quando loro sono stati in Cina, la Cina non era comandata dai cinesi, ma dai mongoli.

Infatti ti racconto un piccolo episodio della mia vita: per tre volte sono stato invitato addirittura - perché da quelle parti devi essere invitato - dalla televisione interna della Mongolia, perché tramite una mia amica cinese sono stato messo in contatto con colui che aveva scritto tutta la sceneggiatura di un grande film su Marco Polo, del quale film mi avevano incaricato di essere una sorta di delegato, di ambasciatore per raccogliere fondi in Europa.

Mi divertiva questo fatto di essere coinvolto e allora abbiamo fatto riunioni, siamo stati alla televisione della Mongolia, perché poi era la loro tv interna e adesso avrai capito perché ci metteva un sacco di soldi.

Inesorabilmente però è venuto il momento in cui abbiamo dovuto chiedere il permesso alla televisione cinese, che sarebbe stata lei poi, oltre alla televisione della Mongolia interna, a mandare in onda il film. Dopo una serie di riunioni ci ha detto di no: "Noi non ve la accettiamo. E sapete perché?" Proprio perché in quel periodo la Cina non era comandata dai cinesi, ma dai mongoli. Ed i cinesi dicono: "Non vi diamo dei soldi per far vedere la Cina comandata da altri".

Hai capito? Ed io, dopo tre viaggi nell'arco di otto mesi, ho dovuto rinunciare a questo incarico, perché la CCTV, televisione di Stato mi aveva detto di no.

Però, tornando ai territori,  ci sono dentro tutti, perché se partiamo da qui, dall'Europa Orientale quindi dalla Polonia, attraversi subito l'Ucraina, poi già sei sul Caspio e quindi hai tutto il Caucaso, l'Azerbaijan, sotto la Persia, poi l'Afghanistan, un po' più in là c'è il Tajikistan, il Turkmenistan, sopra il Kazakistan, l'Uzbekistan, fino a che non arrivi in Cina.

Quindi si incontrano tutti questi Paesi, che secoli fa hanno avuto l'invasione dei Mongoli arrivati fino alle nostre parti e la Turchia è stata poi abitata da una serie di popolazioni mongole, pure di origine turca, da dove deriva anche il suo nome attuale.

E l'Impero romano è stato molto a contatto con queste popolazioni. Poi da qui si sono spostati al centro e sono diventati Unni; poi dalla Svezia sono venuti i Vandali, pian piano sono scesi giù e sono andati addirittura in Africa. Ti ricorderai che la parte settentrionale come il Marocco, piuttosto che la Libia e l'Algeria sono stati per un periodo controllati dai Vandali, dagli Svedesi. Quindi c'è una storia alle spalle veramente impressionante. Detto questo, su che cosa c'è dentro, sul perché sono importanti, sul perché c'è tanta ricchezza veniamo al giorno d'oggi.

Nessuno fino ad oggi aveva inventato un'operazione, come quella che si è inventata Xi Jinping.  Cosa si è inventato questo grande uomo?

Mentre gli Americani si sono inventati di andare a fare la guerra  all'Iraq, poi sono andati in Afghanistan mettendosi a fare la guerra anche lì, eccetera, i cinesi cosa hanno detto? A noi con questi Paesi ci interessa fare gli affari.

Certo lo fanno alla loro maniera, come chi è padrone dei quattrini, il quale viene e ti dice: "ti do i quattrini, tu ti indebiti con me e allora o mi paghi con il manganese, con il petrolio, con quello che hai in casa o altrimenti in qualche maniera ti leghi” e nel mondo tutti sono impauriti da questo modo di fare.

L'altro modo di fare, che la gente non gradisce a livello globale e di pensiero, soprattutto in Occidente, è che la Cina ci fa lavorare i suoi operai. Però anche questi sono casi singoli e che se vai a vedere poi anche i casi singoli scopri che invece non è vero, nel senso che la Cina ha tutto l'interesse a far sì che ci siano le maestranze locali, che sanno parlare innanzitutto la lingua del luogo,  che quindi evidentemente oltre a creare posti di lavoro, aiuta anche a formarsi.

Questo modo di fare dei cinesi, si può confrontare con quello dei paesi occidentali che, sottolineando l’importante aiuto religioso e delle varie opere educative e di carità, sostanzialmente i francesi hanno imposto a 14 Paesi di parlare la lingua francese, i portoghesi hanno imposto ad Angola e Mozambico di parlare portoghese, mi dici cosa vuol dire?

Nel Sudafrica, hanno imposto di parlare l'olandese. Allora, scusate, ci sono due modi differenti di fare colonialismo. Il colonialismo occidentale non è stato molto gentile al riguardo. Quello della Cina sarà pure non gentile altrettanto, perlomeno le opere le fa.



Di Emanuela Scarponi

 

FESTIVAL DELL'ORIENTE 2025  sintesi 

 

il festival dell'oriente si e tenuto in soli 3 giorni nel 2025: il 25,26 e 27 aprile, rendendolo molto più raccolto ma piacevole e concentrato. le giornate assolate, il funerale del Papa e i turisti a Roma hanno reso questi 3 giorni del festival indimenticabili per silkstreeetpress che, come da tradizione, ha partecipato attivamente alla organizzazione delle conferenze sull'oriente con i suoi esperti,  sempre più numerosi e preparati. l'obiettivo e quello di creare come per l'africa un gruppo di studiosi che, all'uopo siano in grado di affrontare tematiche del settore.

19 sono stati i relatori di slkstreeetpress e sono intervenuti sulle più disparate materie riguardanti medio oriente  - come i curdi ed l'ebraismo - fino allo Sri Lanka , la Cina comunista,  il Nepal, il  Bangladesh, i monaci buddisti, yoga, lezioni di postura, come da tabella presentata. 

ad attendere gli ospiti le giovani e bellissime ragazze thailandesi in abiti locali chestampano sulla fronte degli invitati  il terzo occhio....

poi giovani indiani vestiti in abiti indiani girovagano per il festival in cerca di visitatori che li fotografano.

distribuito stavolta in tre padiglioni, Cina e Giappone lavorano  insieme x  far conoscere  l'arte orientale, musica spettacoli di vario tipo, danze e draghi cinesi , spade, scimitarre ed armi orientali a confronto.

il tutto circondato da numerosi massaggiatori a confronto....

il nostroè diventato un festival all'interno del festival. 

ormai conosciuti dal festival dell'oriente abbiamo contato 19 relatori su 80 relatori in totale e oltre 50 invitati nostri. quindi silkstreetpresss ha contato la presenza di circa 100 persone al festival dell'oriente d roma 2025.  

quindi ci siamo confrontati su varie tematiche tra cui ha dominato il primo giorno la Cina. il gruppo esordiente guidato dall'ingegnere Bruno  grassetti  ha dominato la scena il 25 aprile alla presenza di numerosi ascoltatori che hanno preferito stare con noi piuttosto che girare per gli stand sottostanti 

insomma  un grande successo per tutti noi e per SILKSTREETPREESS 

 

corrispondente presso festival dell'oriente roma

Emanuela Scarponi, direttore della testata silkstreeetpress

relatrice: lo Sri Lanka oggi 

 

 

 

Continua il tour del film accompagnato in sala dalla regista e da Andrea Simonetti

 

14 Aprile - Taranto - Cinema Savoia Cityplex ore 21.00

15 Aprile - Roma - Cinema Barberini - ore 20.00

16 Aprile - Milano Cinema Anteo Citylife - ore 19.30 - 21.30 -

17 Aprile - Torino Cinema Fratelli Marx - 21.00  

 

Carolina Bubbico.

 

Mercoledì 2 aprile al Cinema DB di Lecce (ore 21.00) prima tappa del tour della pellicola, che accompagnata da regista e cast, toccherà diverse città pugliesi per poi  proseguire in tutta Italia.

 

Il 10 aprile sarà Calimera (Cinema Elio ore 20.00 ) e dal 14 aprile e per un mese al Cinema Savoia Cityplex di Taranto, con il cast in sala il 14. Martedì 15 aprile il regista Mimmo Calopresti introdurrà la regista e Denise Tantucci al Cinema Barberini di Roma dove il film sarà programmato anche il 16 e il 17 aprile.

Dal 23 aprile il tour tornerà in Puglia, a Cerignola, Brindisi, Monopoli e Bari.

 

Nicola, ristoratore pugliese, diventa amico di Johnny Light, famoso attore americano, che s’innamora del suo ristorante e della sua cucina.

Prima di lasciare la Puglia, Johnny invita Nicola e la figlia Aqua a trasferirsi a Los Angeles per gestire il suo ristorante a Hollywood e diventare soci.

Nicola è totalmente sedotto dalla star, ci crede davvero e inizia a pianificare il suo futuro in America. Non sempre però le cose vanno come previsto…

 

UFFICIO STAMPA

REGGI&SPIZZICHINO Communication


Proposta di pace israelo-palestinese dalle donne al Wegil della Regione Lazio

Sorprendendo un folto pubblico incredulo, Lunedì mattina 28.04.25 presso il Wegil della Regione Lazio (Largo Ascianghi 5, Roma) una mussulmana palestinese (Mona Abdulhaq) ed una ebrea israeliana (Dana Lev) in abiti tradizionali hanno trovato un terreno di collaborazione nonostante la tragica guerra in corso a Gaza, in occasione della giornata di studi e dibattito internazionale su "Sviluppo sostenibile, identità collettive, ruolo delle donne nel Mediterraneo allargato: la proposta italiana", della Rete Italiana per il Dialogo Euro-mediterraneo (RIDE, Capofila della Fondazione Anna Lindh ALF in Italia), presieduta dalla poetessa Michela Zanarella.

La complessa ed emotivamente intensa giornata, ricca di stimoli e proposte innovative, sotto la direzione scientifica di Enrico Molinaro, Presidente di Prospettive Mediterranee, è il Primo evento della Trilogia 2025 su "Sostenibilità e Cucina Identitaria", nel contesto dell’iniziativa annuale Euro-Med inter-istituzionale "Medi-Jer" (VII ediz.): https://ride.mediper.eu/it/component/acym/archive/295-eventi-alf-italia-lunedi-28-4-25-wegil-largo-ascianghi-5-roma?userid=866-R6TYt6lXpizE0t&tmpl=component

Dopo il caloroso incoraggiamento dell'amb. Pasquale Ferrara, Direttore Generale DGAP del MAECI, la Conferenza di apertura - che ha ricevuto il logo dalla RAI e della Commissione europea a Roma "No Women No Panel" per la parità di genere nel dibattito pubblico - , è iniziata con un costruttivo ed amichevole scambio tra rappresentanti religiosi come il Rabbino capo di Roma Riccardo di Segni, Nader Akkad, Imam della Grande Moschea di Roma, e Simon Khouri, della Chiesa cattolica melchita, sul ruolo delle identità collettive, da cui scaturisce l’intraprendenza delle donne per costruire la pace, con l’obbiettivo di sviluppare opportunità di collaborazione in un contesto di sfide estremamente impegnative per Europa ed Italia.

Immediatamente dopo, alle 13:30, nel contesto del secondo evento “Identità e Moda”, i membri della Rete Nazionale ALF hanno proposto nuove idee sul tema, ed hanno offerto testimonianze indossando particolari tessuti delle diverse identità collettive che abitano l’Italia e l’Intero Mediterraneo attraverso uno sguardo rivolto alla moda nel senso più ampio del termine, e la partecipazione straordinaria del fotografo Giorgio Benni. Ha accompagnato la discussione un pranzo biologico naturale ed equilibrato, preparato nella cucina del Wegil secondo i principi tradizionali della Cucina identitaria.



Alle ore 15.00 l’Info Session ha focalizzato il dibattito della società civile italiana sul Med-Forum ALF programmato per giugno in Tirana, mentre dalle ore 16:00 alle ore 16.30 l’Assemblea Generale dei membri ALF Italia ha costituito l’occasione per valorizzare i successi e rilanciare i progetti della più qualificata tra le reti nazionali della Fondazione euro-mediterranea, con circa 120 comuni, università pubbliche e private, centri di ricerca, associazioni culturali ed artistiche, fondazioni, e comunità religiose.