Gruppo editoriale APN

 

25 aprile

buon compleanno Kaira 

ore 12

 

Ing. BRUNO GRASSETTI, esperto di Rapporti Italia-Cina, apre la sessione festival dell’Oriente 2024.

 

 

20 aprile

 

ore 13

 

dott.ssa SCARPONI EMANUELA, giornalista: “India: descrizione del viaggio fisico e spirituale da Varanasi a Lumbini, visitando i luoghi di predicazione di Buddha”.

 

ore 16

 

dott.ssa POLVERONI CLAUDIA. Titolo: “Medicina tradizionale cinese. Breve introduzione”. Sottotitolo:” Lettura dei tratti somatici secondo la medicina tradizionale cinese”.

 

21 aprile

ore 16

 

 

Claudio Mariantoni, Patrizia Mussari, insegnanti: “VINYOGA E MANTRA” sottotitolo "Le vibrazioni del benessere".

A.P.S. IKIGAI (la nostra associazione).

 

 

 

25 aprile

ore 12

 

Ing. BRUNO GRASSETTI, esperto di Rapporti Italia-Cina nel gruppo editoriale APN . “Introduzione della cultura cinese in Italia” sottotitolo: “partenariato Italia-Cina nella imprenditoria femminile”.

 

 

ore 13

Angela Chiumenti scrittrice: titolo “Armonia e Guarigione”. Sottotitolo “Il potere delle campane tibetane”.

 

 

ore 15

dott.ssa Giovanna Canzano, scrittrice: “Franz Kafka e le sue origini ebree”. Sottotitolo: “Descrizione della Metamorfosi come reazione all’assimilazione ebraica”.

 

 

ore 18

Piero Marsili, poeta, titolo: “Raccolta di Poesie d’Oriente” sottotitolo: “Recitazione e partecipazione del pubblico”.

 

ore 19

Emanuela Del Zompo, giornalista regista: presentazione e proiezione "La leggenda di Kaira": "viaggio nel tempo alla scoperta della condizione della donna" 

 

 

 

 

28 aprile

Ore 17-19

Paolo Piccirillo, Gennaretti insegnanti  massoterapisti 

Titolo: “Global massage technique”

Sottotitolo “un trattamento full body per il benessere psico-fisico”.

 

 

 

 

1 maggio

15-17

 

Libera Ceccarelli Presidente dell' Ass. Radici d' Amore, titolo: “Attraverso l'Arte nuovi progetti di Cooperazione Internazionale” Sottotitolo: “Le ultime esperienze in India nel febbraio '24”.

 

 

 

ore 15

 

dott.Piero Musilli, documentarista, titolo “Un viaggio in Nepal”. “Nella regione del Khumbu, Sagarmatha- risalendo l’Everest”.

 

 

Chiusura del Festival

 

 

L’APPROVAZIONE DEL DL. 161/2023: SULLE ORME DEL PENSIERO DI MATTEI

di Alessandra Di Giovambattista

 

All’inizio dell’anno, la seconda legge emanata dal nostro Parlamento – la legge n. 2 del 10 gennaio 2024 (legge di conversione del Decreto legge n. 161 del 15 novembre 2023) - è stata quella relativa al partenariato tra Italia ed alcuni Stati dell’Africa per incentivarne lo sviluppo e le relazioni commerciali, attraverso investimenti e trasferimento di conoscenze. Si è quindi definito il cosiddetto piano “Mattei” che consta di cinque pilastri: agricoltura, energia, acqua, istruzione e salute. Tra i diversi obiettivi della legge vi sono anche quelli strettamente nazionali, che potrebbero segnare un vantaggio economico e sociale per il nostro Paese. In particolare si pensi: alle necessità energetiche che potrebbero essere garantite da accordi con gli Stati africani, al problema migratorio che potrebbe essere arginato, almeno in gran parte, da programmi di industrializzazione, di autosufficienza e di miglioramento di vita delle popolazioni indigene, all’ampliamento dei mercati di sbocco di beni e servizi prodotti dall’Italia grazie a piani di collaborazioni economiche e di investimenti, e non ultimo all’impegno per il controllo ed il contrasto delle frange estremiste. In ragione di questi obiettivi, sicuramente complessi, ci si attende una politica italiana che guardi con determinazione ad un ruolo attivo e propositivo all’interno dell’Europa sostenendo un approccio equo e produttivo per tutti i soggetti facenti parte del partenariato.

In termini finanziari è previsto uno stanziamento complessivo di circa 5,5 miliardi di euro, da versare nei prossimi quattro anni, che oltre a finanziare direttamente opere e servizi dovrebbe stimolare, indirettamente, nuovi investimenti da parte delle aziende private. Nell’articolo 1 del decreto si legge che il piano Mattei rappresenta un documento programmatico-strategico volto a promuovere lo sviluppo delle attività di collaborazione tra Stato italiano e continente africano. Vengono inoltre individuati gli ambiti di intervento e le priorità con riferimento specialmente alla promozione delle esportazioni e degli investimenti, al potenziamento delle infrastrutture digitali, alla cooperazione allo sviluppo in ambito industriale, sanitario, educativo, culturale e sociale, alla valorizzazione delle fonti rinnovabili e dell’economia circolare. Quest’ultima rappresenta un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e dei prodotti commercializzati finalizzato all’uso dei beni il più a lungo possibile. In tal modo si contrasta la logica del consumismo, che ha caratterizzato l’approccio all’utilizzo delle risorse e dei prodotti nell’ultimo secolo, e si prolunga il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo anche alla riduzione dei rifiuti.

Con riferimento ai cinque pilastri si sottolinea che gli interventi concernenti l’istruzione e la formazione mirano a preparare ed aggiornare i docenti, ad avviare corsi professionali e di formazione in linea con i fabbisogni del mercato del lavoro, promuovendo l’occupazione sia maschile sia femminile, e la collaborazione con le imprese italiane che esporterebbero il modello della piccola media impresa, una realtà peculiare nostrana che vanta delle ineguagliabili eccellenze.

Nell’ambito dell’agricoltura gli obiettivi del piano riguardano la diminuzione del tasso di malnutrizione, lo sviluppo delle filiere agro alimentari, l’incentivazione dei biocarburanti non fossili.

Il settore sanitario sarà interessato da una politica di rafforzamento dei sistemi sanitari, migliorando specialmente l’accessibilità e la qualità dei servizi materno - infantili.

Gli interventi con riferimento all’acqua riguarderanno la perforazione di pozzi alimentati da sistemi fotovoltaici, la manutenzione dei punti acqua esistenti, gli investimenti sulle reti di distribuzione e le attività di sensibilizzazione sull’utilizzo dell’acqua potabile.

Dal punto di vista energetico la proposta contenuta nel piano risulta molto ambiziosa; si vorrebbe far diventare l’Italia uno snodo, un punto centrale (c.d. hub) energetico, un vero e proprio ponte tra Europa ed Africa. In particolare emerge il duplice interesse italiano: quello di aiutare gli Stati africani a generare ricchezza mediante l’utilizzo delle proprie materie prime – così cercando anche di arginare il fenomeno delle migrazioni di massa - e contestualmente quello di trovare nuove rotte di forniture energetiche. Ed è proprio in questo ambito che si coglie lo stretto legame tra il modello che Mattei aveva attuato nella metà del ventesimo secolo e quanto vorrebbe realizzare il Governo attuale: una cooperazione non predatoria in cui tutti i partener debbono poter crescere e migliorare. La scommessa si basa sulla possibilità che entro il biennio prossimo ci si possa, da un lato, sganciare totalmente dal gas russo e, dall’altro, provvedere a distribuire l’energia dal Nord Africa all’Europa. Come prima risposta, con l’intento di cogliere l’obiettivo, sono stati sottoscritti degli accordi tra ENI e la Sonatrach, azienda algerina, per il miglioramento dell’esportazione di energia nel nostro Paese; si sottolinea che nel 2023 l’Algeria è stata la nazione che ha fornito la maggior parte di gas all’Italia sostituendo una parte significativa delle importazioni di gas della Russia. A ciò si aggiungono gli obiettivi di efficienza energetica - eliminando sprechi e dispersioni di gas - di sviluppo delle energie rinnovabili, di produzione di idrogeno verde e di cattura e stoccaggio di anidride carbonica con le finalità di sicurezza e di transizione energetica sostenibile.

Alla luce degli obiettivi evidenziati è chiaro che i finanziamenti stanziati risultano limitati; per questo il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso del vertice Italia-Africa tenutosi nei giorni 29 e 30 gennaio 2024 a Roma, nella cornice di Palazzo Madama, ha espresso la volontà di voler coinvolgere le istituzioni finanziarie internazionali ed altri Stati donatori che hanno già espresso la loro disponibilità. Inoltre entro un anno ha annunciato la creazione di un nuovo strumento finanziario gestito da Cassa depositi e Prestiti per agevolare gli investimenti privati previsti nel piano Mattei. Con questa finalità la società Simest SpA ha previsto un finanziamento agevolato da 200 milioni di euro per la crescita sinergica dei Paesi africani e dell’Italia nell’ambito del piano. La società Simest SpA è una società del gruppo della Cassa depositi e Prestiti che sostiene la crescita delle imprese italiane nell’internazionalizzazione della loro attività per la loro espansione all’estero e per l’apertura verso nuovi mercati attraverso investimenti diretti.

È poi emerso che, durante la presidenza del G7, l’Italia lavorerà per migliorare la diversificazione delle catene di approvvigionamento e di produzione. Più nello specifico in Marocco si punterà a realizzare un grande centro di formazione professionale sull’energia rinnovabile, e miglioramenti in termini di istruzione e sanità sono previsti, rispettivamente, in Tunisia ed in Costa d’Avorio. Inoltre si avvierà un progetto di monitoraggio in agricoltura in Algeria, si provvederà alla costruzione di un centro agroalimentare in Mozambico ed alla creazione di un’area di produzione di cereali e legumi in Egitto, ed infine sarà sviluppata una filiera di biocarburanti in Kenya. Il tutto dovrà basarsi sull’incremento degli investimenti, in particolare in infrastrutture - nella duplice accezione di infrastrutture fisiche e digitali - che sono uno dei fattori cardine nell’economia dello sviluppo. Strade, ponti, reti elettriche, reti di comunicazione fisiche e digitali sono essenziali per lo sviluppo del commercio interno ed estero; investire in infrastrutture migliora efficienza e competitività.

L’Italia opererà a favore dell’Africa anche con l’obiettivo del miglioramento del nesso: energia- clima- sviluppo. Durante l’intervento la Presidente del Consiglio dei Ministri ha evidenziato che verrà destinato al continente africano il 70% del fondo italiano per il Clima (pari a 3 miliardi di euro) e che 100 milioni di euro saranno donati sul Fondo perdite e danni istituito durante la COP28. Quindi il partenariato si baserà su crescita e sicurezza di entrambi i lati: dell’Europa e dell’Africa, cercando di rafforzare il potenziale energetico africano ed accompagnare così l’equo scambio tra energia prodotta in loco e destinata alle popolazioni residenti e la vendita del surplus all’Europa.

Il decreto ha poi istituito, all’articolo 2, la Cabina di Regia per il Piano Mattei, ai cui componenti non spetta alcun compenso, e di cui faranno parte politici e direttori amministrativi ed anche rappresentanti di imprese, università, terzo settore ed esperti nelle diverse materie trattate. Tale organismo dovrà sovraintendere al piano per tutta la durata dei quattro anni previsti e sarà responsabile del coordinamento delle attività di collaborazione tra Africa ed Italia; dovrà anche coordinare i diversi livelli di amministrazione e provvedere ad incentivare l’accesso a nuove risorse finanziarie internazionali. Ulteriore compito sarà quello di aggiornare il Parlamento circa obiettivi e risultati ottenuti mediante una relazione annuale da presentare entro il 30 giugno di ogni anno (ci si attende una prima relazione entro il 30 giugno di quest’anno) e nella quale un posto di rilievo sarà dato alle misure proposte e volte a migliorare l’attuazione del piano e ad accrescere l’efficacia degli interventi in un processo di analisi a consuntivo degli obiettivi e dei risultati ottenuti. Ci si attende anche che nell’esame degli scostamenti si approfondiscano le criticità e gli errori commessi nella speranza di fornire valide modalità di correzione o di riprogrammazione del piano, in una sorta di circolo virtuoso tra ritorni di informazioni - feedback - e nuove azioni/obiettivi.

Sicuramente, alla fine di questa breve disamina, occorre sottolineare la delicatezza della situazione in un momento della storia in cui le differenze culturali e religiose sono molto profonde ed esacerbate e in cui è ancora molto forte il sentimento anti-colonialista. Sarebbero quindi da valutare anche i rischi di totale perdita degli investimenti da parte degli operatori italiani qualora si creassero fratture di tipo socio politico ed atteggiamenti di violenza estremista, che potrebbero riscontrarsi anche se la nostra Nazione, almeno nei propositi, non sembra presentarsi con intenti predatori.

 

 

ROMICS

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FUMETTO, ANIMAZIONE, CNEMA E GAMES.



ROMICS XXXII: UN UNIVERSO DI FANTASIA E DIVERTIMENTO



DAL QUATTRO AL SETTE DI APRILE IN FIERA DI ROMA SI CELEBRA LA XXXII EDIZIONE DI ROMICS, IL FESTIVAL DEL FUMETTO; ANIMAZIONE, CINEMA E GAMES.



L’evento in Conferenza Stampa è stato presentato nella Sala Convegni Giuseppe della Vedova di Palazzetto, Mattei a Villa Celimontana il giorno 20 marzo ’24.

Nelle giornate della prima settimana di aprile il pubblico verrà accolto nei cinque padiglioni con più di 70.000 mq. della Fiera. Romics è una manifestazione artistica con oltre 350 espositori nazionali ed internazionali che pone in primo piano l’immaginario di tutti i partecipanti a confronto con interessi e generi.

Il manifesto ufficiale della XXXII edizione di Romics è a firma di Simone Bianchi, Romics d’Oro della edizione.

Per l’85° anniversario di Batman il pubblico è accolto con un magnifico tributo, dove il cavaliere oscuro che ha catturato l’attenzione di generazioni di appassionati, domina la scena del cielo.

Romics è: narrativa, animazione, arte del cinema, e video games a briglia sciolta con la fantasia.

Numerose sono le istituzioni che supportano Romics: dal Ministero della Cultura ed il Centro per il libro e la lettura con il Premio Nuovi Talenti, conferito dal premio Romics del Fumetto 2024, la Regione Lazio e la Camera di Commercio per la valorizzazione le imprese culturali creative del Lazio per una crescita e partecipazione di un pool di aziende del territorio, l’hub dell’innovazione della Regione Lazio è diretta ai settori dei games, turismo, e cultura.

Ci sarà un desk nello stand regionale sull’informativa dei progetti della FabLab Lazio, i visitatori potranno realizzare disegni e fumetti in digitale su tavolette grafiche.

Il giorno seguente l’inizio dell’evento in fiera prima delle ore 12.00 al Padiglione 7 sarà possibile partecipare al Workshop: Visionary A/ - Guarda l’Invisibile. Crea l’Impensabile. Sviluppare l’Immaginazione attraverso l’Intelligenza artificiale. Un’opportunità di exponential ecosystem buidilng, dedicato al fumetto: dall’illustrazione ai videogiochi, al cinema. Avere idee di come l’intelligenza artificiale disegni nuovi confini inesplorati.

L’Istituzione Sistema Biblioteche e Centri Culturali di Roma Capitale è presente, nei quindici municipi della Capitale con quaranta biblioteche per promuovere la lettura con un catalogo e con uno spazio anche per il fumetto.

La collaborazione tra le Biblioteche di Roma Capitale e Romics ha avviato una iniziativa per la costituzione di una nuova Biblioteca di Fumetti e Graphic Novel.

Sabrina Perucca, Direttrice Artistica Romics parla di un programma innovativo dei nuovi trend e dei grandi maestri, dei personaggi che ci accompagnano da diverse generazioni. Batman amatissimo dal pubblico, che si manifesta con il suo cambiare di abito, pur restando sempre uguale a sé stesso.

Il pubblico potrà osservare il manifesto di Simone Bianchi che ritrae il cavaliere oscuro, avvolto nel mistero.

Cinque personalità artistiche del fumetto, premiate con il Romics d’Oro ci riferiamo a Vanna Vinci creativa fumettista, il suo ultimo libro: Viaggio notturno è in Fiera, una storia sorprendente per Jana, personaggio chiave, in una Bologna surreale, a Riccardo Zara musicista, compositore, specializzato in sigle televisive a Dan Panosian, disegnatore di successo internazionale. Presenta Alice nel Paese delle Meraviglie, nella nuova versione.

Dylan Cole, Concept Art Director del grande cinema. Ha alle spalle la partecipazione a sessanta films: Return of the King, Avatar, Maleficent sono solo tre.

Ed infine a Simone Bianchi, disegnatore per Marvel e DC Comics. Usa una tecnica con la matita, inchiostro e acrilico su più superfici.

Una edizione celebra importanti compleanni: Topolino compie settanta cinque anni. Libretto di letture e storie di Paperino, per generazioni di grandi e piccoli. Andrea Freccero è fumettista ed Art Director di Topolino e autore della copertina del compleanno, Marco Gervasio è tra gli autori assidui dei personaggi disneyani. Seguono le Serie Tv: Happy Days e Haidi, si rende omaggio a Francesco Coniglio editore, scomparso recentemente, con una mostra allestita per l’evento in Fiera.

In collaborazione con il Comitato Italiano Paraolimpico e la Scuola Romana dei Fumetti, arrivano i Corpi a Regola d’Arte degli atleti paraolimpici con una mostra ed un evento di live painting. In conclusione un omaggio al grande mangaka Akira Toriyama scomparso.

Il grande fumetto d’autore con centinaia di iniziative e con il Premio Romics del fumetto, in collaborazione con il Centro per il Libro e la Lettura – MIC e l’istituzione Sistema Biblioteche e Centri Culturali di Roma Capitale.

Altri eventi speciali, le anteprime e il Cinema di Romics danno spunti ed emozioni ai visitatori e agli autori.

Molti messaggi offrono nuove conoscenze ed insegnamenti utili alla società e alla scuola.



A cura di Claudia Polveroni Apn Publisher

Silk Street: African Peoplenews

E’ di pochi mesi  fa la notizia di un uomo che per settimane ha inviato per ripicca a parenti e amici i video erotici girati con la moglie, dopo che lei è andata via di casa con il loro figlio di due anni. Lo scorso gennaio la Procura di Napoli ha archiviato il caso di Tiziana Cantone, la 31enne trovata senza vita nel 2016 in provincia di Napoli,
confermando che
si è trattato di suicidio: la donna non riusciva più a sopportare l'onta della diffusione in rete dei suoi video privati da parte del suo ex ragazzo.
Sono solo alcuni dei casi più eclatanti che dimostrano che fra le violenze sulle donne c’è anche il Revenge porn: quella pratica barbara per cui un uomo si vanta di mostrare le foto sexy di una donna sui social. Due studiose di Oxford, Chiara McGlynn ed Erika Rackley, hanno dato un’altra definizione del fenomeno chiamandolo “ violenza sessuale basata sulle immagini” perché non si tratta sempre di “Revenge” ossia vendetta, ma anche solo di voglia di diffamare una donna e fare i bulli.
Tutto questo dimostra che abbiamo ancora la mentalità moralista, sessista e misogina di chi giudica la sessualità femminile come qualcosa di sporco di cui vergognarsi, mentre quella maschile viene addirittura esaltata. Non è lei che deve vergognarsi, è lui un gran bifolco e ignorante oltre che un delinquente. E’ la società che deve cambiare, smettendo di condannare le donne. C’è lo stereotipo delle femmine che non possono godere di sessualità senza essere giudicate e ci sono i maschi sessisti che continuano a infangare la reputazione delle donne usando gli stessi stereotipi e pregiudizi. Quindi direi che più che la punizione, sarebbe importante l’educazione, la cultura: bisognerebbe iniziare nelle scuole per creare una società migliore.
Una ragazza che manda delle foto a un ragazzo per giocare, anche se si tratta di un flirt, è bello che lo faccia. La vergogna non è darsi qualcosa: la vergogna è stuprare, picchiare, offendere e tentare di mettere in ridicolo delle persone. E l’amore non è obbligatorio fra gli esseri, il rispetto si’.

 

 

UN BREVE APPROFONDIMENTO ECONOMICO DEL PIANO MATTEI

di Alessandra Di Giovambattista

 

A ridosso delle crisi energetica e dei flussi migratori e con un’attenzione particolare al quadro geopolitico attuale, il Governo italiano ha varato il decreto legge n. 161 del 15 novembre 2023 contenente “Disposizioni urgenti per il “Piano Mattei” per lo sviluppo in Stati del Continente africano” convertito con modificazioni in legge n. 2 dell’11 gennaio 2024. L’ossatura del programma si fonda sulla condivisione degli obiettivi tra Stati, essendo di fatto un piano di partenariato, cioè un progetto basato su interventi volti, in prima analisi, a coadiuvare il continente africano a crescere e a prosperare utilizzando le sue stesse risorse. Il riferimento già nel titolo all’economista Enrico Mattei, sottolinea l’effettivo contenuto dell’atto che si basa sull’applicazione dei principi che ispirarono il pensiero socio economico del grande capitano d’azienda, fondatore nel 1953 dell’Ente Nazionale Idrocarburi (ENI), il quale mirava a rafforzare il partenariato tra l’Italia ed alcuni Paesi africani nel rispetto degli interessi reciproci.

Per entrare nella tematica partiamo da un’analisi statistico-quantitativa: le relazioni commerciali nel 2022 tra Italia ed Africa, secondo i dati dell’Istituto per il Commercio Estero (ICE), registrano un ammontare complessivo pari a circa 68 miliardi di euro. Le importazioni italiane dall’Africa generano scambi che ammontano a circa 47 miliardi di euro essenzialmente diretti per l’acquisto di materie prime collocando, in tal modo, il nostro Paese al secondo posto tra i Paesi del mondo per importazioni di prodotti africani, mentre per i prodotti esportati verso l’Africa - sostanzialmente macchinari per impieghi vari, materiale elettrico e prodotti farmaceutici - l’Italia si colloca all’undicesimo posto con un valore di scambi pari a circa 21,3 miliardi di euro. I maggiori Stati africani fornitori dell’Italia sono: Algeria, Libia, Egitto nella zona del Magreb, mentre Angola, Mozambico, Gabon, Ghana e Congo nella parte sud Sahariana. Analizzando però il potenziale che l’Africa presenta, si potrebbero incrementare gli scambi, che a ben vedere, presentano una certa staticità in quanto dal 2012 al 2022 l’export italiano è passato da 19 miliardi di euro agli indicati 21,3 miliardi (con un tasso di incremento del 12% circa in 10 anni), mentre nello stesso periodo di tempo l’import italiano è passato da 35,2 miliardi di euro ai citati 47 miliardi (con un tasso di incremento del 33,5% circa in dieci anni).

Con riferimento invece agli investimenti italiani si rammenta che nel 2015 l’Italia risultava il primo investitore assoluto verso l’Africa, mentre nel 2016 è stato il primo investitore europeo. Tali dati, però, soffrono del fatto che i costi italiani per beni e servizi pluriennali hanno rappresentato progetti in settori a forte investimento di capitali (c.d. capital intensive); il più importante di questi settori è stato quello energetico. Le statistiche, trainate dalle capacità di politica industriale dell’Ente Nazionale Idrocarburi (ENI), che si pone come primo operatore dell’Oil & Gas in Africa, risentono molto degli investimenti dell’ente in territorio africano: dell’ammontare complessivo degli investimenti del 2015, pari a circa 7,4 miliardi, oltre 6 miliardi sono stati investiti da ENI nel progetto di sviluppo del gas naturale nel giacimento del Zohr in Egitto. Invece i dati degli ultimi anni, in particolare quelli relativi al 2021, confermati anche dalla Banca d’Italia e dall’Istat, registrano una contrazione degli investimenti italiani in Africa per circa 1 miliardo di euro; ciò è però la risultante di un complesso di cause che hanno riguardato un po’ tutte le nazioni: la pandemia da Covid-19, i conflitti in diverse aree del mondo, il rialzo dei tassi di interesse.

È anche per questo che il recente decreto-legge, che dovrebbe incentivare gli investimenti ed il partenariato con diversi Paesi africani, è visto con favore perché potrebbe rappresentare la chiave per creare quel substrato economico e sociale che incentivi le piccole medie imprese italiane ad investire nei territori dell’Africa. Ormai la concorrenza nel continente africano è forte e proviene da diversi Paesi: Cina, Stati Uniti d’America, Turchia, Israele, Brasile e gli investitori italiani lamentano, da una parte, la quasi inesistente presenza delle grandi banche italiane e dall’altra la diffidenza dovuta alla forte instabilità sociopolitica della maggior parte dei Paesi africani. Un atteggiamento di partenariato con i Paesi dell’Africa potrebbe aprire un varco affinché le aziende italiane possano presentarsi sul mercato africano ricche di conoscenze ed esperienze tecnico-produttive (c.d. know how) per aggiungere valore e trasformare merci e servizi da vendere prima di tutto nel continente stesso e per incentivare il libero mercato interno, peraltro già individuato nell’area di libero commercio africana (African Continental Free Trade Area - AfCFTA).

A ben vedere e seguendo una logica di sviluppo equilibrato, il modello della piccola media impresa italiana ben si sposa con il percorso iniziale di una classe imprenditoriale africana; le conoscenze e la gestione delle intere filiere produttive, l’utilizzo di macchinari, le tecnologie e le esperienze strategiche che le piccole medie imprese italiane possiedono rispetto alle grandi multinazionali, potrebbero di fatto segnare la differenza. In particolare potrebbero aiutare a far decollare un’imprenditoria locale che potrebbe riscattarsi dagli interessi delle nazioni predatrici ed incentivare la crescita ed il benessere economico delle popolazioni indigene, il tutto nel rispetto dei territori, delle tradizioni e delle culture. E in quest’ottica il decreto legge può forse essere letto come un atto che potrebbe offrire un possibile scenario di recupero della presenza italiana in questi territori che, secondo il pensiero di Enrico Mattei, deve essere collaborativa e rispettosa dei reciproci interessi.

Nella strategia aziendale di Mattei era molto forte l’approccio anticolonialistico: il Paese africano produttore di materie prime era coinvolto nelle fasi di produzione e sviluppo industriale, ben al di là della semplice figura di uno Stato con un territorio che veniva sostanzialmente sfruttato dai Paesi colonizzatori. Dal punto di vista storico si ricorda che Enrico Mattei fu un importante alleato della rivoluzione algerina, soprattutto per la fiducia che manifestò nel futuro stato indipendente dell’Algeria, optando per lo sfruttamento del petrolio algerino a condizioni molto più eque rispetto a quelle che venivano praticate dalle grandi compagnie petrolifere mondiali che si ritagliavano la fetta maggiore dei profitti. Ovviamente per i potenti Stati soggiogare economicamente un Paese ricco di risorse, in virtù di pseudo diritti alla libertà e alla democrazia e di un non ben giustificato diritto al colonialismo, significa gestirne il governo, lo sviluppo e la crescita culturale e sociale, con l’obiettivo di renderlo sempre più debole e riconoscente nei confronti di un discutibile benessere garantito dallo stato colonizzatore e dalle sue imprese.

Di fatto il piano Mattei di sviluppo dell’Africa si avvantaggiò, inizialmente, del disinteresse da parte delle multinazionali energetiche le quali non credendo nello sviluppo economico del continente africano, guardavano più verso il medio oriente. Enrico Mattei ebbe l’intuizione di creare un sistema africano di raffinazione degli idrocarburi basato su compagnie miste partecipate da Eni e dai Governi locali; la nuova idea si basava sulla necessità che l’uso della materia prima “petrolio” beneficiasse non solo, e in prima battuta, i Paesi produttori, migliorandone la qualità della vita, ma anche i Paesi consumatori. In tal modo si creava anche un nuovo approccio nei rapporti tra occidente industrializzato e Stati poveri: Mattei pensò alla c.d. formula 75/25 che esprimeva le quote di distribuzione degli utili; la percentuale più alta andava ai Paesi produttori, mentre la quota più bassa era di pertinenza dell’Eni. La nuova formula prevedeva a fianco del pagamento dei diritti di sfruttamento del petrolio (le c.d. royalties che pagavano anche gli altri competitors) anche il coinvolgimento del Paese produttore, per la quota del 50%, negli investimenti per la produzione e lo sviluppo delle proprie risorse. Il risultato era quello, da una parte, di considerare in modo paritario lo Stato produttore e quello utilizzatore della materia prima, in un approccio fondamentalmente anticolonialistico, e dall’altra di non subire perdite in termini di rendimento del capitale investito rispetto alla formula storicamente adottata dalle multinazionali. Questa modalità di suddivisione degli utili, confliggendo con quella consolidata dalle “sette sorelle” (espressione creata da Mattei stesso per indicare l’allora Consorzio per l’Iran) del 50/50, cioè la divisione egualitaria tra Paesi produttori e società utilizzatrici del petrolio, creò molto risentimento tra le multinazionali - quindi Stati Uniti e Gran Bretagna - ed ENI, cioè l’Italia, nella persona di Mattei. Per Enrico Mattei questo voleva significare anche un inizio di ricostruzione di un’Italia sull’idea di indipendenza dalle potenze atlantiche; ma questo purtroppo si scontrava con forti interessi esterni ed interni all’Italia stessa, una nazione che ha sempre avuto al suo interno forti contrasti localistici ed un atteggiamento di prostrazione di fronte al potere estero.

Fu così che, nel 1957, la formula Mattei del 75/25 prese vita nel medio oriente attraverso la costituzione della società partecipata tra Agip e il Governo Iraniano (société Irano-Italienne des pétroles) distribuita per il 51% agli italiani e per il 49% all’Iran - sodalizio che provocò un grande scontro con le grandi compagnie petrolifere. Ma prima ancora nel 1954 fu creata nella zona del nord Africa la società tra ENI e l’Egitto (Compagnie Orientale des pétroles d’Egypte) il cui 51% era detenuto indirettamente dall’Italia ed il restante 49% da enti pubblici egiziani. Da sottolineare che la partenership italo-egiziana vedeva l’impiego di mano d’opera locale nel settore impiegatizio, amministrativo ed operaio, mentre le posizioni dei quadri tecnici erano lasciate agli italiani. Ovviamente non sempre le cose andavano per il verso giusto, come nel caso in cui, nel 1960, la quantità di greggio esportato dall’Egitto in Italia e destinato alle raffinerie dell’Eni si ridusse ad 1/5 rispetto alle esportazioni del 1959. Tuttavia la collaborazione con l’Egitto continuò e si estese dal settore petrolifero a quello petrolchimico, industriale, della progettazione di infrastrutture e dei lavori pubblici sul suolo egiziano. Questo progetto prevedeva investimenti italiani per circa 30 miliardi delle vecchie lire da restituire ad un tasso di interesse del 4,5% annuo da pagare in valuta o in greggio; fu così che gli impianti di raffinerie di Gela arrivarono a lavorazioni di greggio per una quantità pari a circa 1,8 milioni di tonnellate.

Ma non solo, effetti benefici si ebbero anche in termini di prezzi, che furono mantenuti bassi rispetto ai prezzi praticati dalle grandi compagnie petrolifere anglo-americane; nel 1960 il prezzo della benzina in Italia era il più basso in Europa. Enrico Mattei si prodigò in un’opera di modernizzazione dell’Italia realizzando le stazioni di servizio per la distribuzione del carburante, con annessi bar, impeccabili servizi igienici e diversi motel Agip. I lavoratori dei distributori controllavano olio e gli altri liquidi utili per la miglior resa dei motori. Un mercato degli idrocarburi che aveva dato lavoro, prestigio e ricchezza in un’Italia che provava a rialzarsi dopo la grande sconfitta della seconda guerra mondiale.

Poi purtroppo l’architettura di politica industriale e sociale creata da Mattei crollò con la sua prematura scomparsa, nell’ottobre del 1962, in un incidente aereo le cui cause rimasero oscure per decenni…. Ma questa è un’altra storia!



Dalla meta degli anni ‘70 il Nevroz - capodanno - è diventato per il curdi una festa politica che lotta per l’autonomia curda (Confederalismo Democratico) all’interno dei singoli stati in cui sono presenti i curdi e per la libertà di Ocalan e dei giornalisti, parlamentari, prigionieri politici e intellettuali, rinchiusi ingiustamente nelle carceri turche, siriane ecc. ieri si è celebrato il Nevroz a roma, al centro Ararat di Testaccio…Buon Capodanno a tutti!!! ❤️ NEWROZ PIROZ BE