"I coperchi del diavolo su Aldo Moro" di Raffaele Di Ruberto

Venerdì 9 maggio è stato commemorato il  47° anniversario del ritrovamento  del corpo senza vita del presidente della Democrazia cristiana, onorevole Aldo Moro, in via Michelangelo Caetani.

Per non dimenticare questa giornata di lutto,  si è tenuta la presentazione del libro "I coperchi del diavolo su Aldo Moro" di Raffaele Di Ruberto (Edizioni Del Roveto, nella collana Sapiens, pp.312) , presso l'austera sala del Circolo dei magistrati della Corte dei conti. 

Presenti l'autore della prefazione, Stanislao De Matteis, Sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione e l'editore, dottoressa Maria Annunziata Romano.

Ma cosa sono "i coperchi del diavolo"? Il titolo è abbastanza esaustivo: il diavolo sembra averci messo lo zampino perché questi coperchi non si alzano mai per vedere cosa è nascosto sotto...

Ma da Ovest giunge una calda luce arancio del sole al tramonto nella città eterna che sembra presagire e caldeggiare la speranza di ritrovare la  strada, perseguendo la verità.

La sala è, infatti, gremita di persone che restano silenti in segno di rispetto, in attesa di scoprire ancora una volta  un altro pezzetto, seppur minimo, della verità sulla vicenda. Ancora una volta è il richiamo ad Aldo Moro che attrae il pubblico, del mistero in cui è avvolta l'intera faccenda e dei molteplici interrogativi ancora aperti che vi ruotano attorno.

Il momento storico in cui avviene l'assassinio di Aldo Moro è  assai delicato; l'Italia si trova nel pieno di una svolta culturale e politica.

Aldo Moro è il Presidente della Democrazia Cristiana che apre le porte al Partito comunista italiano, intuendo il forte cambiamento in atto nella società civile.

Brigate rosse, Servizi segreti, Stati Uniti, Gladio, Urss: tutti questi sono fattori presenti i molteplici protagonisti di quel momento e che fanno, da cornice, alla vicenda  Moro, da tutti noi vissuta.

La serata si fa calda ricordando tutti gli enigmi della storia d'Italia, come se il tempo non fosse mai trascorso, con numerosi interventi del pubblico.

 E di nuovo, si torna d'improvviso  indietro nel tempo.

Gli adolescenti dell'epoca, ignari della politica, entrano a far parte  della storia d'Italia in quel giorno fatidico, 16 marzo 1978, quando si assistette all'evacuazione delle scuole romane.

Invero, non si sapeva cosa stesse succedendo nella nostra città: l'atmosfera carica di tensione è attraversata dalle notizie più disparate e nel giro di pochi minuti confermò la notizia del rapimento di Aldo Moro. 

Moro è personaggio scomodo, in procinto di attuare il "compromesso storico", che avrebbe cambiato per sempre la storia.

E resta il fatto  che molti quel cambiamento non lo volessero accettare.

Moro era un credente "aperto a sinistra", come si diceva all'epoca; questa era la visione rivoluzionaria dell' uomo.

Gli anni '80 portarono un grande cambiamento sociale ed economico: da sfondo la rivoluzione culturale del  1968, con il libero accesso agli studi universitari, che permise la formazione di una nuova classe dirigente italiana; tutto era in fermento, in primis nell'università.

Se non si inserisce la figura di Moro in questo contesto, non si comprende l'iter, come d'altronde evidenziato nel capitolo 4 dal Nostro stesso autore.

La tragicità dell'evento vede protagonista la follia della rivoluzione armata, presumibilmente spalleggiata anche da forze occulte. 

Le cose sembravano cambiare da un momento all'altro, come se si stesse precipitando in una guerra civile.

In questo volume, l'autore ripropone ll tema, evidenziandone la storicità degli eventi, delle Commissioni d'inchiesta, e dei risultati ottenuti fino ad oggi.

Le Commissioni Moro sono state istituite in diverse legislature per indagare sul rapimento e l'assassinio dello statista democristiano. Nella VIII Legislatura (1979-1983) la  prima Commissione Moro, istituita con la legge 24 maggio 1979, n. 180, era incaricata di indagare sul rapimento, l'assassinio e il terrorismo in Italia.  
Nella XVII Legislatura (2014-2018) la Commissione parlamentare d'inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro è stata istituita con legge 30 maggio 2014, n. 82. Questa Commissione ha riaperto l'inchiesta, esaminando nuovi elementi emersi nel corso degli anni.

Oltre a ripercorrere i fatti storici, riordinandoli, il nostro autore aggiorna i dati alla cosiddetta "Commissione Moro 2", presieduta dall'onorevole Giuseppe Fioroni, nella XVII legislatura, riportandone gli atti e le conclusioni, nell'ipotesi di essere così giunti all'ottanta per cento della verità.

Alla ricerca delle verità taciute, nel libro sono riportati gli eventi, le indagini ed i documenti in sintesi,  corredati di foto di Aldo Moro, ormai divenute tristemente famose. In ciò coinvolgendo il suo impegno di studioso ed il suo dovere di magistrato, attento a far emergere particolari non ancora sviscerati.

 

Di fronte all'inerzia di tutti, lasciando senza risposta persino gli appelli che Aldo Moro stesso indirizzò dalla prigionia ai suoi compagni di partito, Aldo Moro viene trattenuto ed assassinato dalle Brigate rosse, senza mai essere liberato.

Solo il corpo, ormai privo di vita, viene fatto ritrovare nel portabagagli della R4 in Via Caetani il 9 maggio 1978.

Il ricordo della foto dell'auto con il portabagagli aperto ed il volto martoriato di Aldo Moro avvolto in una coperta è vivo in tutti noi. 

 

E veniamo ad alcuni dei misteri: il Memoriale Moro, redatto durante la sua prigionia, presenta alcune parti mancanti o incomplete a causa di vari fattori. Alcune pagine dattiloscritte dalle Brigate Rosse (quelle del 1978) e parte delle fotocopie dall'originale scritto da Moro (quelle del 1990) sono state ritrovate, ma si ritiene che vi siano ancora lacune significative. 

Sembra a dire il vero che si sapesse molto di più di quanto ufficialmente si dichiarasse.

La speranza dell'autore è quella di far luce su tutta la vicenda intera, proprio partendo dai dati attuali con la desecretazione di alcuni atti ancora sconosciuti ai più...

Ormai entrati nel XXI secolo, aspettiamo tutti la verità a quasi 50 anni di distanza. 

Così con estrema chiarezza e sinteticità i capitoli, uno dopo l'altro, raccontano il rapimento, le trattative politiche, le trattative vaticane, fino alla uccisione di Moro. Il capitolo 5 tratta di omicidi e suicidi connessi alla tragica vicenda; il capitolo 6 tratta delle indagini effettuate e delle inchieste.

      Il messaggio che l'autore vuole dare è il seguente: è il momento di desecretare gli ultimi atti rimasti, per colmare l'ultimo venti per cento  di verità,  per ridare giustizia ad un uomo che ha dato la sua vita per l'impegno politico e sociale mostrato, e punire i colpevoli, restituendo la giusta serenità alla  famiglia, che ancora è qui a  sperare  nella verità insieme a tutta la società civile.

L'appello dell'autore è ancora una volta alla magistratura, al Paese, alle istituzioni: è un grido silente, sommesso, con lo sguardo triste di chi, profondamente turbato, chiede di fare l'ultimo passo.

La sua speranza risiede nella pubblicazione definitiva degli atti ancora sconosciuti ai più per chiudere il cerchio e compiere l'ultimo atto di giustizia dovuto.

 

 

 di Emanuela Scarponi