Davide Bomben viene nominato  Direttore Internazionale
 
del premio "Protector Tarrae Matris, ad Magnam Naturam
 
Conservationem Opus", e premierà la Delegazione del
 
Senegal in visita in Italia nel mese di febbraio 2023. La
 
Benemerenza Internazionale "Protector Tarrae Matris", ad
 
magnam  naturam conservationem opus, è il massimo
 
riconoscimento Accademico per la protezione
 
dell'Ambiente e le attività nel Sociale.

 

 

Emanuela Scarponi  

 

 

 
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Nuova Accademia delle Arti, Scienze e Professioni
Presidenza e Delegazione Nazionale Italia
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                                                                                                                                              Roma, 16 Ottobre 2022

Ripensare la città.

Ciclo di conferenze a cura della scuola di formazione

“La Fenice Urbana”

 

La città dell’incertezza.

 

Il professore Alessandro Bianchi introduce la tematica: L’urbe ha diverse componenti.

Connotazioni storiche, geografiche, filosofiche ed economiche e per progettare le città ci vogliono esperti e professionisti.

La contaminazione dei saperi tra loro diventa necessaria. Conoscere più punti vista per arrivare alle soluzioni.

Il professore Alessandro Bianchi presenta il professore Giuseppe Roma, laureato in architettura, urban planner, social economics analist  ex direttore del Censis e professore a contratto  in materia di gestione urbanistica in due Università  della città, vice Presidente del Touring Club Italiano.

Il prof. Giuseppe Roma inizia la conferenza, in riferimento a due testi.

“La Società del rischio” un saggio del 1986 del sociologo tedesco, Ulrich Beck. Verso una seconda modernità.

“La Società dell’incertezza” del 1999 di Zygmunt Bauman, che ci mostra una società che rifiuta la stabilità,  la durata e preferisce la società delle apparenze.

Le cose che ci sorprendono ogni giorno e che avvertiamo non sono da ora.

Le conseguenze di ogni scelta possono determinare incertezza.

Seguendo i matematici l’incertezza non si può misurare con le probabilità.

 La situazione instabile, a rischio invece apre a più soluzioni, riferimento scientifico.

Le città sono luoghi dove si manifestano maggiormente le incertezze.

La logistica, la casa per i poveri provenienti dai paesi alla città, per sopravvivenza.

Luoghi di lavoro, di divertimento, di servizi, complessità ancora più incerte.

Una popolazione fluttuante caratterizza le città. 

La demografia non è in evoluzione nemmeno tra i migranti.

L’effetto demografico è antropologico e è dovuto da fattori individuali.

La maggior parte degli italiani vive in case poco funzionali. Uno edificio è funzionale e due no.

Il risparmio energetico è una necessità per tutte le città, edifici scolastici compresi.

Non esiste uno stato della città.

Il nostro patrimonio artistico, storico, e culturale che forse a volte dimentichiamo, impone una continuazione. 

Decenni di lassismo hanno data una incertezza di previsione della spesa.

Assistiamo ad una crescita poderosa nelle città, Roma non è a pari passo con Milano.

Lo smart working è un padigma delle nuove generazioni, modello di lavoro, modello di svago e modello sportivo.

La smart city, città dei quindici minuti e la città delle prossimità sono un panorama lontano.

Le città efficienti sono solo in minima parte: confusione, traffico caotico e mezzi a due ruote.   

La progettazione eco-working diventa una soluzione.   

Progettare per pianificare, prendiamo ad esempio santa Giulia, area residenziale e terziaria, quartiere smart, progettato dall’architetto Norman Foster e con altri  architetti, per la costruzione di singole case a nord-est di Milano.

Mancano progetti per quartieri più definiti e per rendere vivibili le periferie.

La mobilità punta alla città per uscire dalla crisi e ricerca posti occupazionali.

La città è luogo delle differenze. La civiltà rurale, la città industriale, le stratificazioni storiche e geografiche sono luoghi differenti che possono dare incertezze.

La città mosaico, di piccole città e delle diseguaglianze. 

Roma è in una dimensione poco organizzata.

Il circuito dell’acqua si perde al 42% uno spreco intollerabile, l’acqua potrebbe essere carente ed altri problemi ambientali potrebbero essere ad effetto crisi.

Alcuni luoghi all’interno della città, sono caratterizzati da una concentrazione naturale spesso evidenziata attraverso le acque dei fiumi.

Il Verde diventa un elemento prezioso. I lavori degli scavi che vanno ad incidere sul patrimonio arboreo, potrebbero essere a rischio.

Il fiume Tevere è la centralità del fiume richiede progetti di micro e macro progettazione e di misurazione delle azioni umane.

Parigi, Vienna, Bruxelles Barcellona, hanno costruito luoghi per la conservazione del patrimonio cittadino.

Molte le voci dagli astanti, progettare, pianificare per le variabili che il cittadino manifesta.

Per i progetti è seguire il ciclo dall’inizio, delle cinque fasi: studio, esecuzione, monitoraggio e obiettivi.

Solo una analisi, senza omissione di nessuna delle fasi, può garantire l’esclusione da insidie.

Città incentrate sull’uomo, cambia l’idea di famiglia. e le aspirazioni nello spazio temporale, per la vita cittadina.

 

 

A cura di Claudia Polveroni

Apn Publisher

“Rigenerazione urbana”
Tutti noi abbiamo sentito dire di transizione ecologica, energetica: siamo in un’epoca in trasformazione.
Vediamo insieme che cosa si intende per rigenerazione urbana, ascoltando la spiegazione di più persone riunite.
Alla fine del mese di settembre, alle ore diciassette in una delle sale dell’Unar, sede delle associazioni regionali del nostro territorio, si è tenuta una interessante conferenza.
Dell’argomento si è iniziato a parlare da oltre cinquanta anni e viene discusso molto ultimamente.
Presenti tra i relatori: professori, ingegneri e avvocati e dal pubblico: scrittori e conoscitori della materia: la crisi che ha colpito le città e l’esigenza della rigenerazione urbana.
L’ingegnere civile edile, Maurizio Scarponi apre la conversazione volgendo lo sguardo sulle città. Non sempre ridenti, alcune case potrebbero crollare per instabilità territoriale.
Il problema è sotto gli occhi di tutti. La crisi energetica si avverte via, via, sempre più.
L’edilizia e l’urbanistica sono chiamate per apportare delle scelte più razionali e cercare nuove vie di sbocco.
Traffico, inquinamento acustico, dell’aria, difficoltà nel parcheggio, si cerca
usare ciò che è consentito a consumo ridotto, fino a zero.
A questo punto prende la parola l’avvocato Carnevali vice presidente dell’Unar e rappresentante regionale.
L’avvocato Carnevali parla dell’Unar: la casa delle regioni, che ospita la rappresentanza di 31 regioni territoriali.
Si riferisce a parole di rispetto, amore e difesa per il territorio.
Dare vita alle città, verso un percorso crescita sostenibile. La citta sana, sostenibile per migliorare le nostre vite e delle future generazioni.
La sede delle regioni di Roma ricomprende 1000 mq.
Nelle aree accessibili si possono installare dei pannelli solari, per l’energia termica alternativa.
Il piano sottostante riceve studiosi italiani e stranieri, per gli studi in biblioteca.
Ipotizza un progetto comunitario, che ospiti i rappresentanti di associazioni locali e straniere e centri specializzati, per migliorare la qualità della città.
Menziona il dottor Antonio Maria Masia, Presidente; Gremio Sardo non presente al momento e conclude.
L’ingegnere Scarponi presenta il professore Alessandro Bianchi ex ministro, oggi fondatore della scuola di rigenerazione urbana.
Il professore trae spunto dalla pubblicazione di un suo “libretto” come egli l’ha detto, intitolato: “Rigenerare il bel paese”: la bellissima Italia.
Si può anche usare il termine anche il brutto paese, sembra che di brutture ce ne siano molte ed il sottotitolo è: “la cura di un patrimonio dismesso e sconosciuto”.
Il prof. Bianchi parla del professore e amico Stefano Aragona e di Ivan Battista presenti in sala. I. Battista è autore del libro: “ Psicourbanistica della città ideale”.
Che cosa è la rigenerazione urbana.
Roma è piena di parole, che riguardano rigenerazione urbana.
Il termine non è da confondersi con altre attività, che hanno inizio dal 1970: riqualificare, ristrutturare, recuperare.
Qualunque amministrazione parla di rigenerazione urbana, il PNRR enuncia uno stanziamento molto cospicuo per la cura ed il progetto della stessa.
Stante la interpretazione, nello stesso documento del PNRR, non sono espressi i motivi di una vera azione di rigenerazione urbana, per attuare il piano urbanistico.
Considerare la rigenerazione urbana vuol dire prendere un edificio dismesso ed in disuso, come ad esempio, un ospedale psichiatrico, una caserma e nello stato di abbandono e farne un nuovo edificio, con una destinazione di uso diversa da quella originaria.
Diversa cosa è se modifico con un abbellimento, la piazza del paese, svolgo un’azione meritoria ma non di rigenerazione urbana.
Dismettere la pratica espansiva dalla citta alle periferie, dismettere il consumo di suolo per costruire.
Considerare il terreno già esistente sul territorio, guardare gli edifici dismessi ed in disuso e farne un qualcosa che serva.
Rivedere il patrimonio dismesso ed abbandonato, fino a conferirgli un’altra funzione.
Nuove costruzioni pensate e realizzabili su edifici preesistenti, potrebbero colmare sacche di insicurezza, inquinamento e dissonanze architettoniche.
Il prof. Bianchi si sofferma sulla consistenza di questo, immenso, patrimonio dismesso. Notizie dalla sua pubblicazione.
9.000 km di aree industriali.
20.000 km complessi religiosi forse destinati ad aumentare.
25.000 km impianti sportivi.
1.800 km tra edifici e suolo militare. Le caserme di via Guido Reni che non hanno più un acquartieramento militare. Venne pubblicato un bando di concorso, da tempo. Resta l’attesa di spartizione di competenza degli appalti.
Dal lato opposto, dopo un breve camminamento, c’è il Museo Maxi, esempio di rigenerazione urbana per metà, usate strutture già esistenti.
!4.000 km di cave riserve di minerali per lo più zolfo. Possibile la riedificazione per valorizzarne la componente estetica.
600 case cantoniere, case rosse.
1.700 km. Di stazione ferroviaria, binari non più in uso per 1.600 km.. Percorsi che potrebbero essere piste ciclabili.
3.000 miniere dismesse diffuse molto in Sardegna. Potrebbero essere luoghi per i visitatori, testimonianze dei lavori di un tempo.
Poligoni di tiro dopo Anzio e Nettuno, fronte mare.
Siamo di fronte ad un patrimonio esistente per un’azione sistematica.
Si affacciano due grandi avversari rispetto alla rigenerazione urbana la speculazione edilizia e la rendita fondiaria, deterrenti alla restituzione della funzionalità e bellezza dei luoghi.
La possibilità della urbanizzazione nasce In Europa fra tutti i paesi inizia l’Inghilterra con la modifica di un genere, di un oggetto, fanno seguito Germania, Francia e Spagna con il modello eclatante di Bilbao.
Arriva da noi dopo venticinque anni di ritardo.
Il professore Bianchi entra nel dettaglio delle opere di rigenerazione urbana, passando in rassegna i luoghi e inizia dalla Francia.
Nel mezzo del fiume Senna, c ‘è un’isola dove nel 1919, la fabbrica automobilistica della Renault venne impiantata.
A seguito di altre fabbriche di supporto che vennero insediate, la precedente che durò quaranta anni venne dismessa.
Né derivò una polemica, c’era chi voleva la dismissione della fabbrica, c’era chi la voleva mantenere.
Sulle due sponde delle rive fluviali, francesi vennero realizzati due nuovi quartieri ed al posto della fabbrica di industria, nacque la casa della musica, con tre sale per concerti ed una scuola.
La Rhur non ha uguali in tutta l ‘Europa. A nord della Germania a ridosso del Reno, nota sede dell’industria carbonifera e complesso siderurgico.
L’area dismessa, in favore della manodopera indiana per l’industria siderurgica, a costo inferiore, provoca disoccupazione e un lascito ambientale pauroso, per gli agenti inquinanti.
Alcune persone riunite dettero l’avvio a lavori massivi, per rigenerare l’area che divenne: zona espositiva, musei, parchi da destinare ad attività collettive nel tempo libero.
Vauban è un quartiere sud della città di Friburgo un tempo vi era un insediamento militare francese, della seconda guerra mondiale in disuso ed abbandonato, diventa una zona ecologica.
L’ex fabbrica Pirelli accoglie un quartiere universitario: “La Bicocca” di Milano.
La Centrale Montemartini di Roma sulla via Ostiense, venne aperta dall’amministrazione Nathan e prende il nome dall’ingegnere Montemartini all’epoca assessore al Comune, per erogare elettricità ai quartieri romani.
Restò in seguito chiusa per venticinque anni.
La Sovraintendenza Capitolina aveva bisogno di avviare un progetto lavori sul verde e vi ha ricollocato quattrocento statue.
Resta un edificio tra i piu grandi d’Europa, che ospita quattrocento statue di epoca romana.
L’ ex Italsider di Bagnoli insiste in uno degli ecosistemi, unici al mondo.
Nel 1990 avviene l’ultima colata di ferro, sono passati trentaduenni e nessuno si è mosso per dare nuova vita al complesso industriale, abbandonato.
Ci spostiamo a sud di Reggio Calabria nel mar Ionio, in un centro d’acqua c’è un lago salato, dove nidificavano le cicogne e vicino un paesino abbandonato, uno stabilimento venne costruito e l’attività lavorativa non venne aperta, doveva produrre mangimi per animali.
L’ Istituto Superiore di Sanità non concesse l’autorizzazione e quello che ne consegue.
Altri due simili obbrobi in Lamezia Terme ed in una fabbrica di Crotone.
L’Elettrochimica di Papigno viene abbandonata. Interviene Benigni e apre degli studios, e poco dopo abbandonati, per un fallimento.
Siamo al solito una zona abbandonata, senza la cura di nessuno
Le antiche Colonie estive di Rimini edificate tra il ’30 e il ’40 accoglienti per cinquecento e seicento ragazzini per le vacanze, almeno cento e più edizioni del genere.
Sono opere pregevoli dell’architettura di quegli anni. Edifici di questo genere come le case del fascio e ex uffici postali sono espressioni di un patrimonio considerevole.
Un lascito dismesso, che affida il compito alle amministrazioni di una rigenerazione cambiando le caratteristiche per cui erano stati costruiti, con soluzioni ambientali urbane.
Il professore Bianchi richiama un’immagine: la fenice urbana muore e rinasce mille volte con un volto diverso.
Il professore Stefano Aragona ci parla dal pubblico, di una zona industriale a sud est della città dismessa e lasciata.
Si decide di dare una nuova destinazione, con la costruzione di un centro commerciale. Durante i lavori dagli scavi esce acqua che forma a poco a poco un lago. Punto naturalistico riconosciuto dalla stessa regione.
Gli elementi naturali: terra, acqua e vento sono legati alla rigenerazione urbana.
Tanti edifici abbandonati costellano la città, tra cui alcuni ospedali.
Si richiede una presa diretta. per una destinazione di questo illustre patrimonio, per essere vissuto in piena regola.
Rendere la città sostenibile è un obbligo, non solo morale, sono le normative di supporto e di adempienza che riescono a conferire un nuovo decoro alla città.
Ivan Battista punta a far convergere altre conoscenze in materia di urbanistica, come psicologia e neuroscienze, finalizzate ad accrescere la vivibilità territoriale.
Uno psicologo per svolgere il suo compito non deve essere un costruttore, un bravo ingegnere o architetto dovrebbe, forse, possedere doti da psicologo. Da un breve commento dell’oratore.
La rigenerazione urbana dà nuova vita e sostenibilità all’ambiente, le città e il territorio vivibile saranno a beneficio nostro e delle prossime generazioni.
Claudia Polveroni

Apn publisher

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Caterina Novak, cantante lirica, scrittrice e poetessa, ha pubblicato nel 2021 il libro di racconti per adulti e per bambini “In viaggio con le Fate” con le Edizioni Albatros Il Filo e varie composizioni per diverse Antologie poetiche nelle quali è stata selezionata tra cui l’Antologia “Premio Il Federiciano” e per l’Antologia “Poeti del Terzo Millennio a confronto” Edizioni Aletti. Di recente e prossima pubblicazione sono anche le sue poesie per l’Antologia poetica della Collana “Luci sparse” Edizione Pagine.

Laureata in Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma ed in Teologia Dogmatica presso la Università Pontificia Salesiana, l’autrice affianca all’attività di scrittrice quella canora, essendosi diplomata come mezzosoprano in Canto lirico presso il Conservatorio Tommaso Ludovico Da Victoria di Roma associato al Pontificio Istituto di Musica sacra.

Grazie al suo impegno civile ed etico ha conseguito premi e benemerenze dal Quirinale come Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, dalla Fondazione Papa Clemente Albani XI, dall’Associazione Nazionale PASFA dell’Esercito, dalla Caritas Diocesana e da varie ONLUS e associazioni a scopo caritativo e benefico, per il suo contributo dato alla pace, ai valori accademici ed umani ed alla realizzazione dell’amicizia e fratellanza tra i popoli. Molti dei suoi racconti e poesie sono il frutto non solo della sua vasta preparazione culturale ed artistica ma anche dei numerosi viaggi internazionali dell’autrice che ha percorso quasi tutto il mondo in aereo.

Ricordi di infanzia, amore x l’astronomia, passione per elfi e nani, tipici delle fiabe nordiche si mescolano uno ad uno in armonia celestiale nelle fiabe di Caterina, la quale vive la sua vita artistica articolata in mille sfaccettature: la sua bella voce di mezzosoprano le permette di riprodurre ed esprimere profondi sentimenti che traduce in mille rintocchi fonici, anch’essi espressivi di grande emozione.
E così, con la stessa capacità espressiva, si diletta a redigere racconti e fiabe per bambini ed adulti, descrivendo i vari mondi della fantasia che sono propri della sua personalità e che provengono dalla sua stessa infanzia: dalla Fata delle castagne a Babbo Natale, fino alla Regina di tutte le fate, che l’hanno accompagnata da una vita intera. E da cui - ammette - aveva ricevuto il grande dono che l'avrebbe accompagnata per il resto dei suoi anni: sognare ad occhi aperti e poter raggiungere questi mondi fantasiosi assieme ai suoi compagni fantastici di viaggio, Daisy e Grifo. Così poteva raggiungere in un batter d’occhio il presepe, il Polo Nord e Babbo Natale, il mondo dei ghiacci, e così via, la Via Lattea, dove dimora la Befana. 

Tutto comincia mentre al tramonto Caterina bambina si perde nel guardare il mondo esterno attraverso le vetrate della finestra della sua cameretta, ricolma di bambole e giochi, e nel sentire  il fruscio lontano delle foglie degli alberi del suo giardino... 

Caterina dedica questa raccolta di fiabe ai suoi nipoti, una sorta di regalo eterno che fa a loro come a tutti i bambini del mondo per questo Natale, un dono che gli viene dal cuore e che realizza i suoi sogni di bambina, creando davvero mondi fantastici prima d’ora impenetrabili persino a lei, che così diviene scrittrice e creatrice.

Viaggiatrice, diviene esploratrice del proprio io e del proprio subconscio, che protegge i suoi ricordi d'infanzia, ovattati dal passare del tempo. E li reinterpreta da adulta, grazie ad una notevole capacità espressiva e semplicità di stile narrativo, comprensibile a tutti.

Diviene così lei stessa creatrice di nuovi mondi fantastici, che prendono forma con le sue soavi parole, piacevoli alla lettura. 

La sua penna scorre veloce imprimendo con l'inchiostro blu notte le pagine che via via compongono i racconti che si leggono in un batter d'occhio,   proprio come vola via chiudendo gli occhi lei stessa bambina nel cielo notturno infinito, dimentica di ogni faccenda terrena...      
Emanuela Scarponi 

 

Guerra Ucraina-Russia e sue conseguenze in Africa

di Emanuela Scarponi


L'odierna globalizzazione implica una visione globale delle cose, delle circostanze, della storia, delle guerre, della pace, della politica internazionale, economica, sociale della popolazione mondiale nel suo complesso. Non si può più prescindere dalla situazione economica, di una parte del pianeta Terra come una evento scisso da tutto il resto.
Purtroppo la pandemia è stato il primo evento negativo del mondo globalizzato. Infatti, il covid 19 non avrebbe mai avuto modo di espandersi a tutta l’umanità, senza i mezzi aerei a nostra disposizione e senza gli spostamenti continui delle persone e delle cose.
L’evento nucleare di Hiroshima è da considerarsi il primo evento catastrofico a livello continentale che ha coinvolto buona parte del Giappone, delle sue genti, e delle generazioni a venire del genere umano. Infatti, si sono avute conseguenze disastrose sullo stesso sviluppo del genere umano, perché le radiazioni hanno causato grosse malattie genetiche in tutta la popolazione che viveva nei territori limitrofi di Hiroshima alla fine della Seconda Guerra mondiale.
Un altro momento terribile, per l’Europa questa volta, e’ stato Churnobil, un incidente avvenuto nella importante centrale nucleare di Churnobil che negli anni ‘80 ha causato gravi mutilazioni agli esseri umani presenti nei territori limitrofi, causando la morte di persone e causando malattie genetiche che si sono sviluppate nelle generazioni a venire. Le conseguenze dell’incidente di Churnobil si sono risentite persino il nostro Paese perché le radiazioni non conoscono confini e si sono propagate nell’aria raggiungendo l’Italia, provocando malattie alla tiroide di molte donne italiane e quindi impedendo la procreazione di altri esseri umani.
In questo senso, pertanto, la riflessione di tutti, nessuno escluso, è divenuta unanime nello scongiurare lo scoppio di una guerra nucleare, che provocherebbe la morte di tutto il genere umano.
E moltissimi film di fantascienza hanno prefigurato questo mondo distrutto proprio dall’homo sapiens, nato come il più intelligente degli esseri viventi sul pianeta Terra.
Quindi e ben chiaro cosa succederebbe se una guerra nucleare scoppiasse d’improvviso.
Ebbene, la pandemia ha causato grandi problemi economici in tutto il mondo in quanto l’economia mondiale ha subìto un arresto improvviso. I due anni di pandemia causati dal covid 19 ha creato grossi problemi alla società nel suo complesso di tipo sociale, psicologico, educazionale, ed economico. Ma sono soprattutto i problemi economici che hanno portato a situazioni di grande difficoltà estreme.
Ma tutto avremmo potuto immaginare meno che lo scoppio di una guerra mentre si prefigurava la fine della pandemia grazie all’avvento del vaccino, che più o meno funzionante, ha cacciato fuori dal pericolo di contaminazione globale tutta l’umanità.
In questo scenario complesso la Russia di Putin entra in guerra con l’Ucraina. Ciò accade da un giorno all’altro, senza preavviso alcuno.
Da guerra regionale la guerra Ucraina-Russia sta prendendo una dimensione sempre più globale, in quanto gli Stati Uniti restano fermamente intenzionati a proteggere l’Ucraina, cosi come l’Europa, che considera l’Ucraina il granaio d’Europa e non solo.
Cosi da questa delicata situazione scaturisce come prima conseguenza dei gravi rapporti tra Europa, di cui l’Italia fa parte, e la Russia il problema dell’approvvigionamento del gas - proveniente dalla Russia – e dell’energia in genere.
Ma perché l’Italia non si apre all’Africa per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico? Questa e’ una domanda che mi pongo, ma la risposta non c’è.
Ma cosa ha a che fare la guerra Ucraina-Russia con l’Africa? “Ebbene, la Russia sta affamando l’Africa”. Queste le parole di Wole Soyinka, unica voce dell’Africa a dire la verità sul tema. Riprendendo così le sue parole dall’intervista rilasciata ad Alessandra Muglia Wole Soyinka accusa Putin di affamare l’Africa, ed auspica che i leader lo dicano.
Lo scrittore nigeriano, primo africano ad aver vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1986, grida il suo dolore per le guerre, così vome la maggior parte degli africani pensanti ma evidenzia la grande vulnerabilità dell’Africa che è costretta a collaborare.
«La guerra in Ucraina rischia di affamare e destabilizzare l’Africa” sostiene Wole e considera Vladimir Putin un tiranno che sta portando il mondo indietro di secoli.
L’Africa ha provato cosa sia l’imperialismo violento. Ora la Russia si sta comportando come l’America in passato. Ma il mondo dovrebbe andare avanti.
Oppositore e prigioniero politico della dittatura nella Nigeria post-coloniale, Wole Soyinka è chiaro sul punto: ora che gli effetti di questa “ignobile aggressione” si sentono in Africa, dai negozi chiusi a Mogadiscio per i prezzi alle proteste violente a Kampala, in Uganda, contro il caro vita - l’autore dell’opera contro la tirannia kongi’s harvest, 1965, risponde dalla sua casa di Abeokuta, la cittadina nigeriana dov’è nato.
Sostiene che i leader africani si sono mobilitati per evitare il peggio. Non vogliono che si aggiunga la carenza di cibo a quel che già devono affrontare. Dai colpi di Stato in Burkina Faso e Mali alla Nigeria alle prese con quella che chiamo la “trilogia” del terrore: non c’è solo Boko Haram.
Pare sia stato il presidente ucraino Zelensky a sollecitare un incontro coi leader africani e che loro, per non irritare Putin, hanno deciso di recarsi in Russia prima di andare in Ucraina nei prossimi giorni.
L’Africa è succube di Putin?

Dovremmo anche in questo caso tornare alla Seconda Guerra mondiale ed alle sue conseguenze sulla divisione del pianeta tra le due potenze mondiali di allora, Russia ed America.
Ma oggi le cose sono cambiate.
L’Asia é il vero terzo polo economico del mondo.

Soyinka continua: «Noi africani siamo emersi da decenni di lotte contro il colonialismo e l’apartheid e ora facciamo fatica a prendere posizione contro i prepotenti. Ma la maggior parte delle persone pensanti che ho incontrato nel continente sono inorridite per questa invasione, per l’enorme distruzione, le atrocità e la grande quantità di sfollati causate non da alluvioni o terremoti ma dal potere di un prepotente chiamato Vladimir Putin. E questo la leadership africana dovrebbe enfatizzarlo».
Il presidente di turno dell’Unione africana Macky Sall non ha menzionato il blocco dei porti ucraini da parte dei russi come causa della crisi del grano ed a Bruxelles ha puntato il dito sulle sanzioni.
E' notizia dell'ANSA-AFP di KIEV dello scorso 16 agosto: la prima nave umanitaria noleggiata dalle Nazioni Unite per trasportare cereali ucraini è partita oggi dal porto di Pivdenny, nel Sud dell'Ucraina, con un carico di circa 23.000 tonnellate di grano destinato all'Africa. Lo ha reso noto il Ministero delle infrastrutture ucraino.
"La nave Brave Commander con grano per l'Africa ha lasciato il porto di Pivdenny. Questa mattina il cargo è partito per il porto di Gibuti, dove il carico sarà consegnato all'arrivo ai consumatori in Etiopia", ha dichiarato il ministero su Telegram.
Il continente non è autosufficiente economicamente e questo problema va affrontato attraverso la collaborazione interafricana. Deve raggiungere un livello minimo di autonomia che consenta di poter intraprendere azioni indipendenti nel mondo. Quindi sì, l’Africa è vulnerabile.
Concludiamo con le stesse parole dello scrittore così da avere una chiara idea sulla posizione dell'Africa nel merito: “Apprezziamo il contributo dato dall’Urss nella lotta per l’indipendenza africana ma non possiamo dimenticare che anche il periodo della Guerra fredda è stato segnato da opportunismo e sfruttamento, a iniziare dal saccheggio di materie prime, sia da parte dell’Occidente sia da parte della cosiddetta progressista Urss. I giovani africani che andavano a studiare nell’Urss erano vittime di razzismo allo stesso modo che in Occidente. Quindi non abbiamo debiti di gratitudine verso Mosca, soprattutto la Mosca di oggi».


La ritrattista Rita Valenzuela nasce nella Repubblica domenicana nel 1975 e ci vive fino al 2010,  assistendo alla trasformazione del suo Paese da tradizionale a moderno - ed approda in Italia nel 2010. Giornalista per due testate nel suo Paese e photo reporter, come ha avuto modo di raccontarci al Festival dell’Oriente di ROMA lo scorso anno, cura la sua passione per la fotografia anche in Italia, percorrendo il suo cammino di emancipazione femminile e di donna moderna attraverso l’arte; il suo bisogno di esprimersi si traduce in forma artistica, permettendo alla sua anima pura di rispecchiarsi nel volto delle donne che incontra; dotata di spontaneità, propria della sua gente, si immerge dunque nel mondo occidentale europeo da donna domenicana, portando con se’ i suoi valori e le sue tradizioni, traslandole in chiave moderna.

la sua prima ispirazione è rappresentata dalle sorelle Mrabal, famose martiri domenicane, cui dedica il premio d'arte di pittura e fotografia nel 2020 per la pace dell'Italia e del mondo.
 Porta nel suo cuore le sue immagini di donne africane, centroamericane, i suoi costumi ed i suoi valori, riconosciuti alla donna, madre e bambina che sia, traslandoli in una visione artistica moderna dell’essere femminile. Ritrae donne e volti di donne da più di 40 Paesi del mondo, rendendo la sua arte internazionale. Sperimenta la sua espressione fotografica su volti di donne di tutto il mondo, dal Sud al Nord del pianeta, senza distinzione di razza, colore, religione e lingua, approdando a riconoscimenti di livello internazionale. 


Grazie al mescolamento delle culture, centro americana, africana ed europea, riesce con un colpo d’occhio e con uno scatto fotografico a cogliere il senso della femminilità nelle sue varie sfaccettature, di chi è dietro l’obiettivo.
E diviene dunque famosa per la sua abilita artistica a cogliere la profondità dell’anima delle donne che fotografa, siano esse madri, siano esse bambine, siano esse donne nelle loro essenza, bianche o nere.
Ricca ed orgogliosa della sua cultura domenicana, attaccata alle sue radici culturali e tradizionali, ed alla sua lingua natia, la lingua spagnola, crea nel 2018 l’importante associazione culturale no profit, chiamata “Il tempo delle donne” che trova spazio come sede nella Casa delle donne” a Via della Lungara. ad esse fanno riferimento tutte le donne della Repubblica domenicana, che lei in qualche modo rappresenta e racconta con le sue mostre d'arte e sfilate in costume tradizionale.
Ed e qui, in mezzo alle ormai storiche donne coraggiose italiane, che trova un luogo in cui poter esprimere liberamente la sua forma artistica e femminile.
Emanuela Scarponi, giornalista
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Ritrattista Rita Valenzuela, presidente de “Il Tempo delle Donne”
Nel 2018 crea l’associazione no profit "Il Tempo delle Donne" gruppo di artiste provenienti da 30 Paesi del mondo inclusa l’Italia.
Nel giugno 2020 crea il “Premio Sguardo di Donna per la non violenza”, Progetto artistico-culturale in omaggio alle Sorelle Mirabal, martiri dominicane.
Nasce a San Cristòbal (Repubblica Dominicana) il 6 gennaio 1975.
Giornalista, è stata direttrice delle testate “El Folio del Sur” e “Gente Social”, premiate come le migliori testate culturali e di notizie della Provincia di San Cristòbal; conduttrice di programmi radiofonici per Radio Sur FM; organizzatrice del Concorso di racconti per bambini “Sembrando Esperanza”, forma parte del progetto governativo per l’eliminazione dell’analfabetismo negli adulti nella Repubblica Dominicana.
Ha ricevuto vari riconoscimenti dal Ministero della Cultura e da organizzazioni culturali della Repubblica Dominicana.
Trasferitasi in Italia nel 2010, la sua grande passione per la fotografia è stata affinata con una serie di corsi dedicati, che le hanno permesso di mettere in luce le sue grandi qualità di ritrattista.
Divenuta famosa per la sua abilità artistica nel cogliere la profondità d’animo delle persone che ritrae, è dunque conosciuta come “Ritrattista Rita Valenzuela, presidente de “Il Tempo delle Donne”, Rita pronuncia con la purezza della sua anima le sue frasi: “A volte un piccolo gesto come un sorriso può illuminare la giornata di qualcuno.”
"Il Tempo delle Donne chiama le artiste del mondo.""Creiamo un nuovo sguardo nel tempo."
"L'arte è bellezza da vivere e condividere"
"L'arte è l'acqua che sazia la sede dell'anime ferite, è l'ombra per ripararsi e guarire le ferite del cuore."
"La diversità è la nostra ricchezza"
"La cultura è il cibo di un'anima artista"
"La bellezza sta nel buio bisogna solo trovare la luce giusta per vederla".

“L'intenzione dell'anima” di Rita Valenzuela è il titolo della sua Mostra fotografica che ha avuto luogo in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in omaggio alle eroine dominicane, le Sorelle Mirabal dal 25 all’ 8 dicembre del ????? in Via della Stamperia 6, a pochi passi della Fontana di Trevi a Roma in Italia.
“L'intenzione dell'anima” è stata organizzata dalla Ambasciatrice della Repubblica Dominicana in Italia, Alba María Cabral Peña Gómez e dall'ISTITUTO CENTRALE PER LA GRAFICAm Direttore, Maria Cristina Misiti.
L'intenzione dell'anima è stata curata da Luisa Auffant, Addetto Affari Culturali dell’Ambasciata della Repubblica Dominicana in Italia; i testi che hanno accompagnato le fotografie durante la mostra sono stati scritti da Laura Gil Fiallo del Ministero della Cultura della Repubblica Dominicana, ISTITUTO CENTRALE PER LA GRAFICA. Il commissario della mostra è stato Maria Francesca Bonetti.

Alcune delle sue mostre: 🌱
Come curatrice:
Mostra d'arte collettiva “Tutti i Colori del Mondo” dal 3 al 9 dicembre 2021. "Sguardo da Donna" dal 04 al 06 settembre 2020. Mostra d'arte collettiva "TERRA MADRE" dal 25 al 31 ottobre 2019, realizzate a Roma nella Galleria d’arte Arca di Noesis.
Mostra d’arte collettiva “Natura-Corpo-Anima dal 1 al 5 settembre 2021
Il Laboratorio, Trastevere, Roma.
Mostra collettiva “Il tempo delle Donne” Gruppo Clark, 06 al 9 dicembre 2018

Mostra D’arte Personali:
24- 05- 2019 Mostra Personale della ritrattista Rita Valenzuela “Tiempo de Mujer” Salone della Ambasciata Dominicana in Italia.
Dal 19 al 21-01-2018 mostra personale della ritrattista Rita Valenzuela “Emozioni su Telo” nell’Hotel Napoleon, Roma.
Dal 12 al 1-02-2019 mostra personale della ritrattista Rita Valenzuela “Emozioni su Telo” nel Spazio Filatelia, delle poste italiane di Piazza San Silvestro.

Come artista invitata:
20-09-2019 evento dell’Ong Africanpeople in Africa ed in Italia per commemorare la Giornata internazionale per i diritti dei migranti, 17 dicembre 2021, Roma
20-09-2019 evento culturale artistico nella Casa internazionale delle Donne.
29-8 -2019 al 9-9 -2019 Esposizione collettiva internazionale Emozioni in Mostra "L'Armenia incontra il Mondo" a Castel dell’Ovo, Napoli.
08 -03- 2019 Mostra collettiva d'arte contemporanea nella galleria CosArte con la collaborazione di Amnesty International.
17-01 al 01-02 del 2020, mostra I CORTILI DELL’ANIMA uno degli eventi che rientra nei progetti approvati dal Municipio ROMA VIII per il Centenario della Garbatella.
22 -12 al 7 -12 del 2019, “Le Rouge et le noir" nella Galleria in Via Nicolò da Pistoia 18 (Garbatella) con il patrocinio del Municipio di Roma VIII.
06 -06 2018, 05-06-2017 e 16-06 2014, Mostra collettiva Gruppo di Fotografia dell’Istituto Comprensivo "Daniele Manin", C.T.P. "Nelson Mandela" di Roma.

                              

 

 

 

 

 

 

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A Castel Sant’Angelo il 15 ottobre il convegno “Le strade antiche nella Valle del Velino – Ponti tra generazioni”
Di Redazione - 13 Ottobre 2022 - 10:20
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Nell’ambito del progetto Argento Vivo, presentato dalla Comunità Montana del Velino, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia e realizzato sul territorio della Valle dalle Associazioni AMAR e Teatro Alchemico, sabato 15 ottobre presso la Chiesa di San Rocco nel Comune di Castel Sant’Angelo, a partire dalle ore 10, con chiusura alle ore 12:30, si terrà il convegno: “Le strade antiche nella Valle del Velino – Ponti tra generazioni”.

La sala convegni della Chiesa di San Rocco è di origine alto-medievale ed offre uno spazio particolare. Si parlerà delle antiche strade che si trovano in questo territorio, prima fra tutte la via Salaria e poi, della quasi sconosciuta, via Caecilia.

Per raggiungere la Chiesa di San Rocco, dalla Salaria SS4 al kilometro 90.700, dopo le Terme di Cotilia, si prende la strada che indica il Lago di Paterno per poi proseguire sulla stessa (via dei Laghi) fino a trovare sul lato destro la Chiesa di San Rocco. Poco lontano ci sono i resti della Villa di Tito e la zona è circondata da un paesaggio magnifico.

L’evento è diviso in due parti: nella prima vi saranno gli esperti della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la Provincia di Rieti e ci saranno storici e architetti che, in una tavola rotonda, tratteranno questi argomenti; nella seconda parte ci saranno sia Associazioni che cittadini singoli che, sul territorio, sono attivi su queste tematiche.

“L’idea di fare questo evento c’è stata data dagli anziani del territorio che considerano i reperti, soprattutto della vecchia Salaria, come facenti parte non solo della storia del territorio in cui sono vissuti, ma anche della loro storia personale – commenta l’AMAR – inoltre per molti di loro dal passato può nascere un futuro. Al termine verrà offerto dall’organizzazione un rinfresco a tutti i presenti”.