Martedì 20 gennaio alle ore 17,00 il professore ordinario di politica economica Pier Giuseppe Morone ha tenuto una lezione: “Nuovi modelli verso una transizione”, al l’Università Unitelma, Roma.
Mutamenti climatici, migrazioni, sprechi alimentari e scarti avranno un peso sulla terra.
La ricerca di modelli per una transizione è un passo necessario.
Nei prossimi trent’anni nel 2050 si andrà verso una condizione demografica in crescita. La popolazione da otto miliardi sarà di dieci miliardi di persone.
Il trend si esaurirà fino al 2100, la popolazione sarà di due miliardi in più.
L’Europa è quasi a crescita zero, negli Stati Uniti d’America la crescita è limitata.
Si prevede una crescita fortemente concentrata in Africa.
Nel futuro nell’area Subsahariana ci sarà un raddoppio della popolazione, anche in termini migratori.
Il sud est Asiatico ha un continuo aumento della popolazione, come del resto in tutti i paesi Asiatici.
Di pari passo all’aumento demografico ci sarà un innalzamento del livello del reddito economico.
In generale, le disuguaglianze di reddito sono cresciute dopo la crisi valutaria dei primi anni ’90, per poi definirsi prima della crisi finanziaria del 2008-09 e della crisi degli anni seguenti 2011-2013. Nel periodo delle due crisi la diseguaglianza nella distribuzione del reddito è sensibilmente aumentata.
Il reddito mondiale salirà tra i vari ceti. I più ricchi avranno un reddito più alto. Si avrà un’ulteriore crescita della ricchezza mondiale ed in particolare nel Nord America e Cina. Nuovi modelli di transizione sono i pilastri dell’economia.
Nel 1975 avevamo un primo, secondo e terzo mondo. Nel 2015 è avvenuta l’esplosione del ceto medio.
In questi cinquanta anni, una fetta nuova della popolazione mondiale è cambiata.
Siamo in un’economia di consumo,
Il ceto medio è in India ed il conseguente potere di acquisto.
Una nuova accelerazione della domanda sui beni di acquisto.
La crescita demografica, economica e il nuovo ceto medio determinano problemi che diventeranno pressanti.
Si richiedono più proteine animali che provengono, in linea di massima, da allevamenti intensivi.
La produzione dei beni alimentari non sempre sufficiente per tutti.
Problema di salita economica, la società di massa si espande, il ceto medio domanda beni di consumo e manufatti
Gli effetti di questo andamento ricadono sui global e local pollutants.
Tutti questi aspetti sono la complessità del panorama che viviamo ogni giorno.
La Cina insieme a Stati Uniti d’America e India sono i tre paesi emettitori maggiori nel mondo di C02.
Se volessimo dimezzare le emissioni di C02 di India e Cina potremmo raggiungere un buon obiettivo, in linea con il livello di emissioni di C02 degli Usa.
Se volessimo usare il target per dimezzare le stesse in ogni paese del mondo, in India paradossalmente potrebbero aumentare.
Indossare abiti per tre volte e buttarli o in alternativa destinarli al Sud del mondo, una abitudine dei paesi occidentali. L ’80% dei pacchi finisce nelle discariche dei paesi più poveri.
Gli effetti delle scelte di modelli di consumo producono local and global pollutants.
Problemi nascosti si presentano.
Gli effetti della local pollutants incidono sulla salute di molte persone.
L’aria troppo inquinata da sostanze nocive. Nuove strategie per la condizione di vivibilità della città.
Razionalizzare il più possibile e difendere il ruolo della città.
La temperatura media tende salire di cinque gradi l’anno.
Un modello di consumo per una economia circolare.
Lasciare lo sviluppo del modello lineare sull’impiego dei fossili e puntare al modello dell’economia circolare delle biomasse.
Se si bruciano le bio masse si esce dal modello dello spreco,
Gli sprechi alimentari sono inquinanti.
Il maggior spreco alimentare avviene nei paesi più ricchi.
Nei paesi più poveri avviene nelle coltivazioni e nel trasporto degli alimenti avvolti nella plastica, destinati ai supermercati. alimenti impacchettati due volte fino a casa.
Ogni anno vengono gettati fino 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti.
Oltre ad un problema morale c’è un impatto enorme sull’ambiente.
Utilizzare gusci di uova, di noci e bucce di banana per ecoplastica sono strategie per migliorare lo spreco alimentare per cibo non edibile.
L’impiego del legno con oggetti ed utensili migliora l’assorbimento degli C02.
Ridurre lo spreco alimentare. Individuare le variabili del sistema.
Modello complesso che mi consente lo studio di una variabile fissa, per costruire un sistema.
Nuovi orizzonti dello studio delle variabili complesse, su adozione di una variabile semplice per limitare gli sprechi alimentari e l’impatto circa l’uso dei materiali inquinanti.
Si afferma che due variabili: A e B sono correlate quando i valori dell’una tendono a seguire i valori dell’altra. Il rapporto che ne consegue rappresenta l’adattabilità di una variabile di cambiare in funzione dell’altra.
La presenza di persone, delle istituzioni private e pubbliche che studiano e propongono modelli di transizione sostenibile induce i cittadini a comportamenti virtuosi.
Ruolo delle variabili, comportamento verso una direzione a salvaguarda del cibo contro lo spreco.
Lo studio di fattibilità e l’analisi di sostenibilità danno possibilità di nuovi scenari.
C’è sostenibilità ambientale, c’è sostenibilità economica. Situazione complessa che dà soluzioni alternative.
Dal pubblico il professore Alessandro Bianchi pone l’accento sull’uso delle bio masse come alternativa.
L’impatto sociale: ripensare la città per tentare di lenire gli aspetti negativi.
La maggior parte della popolazione vuole stabilirsi nelle città.
I dati in aumento della popolazione corrispondono ad una popolazione urbanizzata.
Nel 2050, sei miliardi di persone vivranno le città.
Le bio masse: capacità energetiche: economiche, ambientali e nelle aree periurbane.
La transizione per la sostenibilità, una società aperta alla comunità e agli interessi collettivi
Stefano Aragona, ingegnere e ricercatore in Urbanistica.
Pone a confronto le città con il territorio.
Il territorialismo una tematica aperta per una sostenibilità.
Nuovi modelli per la sicurezza dei cittadini.
Uno sviluppo di risorse non solo per l’ottimismo delle singole volontà.
In conclusione il benessere economico è non solo quello che io posseggo, soprattutto è quello di cui ho accesso.

 di Claudia Polveroni Apn Publisher