ACCERTAMENTO TRIBUTARIO: LE PROSPETTIVE DELLA RIFORMA FISCALEdi Alessandra Di Giovambattista

 

17-04-2023 

Il disegno di legge delega sulla riforma fiscale, approvato nella seduta del Consiglio dei Ministri del 16 marzoc.a., prevede, tra le altre, delle norme in materia di accertamento tributario finalizzate a recuperare il rapporto tra fisco econtribuenti, quindi al miglioramento della compliance. Le nuove disposizioni si basano sull’uso della tecnologiainformatica volta a prevenire/correggere gli errori dei contribuenti, e conseguentemente a diminuire tempi e costidell’azione accertatrice da parte degli uffici finanziari, e ad individuare con più attenzione i possibili soggetti chepresentano una maggiore propensione all’evasione/elusione dalle imposte. Tali modifiche portano con sé ancheinnovazioni in ambito dei procedimenti relativi al contraddittorio preventivo ed all’adempimento spontaneo, conl’introduzione del concordato biennale preventivo.Tra le novità nell’ambito di questo argomento troviamo:- la revisione del principio del contraddittorio;- la razionalizzazione delle attività di analisi del rischio;- la cooperazione tra amministrazioni nazionali ed internazionali;- l’utilizzo di tecnologie digitali;- l’incentivazione dell’adempimento spontaneo del contribuente;- la garanzia della certezza del diritto tributario.Per quanto attiene al principio del contraddittorio la delega esprime la volontà di introdurre una disposizionegenerale che attribuisca al contribuente il diritto a partecipare al procedimento tributario, con alcune eccezioniriconducibili ai procedimenti di accertamento automatizzati. Si rammenta in vai generale che il contraddittorio è unostrumento che consente al contribuente di far valere le proprie ragioni durante i procedimenti di natura tributaria. In talmodo, il contribuente ha la possibilità di interloquire con gli uffici finanziari con la possibilità di correggere o smentirel’attività del Fisco. Nell’ordinamento comunitario il contraddittorio ha una formula molto ampia, rispetto alla nostra, erisponde all’esigenza che il contribuente possa difendersi rispetto alle pretese dell’amministrazione tributaria. In Italia,tuttavia, ci sono ancora notevoli aree di incertezza intorno a questo istituto, nonostante si sia cercato di miglioraresempre più la disciplina. L’obiettivo della riforma è quello di dare una normativa del diritto al contraddittorio la piùomogenea possibile cercando di creare dei presupposti validi perché si raggiunga, senza troppi oneri per le parti, ad unapace fiscale. Si cercherà anche di obbligare l’ente impositore a motivare espressamente il suo operato rispetto alleosservazioni formulate dal contribuente, generalizzando così la cd. motivazione rafforzata, ora prevista perlimitate fattispecie.Ad oggi l’analisi del rischio di evasione/elusione da parte dei contribuenti si basa sui dati dell’archivio deirapporti finanziari già avviata, in via sperimentale, ai sensi dell’articolo 11, comma 4 del DL n. 201 del 2011. Si mira,con la riforma, ad un potenziamento del dialogo tra banche dati che consentiranno di stilare elenchi sempre piùaffidabili circa le posizioni più sospette dal punto di vista fiscale al fine di rendere selettiva l’attività di controllo daparte degli uffici finanziari. Gli elenchi elaborati a livello centrale, mediante specifici criteri di rischio basatisull’utilizzo integrato delle informazioni comunicate dagli operatori finanziari all’Archivio dei rapporti finanziari edegli altri elementi presenti in Anagrafe tributaria, permetteranno a ciascuna Direzione regionale e provinciale diindirizzare l’ordinaria attività di controllo nei confronti delle posizioni a più elevato rischio di evasione, previaautonoma valutazione della proficuità comparata.Collegata all’analisi del rischio troviamo la collaborazione e la cooperazione tra amministrazioni nazionali edinternazionali; in particolare il mancato dialogo tra enti nazionali (es. regioni, comuni, erario, camere di commercio,ecc.) in ambito fiscale rende molto più facile l’evasione da parte dei grandi contribuenti; ma il problema si amplia se siconsidera che in un contesto di economia mondiale, globalizzata, si assiste ad un rapido sviluppo dei fenomenidell’evasione e dell’elusione fiscale internazionale agevolata dalla competizione fiscale tra Stati i quali invece checooperare verso un fine comune determinano politiche fiscali interne, espressione della propria sovranità territoriale.Per contro la cooperazione internazionale in ambito tributario è l’unica modalità che consentirà di recuperare gettitoattraverso il contrasto dei fenomeni dell’evasione e dell’elusione fiscale.L’utilizzo delle tecnologie digitali rappresenta la più recente frontiera su cui dovrà rapportarsi anche il fiscoitaliano; ai fini tributari la riforma ha pensato di implementarne diversi strumenti tra cui l’intelligenza artificiale, al finedi ottenere, grazie anche all’interoperabilità tra le banche dati, la disponibilità di informazioni rilevanti, con lo scopo di:prevenire gli errori dei contribuenti; circoscrivere l’azione di controllo nei confronti di soggetti a più alto rischio fiscale– evitando così di impattare negativamente in termini di spesa pubblica ed inutilmente su cittadini ed imprese onesti – amaggior garanzia dei principi relativi alla capacità contributiva, all’equità sociale e all’equilibrio delle finanzepubbliche; ridurre, conseguentemente i fenomeni di evasione ed elusione fiscale.Un’attenzione particolare è riservata anche all’adempimento spontaneo che rientra nel più ampio concetto dicompliance fiscale con la quale si intende rafforzare la spontanea adesione agli obblighi tributari da parte delcontribuente. Il centro della compliance fiscale va individuato nella Legge n. 23 del 2014; con essa si è introdotta unavera e propria rivoluzione in materia fiscale, già a partire dal suo obiettivo, ovverosia quello di modernizzare il rapportofisco-contribuente, rendendolo più semplice e cercando di stimolare la cooperazione e la collaborazione tra le parti,incentivando in tal modo l’assolvimento spontaneo degli obblighi tributari e favorendo l’emersione spontanea delle basiPagina 1 di 3
Pagina 2 di 3imponibili. Tra i vantaggi quello della riduzione del contenzioso tributario in modo da liberare risorse e concentrarel’amministrazione finanziaria all’azione di contrasto all’evasione nei confronti dei fenomeni più gravi (come le frodifiscali) e dei soggetti connotati da un più elevato profilo di rischio, puntando sull’efficace ricorso alle banche dati e sulleinterazioni tra le Istituzioni nazionali e internazionali. Ad oggi, in tale ambito il legislatore ha previsto:- l’introduzione di nuove forme di comunicazione tra fisco e contribuente; si tratta in particolare dellecosiddette lettere di invito alla compliance che consistono in comunicazioni finalizzate a semplificare leprocedure e stimolare l’adempimento spontaneo dei contribuenti. In tal modo l’Agenzia delle entratefornisce ai contribuenti gli elementi di cui è in possesso in modo da consentire al soggetto, mediantel’istituto del ravvedimento operoso, di porre rimedio agli eventuali errori o omissioni commessi.- La possibilità della correzione spontanea attraverso l’uso dell’istituto del ravvedimento operoso; come giàaccennato si permette al contribuente di sanare il proprio debito tributario nei confronti dell’erarioversando il tributo omesso maggiorato di una sanzione applicata però in modo ridotto. Con esso ilcontribuente rimedia volontariamente alla correzione di eventuali errori od omissioni commesse.- il perfezionamento di istituti deflattivi del contenzioso; tra di essi (vi è anche la voluntary disclosure e laprocedura di collaborazione internazionale) ci concentriamo sull’adempimento collaborativo in quanto èstato oggetto di specifiche modifiche in ambito della riforma fiscale. In generale tali istituti consentono alcontribuente di regolarizzare la propria posizione fiscale senza che si instauri un contenzioso giudiziario dinatura tributaria. Con l’adempimento collaborativo i contribuenti hanno la possibilità di pervenire conl’Agenzia delle entrate ad una comune valutazione delle situazioni suscettibili di produrre rischi fiscaliprima della presentazione della dichiarazione, attraverso forme di interlocuzione costante e preventiva suelementi di fatto. Ad oggi la procedura è rivolta ad un limitato numero di contribuenti - quelli con livelli diricavi o volume di affari non inferiore a 10 miliardi di euro o ad 1 miliardo di euro se hanno presentatoistanza di adesione al progetto pilota sul regime di adempimento collaborativo e a quelli che hannopresentato istanza di interpello - e vi si accede mediante specifica domanda.Per l’adempimento collaborativo la riforma ha previsto un potenziamento al fine di: accelerare il processo diprogressiva riduzione della soglia di accesso; consentire l’accesso anche a società che pur non presentando i requisiti diammissibilità, fanno parte di gruppi di imprese ove almeno una presenti i requisiti richiesti; introdurre la certificazionedi misurazione e controllo del rischio fiscale, introdurre nuove forme di contraddittorio preventivo, semplificare leprocedure di regolarizzazione anche mediante l’utilizzo del ravvedimento operoso; predisporre un codice di condottacirca i diritti e gli obblighi sia dell’amministrazione finanziaria sia dei contribuenti; potenziare gli effetti premialiconnessi all’adesione al regime riducendo le sanzioni amministrative tributarie ed alleggerendo quelle di natura penale.Sempre in tema di adempimento spontaneo la riforma reca l’introduzione di un nuovo istituto: il concordatopreventivo biennale a favore dei contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo.Le caratteristiche del nuovo istituto possono essere così riassunte: il contribuente, titolare di reddito di impresa e/o dilavoro autonomo con fatturato non particolarmente elevato, in contraddittorio, con modalità semplificate, con gli ufficifiscali si impegnerà ad accettare e a rispettare la proposta formulata dal fisco per la determinazione per due anni dellabase imponibile ai fini delle imposte sui redditi ed IRAP; in tal modo il contribuente saprà già l’ammontare delleimposte che dovrà versare nel biennio futuro. Gli eventuali maggiori o minori redditi imponibili rispetto a quelli oggettodel concordato, sono irrilevanti ai fini delle imposte sui redditi, IRAP e contributi previdenziali obbligatori (MA CHE èUNA SCOMMESSA??????), ma per essi restano fermi gli obblighi contabili e dichiarativi. L’imposta sul valoreaggiunto (IVA) verrà applicata secondo le regole ordinarie, mediante la trasmissione telematica dei corrispettivi e lafatturazione elettronica. Il regime decade se, a seguito di accertamento, emerge che il contribuente non ha dichiaratocorrettamente i ricavi o i compensi per un importo superiore a prestabilite soglie ritenute significative o qualora abbiacommesso altre violazioni fiscali di non lieve entità. Nello specifico le agenzie fiscali, utilizzando le informazioni inloro possesso nelle banche dati a disposizione, andrebbero ad effettuare una stima del reddito lordo sul quale verrebberocalcolate le imposte per i due anni in esame; qualora il contribuente accetti l’ipotesi presentata dal fisco non dovràpagare alcuna altra imposta sull’eventuale eccedenza e sarà esente da procedure di accertamento. Per accedere a talenuovo istituto non sarà il contribuente a fare domanda ma sarà l’amministrazione finanziaria, sulla base dei dati adisposizione, a proporre l’attivazione del concordato preventivo biennale, il tutto, come si recepisce dalle finalità dellalegge delega, in uno spirito di collaborazione con il contribuente volto al rispetto delle disposizioni fiscali. Anche in talcaso la volontà di varare tale nuovo strumento si collega con il tentativo di far emergere una parte di economiasommersa che genera l’evasione fiscale, in quanto gli uffici sono di fatto impossibilitati a svolgere un’attività diaccertamento efficace: si consideri che soltanto il 2, massimo il 2,5% delle dichiarazioni sono soggette a controlli. Conil concordato preventivo si andrebbe ad escludere una fetta di contribuenti dai controlli ordinari, in quanto avrebberoanticipatamente determinato la propria base imponibile; in tal modo i rapporti tra fisco e piccole medie imprese esoggetti con partita IVA verrebbero definiti preventivamente con il ritorno positivo in termini di serenità per icontribuenti e di minori oneri e di più efficace lotta all’evasione per l’Erario. In tal senso occorre infatti sottolineare chela nuova impostazione che si potrebbe definire di “patteggiamento” della base imponibile preventiva vede l’abbandonodi una politica di repressione dell’evasione fiscale che finora ha colpito a posteriori rispetto alla violazione commessa,con risultati nel tempo davvero poco efficaci. Si favorirebbe pertanto l’adempimento preventivo e spontaneo delcontribuente il quale però sarà comunque obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi indicando il fatturatoeffettivo, anche se pagherà in base all’ammontare concordato. Si evidenzia, come già evidenziato, che in caso diPagina 2 di 3
Pagina 3 di 3irregolarità sull’indicazione dell’effettivo volume di ricavi/compensi, si decadrà dal regime del concordato preventivobiennale e questo, anche se ciò non è esplicitamente indicato, perché verrebbero a mancare i dati effettivi di volume diaffari che, insieme alla fatturazione elettronica ed agli scontrini telematici, saranno posti a base della determinazione deisuccessivi bienni di proposta di concordato. Va da sé che il contribuente non è obbligato ad accettare la proposta diconcordato, essendo questo un regime opzionale; tuttavia per le scelte razionali è ovvio che vi opteranno queicontribuenti che prevedono di accrescere il fatturato negli anni successivi, essi infatti potranno beneficiare dello scontosulle imposte che avrebbero dovuto pagare sulla parte di volume di affari che eccede quanto concordato con l’Erario.Infine nell’ambito della certezza del diritto le modifiche riguarderanno lo statuto del contribuente cherafforzeranno il legittimo affidamento del soggetto e la certezza del diritto, il tutto prevedendo maggiore attenzione daparte dell’ente impositore circa l’obbligo di motivazione dell’atto emesso, le prove su cui si basa la pretesa erariale cheandranno ben dettagliate, l’accesso agli atti del procedimento tributario da parte del contribuente. Il tutto al fine direndere più funzionale e più trasparente la procedura del contraddittorio tra Stato e cittadini.

 

sala 2
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FESTIVAL DELL'ORIENTE  2023 

22APRILE-1 MAGGIO 


22 aprile 2023 ore 12,00


nome
TITOLO
sottotitolo
1) Daniela Ghilardi, reporter, cinema Festival del cinema
Corean
ore 13,00
2) prof. Ing. Scarponi Maurizio
presidente ong APN publisher: “La città tra Oriente ed
Occidente” : “Antica
Persia”
ore 14

3) ing. Bruno Grassetti, esperto di Cina
Ruolo delle donne nella sostenibilità: Sacrificio e testimonianza delle donne nel periodo dell’Antropocene

ore 15,00
4) dott.ssa Claudia Polveroni, scrittrice,
esperta minist. affari esteri. “La via della seta” “I suoi effetti sull’Italia”
ore 16,00
5) prof. ssa Claudia Riviezzo, esperta di lingua inglese: “La via del tè’” tra India e Gran Bretagna
ore 17,00
6) Piero Marsili: pittore. “Orientalismo”
italiano “Movimento pittorico italiano”
ore 18,00
Martina Barbuto, laureanda in coreano COREA Manhwa FUMETTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


silkstreeetpress

 

 


23 aprile


12,00

Liu Weijun, medico, presidente Associazione “La via della seta”: “Cina-Italia” “CNA in Cina”

 


13,00

dott.Luciano Atticciati, storico: “Il Giappone” la storia e rapporti con l’Italia


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SILKSTREETPRESS

 

 

 


25 aprile

Ore 13,00

ZAKIA Benamar. Prof.ssa di lingua francese, influssi del mondo arabo in africa danza del ventre in algeria

 

ore 16,00

dott.ssa Cristina Pattaro,
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SILKSTREETPRESS

 

 

 

29 aprile ’23

Ore 12,00
Spataro:

la via dello yoga per essere felici qui ed ora


Ore 13,00
Scarponi Emanuela, Direttore silkstreetpress
Antica via della seta: Dubai

 

 

 

 

 

 

 

 

 


SILKSTREETPRESS

 

1 MAGGIO

 

Oriente express mostra a Palazzo Medici


Ore 13,00

1) dott.ssa Giovanna Canzano:
“La storia del popolo

ebraico” “Opere diKafka”
ore 16,00
2) Libera Ceccherelli, scrittrice. I segreti della mente: i poteri del cuore
ore 18,00
3) Claudio Mariantoni, insegnante di yoga yoga cos’e lo yoga classico e come si pratica in occidente

 

 

 "Southern Africa" by Petter Johannensen and Luisa Sorbone published by "Overland" 2004.

 

The book written by four hands, by Petter Johannensen. Since 1992 appointed Honorary Consul of the Republic of Namibia in Italy. Luisa Sorbone other author is a journalist, responsible for external relations and for the Namibian Consulate.

The two authors describe to us: a distant and little explored territory: Southern Africa: Botswana, Namibia, SouthAfrica and Zimbabwe.

Dr. Sam Nujma then president of Namibia expresses his thoughts: all countries in this part of Africa have suffered years of hard struggle, to achieve their independence. Namibia is the youngest of them all.

Petter Johannensen, a connoisseur of these lands, grandson of the well-known explorer Roald Amunndsen, has been able to enhance with Luisa Sorbone the natural beauty of the places, this news-rich book is not meant to be a history essay and tries to convey to readers a comprehensive view of this part of the Continent from the beginning four hundred years ago.

Sam Nujoma concludes with the defense of the land pristine resource and safeguarding its inhabitants.

The authors tell the story of the peoples of Southern Africa and the complex interethnic relations from the period of European colonization, to the present day.

There have been many difficulties in getting to know the places, due to the widespread backwardness of drought-prone desert areas.

The book is aimed at everyone and especially young people, to be interested in a part of the world full of suggestions. Places, traditions, faces.

The photo collection is a review of the beauty inherent in the lands. From the Kalahari Desert, the inhabitants express themselves in clik language, making their language understandable with sounds and gestures, to the Namib Desert, which bloomed last Spring, to Victoria Falls.

Various ethnic groups that make up the territory are known: Bushmen, Himba, Batonga, Herero, and others.

The pages of this take us on a journey of flavors, colors and musical notes to the sound of the marimba.

After the wonderful sunsets in the dark of the night, illuminated by the Southern Cross, star of the Southern sky.

 

Edited by Claudia Polveroni Apn Publisher

 

 Festival dell’Oriente: Orient Express. Itinerario di un mito moderno

Roma- marzo  2023

il tempo è piovigginoso, la solita monotonia dell'andare e tornare dall'ufficio...

d'improvviso, il mio sguardo viene rapito  da un manifesto pubblicitario affisso su un bus Atac “Orient Express. Itinerario di un mito moderno” con i riferimenti di una mostra tuttora in corso nella splendida cornice di Villa Medici sulla collina del Pincio, sede dell’Accademia di Francia.

E così, mentre il finestrino del mio autobus si appanna... la mia mente inizia a spaziare,  a navigare collegando punti e riferimenti geografici e culturali, immagini di un treno lussuoso che incrocio e vedo spesso alle stazioni ferroviarie di Venezia Santa Lucia o Venezia Mestre, Milano, Vienna ogni volta che rientro a casa o quando riparto, rivedo scene di film o pagine di Assassinio sull’Orient-Express di Agatha Christie. La scrittrice britannica si ispira in gran parte a un fatto di cronaca: nell'inverno del 1929, il Simplon Orient Express rimane bloccato dalla neve per 9 giorni a 80 km da Costantinopoli (l'attuale Istanbul in Turchia). Gli archivi della compagnia proprietaria del treno documentano questo episodio eccezionale. L’Orient-Express, protagonista del libro, pubblicato nel 1934, fa da sfondo a una storia che viene tradotta e pubblicata in tutto il mondo, diventando un oggetto letterario. Quarant’anni dopo, sarà il regista Sidney Lumet a mettere in immagini questa leggenda, con il primo adattamento cinematografico del romanzo. Da quel momento in poi, molti film utilizzeranno il treno come mezzo di avventura e come simbolo intramontabile del viaggio.

La mostra a Villa Medici ricca di oltre 200 opere, tra fotografie, mappe, progetti, disegni tecnici e manifesti pubblicitari consente di capire ripercorrendo la storia dell’Orient-Express. La stessa esposizione risveglia la curiosità ponendo fin dall’inizio la domanda: Ma dove sta la particolarità dell'oriente Express? Innanzitutto nella sua destinazione: Costantinopoli. Al momento della messa in esercizio dei treni nel 1883 la capitale dell'impero ottomano esercita un grande fascino sugli occidentali. In un periodo in cui l'orientalismo è di gran moda il viaggio permette ad artisti e scrittori di fare esperienza di quel mondo esotico. La compagnie internationale des Wagon-Lits, che dà inizio ad una nuova forma di servizio di treno passeggeri a lunga percorrenza, intuisce e sviluppa strumenti promozionali specifici con riferimento alla tradizione grafica orientalista ma si spinge anche oltre: Georges Nagelsmakers, fondatore della compagnia, invita industriali giornalisti diplomatici e intellettuali a partecipare al viaggio inaugurale. La sua ambizione: trasformare l'Orient-Express in un treno di viaggiatori pionieri ed è convinto che il racconto delle loro avventure contribuirà allo sviluppo della sua azienda.

Era il 4 ottobre 1883 quando il primo treno espresso europeo Train Espress d’Orient - Orient-Express- partiva dalla Stazione di Parigi Gare de l’Est proseguiva verso Strasburgo, Monaco, Vienna, Budapest, Bucarest e Giurgiu. Da questa cittadina rumena i passeggeri scendevano per attraversare in battello il Danubio e così giungere alla vicina Ruse, in Bulgaria. Da qui un treno li conduceva a Varna, città portuale in Bulgaria, dove scendevano per navigare il Mar Nero a bordo di un battello a vapore, il quale li conduceva alla meta finale, a Costantinopoli, in Turchia, attuale Istanbul. La durata complessiva del viaggio era di 81 ore e mezza, ma per una esperienza che non rappresentava per nulla una fatica, un peso. I viaggiatori trascorrevano le ore circondati da lusso, tessuti e arredi prestigiosi, ambienti riscaldati a vapore con cambio quotidiano delle lenzuola, e la carrozza ristorante con prelibatezze. Con il tempo le ore di viaggio si riducono grazie a migliorie, come p.es. adattamenti alla struttura del treno per superare e ovviare ai diversi scartamenti esistenti, e ampliamenti sulla rete ferroviaria, Parigi- Costantinopoli in 70 h. Le cronache dell’epoca narrano dello stupore degli spettatori ogni volta che il treno entrava in stazione con le sue carrozze lunghe 17 m in legno e cristallo.

Che lavoro ed impegno!!! riuscire ad organizzare una simile impresa nel 1883 con gli strumenti e le attrezzature dell’epoca con pochi anni di esperienza alle spalle nella gestione del trasporto su rotaia, a cui va aggiunto il contesto geopolitico dell’Europa: non esisteva certo la libera circolazione delle persone e merci. Percorrendo l’esposizione si intuisce a chi va il merito: un giovane ingegnere belga - Georges Nagelmackers. Durante una vacanza negli USA (era il 1865) percorrendo lunghe tratte a bordo di sleeping cars (oggi diremo: trasporto notturno su rotaia) resta affascinato dalla meccanica, dal confort e dalla pulizia. Torna nel vecchio continente, trova nel re del Belgio, Leopoldo II, un esperto di finanza e appassionato di ferrovie che gli darà una mano ad intrecciare rapporti con aziende ferroviarie e non solo di altri Stati e a firmare contratti: Nasce così una vera e propria impresa con l’intenzione di offrire la possibilità di varcare le frontiere a bordo di treni veloci comodi e lussuosi: ecco l'obiettivo della compagnie internazionale des Wagon-lits. A questo scopo l'azienda ferroviaria sviluppa prima in Europa e poi nel resto del mondo una rete di treni, hotel e agenzie: In altre parole un vero e proprio sistema turistico e grazie a tutto ciò i viaggiatori possono non solo percorrere lunghe distanze ma anche soggiornare in città e territori in cui il turismo è in forte espansione. Pensiamo quindi in termini anche economici di boom di crescita ed indotto creato!!

L’Orient-Express rimase operativo con altri percorsi ed itinerari fino al 1977: epoca in cui si preferiva – per le lunghe distanze - viaggiare in aereo.

Ripercorrendo l’esposizione e rivisitando il materiale raffigurato comprendiamo come Orient-Express sta ad indicare uno dei principali progressi tecnici della seconda metà del XIX secolo al pari del canale di Suez e della transcontinentale americana. Orient-Express, quindi, non rappresenta solo il nome di un treno ma anche una serie di servizi ferroviari esclusivi che collegano l'Oriente e l'Occidente.

All’uscita dalla mostra con la splendida veduta su Roma ci sorprende l’accompagnamento sonoro di fischi e annunci ferroviari che avvisano la partenza del treno. Che viaggio emozione!!! Grazie a Villa Medici, agli organizzatori e curatori Eva Gravayat e Arthur Mettetal e al Fonds de dotation Orient Express e a tutto lo staff



Estratto dalla intervista da me rilasciata a Giovanna Canzano

 

AFRICA AUSTRALE di Emanuela Scarponi

 

 

Ho appena finito di tradurre dalla lingua italiana in lingua inglese questo bellissimo libro sull’Africa australe di Petter Johannesen, che ho avito l'onore di conoscere con la presentazione de “La Namiba e i suoi popoli“ presso la BIT di Milano, dopo il mio viaggio in Namibia nel '94.

Petter Johannesen, console onorario di Namibia nonché nipote di Amundsen, esploratore dell'Artico, mi ha onorato di tradurre il suo libro “Africa australe” realizzando il sogno di avere la mia parte nel mondo dei grandi esploratori. Grazie alla mia traduzione, infatti, ho avuto modo di rivivere appieno emozioni già provate dal vivo, in quanto anche io ho avuto la fortuna di visitare questa parte dell'Africa.

Proprio oggi ho terminato la prima bozza di traduzione di questo bellissimo libro, ricco di immagini meravigliose, in formato grande, che aiutano il lettore ad entrare letteralmente nella nostra Africa. Esso fu scritto nel 2004, da Petter Johannesen e Luisa Sorbone, giornalista lombarda, con cui fece questo viaggio attraverso l'Africa australe in collaborazione con Overland, ed i suoi mezzi di trasporto.

Si! È proprio Overland, la stessa organizzazione che tutt'oggi realizza programmi di viaggio per la Rai radiotelevisione italiana.

Petter e Luisa scrissero il diario di viaggio, e realizzarono questa bella avventura in Africa australe in caravan, coadiuvati dalla organizzazione Overland e del cui racconto ne fecero un libro, appunto questo: Africa australe.

Il libro racconta del loro viaggio in camion, partendo dal Sud Africa, Città del capo in particolare, puntando verso il Nord, entrando nello Zimbabwe, raggiungendo il cuore dell'Africa rappresentato dalle Cascate Vittoria, che sono talmente profonde da puntare alle viscere della madre terra. Attraversano poi il Botzwana, incontrando i Bushmen, fino a raggiungere la amata Namibia, considerata la Svizzera dell'Africa.

Quindi da questa bellissima pubblicazione, abbiamo una visione generale di tutta l'Africa australe e non solo geografica. Infatti, cosa fa Petter? Così radicato nella storia da ritrovare le sue radici nell'avo esploratore, Roald Amundsen, ripercorre la storia degli Europei in Africa, immaginando di compiere il suo viaggio nei secoli passati, assieme a coloro che raggiunsero Citta del Capo ed esplorarono l'Africa australe, coadiuvato da immagini di uomini dell'epoca che raggiunsero i loro obiettivi geografici, politici e di conquista.

Le immagini del libro sono bellissime.

Racconta il suo viaggio, ambientandolo all'epoca delle esplorazioni europee. Descrive a tratti quindi la storia dell’Africa australe dai primi esploratori in poi. Quindi è molto interessante ed utile dato che non ci sono ancora oggi grossi punti di riferimento per parlare di storia dell’Africa né di geopolitica dell'Africa. Potrebbe essere adottato nelle scuole di ogni ordine e grado per divulgare appunto la conoscenza dell'Africa australe, specie in questa edizione in lingua inglese, che è di dimensioni ridotte rispetto alla precedente, garantendo così una più facile lettura del testo.

Quindi Africanpeoplenews publisher punta ad una maggiore fruibilità del testo raccontato e commentato, pur corredato dalle fotografie riportate e scelte comunque dall'autore. Esse sono le originali, scannerizzate e riportate esattamente come da originale, anche segnate dal tempo.

I testi tradotti da me e rivisti e rivisti fino alla ossessione tentano di rendere piacevole la lettura ad un madrelingua inglese, nel tentativo di far conoscere al mondo internazionale il racconto di viaggio e l'esperienza vissuta.

Come potete vedere dalle bellissimi immagini, emergono i colori brillanti e colorati degli Africani e dei loro costumi in una pagina e la storia dell’Europa e degli esploratori europei dall'altra: si annoverano personaggi di grande portata intellettuale e politica come Cecil Rhodes, Paul Kruger, che si intersecano con la storia del continente africano e con le popolazioni indigene africane.

Ma con Petter Johannesen, l'uomo si fa mito, come fu il suo grande avo, cui lui si ispira, pur se nell'epoca attuale, al suo grande spirito di esploratore, seguendo per mare le sue avventure a bordo di barche a vela, piccoli aerei, e fuori strada.

Qui l'uomo si fa esploratore, politico, economista, umano, grazie alla sua conoscenza della materia. Si diverte a scrivere in lingua italiana il suo bel libro, visto che Petter è di nazionalità norvegese, e si fa coadiuvare da una giornalista italiana nel redigere il suo racconto.

A vederla in prospettiva, si tratta di quei personaggi che hanno reso oggi moderna l'Africa. Sono coloro che, una volta superata l'apartheid, sono riusciti a costruire l'Africa moderna.

Concetto questo che sfugge a noi Europei, che vogliamo avere l'idea dell'Africa come di un continente antico, ancora allo stato primitivo.

Ma non è così. Solo angoli remoti del continente sono rimasti fuori dell'avvento della civiltà occidentale. Bisogna cercarli per ritrovare la nostra anima autentica di esseri umani che vivevano in armonia totale con la natura circostante. Ma bisogna andare nel mezzo della savana, del deserto per ritrovare queste ambientazioni che sanno di antico.

Il problema nostro attuale è che non si conosce molto bene l'Africa attuale che sta crescendo sempre più e così sfugge ai nostri occhi perché in continuo cambiamento, giorno dopo giorno.

Inoltre la globalizzazione ha fatto del suo ed ha portato immagini della civiltà occidentale ovunque grazie all'utilizzo di internet e dei cellulari, spesso utilizzati in tanti luoghi, a parte in quelli in cui il satellite non copre l'area, ma questo accade anche in alcuni angoli remoti dell'Italia ancora oggi.

L'Africa è sempre stato un continente ostile per la sua natura selvaggia ed il suo clima che facilmente ha cancellato le orme di antiche civiltà autoctone. Lo sappiamo bene: restano solo graffiti, mura di città nello Zimbabwe e così via...

E’ la a natura a governare l'Africa. L'uomo è solo un ospite gradito nell’habitat naturale, e ciò ha garantito la sopravvivenza di molte specie animali in via di estinzione.

Questo è il problema principale proprio della conoscenza di questo continente.

Le bellissime immagini di Stellenbosh, e di tutta la zona dei vigneti rende molto europeo il Sud Africa, il cui clima è di tipo mediterraneo, proprio come da noi in Italia.

Cosa hanno fatto in Sud Africa gli Europei arrivati dall'Europa? Hanno coltivato i vigneti francesi (Chardonnait soprattutto) e li hanno riprodotti riuscendoci pienamente. Il Sud Africa è anche il Paese più occidentale in assoluto con un clima di tipo mediterraneo, cui gli Africani fanno riferimento, assieme all'Egitto. Paul Kruger è stato uno tra i primi a creare l'Africa moderna. Avremo modo di riparlare di questi argomenti capitolo per capitolo magari nella nostra sede, invitando gli autori del libro ed anche altri provenienti dallo stesso Sudafrica che hanno contribuito a realizzare l’Africa moderna.

Petter Johannesen è amico di Sam Nujoma, il primo presidente, simbolo della Namibia libera, che ultranovantenne ha nominato un suo successore ma è tutt'oggi l'emblema della libertà della Namibia, sradicandola dal Sud Africa e sganciandola dall'apartheid nel 1990, realizzando quindi il sogno dell’indipendenza di questo Paese. E Petter, di cui Sam Nujoma è stato tutore, da buon diplomatico, gli è sempre stato vicino, ed è sempre stato presente durante gli sviluppi della trattativa con le grandi potenze del mondo. E qui si tocca con mano la storia della Namibia!

Quindi Petter vuole che si sappia che l’Africa è diventata moderna e ne dipinge le grandi qualità.

Questo è l'emblema di tutti gli africanisti, ma in particolare coloro che pensano ad una situazione di arretratezza “africana” o comunque a persone che non sono al passo coi tempi.

In realtà, l'Africa è fonte di grandi ricchezze e di grandi potenzialità.

E quindi in ogni capitolo che presenta un Paese dell'Africa australe, Petter elenca le risorse finanziarie, economiche, naturali disponibili, la popolazione, corredate dalle bellissime immagini di popolazioni autoctone, di queste bellissime fotografie degli ormai famosi Bushmen, ormai 90.000 in tutta l’Africa australe, che sono la popolazione più antica dell'Africa, ergo del mondo, divenuti famosi per la loro lingua click e per le le meravigliose pitture rupestri che possono essere ammirate in tutto il deserto del Kalahari. La lingua click viene studiata da tanti, ritenendo essere essa la lingua più antica del mondo assieme a poche altre che contano elementi comuni come i 7 suoni di cui è formata.

La scoperta della Lucy australopitecus afarensis, i cui resti sono stati ritrovati in Etiopia, nel 1978, dà le basi alla scienza antropologica. Da qui nasce la teoria secondo la quale l’uomo è nato in Africa; poi a causa della desertificazione delle aree geografiche in cui insiste, l’uomo si sposta, seguendo gli animali in cerca di cibo.

Lucy è il primo bipede nella storia del mondo, che cammina su due piedi e si nutre raccogliendo frutta.

I Bushmen sono particolari per la loro lingua arcaica fatta di suoni onomatopeici, che riproducono il verso degli animali per cui se si sentono parlare sono incredibili. Non hanno vocali. E Miriam Makeba ci scrive su una canzone: the click song.

Oggi molti studiosi stanno studiando il mio documentario in cui si sente chiaramente la lingua click parlata e pronunciata dai boscimani: presso l'università di San Paolo Roma 3 il ricercatore Andrea Pandolfi, studioso comportamentale, sta effettuando uno studio comparato tra la lingua click e la lingua ebraica.

I bushmen, oggetto di studio dagli anni '50, sono la testimonianza della presenza in Africa dell’uomo prenegritico, da prima del 2500 a.C e producono delle pitture rupestri splendide.

Ho realizzato un documentario sui bushmen, che si può ascoltare su youtube, dove un Bantu, traduce dalla lingua click alla lingua inglese.

I Bushmen ancora oggi non parlano inglese e vivono nella parte più interna del deserto del Kalahari perchè sono stati cacciati prima dai Bantu, uomini molto alti e robusti, e poi dai bianchi in Sud Africa.

Costoro non si sono mai sottomessi alla schiavitù e sono scappati nel deserto del Kalahari, dove nessuno voleva andare, e dove sono sopravvissuti fino a noi.

Sono vissuti come uomini liberi e con i loro valori fondamentali. In Namibia però si è provveduto a privatizzare le terre. Ed i Bushmen non possono più circolare ed andare a caccia.

Questo provoca un problema per la loro stessa sopravvivenza; così insegnano ai turisti come sopravvivere nel deserto del Kalahari con mezzi di sussistenza incredibili che noi non ci aspetteremmo mai di conoscere, e così capiamo come l’uomo, così piccolo, riesce a vincere il leone, il re della savana.

Lo sviluppo della industria mineraria con la produzione dei diamanti viene anch'essa descritta e raccontata in Sud Africa, Botzwana, e Namibia.

Infatti Petter descrive tutta la storia dei De Beers per scoprire come hanno fatto a trovare i diamanti. E’ interessante perche è stata una corsa come nel Far West, in cerca della terra promessa.

Gli Europei salpano dall'Olanda e dalla Francia su una nave fino a Capo di Buona Speranza che era stato da poco scoperto, dopo aver compiuto la circumnavigazione dell'Africa, raggiungendo queste terre in cerca di fortuna. Quindi affrontano il mare in tempesta per raggiungere Capo di Buona Speranza e sorpassando la costa degli scheletri cioè la Skeleton coast, dove violente tempeste, dovute alla corrente fredda del Benguela, sbattevano a terra le navi battenti bandiera europea che naufragavano lungo la spiaggia, dove vi vivono pinguini e foche.

A questi latitudini è incredibile che in Namibia riusciamo a trovare oltre ai big five situati nell'Etosha national park, anche fauna tipica di latitudini fredde.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Excerpt from my interview with Giovanna Canzano

 

AUSTRAL AFRICA by Emanuela Scarponi

 

 

I have just finished translating from Italian into English this beautiful book on Southern Africa by Petter Johannesen, whom I had the honor to meet with the presentation of my book “La Namibia e i suoi popoli”, concerning people I met in Namibia in '94.

Petter Johannesen, honorary consul of Namibia as well as grandson of Arctic explorer Amundsen, gave me the opportunity to realize a dream to take part in the world of great explorers. Thanks to my translation, in fact, I was able to fully relive emotions already experienced, when I visited this part of Africa.

Just today I finished the first draft of the translation of this beautiful book, full of wonderful, large-format images that help the reader literally enter our Africa. It was written in 2004, by Petter Johannesen and Luisa Sorbone, a journalist from Lombardy Italy, with whom he made this journey through southern Africa in collaboration with Overland.

Yes! That's right: Overland, the same organization that today makes travel programs for Italian RAI radio and television.

Petter and Luisa wrote the travel diary, and made this beautiful adventure in Southern Africa by caravan, assisted by the Overland organization and of whose story they made a book: Southern Africa.

The book tells of their journey by truck, starting in South Africa, Cape Town in particular, heading north, entering Zimbabwe, reaching the heart of Africa represented by the Victoria Falls, which are so deep that they point straight into the bowels of mother earth. They then pass through Botzwana, meeting Bushmen, until they reach the beloved Namibia, considered the Switzerland of Africa.

So from this beautiful publication, we get a general view of all southern Africa and not just a geographical one. In fact, what does Petter do? Because of hisroots in his explorer ancestor, Roald Amundsen, he traces the history of Europeans in Africa, imagining his own journey in the last centuries, with those who reached Cape Town and explored southern Africa, aided by pictures of men of the time who achieved their geographical, political and conquest goals.

The images in the book are beautiful.

It tells his journey, setting it at the time of European exploration. It describes in parts then the history of southern Africa from the first explorers onward.

 

 

So it is very interesting and useful since there are still no major reference points to talk about the history of Africa or the geopolitics of Africa. It could be adopted in schools of all levels to tell the knowledge of southern Africa, especially in this English-language edition, which, smaller than the previous one, ensures easier reading of the text, as the auhor wanted.

Thus Africanpeoplenews publisher aims at a greater diffusion of the narrated and annotated text, but the photographs reported and chosen by the author are still reported, marked by time.

The texts translated by me and revised and revised attempt to make reading enjoyable for a native English speaker, in an effort to conquer the international world with the travel narrative and lived experience.

As you can see from the beautiful illustrations, the bright and colors of Africans and their customs emerge on one page and the history of Europe and European explorers on the other one: they include such intellectual and political heavyweights as Cecil Rhodes, Paul Kruger, who intersect with the history of the African continent and the indigenous African peoples.

But with Petter Johannesen, the man becomes a myth, as his great ancestor was, to whom he draws inspiration, albeit in the present age, from his great explorer's spirit, following his adventures at sea aboard sailboats, small planes, and off-roading.

 

Here the man becomes an explorer, politician, economist, and human, thanks to his knowledge of the subject. He enjoys writing his fine book in Italian, since Petter is Norwegian, and he is assisted by an Italian journalist in writing his story.

Looking at it in perspective, these are the people who make Africa modern today. They are those who, once apartheid was overcome, managed to build modern Africa.

This concept escapes us Europeans, who want to have the idea of Africa as an ancient continent, still in its primitive state.

But this is not the case. Only remote corners of the continent have remained outside the advent of Western civilization. One must seek them out to find our authentic soul of humanity that lived in total harmony with the nature around us. But you have to go to the middle of the savannah, the desert to find these settings.

Our current problem is that we do not know very well the current Africa that is growing more and more and constantly changing, day by day.

In addition, globalization has done its own thing and brought images of Western civilization everywhere through the use of the Internet and cell phones, which are often used in so many places, except in those where satellite does not cover the area, but this happens even in some remote corners of Italy even today.

Africa has always been a hostile continent because of its wilderness and climate that easily channelled the footprints of ancient indigenous civilizations. We know this well: only graffiti, city walls in Zimbabwe and so on remain....

nature rules Africa. Man is only a host, thus ensuring the survival of many endangered animal species.

This is the main problem precisely with knowledge of this continent.

The beautiful pictures of Stellenbosh, the vineyard area and the whole vineyard area makes South Africa very European, whose climate is Mediterranean type, just like we have in Italy.

What did the Europeans who arrived from Europe do in South Africa? They cultivated Euroean, French chardonnait and various vineyards, mainly, and reproduced them, succeeding fully. It is also the absolute westernmost country with a Mediterranean-type climate, which Africans refer to, along with Egypt. Paul Kruger was one of the first to create modern Africa.

We will have a chance to talk about these topics chapter by chapter perhaps.

in our venue by inviting the authors of the book and also others from South Africa itself who helped create modern Africa.

 

Petter Johannesen is a friend of Sam Nujoma, the first president, the symbol of free Namibia, who 90 years old appointed his successor but is still the emblem of Namibian freedom, uprooting Namibia from South Africa and disengaging it from apartheid in 1990, thus realizing the dream of Namibian independence. And Petter, whose Sam Nujoma was tutor, as a good diplomat, advises him and was present in any step of the treaty of independence with the greats of the world.

And here we can touch Namibian history!

So Petter is showing a modern Africa with its great qualities.

This is emblematic of all Africanists, but particularly those who think of "African" backwardness or at any rate people who are out of step with the times.

In reality, 'Africa is a source of great wealth and great potentiality.

 

 

 

And so in each chapter that presents a country in southern Africa, Petter lists the financial, economic, natural resources available, the population corredated by the beautiful pictures of indigenous peoples, of these beautiful pictures that of the famous bushmen, 90,000 in southern Africa, who are the oldest population in Africa, ergo in the world, who have become famous for their lick language and for the cave paintings that can be admired throughout the kalahari desert.

The click language is studied by many researchers , believing it to be the oldest language in the world composed by the 7 sounds.

Since man was born in Africa with the discovery of Lucy australopithecus afarensis, whose remains were found in Ethiopia, in 1978, this discovery gives the foundation to anthropological science.

This gave rise to the theory that man was born in Africa; then because of the desertification of the geographic areas in which he insists, man moved by following animals in search of food.

Lucy is the first biped in the history of the world, meaning she walks on two legs/paws and feeds herself by picking fruit.

Bushmen are particular because of their archaic language made up of onomatopoeic sounds, which mimic animal cries so if you hear them speak they are amazing. They have no vowels. And Miriam Makeba writes about them in a song: the click song.

Today many scholars are studying my documentary in which you can clearly hear the click language spoken and pronounced by the Bushmen at the University of St. Paul in Rome 3 by researcher Andrea Pandolfi, a behavioral scholar, who is doing a comparative study between the click language and the Hebrew language.

The click language is an archaic language. These bushmen who have been the subject of study since the 1950s are evidence of the presence of pre-Negritic man in Africa, from before 2500 B.C., and they produce beautiful cave paintings.

I made a documentary about the Bushmen, which you can listen to on youtube, where a Bantu, translates from the click language to English.

The Bushmen to this day do not speak English and live in the innermost part of the Kalahari Desert because they were driven out first by the Bantu, very tall and strong men, and then by the whites in South Africa.

These people never submitted to slavery and escaped to the Kalahari Desert, where no one wanted to go, and where they have survived to this day.

They lived as free men with their core values.

In Namibia, however, land was privatized. And the bushmen can no longer move around and go hunting.

This causes a survival problem; so they teach tourists how to survive in the Kalahari Desert with incredible livelihoods that we would never expect to know, and so we understand how man, so small, manages to overcome the lion, the king of the savannah.

The development of the mining industry with diamond production is also described and told in South Africa, Botzwana, and Namibia.

In fact, Petter describes the whole story of the De Beers to find out how they found diamonds. It is interesting because it was a race like in the Wild West, looking for the promised land.

The Europeans set sail from Holland and France on a ship to the Cape of Good Hope, which had recently been discovered, after circumnavigating Africa, reaching these lands in search of fortune.

They then faced the stormy sea to reach Cape of Good Hope and overtook the skeleton coast i.e., the skeleton coast, where violent storms, due to the cold current of the Benguela, slammed European-flagged ships ashore and wrecked along the beach, inhabitated by penguins and seals at these latitudes, where we manage to in addition to the big five located in Etosha national park also animals of the cold areas.

Roma 16 marzo 2023





Recensione del testo: “L’Africa Australe” di Petter Johannensen e Luisa Sorbone edito da “Overland” 2004.



Il libro scritto a quattro mani, da Petter Johannensen. Dal 1992 nominato Console Onorario della repubblica della Namibia in Italia. Luisa Sorbone altra autrice è giornalista, responsabile per le relazioni esterne e per il Consolato della Namibia.

I due autori ci descrivono: un territorio distante e poco esplorato: L’Africa Australe: Botswana, Namibia, SudAfrica e Zimbabwe.

Il dottor Sam Nujma allora presidente della Namibia esprime il suo pensiero: tutti i paesi di questa parte di Africa hanno sofferto anni di dura lotta, per raggiungere la loro indipendenza. La Namibia è il più giovane di tutti.

Petter Johannensen, conoscitore di queste terre, nipote del noto esploratore Roald Amunndsen, ha saputo valorizzare con Luisa Sorbone le bellezze naturali dei luoghi, questo libro ricco notizie non vuole essere un saggio di storia e cerca di trasmettere ai lettori una visione completa di questa parte del Continente a partire dall’inizio di quattrocento anni fa.

Sam Nujoma conclude con la difesa del territorio risorsa incontaminata e salvaguardia dei suoi abitanti.

Gli autori narrano le vicende dei popoli dell’Africa Australe e dei complessi rapporti interetnici dal periodo della colonizzazione europea, ai giorni nostri.

Molte sono state le difficoltà nel conoscere i luoghi, per la diffusa arretratezza delle aree desertiche a rischio di siccità.

Il libro è rivolto a tutti ed in particolare ai giovani, per essere interessati ad una parte del mondo pieno di suggestioni. Luoghi, tradizioni, volti.

La raccolta fotografica è la rassegna delle bellezze connaturate alle terre. Dal deserto del Kalahari, gli abitanti si esprimono in lingua clik, rendendo comprensibile il loro linguaggio con suoni e gestualità, al deserto del Namib, fiorito la scorsa Primavera, alle cascate Victoria.

Si conoscono varie etnie che compongono il territorio: Boscimani, Himba, Batonga, Herero, ed altre.

Le pagine di questo ci portano in un viaggio di sapori, colori e note musicali al suono della marimba.

Dopo i meravigliosi tramonti al buio della notte, illuminati dalla Croce del Sud, stella del cielo Australe.



A cura di Claudia Polveroni Apn Publisher









LA LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE: LE CAUSE 

di Alessandra Di Giovambattista

3-04-2023 

Dopo aver chiarito il fenomeno dell’evasione fiscale, e sottolineato che esso va contrastato e condannato, cerchiamo di iniziare a comprendere quanta verità e oggettività ci sia nelle affermazioni che spesso sentiamo in merito a questo fenomeno. Infatti ogni problema va contestualizzato e ragionato al fine di escludere strumentalizzazioni da parte di eventuali gruppi di potere o coperture di inefficienze amministrativo politiche.

Gli argomenti più utilizzati dai mass media e dalle forze politiche si possono riassumere in quattro punti:

  • l’evasione fiscale è uno dei principali problemi del nostro paese;
  • il contante è il mezzo attraverso il quale si può evadere per cui limitarne l’uso implica il contrasto all’evasione;
  • tra evasione fiscale ed eccessiva pressione fiscale c’è proporzionalità diretta;
  • gli evasori fiscali sono meno numerosi di coloro che pagano regolarmente i tributi.

L’affermazione che l’evasione fiscale sia il vero problema del paese, in realtà serve per far deviare l’attenzione su una serie di altrettanto seri problemi che affliggono la politica e la società italiana. Vorrei subito sottolineare che una seria lotta all’evasione deve prevedere sistemi di controlli ed incroci dei dati che le forze politiche non hanno mai voluto potenziare; perché non utilizzare il codice fiscale per controllare le posizioni dei contribuenti più rilevanti e più dubbie? Vediamo invece che gli uffici fiscali si scatenano contro i soggetti che, pur presentando regolare dichiarazione fiscale, incappano in errori relativi a deduzioni/detrazioni fiscali che generano accertamenti di misero valore (forse 100, o 200 euro); ma qui vale la famosa frase del grande comico Totò: “è la somma che fa il totale!”.

Invece non si riflette sul fatto che gli errori commessi dai contribuenti il più delle volte sono il frutto di una legislazione complessa, farraginosa e confusa che può indurre il contribuente all’errore; è lecito pensare che forse proprio questo potrebbe essere l’obiettivo? Creare confusione e fumus per consentire di interpretare le norme per gli amici e di applicarle per tutti gli altri contribuenti: e attenzione per questi ultimi gli uffici finanziari sono impietosi…. Vogliamo, solo per fare un esempio, parlare del madornale pasticcio del superbonus al 110% che ha agevolato, oltre alle banche, essenzialmente i possessori di ville unifamiliari che sono state rimodernate a spese dei contribuenti onesti? E allora c’è da pensare che forse i diversi politici di turno in parte vogliono creare situazioni di confusione normativa ad hoc, come garanzia a favore di determinate lobby e/o per sfruttare al massimo le opportunità di potere che vengono loro offerte.

Ma c’è da aggiungere che molto probabilmente, evidenziando il fenomeno dell’evasione fiscale, in realtà si vuol camuffare l’incapacità degli uffici finanziari di recuperare gettito mediante controlli ed approfondimenti seri e mirati; la verità e che gli uffici finanziari sono del tutto inefficaci: sono forti con i deboli e deboli con i forti. I condoni, le rottamazioni, lo scudo fiscale non sono altro che esempi di inefficienza nell’incasso derivante dall’incapacità di controlli mirati da parte dell’Erario circa la effettiva capacità contributiva dei soggetti. Ad esempio se prendiamo la relazione tecnica (documento che espone le risultanze finanziarie generate dal provvedimento legislativo presentato dal Governo) annessa al regime fiscale dello scudo fiscale, cioè il rimpatrio dei capitali dall’estero, possiamo notare che gli effetti finanziari sono stati considerati positivi, cioè come effetti di maggior gettito. Questa impostazione in realtà è davvero un artificio contabile che nasconde una grande impostura: l’incapacità e forse anche la non volontà di colpire effettivamente i grandi evasori. Infatti come è possibile considerare una misura di condono come un provvedimento di maggior gettito? Il vizio mentale è basato su questa logica: preferisco recuperare gettito subito, anche se di importo minore rispetto a quanto avrei potuto incassare utilizzando le metodologie di accertamento ordinario. Il risultato finale è che se con l’accertamento ordinario avrei potuto incassare 100, di fatto lo Stato, nei confronti dei grandi evasori, si è accontentato di introitare 20 per poter incassare subito e senza contenzioso; allora viene da chiedersi: ma l’operazione era davvero un’operazione a variazione positiva o piuttosto era un’operazione in perdita (secondo il nostro esempio per un importo di 80) dovuta all’incapacità degli uffici di svolgere un serio ed efficace controllo?

Ecco quindi che effettivamente il problema dell’evasione non è imputabile esclusivamente ai soggetti, ma piuttosto allo Stato incapace, volente o nolente, di recuperare quanto dovuto da ogni contribuente in ragione della propria capacità contributiva. D’altronde si sa che l’occasione rende l’uomo ladro….

Ma questo porta anche ad altre considerazioni. Ma perché i cittadini sono spinti all’evasione? Oltre all’inefficienza dei controlli da parte degli uffici che induce i contribuenti ad evadere, laddove possibile, e garantisce l’impunità ai grandi evasori, c’è da sottolineare la totale inadeguatezza dei servizi pubblici offerti. I cittadini si rendono conto, specialmente nel periodo più recente, che a fronte dell’ingente imposizione fiscale, anche da parte degli enti locali, non c’è assolutamente una adeguata corrispondenza con i servizi offerti. La spesa pubblica finanziata attraverso il sistema fiscale non è percepita come un fattore di rilancio e di sviluppo dell’economia, ma come un fattore che spreca risorse. Nessuno ha mai affrontato seriamente il problema del confronto tra costi/benefici in capo ai singoli contribuenti, provando a darne una stima; tuttavia l’evidenza empirica ci porta a vedere strade invase da rifiuti, attese anche di 24 ore presso i pronto soccorso, liste di attesa bibliche presso le strutture ospedaliere, scuole fatiscenti, casi di corruzione.

Proviamo allora a cambiare prospettiva. Gli uffici devono iniziare a controllare coloro che presentano situazioni poco conciliabili tra tenore di vita e dichiarazioni fiscali. Se, ad esempio, si fosse utilizzato il codice fiscale quale indicatore dell’effettiva capacità contributiva, forse non si sarebbero erogati sostegni economico finanziari (es. il reddito di cittadinanza o sostegni durante il Covid-19) a soggetti assolutamente non bisognosi. Occorre comprendere quanto dell’ammontare delle attuali spese statali garantisca davvero il welfare e quanta parte di esse invece alimenti le clientele e i nepotismi. Le spese non produttive contribuiscono ad aumentare il fabbisogno che sovente viene finanziato con deficit, ciò crea incremento della pressione fiscale perché il debito pubblico oltre a dover essere restituito (linea capitale) aumenta gli interessi che debbono essere pagati periodicamente (in genere semestralmente) ed irrigidisce la struttura finanziaria. Riassumendo ci troviamo di fronte ad un cane che si morde la coda: a parità di condizioni, all’aumentare della spesa pubblica improduttiva, aumentano le richieste ai cittadini di risorse finanziarie attraverso i tributi ordinari e quando questi non sono sufficienti si istituiscono dei tributi straordinari (es. le patrimoniali); da ciò deriva un incremento della pressione fiscale che alimenta il fenomeno dell’evasione/elusione fiscale. 

Inoltre occorre sottolineare che le spese pubbliche vengono anche finanziate con gli ipotetici incassi da evasione fiscale; questa forma di copertura del fabbisogno di finanziamento pubblico, che emerge dalla lettura delle relazioni tecniche, è stata più volte sanzionata dalla Corte dei Conti che ha sottolineato la totale natura di aleatorietà di tali tipologie di entrate. Per esse non è sicuro né se si riuscirà ad ottenerne l’introito, né l’ammontare effettivo, né il momento reale di incasso. Si potrebbe concludere dicendo che il tutto delinea un vero e proprio falso in bilancio. Naturalmente, come già detto, se non si avrà l’effettivo introito delle entrate da recupero dell’evasione fiscale, si produrrà aumento della spesa pubblica finanziata in deficit che renderà sempre più vulnerabile il sistema economico finanziario nazionale. Alla lunga ciò ci consegnerà nelle mani di speculatori e di nazioni che acquistando il nostro debito pubblico ci renderanno totalmente asserviti a loro.

Più aumenta la pressione fiscale più si rende insoddisfatto il cittadino che viene spinto o a non produrre oltre un certo livello di reddito (in tal modo però si deprime la potenzialità produttiva del Paese) e lo si induce all’evasione fiscale perché oltre un certo livello di imposizione non è più conveniente continuare a pagare i tributi per servizi inesistenti o scadenti. E notiamo che in questa trappola - che potremmo definire da iper tassazione - possiamo caderci tutti: infatti in questo senso ognuno di noi è un potenziale evasore e forse tutti già lo siamo perché, ad esempio, ogni volta in cui l’idraulico, il falegname, l’avvocato ci chiedono il pagamento delle prestazioni sicuramente per evitare di pagare l’IVA, che grava sul consumatore finale, quindi su di noi, rifiutiamo la fattura. Ciò non solo produce un mancato gettito da IVA ma anche per imposte dirette che i percettori mai dichiareranno. Ma questa è la risposta del consumatore ad un semplice problema di convenienza economica che va a scontrarsi però con un meccanismo erariale miope in cui non mettendo in conflitto di interessi il consumatore con il percettore delle somme - offrendo ad esempio la possibilità di detrarre almeno in parte le spese sostenute (come già accade per le spese mediche) – si inducono tutte le parti della transazione ad evadere sia le imposte indirette (IVA), sia quelle dirette (imposte sui redditi).

A questo punto si potrebbe ribattere che la limitazione del contante potrebbe essere una valida soluzione al problema dei compensi c.d. “in nero”. In realtà non è provato che sia così; secondo alcuni studi (ad esempio della banca d’Italia e della BCE) non vi è correlazione tra limite del contante e diminuzione dell’evasione fiscale anche se il limite al contante definito nelle ultime legislature sembra aver contributo al recupero di una parte dell’evasione, almeno in Italia. Tuttavia tale misura rappresenta una forte limitazione della libertà e lede il diritto alla privacy; ci siamo accorti che il riepilogo della carta di credito inviato dalle banche analizza i nostri acquisti suddividendoli per categorie merceologiche e tipologie di servizi acquistati? Ci siamo domandati poi questi dati da chi potrebbero essere analizzati e per quali finalità? Piuttosto tornando a quanto detto sopra sarebbe forse più proficuo incrociare le informazioni finanziarie ed utilizzare le strumentazioni informatiche: in tal senso ottime modalità di contrasto all’evasione sono state la fatturazione elettronica e lo split payment (un sistema che vede il cessionario pagare l’Iva direttamente allo Stato e non al cedente; tale modalità di riscossione dell’IVA è stata permessa dall’unione europea fino al 30 giugno del 2023).    

Pertanto se il problema dell’evasione fiscale c’è esso è legato a motivazioni diverse rispetto a quelle che vengono utilizzate di frequente dalla stampa prezzolata e che tendono a criminalizzare indiscriminatamente i soggetti e a creare conflitti sociali e generazionali. Le riflessioni presentate in questo articolo, a ben vedere, impongono una riflessione sull’operato dei Governi e sull’utilizzo delle risorse pubbliche e non al contrario sull’indagine dell’uso personale delle risorse provenienti dal lavoro di ogni contribuente (es. redditometro, spesometro, controllo del contante). Pertanto l’analisi conduce a riflettere sui quattro punti sottostanti:

  • mancanza di corrispondenza tra costi (ammontare dei tributi pagati)/benefici (servizi pubblici);
  • normativa farraginosa e confusa;
  • mancanza ed inefficacia dei controlli;
  • sistema fiscale percepito come spreco di risorse, con spese pubbliche sovente improduttive e finanziate in deficit, espressione spesso di politici/amministrativi incapaci e corrotti.

Cerchiamo di ragionare secondo queste categorie per provare a fare un’analisi personale del fenomeno cercando di essere più oggettivi possibile, senza cadere in tranelli che il più delle volte vengono tesi da mass media asserviti al potere di turno. E soprattutto cerchiamo prima le cause delle problematiche e vedremo che, di conseguenza, emergeranno anche i colpevoli. Se si invertono i termini di questa analisi si rischia, non comprendendo fino in fondo le motivazioni che inducono  determinati comportamenti, di consentire di perpetuare cattive pratiche politico amministrative.