ITALIA – ENRICO MORBELLI È LA “FAMIGLIA PIEMONTEISA”
ROMA - IL PRESIDENTE SEMPRE CON I SUOI CONCITTADINI
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Intervista di Paola Pacifici

Presidente Morbelli, da quanto tempo la “Famija Piemontèisa” è presente a Roma?

Da alcuni ritagli di giornale pare che nel 1871, quando Roma divenne ufficialmente Capitale del Regno d’Italia, un gruppo di funzionari statali costituì un’associazione piemontese. Erano orfani di Torino Capitale e molto delusi dal biennio di Firenze Capitale. Ma altre notizie non abbiamo trovato. La nostra è – si fa per dire – molto più recente: è sorta nel 1944 ad opera di Renzo Gandolfo, un dirigente industriale legato al ministro Marcello Soleri, liberale. Tant’è che per la riunione fondativa della Famija si chiese ospitalità al PLI nella sede appena aperta di via Frattina 89. Soleri fu il primo presidente, poi venne Einaudi che lasciò non appena divenne presidente della Repubblica. Fu poi la volta di Pella, quindi di Sarti e infine di Altissimo. Dopo una lunga parentesi in cui abbiamo assunto la denominazione di “Piemontesi a Roma” (e della quale fu presidente l’ex ministro e sindaco di Torino Valerio Zanone), abbiamo riassunto il nome originario di “Famija Piemontèisa”.

Le attività della tua Associazione?

Nulla di politico, nonostante la sfilza appena elencata di illustri personaggi legati alle istituzioni. L’attività è tutta volta a promuovere l’immagine del Piemonte nella Capitale e soprattutto a rinsaldare i vincoli tra i piemontesi trapiantati a Roma e la loro regione. Letteratura e cultura, musica e spettacoli e tanta buona cucina (debitamente innaffiata) sono i cardini dell’associazione.

I piemontesi “romani” sono un po’ “diversi” dai “piemontesi- piemontesi”?

Molto ma molto diversi. Intanto – a differenza della maggior parte dei settentrionali – non parlano male di Roma. Ci vivono benissimo e non hanno alcuna intenzione di tornare nella terra di origine, che ormai si è trasformata nel loro paese delle vacanze. A lungo andare hanno anche perso la cadenza dialettale senza scivolare in quella romanesca.

Quali le tradizioni più sentite dai tuoi corregionali?

Le tradizioni più consolidate (m il discorso vale per tutti gli italiani) sono quelle gastronomiche. I piemontesi si dividono in due tribù: quella dei mangiatori di aglio e quelli ai quale l’aglio fa schifo. I primi ci vanno giù pesante: bagna càuda e barbera a profusione. Oppure fonduta di formaggio nel quale galleggiano teste d’aglio. Gli altri – dallo stomaco più delicato – amano i ravioli al plin con burro e salvia o i tajerin (tagliolini) al Castelmagno. E poi… potrei continuare all’infinito…

Roma e Torino, due città diverse, quali sono le caratteristiche di ognuna?

Sono molto meno diverse da un tempo, quando Roma era quella della “dolce vita” e Torino era quella della Fiat. La Dolce Vita non si fa più e anche la Fiat (FCA, per essere più esatti) produce di più in Abruzzo, Lazio e Basilicata che sotto la Mole. Torino – grazie al successo delle Olimpiadi invernali d’una decina d’anni fa – si è trasformata in città turistica. Si è rifatta il trucco, ha rivoluzionato il suo sistema museale e gioca a fare la Vecchia Capitale senza la rogna di esserlo. E ci riesce. Nel 150esimo anniversario della proclamazione del Regno d’Italia mi trovavo a Palermo; un nipotino di mia moglie era in partenza per la gita scolastica pasquale. “Andiamo nella nostra antica Capitale”, mi disse. Mi venne spontaneo rispondere: Napoli”. “Ma che stai dicendo? – mi gelò – Andiamo a Torino”. Insomma: dal Brennero a Lampedusa, Torino è la nostra prima Capitale.

Torino è famosa in tutto il mondo per la “Sacra Sindone”. Quanto vi sentite orgogliosi di rappresentare il più importante simbolo religioso?

Ecco un altro collegamento tra Roma e Torino: l’Urbe, Caput Mundi, è il centro della cristianità. Ma la Sacra Sindone (che re Umberto II ha lasciato in eredità al Vaticano) sta a Torino. Se poi aggiungiamo il Santuario della Consolata, il Cottolengo, l’Opera di don Giovanni Bosco e la catena di Sacri Monti prealpini, scopriamo che nel laicissimo Piemonte sabaudo (“Libera Chiesa in libero Stato”, predicava Cavour) ci fu ed è tuttora un fiorire di iniziative religiose. E non solo cattoliche: ricordiamo lo storico insediamento dei Valdesi in Val Pellice e ricordiamo anche che la Mole Antonelliana fu costruita per essere la sinagoga della fiorentissima comunità ebraica.

Presidente, Enrico Morbelli, famoso giornalista del Giornale Radio RAI che ci ha accompagnato per tantissimi anni con i suoi programmi. A questo proposito quale messaggio vuoi mandare ai tuoi piemontesi, non solo romani ma anche nel mondo?

Di trovarsi più spesso tra di loro e di tornare più spesso nella terra degli avi. Sul viaggio in patria non ho suggerimenti da dare. Ma sul “trovarsi” sì: l’appuntamento è quello fissato da “Astigiani” – rivista su “storia e storie di Monferrato, Langa e Roero” – per il Bagna Càuda Day dei prossimi 27, 28 e 29 novembre. Per chi all’inglese preferisce il piemontese, basta cambiare “day” in “d’aj”, che vuol dire “d’aglio” e rende meglio l’idea di ciò che troverà nella scodellina dove intingere le verdure di stagione, calde e fredde. In quei tre giorni i piemontesi e i loro amici si ritrovano a cena in tutto il mondo. Nel 2019 furono imbandite tavole persino a Tonga, Mosca, Belo Horizonte, Costa Rica e in tre ristoranti peruviani. Noi “piemontesi-romanizzati” eravamo in 200 in un mega albergo sull’Aurelia Antica: è la vecchia strada che porta a Ventimiglia e oltre. Dopo Genova, per il Piemonte basta girare a destra



Jean-Léonard Touadi - Festa Unità Roma 2012.JPG
Deputato della Repubblica Italiana
Legislature XVI
Gruppo
parlamentare - Italia dei Valori
(fino a luglio 2008)
- Partito Democratico
(da luglio 2008)
Coalizione PD-IdV
Circoscrizione Lazio 1
Dati generali
Partito politico Italia dei Valori e Partito Democratico
Titolo di studio Laurea in Filosofia, Giornalismo e Scienze Politiche
Università
Pontificia Università Gregoriana
LUISS Guido Carli
Professione Docente universitario
Jean-Léonard Touadi (Brazzaville, 25 gennaio 1959) è un politico, accademico, scrittore e giornalista italiano, originario della Repubblica del Congo.



Laureato in filosofia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, e in giornalismo e scienze politiche alla LUISS. Dopo aver insegnato Filosofia e Religione in vari istituti secondari di Roma, ha insegnato all'Università di Bologna, all'Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" ed ora all'Università di Roma La Sapienza nel corso di laurea "Global Humanities" dove cura l'insegnamento su "Emerging Africa in the Framework of the Sustainable Development Goals".

Dal 1997 ha collaborato con la Rai come autore e conduttore di programmi radiofonici e televisivi: Permesso di soggiorno (Radio Uno); Un mondo a colori (Rai Educational-Raidue) e C'era una volta (Rai Tre).[1] Insieme alla collaborazione con la Rai, è autore di numerosi articoli e monografie sui temi dei rapporti Nord-Sud, dell'Africa, dell'immigrazione e dell'intercultura. Collabora con la storica rivista dei Padri Comboniani specializzata in questioni africane "Nigrizia"; ha scritto per la Rivista "Limes" e "Aspenia" su questioni riguardanti la storia, la geopolitica e l'economia africana. Collabora con ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale). Cura la Rassegna Stampa Africana di Radio Radicale.

Carriera politica

Jean-Léonard Touadi nel 2010
Entrato in politica nel 2006, è stato assessore alla sicurezza, alle politiche giovanili e ai rapporti con le università del Comune di Roma, nella giunta di Walter Veltroni. Durante il mandato al Comune di Roma è eletto vicepresidente del Forum Europeo per la Sicurezza Urbana, carica che esercita fino al 2008.

Viene eletto come indipendente del PD nella lista dell'Italia dei Valori nelle elezioni politiche del 2008[2]. Come parlamentare ha fatto parte delle Commissioni Politiche Comunitarie, Giustizia ed Esteri. È stato membro attivo dell'Osservatorio della Camera dei deputati contro il razzismo. Insieme ad altri colleghi ha contribuito a lanciare la Campagna di sensibilizzazione contro le condizioni di retenzione per immigrati "Cie" dal titolo "Lasciatecientrare".

L'11 luglio 2008, in una lettera aperta ad Antonio Di Pietro, comunica la sua uscita dal gruppo parlamentare di elezione e il suo ritorno al gruppo del Partito Democratico[3], esprimendo dissenso nei confronti di una manifestazione di piazza, organizzata da MicroMega e sostenuta dall'Italia dei Valori, nella quale erano stati mossi attacchi nei confronti del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del papa.

Il 23 giugno 2009 è stato protagonista, assieme alla parlamentare PD Anna Paola Concia, di una campagna ARCI contro le discriminazioni e il razzismo.[4] Il 22 ottobre dello stesso anno il segretario del PD Dario Franceschini annunciò che, in caso di una sua rielezione alle elezioni primarie del 2009, avrebbe nominato Touadi quale suo vicesegretario.

Nel 2013 assume l'incarico di consigliere politico del vice ministro agli Affari esteri Lapo Pistelli. Nell'agosto del 2014 il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti lo nomina presidente del consiglio di amministrazione dell'IPAB Istituto Sacra Famiglia di Roma. Si è dimesso da questa carica nell'ottobre del 2017.

Attualmente svolge l'attività di consulente internazionale presso la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura). In qualita' di Special Coordinator of FAO Parliamentary Networks (Partnership and UN Collaboration Division) collabora con i Parlamenti dei paesei membri per il diritto al cibo, il contrasto alla fame e alla malnutrizione e il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibili (SDGs).

E' Presidente in carica del CRA-SGI (Centro Relazioni con l'Africa della Societa' Geografica Italiana.)

Nel 2018 Touadi si candida come presidente della Giunta regionale del Lazio per le elezioni regionali con il sostegno della lista Civica Popolare[5][6][7] . Otterrà 7819 voti pari allo 0,25%.

Opere
Disegni di Guerra. La guerra civile in Sierra Leone raccontata dagli ex bambini soldato (AAVV - Jean Leonard Touadi-Giuseppe Berton-Ian Clifton Everest-Giacomo Franceschini-Paola Giroldini-Antonella Mariani- Luciano scalettari. A cura di Angelo Ferrari), EMI, 2000.
Africa. La pentola che bolle, EMI, 2003
Congo. Ruanda. Burundi. Le parole per conoscere, Editori Riuniti, 2004
L'Africa in pista, Società Editrice Internazionale, 2006
Il problema dell'altro. Con Raimon Panikkar e Massimo Cacciari, Cooperativa l'Altra Pagina, 2007
Prefazione al romanzo La voce nel deserto, di Vittorio Martinelli con Sofia Massai, Zona Editrice, 2009
Per una convivialità delle differenze. In ascolto di altre culture. Con Moni Ovadia e Majid Rahnema, Cooperativa l'Altra Pagina, 2009
Il Continente Verde. L'Africa: Cooperazione, Ambiente, Sviluppo (a cura di Ilaria Cresti e Jean-Léonard Touadi), Bruno Mondadori, 2011
Note
^ Touadì, primo parlamentare di colore, in Corriere della Sera, 15 aprile 2008.
^ Elezione della Camera dei Deputati del 13 - 14 aprile 2008, Candidati ed eletti, Circoscrizione: LAZIO 1, su politiche2008.interno.it. URL consultato il 15 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2008).
^ La Repubblica, PD-IDV: Touadi lascia Di Pietro e sceglie Veltroni, su napoli.repubblica.it. URL consultato il 12 luglio 2008.
^ Ostinatamente ZVen, Arci: campagna contro le discriminazioni, su blog.libero.it. URL consultato il 30 giugno 2009.
^ HuffingtonPost, su huffingtonpost.it.
^ Il Messaggero, su ilmessaggero.it.
^ LA FUNE, su lafune.eu.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
(EN) Opere di Jean-Léonard Touadi, su Open Library, Internet Archive. Modifica su Wikidata
Jean-Léonard Touadi, su storia.camera.it, Camera dei deputati. Modifica su Wikidata
Jean-Léonard Touadi, su Openpolis, Associazione Openpolis. Modifica su Wikidata

 


sabato 14 maggio 2022 ore 17
CASA AFRICA
ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE

 
Corsi di lingua italiana: alfabetizzazione, livello principianti e intermedi, A e B, A1-A2-B1-B2 del Quadro comune europeo di riferimento di conoscenza linguistica (QCER).
I corsi sono giornalieri dal lunedì al venerdì, per 20 ore settimanali e si svolgono nella sede di Via degli Artisti 32.

Attività di stimolo per l’affermazione di una cultura di Pace e per le pari dignità:
Casa Africa promuove e interviene a convegni, dibattiti, conferenze in cui si trattano temi legati alle migrazioni, allo sviluppo dell’Africa, alle sofferenze del suo popolo e alle tematiche legate alle difficoltà dell’integrazione, e al danno dell’emigrazione dall’Africa che priva quel continente dei suoi giovani. La presidente Gemma Vecchio interviene in molti dibattici pubblici sui temi citati.
Di recente la Presidente Gemma Vecchio ha contribuito attivamente alla riunificazione delle chiese cristiane del Corno d’Africa.

Redazione di progetti culturali e di cooperazione internazionale

Redazione del progetto Ponte D'oro Italia-Africa: tale progetto prevede la creazione di compound per la formazione e la specializzazione di giovani africani in territori di diversi paesi, già individuati, su una superficie che va dai 70 ai 100 ettari, accessibili da diversi paesi dell’area sud sahariana.
Il progetto, che potrebbe essere finanziato e realizzato nel quadro di attività di cooperazione internazionale, prevede tra l’altro l’edificazione di strutture autosufficienti dotate di pannelli solari, compostaggio, raccolta di acqua piovana e campi irrigati con il sistema a gocce. Tale progetto mira alla qualificazione del capitale umano rappresentato dai giovani africani e al loro successivo impiego a supporto della crescita economica e sociale del proprio territorio.

Realizzazione di cortometraggio: Per dissuadere i giovani africani dall’emigrare attraverso la pericolosa traversata del deserto e del Mar Mediterraneo, Casa Africa ha promosso la realizzazione di un documentario, in varie lingue parlate in Africa, per mettere in guardia le popolazioni locali circa la pericolosità della traversata. Il filmato mette in evidenza, con immagini anche molto dure, tutti gli sforzi compiuti da quelle persone che hanno perso la vita durante il percorso e quanto sia dura la sopravvivenza per quelli che ce l'hanno fatta.


Attività di gemellaggi interculturali:

Progetto lezione a distanza ONE LINE in collaborazione con l’Università di Tor Vergata a cura del Prof. Giuseppe Bettoni, per la cooperazione tra varie scuole, Università Italiane ed Europee con quelle Africane e di vari paesi in via di sviluppo.


Attività di Mediazione Culturale e sensibilizzazione alla salute:

L’associazione mediante i propri membri e i sempre più numerosi volontari svolge quotidianamente dalla sua nascita a tutt'oggi e con grande impegno le seguenti attività di natura culturale a sostegno dei più deboli:

• I turbanti:
Per dare sostegno e cura alle persone affette da cancro, Gemma realizza personalmente, con i gioiosi tessuti africani, bellissimi turbanti per donne, uomini e bambini che, sottoposti alle cure della chemio, hanno perso i capelli. Tali turbanti sono stati distribuiti all'Ospedale San Filippo Neri, San Andrea e Gemelli. Viene inoltre insegnato alle pazienti e non solo, come con un semplice pezzo di stoffa oppure foulard, si possa creare un bel turbante che renda la malattia meno opprimente.
In occasione della celebre corsa e passeggiata di solidarietà organizzata dalla Susan G. Komen: “Race for the cure”, Casa Africa e' stata presente con uno stand e ha distribuito oltre ai turbanti, altri doni di varia natura non dimenticando, inoltre, di distribuire consigli, incoraggiamenti, amore.

• Contro la violenza sulle donne, sostegno psicologico e legale;
• Informazione e prevenzione su: HIV, alcool, droghe, fumo e dipendenze in genere;
• Accompagnamento nelle strutture sanitarie delle persone meno abbienti che hanno problemi anche di comprensione e dialogo con il personale ospedaliero, non parlando la lingua italiana;
• Accompagnamento di donne gestanti seguite al parto e continua assistenza durante la crescita del neonato, nonché ricerca del lavoro, nei mesi successivi.
• Sensibilizzazione e sottrazione dei bambini al triste destino di “bambini -soldato” e al mercato del commercio di organi.


Attività a sostegno di immigrati, rifugiati, migranti e delle loro famiglie:
• Iscrizione dei rifugiati presso istituti professionali quali: Istituto Professionale Sisto V e Cattaneo per il corso professionale di meccanico, idraulico, elettricista, saldatore, etc.
• Ricerca di lavoro periodico ad immigrati presso City Service Roma che si occupa dell' organizzazione di eventi per Vip e ospiti internazionali;
• Corsi per collaboratrici domestiche, pulizie di casa e conoscenza di prodotti da usare;
• Corsi di cucito;
• Servizio di iscrivere i bimbi a scuola ed al nido;
• Babysitteraggio e accompagnamento dei bimbi a scuola e asilo per mamme in difficoltà,
• Insegnamento alle mamme e giovani immigrati della lingua italiana;
• Insegnamento ai figli minori degli immigrati e/o adottati della lingua madre, alfabeto, storia, geografia del paese di provenienza, con l’ausilio di insegnanti di madrelingua.


Servizio di Banco alimentare e distribuzione:
Casa Africa è impegnata nella raccolta di cibo presso le mense, alberghi, fornai, ristoranti e pizzerie e successiva distribuzione ai migranti ed alle persone bisognose che dimorano presso i vari centri di accoglienza, per strada e in vari luoghi di fortuna.
Casa Africa fa parte del “Forum cibo per la strada”: tra immigrati e italiani, portiamo cibo a chi non ne ha. Gemma martedì a Via Marsala aiuta i Diaconi e i Cavalieri di Malta a servire la cena.
Molti dei rifugiati fanno a loro volta volontariato presso i magazzini del Banco Alimentare.
Casa Africa fa anche Raccolta di coperte, materassi, mobili, indumenti, giocattoli.

Attività sportive e ricreative:
Casa Africa ha formato due squadre di calcio: ​ CASA AFRICA ​e ​AFRICA UNITED​, che hanno giocato e giocano con altre squadre amatoriali, quali: Calcio Sociale, Scampia, Tanghero.

Sostentamento delle proprie attività

Casa Africa vive della generosità dei suoi soci e volontari, nonché di donazioni delle tante persone che conoscono la nostra Associazione e ne condividono gli obiettivi e i principi ispiratori.
Casa Africa raccoglie anche il 5 x Mille dei cittadini donatori.

Al Mercatino Solidale di Artigianato presso l’Hotel Residenza Farnese, Casa Africa esporrà prodotti confezionati da volontari e allieve del Corso di Cucito quali cuscini, foulard per divani, borse, turbanti e altri oggetti di pregio ricevuti da famiglie donatrici (collezioni di quadri), ecc.

 

Emanuela Del Re

Rappresentante speciale dell'Unione europea per il Sahel
In carica
Inizio mandato 3 giugno 2021
Viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale
Durata mandato 13 giugno 2018 –
13 febbraio 2021
Vice di Enzo Moavero Milanesi
Luigi Di Maio
Cotitolare Marina Sereni
Capo del governo Giuseppe Conte
Predecessore Mario Giro
Successore Marina Sereni
Deputata della Repubblica Italiana
Durata mandato 23 marzo 2018 –
30 giugno 2021
Legislature XVIII
Gruppo
parlamentare Movimento 5 Stelle
Circoscrizione Lazio 1
Collegio 11 (Roma - Primavalle)
Sito istituzionale
Dati generali
Partito politico Movimento 5 Stelle
Titolo di studio Laurea in etnologia
Università Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
Professione Ricercatore Universitario di Sociologia Politica
Emanuela Claudia Del Re (Roma, 6 dicembre 1963) è una politica italiana, viceministro per gli affari esteri e la cooperazione internazionale nei governi Conte I e Conte II.

Sociologa ed esperta di politica internazionale, è specialista di migrazioni e rifugiati, conflitti, questioni religiose, minoranze. Dal 1990 conduce un'intensa attività di ricerca sul campo - sostenuta da prestigiose istituzioni - in zone di conflitto, in particolare Balcani, Caucaso, Africa e Medio Oriente, dove è stata testimone di crisi sociali e politiche e voce delle popolazioni, soprattutto delle vittime. È professore associato abilitato (SPS/07) e ricercatrice confermata (SPS/11)[1].


Indice
1 Biografia
1.1 Carriera accademica
1.2 Attività professionale
1.3 Attività politica
1.4 Altre attività
2 Pubblicazioni
3 Vita privata
4 Note
5 Voci correlate
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Biografia
Carriera accademica
Ricercatrice e docente di Sociologia dei fenomeni politici all'Università telematica internazionale "UniNettuno"[2][3], ha insegnato per anni presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Roma "La Sapienza" di Roma, dove è stata anche Professore "Jean Monnet" con un insegnamento finanziato dalla Commissione Europea su cittadinanza e governance europea. Dal 1997 al 2000 è stata researcher presso l’Istituto Universitario Europeo e assegnista di ricerca presso l’Università “La Sapienza” di Roma (2001-2003).

Nel 2017 è stata eletta coordinatrice nazionale della sezione di Sociologia della Religione dell’Associazione Italiana di Sociologia (AIS) con cui ha lanciato il festival “Mondoreligioni”.

Attività professionale
Fondatrice di EPOS Intl. Agency e presidente fino al 2017, ha condotto progetti d’intervento dal 2012 con la Commissione Europea e altri per la ricostruzione della società civile in zone di conflitto (Iraq, Giordania). È stata Osservatore Elettorale Internazionale per UN, OSCE, UE.

Dirige la collana Globolitical presso Aracne Editrice, Roma.

Attività politica
Candidata con il Movimento 5 Stelle alle elezioni politiche del 2018, viene presentata come eventuale Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale in caso di vittoria.[4] Eletta deputata, nell'agosto 2018 viene nominata Viceministro per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale nel governo Conte I, ruolo che ha mantenuto anche nel governo Conte II.

Ad una interrogazione parlamentare a proposito della missione russa in Italia in occasione della pandemia di Covid, rispose che: a seguito di colloqui tra il Presidente Conte e il Presidente Putin e tra il Ministro della difesa Guerini e l’omologo russo Shoygu, è stato convenuto l’invio in Italia di materiali e personale sanitario.[5].

Il 3 giugno 2021 viene nominata rappresentante speciale dell'Unione europea per il Sahel, lasciando contestualmente la Camera dei deputati dove cessa il suo mandato il 30 giugno 2021[6].

Altre attività
Collabora abitualmente ed è membro del consiglio redazionale di Limes[7].
È membro del Segretariato di "Forum for Cities in Transition" attivo in 40 città in conflitto nel mondo.
È membro del comitato scientifico di importanti riviste e collane italiane e internazionali.
Scrive su numerose riviste italiane e internazionali ed è membro eletto di noti Think Tank e Istituti di Ricerca internazionali.
Ha realizzato film-documentari tra cui: "Noi, cristiani perseguitati dell’Iraq" (2015); "La festa negata. Voce e futuro degli Yazidi" (2014).
Pubblicazioni
Il comportamento collettivo. "Via con la pazza folla": internet, ultras, terrorismo e oltre, 2012, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, ISBN 978-88-49836-65-3
Women and Borders. Refugees, Migrants and Communities, con S. Shekhawat, 2017, I.B. Tauris & Co Ltd, London, ISBN 978-17-84539-57-3.
Vita privata
È mamma di Giulio Claudio e Michele Arjuna, che l’hanno spesso seguita nel suo lavoro sul campo.

Note
^ Curriculum vitae della Prof. Del Re sul sito della Sapienza Università di Roma.
^ Profilo della Prof.ssa Del Re sul sito dell'Università telematica internazionale "UniNettuno".
^ Curriculum Vitae della Prof.ssa Del Re sul sito dell'Università telematica internazionale "UniNettuno".
^ Veronica Sansonetti, Chi è Emanuela De Re, il possibile ministro degli Esteri scelto da Luigi Di Maio, su formiche.net, 1º marzo 2018. URL consultato il 14 giugno 2018.
^ "L'accordo Conte-Putin durante la pandemia mise in pericolo la nostra sicurezza", Il Foglio, 21 marzo 2022
^ Camera dei Deputati - Emanuela Claudia Del Re
^ Autori, su limesonline.com, Limes. URL consultato il 14 giugno 2018.
Voci correlate
Governo Conte I
Governo Conte II

Gianluigi Rossi

Gianluigi Rossi (Lanciano, 30 maggio 1941) è un docente e storico italiano.

Biografia
Professore Emerito di Storia delle Relazioni Internazionali, Sapienza Università di Roma. Formatosi alla scuola di Giuseppe Vedovato, Gianluigi Rossi dal 1973 ha insegnato Storia ed Istituzioni dei Paesi Afro-Asiatici e dal 1992 Storia dei Trattati e Politica Internazionale nell'Università "La Sapienza" di Roma, dapprima come Professore Incaricato e quindi come Professore Associato e Ordinario.
Preside della Facoltà di Scienze Politiche dal 2008 al 2012, dal 1994 è Direttore della Rivista "Africa" , e dal 2016 dirige la Rivista "Europea"; dal 1998 è Membro della Commissione per il Riordinamento e la Pubblicazione dei Documenti Diplomatici Italiani del Ministero degli Affari Esteri.
Ha concentrato la sua attività di ricerca sul processo di decolonizzazione dell'Africa, con riguardo alle colonie italiane. Ha dedicato, inoltre, una particolare attenzione alle fonti edite ed inedite per la Storia delle Relazioni Internazionali, alle Relazioni Italo-Libiche e al processo di integrazione in Africa nell'era dell'indipendenza.

Opere
L'Africa Italiana verso l'indipendenza (1941-1949), Milano, Giuffrè, 1980.
The main problems and prospects of the indipendent African countries', economic development, in "Academy of Sciences", Moscow - Institute for African studies, Problems of contemporary Africa, Moscow, 1986.
La decolonizzazione e il Terzo Mondo, in I propilei del Novecento, vol. II, Roma, Lucarini, 1991.
Africa Facing. The End of the Cold War, in "Rivista di Studi Politici Internazionali", n. 3, 1992.
Gli impianti elettrici nelle colonie italiane (1925-1945), in Storia dell'Industria Elettrica in Italia, vol. III, Bari-Roma, Laterza, 1993.
La collaborazione culturale tra l'Italia e la Libia oggi, in "Rivista di Studi Politici Internazionali", n. 266, 2000.
Storia delle Relazioni Internazionali. Testi e Documenti, 1815-1992, Bologna, Monduzzi, 2004 (con altri Autori).
La Libia nel Mediterraneo, 1943-1951: interessi delle potenze, indipendenza e questione dell'unità, in "Africa", n. 2, 2008.
Il contenzioso storico italo-libico e il trattato di amicizia del 30 agosto 2008, in "Rivista di Studi Politici", n, 3, 2010.
L'Africa verso l'unità. Dagli Stati Indipendenti all'Atto di Unione di Lomé (1945-2000), Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2010.
L'Europa dopo Versailles. Dalla questione delle riparazioni alla politica di appeasement, in "Europea", n. 1, 2017.

Ponti tra Oriente e Occidente: Venezia 

“Via della seta” è una locuzione coniata nel 19° secolo per descrivere una rotta commerciale e culturale tra Oriente e Occidente: la sua meta finale era Xian, l’antica capitale dell’Impero Cinese.
Il percorso ideale va da Pechino a Venezia quale porta d’Europa affacciata sul levante. Venezia, una città che sembra fluttuare tra mare e cielo, un gruppo di isolotti, che deve la sua antica ricchezza e potenza ai commerci con l’Oriente; quasi un avamposto dell’Asia nel continente europeo.
E’ nel V secolo che Attila alla testa degli Unni provenienti dai confini cinesi spinge gli abitanti della pianura padana a trovare un luogo più sicuro nella laguna. Nel XIII secolo sono mercanti veneziani a descrivere e quindi a far scoprire la rotta verso la Cina, Vi si recano spinti soprattutto dal richiamo degli affari e dalla sete di avventura. E’ il 1271: un ragazzo di 17 anni, figlio di mercanti e nobile di Venezia, parte per un viaggio di 12000 km verso la Cina. 20 anni dopo vi ritorna, fatto prigioniero dai Genovesi, detta i ricordi della sua avventura lungo la via della seta. Nascerà il libro delle meraviglie, il Milione, un best seller della letteratura mondiale, che alimenterà fantasie sulle favolose ricchezze d’oriente ed ispirerà molti esploratori, sarà ad es. riferimento per lo stesso Cristoforo Colombo, servirà da base per il primo mappamondo di Fra Mauro (cartografo sempre a Venezia).
Il prodotto che seduce in modo particolare Marco Polo è la seta: prodotto inventato dai cinesi più di 4 mila anni fa arriva a Venezia nel Medioevo. Nel corso del 1300 la tecnica della tessitura di broccato, velluti e sete si espande a Venezia importata dall’ Oriente, da Costantinopoli, da Damasco (damascati) in Siria. Nella città lagunare la tecnica si raffina, saranno i Lucchesi ad avviare una fiorente produzione di tessuti; a tal punto che a Venezia saranno realizzati i caftani per i sultani ottomani. La via della seta funzionava comunque in entrambi i sensi.
Si racconta che Marco Polo abbia trafugato dei bachi da seta, o che abbia rubato la pasta, Sicuramente possiamo dire che i mercanti veneziani hanno imparato dai cinesi (vedi p. es uso della bussola o dell’astrolabio, della carta, e tristemente della polvere da sparo). Alcuni tra storici sono giunti a ritenere che abbia addirittura inventato il viaggio e che non sia mai stato in Cina (non facendo nel “Milione” per esempio alcun accenno alla muraglia cinese, e non parlando dell’uso del the). Tutte supposizioni smentite. Marco Polo ha le spalle larghe.
I pilastri della Cucina Veneziana sono profondamente segnati dall’influenza della Via della seta. Ne sono un esempio spezie di tutti i tipi, pensiamo poi al carciofo (piantato all’inizio nell’isola di Sant’Erasmo nel 1500 proveniente da una terra tra Arabia e Persia), all’albicocca dall’Armenia, allo zucchero dagli arabi, all’uvetta sultanina dalla cultura ebraica, (Qui ci sentiamo in dovere di sottolineare che a Venezia non cresceva niente, solo acqua). La via della seta è anche la via delle spezie: allora molto ricercate, a tal punto che i commercianti veneziani organizzavano trasporti e andavano ad acquistarle per primi in Asia, diventando gli unici fornitori per re imperatori europei, accumulando fortune.
Guardiamo le facciate dei palazzi e la toponomastica, a Venezia, raccontano il legame della città con l’oriente. Fra tutti gli edifici primeggia la basilica di san Marco: il simbolo di questa relazione con terre così lontane. Costruita per raccogliere le reliquie di San Marco che la leggenda vuole trafugate in Egitto. Sulla facciata domina il Leone, simbolo dell’evangelista ed emblema della città. La decorazione interna sottolinea il legame con Costantinopoli: quasi interamente ricoperta di mosaici a foglia d’oro che mostrano anche i popoli con cui Venezia commerciava: arabi, turchi, ebrei, frigi traci, asiatici, i popoli quindi della via della seta. Vediamo raffigurati personaggi con turbanti o vesta orientaleggianti che ricordano come un tempo i confini non fossero mai così netti. Significativa lastra di marmo del X secolo raffigurante simboli dell’occidente e dell’oriente: vi si trovano la croce cristiana, la stella di David, la croce uncinata degli indù, la ruota del Darma, il fiore di loto dei buddisti.
Prendiamo come spunto gli stupendi mosaici a foglia d’oro della Basilica. Dove nasce questa tecnica? In laguna la si apprende dai bizantini. A loro volta dai greci e dai romani, guardiamo a Pompei: uso di tessere di vetro per avere tutte le gamme cromatiche. Dimostrando così un andare e venire fra occidente e oriente: Nata a Pompei questa tecnica si sposta in Asia, nell’Impero Romano d’oriente, a Costantinopoli, per ritornare con i mercanti veneziani nella forma di mosaico in vetro con foglia d’Oro, quindi massima espressione di lusso e magnificenza – ma anche esempio di un risultato di scambio di informazioni -.
I Veneziani non erano solo marinai, molti si diressero a est attraversando montagne e deserti; e altri ancora arrivavano e si insediavano con le loro attività nella città lagunare: dimostrando l’apertura della Serenissima Repubblica di San Marco nell’accogliere e accettare l’altro e creare dei ponti di comunicazione e delle mescolanze p.es. negli stili architettonici dei vari edifici: esempio emblematico palazzo con raffigurato un cammello. Che ci fa un cammello a Campo dei Mori? Ai quattro angoli di questo particolare incrocio di calli e canale vi sono 4 personaggi dalle fattezze orientaleggiante con turbanti: Sono chiamati Mori perché dalla Morea, attuale Peloponneso, e danno il nome al campo. Sappiamo che erano commercianti di sete e spezie arricchitisi e ben inseriti nel contesto della città fin dalla metà del 1300. Le vite dei “mori” sono avvolte tra miti e leggende.
Altra espressione del rapporto con l’oriente: nome e fattezze di un palazzo sul Canal Grande: Fontego dei turchi. Risalente sempre al 1300. Fontego: la parola deriva dall’arabo fonduc per indicare magazzino insieme ad una sorta di albergo e luogo per svolgere attività di commercio: questo edificio era riservato ai mercanti provenienti dalla Turchia.
Per concludere con una espressione di saluto usata e diffusa in quasi tutto il mondo: “Ciao”. Il termine deriva dall’espressione di saluto, di reverenza, in uso tra i veneziani quando si incrociavano, da “schiavo suo”, ad indicare “sono a sua disposizione”. Con il tempo l’espressione si è ridotta, fino al nostro “Ciao”.