Sabato 11 febbraio, u.s. nella sala Italia dell’Unar di Roma, per African People Scientific News si è tenuta una interessante conferenza: “Cambiamenti Climatici e Migrazioni”.
Perché assistiamo ai cambiamenti climatici.
Molto c’è da comprendere dei meccanismi della Terra, che governano gli eventi estremi, come quelli di medio-lungo periodo, indotti dai cambiamenti climatici.
Sulle criticità, per attuare un contenimento dei rischi, professori e progettisti in conferenza, con il loro saperi.
L’ingegnere Maurizio Scarponi, Presidente dell’ong Africanpeople, presenta il professore Gianluigi Rossi, emerito di Storia delle relazioni internazionali e Storia dell’Africa che tratterà: “Cambiamenti climatici e Migrazioni: il caso d’Africa”.
L’Africa contribuisce ai cambiamenti climatici, un fattore importante che stimola i flussi migratori. Il fenomeno all’interno è di gran lunga superiore, a quello esterno.
L’Africa presenta una grande variazione ambientale e un profilo climatico. Cinquantaquattro stati ultimamente si è aggiunto il Sud-Sudan, tutti differenti.
Il Congo è un caso a sé, uno scrigno pieno di risorse. La Somalia uno dei paesi più poveri.
Molte le differenze da un punto di vista climatico ed in più paesi esiste un clima ottimale.
L’isola della Sicilia subisce effetti del clima, un processo di tropicalizzazione.
I cambiamenti climatici favoriscono l’esodo. La stessa guerra In Ucraina ha incoraggiato i flussi verso l’esterno per l’esportazione dei cereali.
L’Ucraina considerata il granaio d’Europa con l’incertezza per l’approvvigionamento, verso la migrazione.
Favorire il progresso dell’Africa, per limitare i flussi emigratori dall’Africa.
Le relazioni tra Italia, Europa e Africa sono in primo piano, fin d’ora e nei prossimi anni per rinsaldare il Partenariato tra gli stati.
La popolazione africana nel 2060 si stima al doppio dell’attuale e il rapporto africano va rilanciato in vista degli interessi permanenti.
Dal 1960 c’è l’indipendenza degli stati africani, è arrivato il momento di un nuovo rapporto euro-africano.
L’ingegnere Maurizio Scarponi ringrazia il professore Gianluigi Rossi per “il Caso d’Africa” nella contemporaneità.
Il professore Alessandro Bianchi: urbanista presenta la sua relazione: “Città e migrazioni”.
Le città dell’Africa risentono e continueranno a risentire dei cambiamenti climatici.
Rapporto di causa ed effetto delle migrazioni e dei cambiamenti climatici. Il continente Africano e l’Europa. Causa di migrazione all’interno dell’Africa, le città e le migrazioni.
Dal 1750 c’è stata un’esplosione demografica, dovuta a diversi fattori.
La popolazione mondiale ha iniziato a crescere fino 1,25 miliardi.
Nel 1950 è di 2,5 miliardi, 7,9 miliardi nel 2022. Nel 2050 sarà di 9 miliardi.
Aumento di popolazione che si è distribuito in maniera diseguale.
Nel 1950 la popolazione europea era il doppio di quella africana.
Nel 2050 ci sarà il 28% di conseguenze rilevanti.
L’insediamento dalle aree rurali in città determina agglomerati di costruzioni nelle principali città d’Africa. Nairobi, Cairo, Manshiet
Fetta di popolazione che vive in assenza di reti fognarie, con scarsezza di condizioni igieniche in bidonvilles, effetto degli spostamenti dalle zone limitrofe alle città.
800.000 sono arrivati in Europa provenienti dalle rive Sud Marocco, Libia Tunisia, Algeria sbarcano in parte Grecia e Spagna e per lo più in Italia.
Siamo distanti da una cultura multietnica, multirazziale, multireligiosa e poliglotta.
Poca inclusività.
I migranti nei vari paesi di accoglienza, centri di segregazione. Migranti in transito in condizioni precarie.
L’ingegnere Maurizio Scarponi ringrazia il professore Alessandro Bianchi per una presa diretta sulle: “Città e migrazioni”.
Presente tra i relatori il professore Claudio Margottini, geologo, addetto scientifico all’Ambasciata del Cairo con:”Quando il clima cambia la storia dell’uomo”.
Le principali ere, i mutamenti climatici nei secoli e come il clima cambia la storia dell’uomo.
Più di una ragione spinge gli uomini ai movimenti, all’interno ed all’esterno, di un paese.
Migliorare lo stato di esistenza, una esigenza avvertita per nuove forme di dignità, viaggi per fenomeni ambientali, sociali, economici e culturali.
Il clima è visto come un forzante che condiziona la sopravvivenza.
Le tradizioni delle popolazioni nomadi, la non residenzialità, movimenti ed insediamenti hanno peculiarità proprie: espansioni, migrazioni, carestie, e disastri ambientali.
L’homo Sapiens appare circa 200.000 fa.
Il Clima diviene più instabile.
L’homo di Neandertal visse nel periodo paleolitico tra i 200.000 e i 40.000 anni fa. Restano tracce del DNA dell’homo di Neandertal.
Nel continente europeo, in Asia ed in Africa il periodo Paleolitico superiore si estende tra 41mila e 12mila anni fa.
Fu un periodo di glaciazioni e di grande esplosione creativa, nel quale si estinse l’homo di Neanderthal e l’homo Sapiens. Molte le colonizzazioni sui territori che si muovevano per i cambiamenti climatici.
Nel massimo glaciale intorno a 20 mila anni fa il livello marino stazionava circa 120 metri sotto quello di oggi. Con l’aumento della temperatura ci fu lo scioglimento dei ghiacciai confluenti nei corsi di acqua, fino al mare. Con il primo diluvio il livello degli oceani si è alzato tanto da sommergere interi territori.
Il mar mediterraneo 20mila anni fa.
Nascono i popoli del mare che dettero origine a culture e civiltà marinare e a migrazioni.
Per il clima mite del mar mediterraneo, tutti i popoli lungo le sponde divennero abili navigatori nel cercare altrove le risorse, per la loro sopravvivenza.
Prime civiltà del Mediterraneo.
I cambiamenti climatici portarono a nuovi popolamenti di territori a causa delle instabilità e scarsezza di risorse.
Si osservano le varie epoche climatiche.
Ottimo climatico olecenico venne caratterizzato da un periodo caldo tra 9.000 e i 5.000 anni fa.
Ottimo climatico romano indicato come periodo caldo in Europa e nel nord Atlantico dal 259 a.c. al 400 d.c.
Periodo caldo medioevale, con clima relativamente caldo nel nord Atlantico, per 300 anni dal IX al XIV secolo.
Durante questo periodo vi furono insediamenti umani nel nord Europa.
Piccola glaciazione dalla metà del IX secolo alla metà del XIX secolo, durante la quale si registrò una diminuzione della temperatura terrestre.
Effetto del clima più caldo in Italia: lo scioglimento dei ghiacciai. Negli ultimi decenni: maggiore fusione per l’aumento globale delle temperature.
In terre lontane, in Nuova Zelanda la popolazione aborigena, Maori divisa in tribù e clan e la schiavitù non era sconosciuta e ci fu la tratta per la manodopera.
Cartine geografiche che indicano lo stato dei luoghi e clima.
La foto delle Alpi e degli Appennini non innevati e ricchi di verde non risale a data odierna.
Africa un potenziale di risorse umane e materie prime.
Cobalto, uranio, oltre platino e diamanti. Ed in particolare la columbite-tantalite si utilizza il termine coltan per abbreviazione.
Comprendere l’Africa è valorizzarla, un continente da non saccheggiare.
L’ingegnere Maurizio Scarponi ringrazia il geologo professore Claudio Margottini, per l’analisi:”Quando il clima cambia la storia dell’Uomo”.
Il colonello Laurenzi non ha bisogno di presentazioni, giornalista meteorologo di Rai1”Uno mattino in famiglia”.
Il colonnello Laurenzi con la tematica: “Un pianeta con i nervi scoperti”.
Aspetti inquietanti della nostra epoca.
Gli stessi cambiamenti climatici ci danno ansia e paura.
Il mondo non si ferma cambia e ci rende incerti, alla ricerca di riferimenti.
Cambiano i mari le correnti, maggiori alluvioni, rischi tellurici, smottamenti, esondazioni.
Inverni rigidi, danni da siccità ci preoccupano.
Le stagioni sono cambiate, nessun giorno è uguale all’altro.
La popolazione mondiale cresce sempre di più e maggiore è il pil.
Aria inquinata, eccesso di anidride carbonica, temperature medie in aumento.
Troppe le domande alle quali non c’è risposta.
L’ingegnere Maurizio Scarponi ringrazia il colonello per la complessità del pianeta.
La dott.ssa Laura Patrioli, psicologa con:“Eco-ansia e meteopsiche”.
L’eco-ansia: è la sensazione che le basi ecologiche siano in procinto di crollare.
L’eco-ansia è una preoccupazione generale, uno stress.
Da qualche anno si è iniziato a parlare di eco-ansia, nel riferirsi a forme di inquietudine e depressione, al pensiero del cambiamento climatico ed altre criticità ambientali.
Approcci alla sostenibilità ambientale.
L’ingegnere Maurizio Scarponi ringrazia la dott.ssa Laura Patrioli per le difficoltà dei cambiamenti climatici.
Marco D’Agostini, ricercatore progettista: per una pianificazione agricola di uno dei paesi più poveri dell’Africa: l’Etiopia.
Un problema l’irrigazione dei terreni. Spesso con falle nel percorso di scorrimento idrico.
Recuperare le terre degradate e dare la possibilità di ingresso alle comunità locali al mercato, senza che le coltivazioni siano per scopi industriali.
Le piante indigene per la salvaguardia dei terreni, per la umidità e l’ombra.
I giovani sono alla manodopera, messe da parte le necessarie risorse economiche, lasciano il paese di appartenenza, e migrano.
La partecipazione alle coltivazioni dei terreni contribuirà a rendere accessibile a tutti la risorsa alimentare verso una certa sostenibilità ambientale, fuori dalla longa manus straniera sul territorio.
Si ringrazia Marco D’Agostini, per il progetto agricolo dell’Etiopia, un possibile sviluppo.
In chiusura suor Eveline direttamente dalla Namibia.
Testimone di un compito per il benessere della sua terra.
Presenta il suo paese di origine con un progetto di famiglia estesa. Divulgatrice di conoscenza, impiego ed inclusività.
Attività per migliori aspettative di vita.
Conclude Emanuela Scarponi: In Sudafrica c’è il deserto fiorito e le incisioni rupestri, sito archeologico.
In Primavera in una terra arida con una straordinaria biodiversità nel Namaqualand del Sud Africa e della Namibia, estesa per più di 100 km. sulla costa occidentale dell’oceano Atlantico, nascono tantissime piante.
La creatività nelle incisioni rupestri della Namibia è Patrimonio dell’Umanità. Opere d’arte.
Antica memoria indelebile nel tempo.

 di Claudia Polveroni

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