IL GREEN DEAL: L'EUROPA LEADERSHIP INDUSTRIALE IN MATERIA DI ZERO EMISSIONI NETTE 
Di Alessandra Di Giovambattista

La commissione europea ha presentato il 1 febbraio 2023 un piano industriale per rafforzare la competitività dell'industria europea a zero emissioni nette e sostenere la rapida transizione verde verso la neutralità climatica, con gli obiettivi da raggiungere entro il 2050: il Green Deal. Si riporta la dichiarazione della Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen: "Abbiamo l'opportunità, unica per la nostra generazione, di indicare la strada con rapidità e ambizione, tenendo presente il nostro obiettivo di garantire la leadership industriale dell'UE nel settore in rapida crescita delle tecnologie a zero emissioni nette. L'Europa è determinata a guidare la rivoluzione delle tecnologie pulite. Per le nostre imprese e i nostri cittadini, ciò significa trasformare le competenze in posti di lavoro di qualità e l'innovazione in una produzione di massa, grazie a un quadro più semplice e più rapido. Un migliore accesso ai finanziamenti consentirà alle nostre principali industrie delle tecnologie pulite di crescere rapidamente." Il piano si inserisce nel contesto del Green Deal europeo, presentato dalla Commissione l'11 dicembre 2019; esso fissa l'obiettivo di rendere l'Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. La normativa europea sul clima traduce in atti vincolanti l'impegno dell'UE per la neutralità climatica e l'obiettivo intermedio di ridurre del 55 per cento almeno, rispetto ai livelli del 1990, le emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2030. Nella transizione verso un'economia a zero emissioni nette, la competitività dell'Europa dipenderà fortemente dalla sua capacità di sviluppare e produrre le tecnologie pulite che rendono possibile tale transizione.
Il piano industriale si basa su quattro pilastri:
a) un ambiente normativo prevedibile, coerente e semplificato per sostenere la produzione di tecnologie determinanti in Europa e basarla su un quadro normativo semplificato; per stimolare la domanda di beni strategici la Commissione riconosce il ruolo fondamentale svolto dagli appalti pubblici, dalle agevolazioni alle imprese ed agli utenti finali. Si cercherà inoltre di garantire gli approvvigionamenti delle materie prime critiche, come ad esempio le terre rare essenziali per la produzione di tecnologie avanzate; entro marzo sarà presentata la riforma del disegno del mercato dell’elettricità affinché i consumatori possano beneficiare di minori costi dovuti all’uso delle energie rinnovabili. Altro aspetto importante in questo ambito è stato individuato nella necessità che i legislatori dei diversi Stati membri della UE adottino rapidamente il regolamento sulle infrastrutture per i carburanti alternativi (AFIR).
b) l’accelerazione all’accesso ai finanziamenti per la produzione di tecnologie pulite. Si punta sia agli investimenti pubblici sia agli investimenti provenienti dal settore privato e per quest’ultimo viene sottolineato il ruolo essenziale del buon funzionamento dei mercati dei capitali e del quadro di riferimento per la finanza sostenibile e la necessità di completare l’Unione dei mercati dei capitali (Capital markets union - CMU). In un contesto di politica della concorrenza, la Commissione, con l’obiettivo di evitare la frammentazione del mercato unico, riconosce la necessità di aumentare i finanziamenti europei e di semplificarne contemporaneamente le modalità di concessione da parte degli Stati membri, proprio con la finalità di rendere più rapido il processo verso la transizione verde. Così la Commissione lancerà nell'autunno del 2023 una prima gara per sostenere la produzione di idrogeno rinnovabile, i cui vincitori riceveranno un premio fisso per ogni kg di idrogeno rinnovabile prodotto per un periodo di 10 anni. Inoltre per rendere più semplice la procedura della concessione degli aiuti di Stato verranno ascoltati i Paesi della UE in merito a possibili modifiche del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato in caso di situazioni di crisi. Si cercherà inoltre di agevolare l'uso dei fondi UE esistenti per finanziare l'innovazione, la fabbricazione e la diffusione delle tecnologie pulite. A medio termine, la Commissione intende dare una risposta strutturale alle esigenze di investimento, proponendo un Fondo sovrano europeo, basandosi sull'esperienza dei progetti multinazionali coordinati nell'ambito degli Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo (IPCEI), al fine di migliorare l'accesso di tutti gli Stati membri a tali progetti e salvaguardando così le Nazioni dai rischi causati da una disponibilità disuguale degli aiuti di Stato.
c) il miglioramento delle competenze umane per posti di lavoro di qualità e ben retribuiti, in considerazione del fatto che circa il 35% - 40% dei posti di lavoro potrebbe essere interessato dalla transizione verde. Questo ambito si incardina nel quadro generale dell’agenda europea per le competenze, che opera in sinergia con lo spazio europeo dell’istruzione. Si prevede di istituire delle accademie per l’industria a zero emissioni al fine di attivare programmi di miglioramento delle competenze e di riqualificazione nelle aziende strategiche. Più nello specifico le accademie (è prevista anche l’istituzione di un’accademia per l’edilizia sostenibile) offriranno percorsi e programmi di aggiornamento e riqualifica dei lavoratori verso percorsi green; saranno individuati degli indicatori di controllo dell’offerta e della domanda di competenze e posti di lavoro nei settori rilevanti per la transizione ecologica, tenendo conto degli aspetti legati all’età e al genere. La Commissione valuterà come agevolare l’accesso dei cittadini di paesi terzi ai mercati del lavoro in settori strategici nella UE; inoltre cercherà di introdurre misure volte a promuovere e allineare i finanziamenti pubblici e privati per lo sviluppo delle competenze.
d) cooperazione globale e contributo del commercio alla transizione verde. La Commissione parte dal presupposto che il libero commercio rappresenti un elemento strategico essenziale e per tale ragione continuerà a sostenere l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e ad incentivare la rete di accordi di libero scambio. Un’attenzione particolare sarà data alla protezione dal commercio sleale nel settore delle tecnologie pulite e si vigilerà per garantire che le sovvenzioni estere non falsino la concorrenza nel mercato unico; a tal fine sarà anche necessario che tutti gli Stati vigilino per difendere i propri interessi mediante il controllo degli investimenti esteri al fine di salvaguardare i principali beni europei e proteggere la sicurezza collettiva. La transizione verde andrà ricercata anche attraverso lo sviluppo di forme di cooperazione con nuovi partener commerciali, oltre a quelli tradizionali. La Commissione prenderà in considerazione la creazione di un Club delle materie prime critiche, al fine di riunire i "consumatori" di materie prime e i paesi ricchi di risorse per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento a livello mondiale attraverso una base industriale competitiva e diversificata, e di partenariati industriali per tecnologie pulite e zero emissioni nette. Si prevede anche la cooperazione con gli Stati Uniti che recentemente hanno varato il piano definito “Inflation Reduction Act” (IRA), nonché con l’India. In particolare l’UE con gli Stati Uniti stanno lavorando per cercare soluzioni alle problematiche che preoccupano essenzialmente l’Europa con l’obiettivo di rafforzare le catene di valore transatlantiche e garantire la cooperazione più proficua al fine di raggiugere il comune obiettivo della transizione verso sistemi di produzione energetica compatibili con l’ambiente. L’Europa sta sviluppando anche accordi con i Paesi Africani per facilitare l’attrazione e l’espansione degli investimenti integrando gli impegni in materia di ambiente e diritti del lavoro.