Roma, 29 ottobre 2021
 
La quarta isola del mondo: ll Madagascar.
Morfologia del Territorio
Il Madagascar è un’isola, estesa oltre 1.500 km. In lunghezza, 600 km. in larghezza, per 590 km2 circa, quarta isola al mondo, è uno Stato insulare nell’oceano indiano, al largo della costa meridionale dell’Africa di fronte al Mozambico.
Beneficia del doppio respiro dell’influenza africana e indiana, per la sua naturale posizione geografica e per la fascinazione per gli usi e costumi.
Scrigno della natura e della bio-diversità. Elemento essenziale dell’impatto con l’uomo e natura e enfasi della natura con l’uomo. Per le essenze e i fiori dai colori vivaci è chiamata l’isola dei profumi.
Nei tempi antichi il governo dell’isola era nelle mani di poche persone, vi erano dei mercanti di arte e le tradizioni erano molto seguite: non si andava a caccia di elefanti e di cammelli, il paese offriva la possibilità delle coltivazioni e la terra veniva curata per la raccolta dei frutti.
Proprio in considerazione della particolare situazione naturalistica in cui è il Madagascar, a difesa della sua biosfera ed atmosfera, nasce un ponte di collegamento con l’Italia e la stessa. Si cerca di cooperare da sempre e periodicamente, per la conservazione del sistema naturale e di quello umano.
Si attuano progetti di elaborazione degli eco-sistemi, come luoghi di attività a beneficio del pianeta.
Hot spots forests con 1.500 piante tropicali e sei specie endemiche di baobab, punto di vascolarizzazione contro la distruzione endemica, per la protezione di una grande area naturale e piccole aree connesse.
Individuare eco-regioni con priority places, per frenare la distruzione degli eco-sistemi sostenibili.
Loss of forests convert, come programma di investimento, per impedire il devastamento continuo, della vita delle foreste.
Il legno del palissandro, ad esempio, è destinato ad usi diversi, fino al depauperamento degli alberi.
Le miniere del Madagascar sono ricche di rame, bauxite, nichel, cobalto nelle aree di montagna, tantissime pietre preziose vengono estratte dalle spiagge sabbiose ed il petrolio è lungo la costa, tutti questi minerali sono finalizzati allo sfruttamento.
L’isola è pianeggiante in particolare lungo le coste occidentali, la catena montuosa dell’altipiano è nella parte centrale, comprende le regioni di Fianarantsoa e Antananarivo, caratterizzato da colline e montagne, ed i fiumi scorrono lungo le valli.  
A  nord si erge il massiccio dei Tsarantanana dove la vetta più alta è il Maromokotro di 3.000 metri.
Questo paese dà una forte opportunità di sviluppo e cooperazione, si cerca di pianificare la progettazione che tuteli i minerali del sottosuolo.
I Malgasci hanno numerosi siti archeologici, testimonianza storica dalle remote origini.    
Oggigiorno, migliaia di specie animali, come i lemuri, duecento cinquanta specie di rane e i camaleonti vivono il loro abitat naturale.
Il territorio è interamente circondato dal mare, all’interno gli altipiani centrali sono lungo un percorso di oltre 1.000 metri. La loro altezza parte da 800 ed arriva 2.700 nel Massiccio dell’Andringitra.
Una terra piena di tradizioni in continua trasformazione e di storia, nelle colline e nelle valli il paesaggio è prevalentemente agricolo, con le coltivazioni di riso, verdure e frutta.    
Parti dell’isola sono aree naturali protette, come i principali parchi nazionali, (Andohahela, Masoala, Ankarana ) alcuni di questi sono stati considerati come patrimonio dell’Umanità, dall’Unesco dal 2007.      
Popolazione                                                
L’isola è popolata da popoli provenienti, in maggior parte, dai porti dell’arcipelago indonesiano, dai migranti dell’Africa Orientale e del nord, compresi i paesi arabi.
Gli abitanti accomunano molti tratti culturali, considerando che le varie lingue parlate da questi popoli, sono strettamente legate fra loro, al punto da essere talvolta classificate non propriamente, come dialetti.
La lingua malgascia è quella scritta, dai giornali ed insegnata nelle scuole.
A tutt’oggi nello stato del Madagascar esistono diciotto etnie, per esemplificazione dette: “le diciotto tribù”.
Le origini del popolo sono eterogenee e le varie tribù sono dislocate sui vari punti del territorio.
Le diciotto tribù vengono così denominate:
Antaifasy: quelli della sabbia lungo la costa sud-orientale, sulle spiagge sabbiose,
Antemoro: quelli della costa, lungo la costa sud-orientale,
Antaiska: quelli provenienti dai Sakalava, a nord di Fort Dauphin,
Antakarana: quelli delle rupi, a nord dell’isola,
Antambohoaka: quelli della comunità, sono nella regione di Manajary,
Antanosy: quelli che sono nelle vicinanze di Fort Dauphin
Antandroy: quelli che abitano nelle spine e vivono nella punta estrema del sud,
Bara: quelli degli altopiani centrali,
Betsileo: gli invincibili, a sud degli altipiani centrali,
Betsimisaraka: gli inseparabili della costa Orientale,
Bezanozano: quelli delle trecce lungo il fiume Mangoro,
Mahafaly: con i loro tabù a sud dell’isola,
Merina: quelli degli altipiani, nei dintorni della capitale,
Sakalava: dalle valli lunghe ad ovest del territorio, i Vezo sono un sottogruppo dei Sakalava, conoscitori
del mare,
Sihanaka: dalle paludi, attorno al lago di Aloatra,
Tanala: abitano la foresta, vicino a Ranomafana, dai lunghi capelli, nella zona centro settentrionale dell’isola,
Vazimba: abitano gli altipiani, non nelle aree centrali, di cui non si conosce l’origine, se sono una tribù estinta, o se siano Malgasci primitivi o se provengano dalle lontane isole del Pacifico.
 
Usi e costumi
Nell’isola la confluenza delle diverse origini culturali e tradizionali ha contribuito
a dare sia nella danza, che nella musica, il senso creativo del popolo.
La musica è con ritmi indonesiani ed africani, unita al suono dei flauti e chitarre accompagna le cerimonie.
Circa metà della popolazione conserva le credenze tradizionali, la religione cristiana è praticata per buona parte, il Pontefice ha compiuto un viaggio nell’isola nel 2019, una certa minoranza è anche musulmana.
Le storie e le vicende che hanno caratterizzato le diciotto tribù vengono tramandate oralmente di generazione in generazione.
Il vintana è una credenza di provenienza araba, diffusa presso gli Antemoro.
Si crede nel vintana, e che determini quale sia il momento più indicato per compiere un’attività, come costruire una casa o arare la terra. Ogni giorno della settimana ha la propria caratteristica il sabato è associato alle celebrazioni. I malgasci per essere certi di scegliere la data certa e favorevole consultano l’astrologo.
Emblema nazionale sono gli zebù che per i malgasci simboleggiano la forza.
Appunti di viaggio
Dal diario viaggio di una italiana che cercava un posto dove pescare e riposare, affiorano
i ricordi dell’isola.
Il clima mite, il verde che ondeggia dal vento, l’aria pulita e verso sera il tramonto il cielo tinto di arancio e di blu, danno sensazioni uniche.
Nella città di Manina, ci sono le criticità, lungo la costa è inevitabile imbattersi in un villaggio di capanne, di tre metri curvate dal vento, spesso con pareti di falafa ed il tetto di ravinala ed  altre costruite con lamine arrugginite, dove ci sono bambini costretti a lavorare, portando fascine d’erbe e secchi d’acqua o al pascolo gli zebù.
Le bambine provvedono ad accudire i fratelli minori e preparano da mangiare.
Al disagio di questi minori, si aggiunge la malaria, che incide anche negli adulti, che svolgono lavori di bassa manovalanza.
Abitazioni malsane, condizioni igieniche scarse, difficoltà nel seguire l’istruzione con gli insegnamenti
scolastici rappresentano problemi.
Prodigare cure, cercare di dare una istruzione e di migliorare la loro condizione di vita è l’opera pregevole che alcune persone hanno potuto svolgere.
 
La Capitale
La Capitale è Antananarivo, si trova nel centro dell’isola, con bellezze naturali ed architettoniche
Al centro sud della città a forma di cuore, si trova il lago  Anosy, dove gli alberi Jacaranda, fioriti di colore viola, da ottobre a novembre, gli fanno da cornice.,
La capitale è situata a circa 1.400 metri, sull’altipiano di Imerina, in una zona a clima temperato.
L’abitato si estende su di un gruppo di colline rocciose. Nella parte più elevata delle colline venne costruito il palazzo della Regina qui ci sono anche i principali palazzi pubblici.
La regina Ranavalona ordinò di edificare il palazzo (1868-1883) e venne in origine costruito in legno successivamente nel 1872 venne riedificato in pietra.
Nel 1995 subì un incendio all’interno e non molte cose preziose riuscirono ad essere portate in salvo.
A distanza di 25 anni il Rova di Antananarivo viene riaperto al pubblico, con l’idea di far visitare il palazzo storico dell’ottocento sede dei sovrani dell’epoca e diffondere le origini e la cultura del paese.
Le costruzioni delle case
L’architettura nel Madagascar è esclusiva di questa isola e ricorda molto quella del Borneo meridionale, dal quale si crede ebbero inizio, le prime emigrazioni. 
Le case sono generalmente a forma rettangolare, alzate su pile con il tetto sostenuto da un pilastro centrale, le travi a capanna sono incrociate da formare degli spunzoni, per sostenere il tetto, e per essere intagliati in modo decorativo.
I Merina, abitanti gli altipiani centrali, ricordano molto i loro antenati:”I Kalimantan” vivono nelle tradizionali case in legno dell’aristocrazia, impiantate da un pilastro centrale che alza il tetto a volte decorato.
In origine
Nel sud-est del Madagascar , le corna degli zebù, animale simbolo, erano appese ai frontoni delle case.
La zona notte, per tradizione era nella parte sud-est, a sud del pilastro era posta la cucina, a nord il focolare della casa, riservato ai figli maschi della prole ed agli ospiti, a sud vi erano le donne, generalmente si occupavano della cucina con loro stavano i bambini e persone considerate di rango inferiore.
A nord-est della abitazione si pregava e si porgevano le offerte per gli antenati.
Per le costruzioni con elementi vegetali, si trovano nelle parti costiere, solitamente ad un piano, con il tetto a punta, su palafitte.
Queste case sono molto simili a quelle che sono in alcune parti dell’Indonesia.
I materiali comunemente usati sonno canne, giunchi, legno e foglie di papiro.
Lungo la costa orientale del Madagascar, punto limite con l’oceano indiano, le case sono su palafitte, sono protette da fronde di palma (ravinala madagascariensis).
L’economia di questo paese è prevalentemente agricola, il riso è il maggior prodotto esportato.
Alcune industrie tessili, minerarie e turistiche contribuiscono allo sviluppo ed all’autonomia del paese.
Importanti sono le risorse naturali come la silvicoltura e la pesca, l’artigianato elegante, apprezzato per la lavorazione della seta, insieme alla creazione di monili ed oggettistica in legno contribuiscono alla economia stessa.  
 
Il Madagascar e le stelle
 
E’ possibile scrutare il cielo stellare del Madagascar.
La via lattea in una nuvola bianca lunga e sottile simile ad scia luminosissima, tanto candida da contrastare il blu notte si vede la notte, nel cielo di Tsiroanomandity nell’emisfero a sud e arriva fino al mare.
Le costellazioni, sono ben visibili per il basso livello di inquinamento luminoso,
Puntando i telescopi dai punti di osservatorio dell’astroturismo, dalla parte  sud-est del Kirindi Mitea National Park e a sud dell’isola oltre a Tsaranoro Mountain Range, si possono ammirare le stelle.
 
 
 
   Breve studio sul Madagascar a cura di Claudia Polveroni 
 
Note bibliografiche: studio dalle lezioni dedicate al Madagascar, tenutesi presso il Museo Civico di Zoologia in Roma.