25-10-2019

                                                                               INTERVISTA A ROBERTO ZANDA

 


SCARPONI. Buongiorno, Roberto. Sono venuta a sapere del tuo progetto di attraversare il deserto del Namib e, poiché ho scritto un libro sulla Namibia, da qui il mio interesse per il tuo progetto. Vorrei chiederti innanzitutto che cos'è per te lo sport.

ZANDA. Lo sport è vita, lo sport è salute, lo sport è aggregazione, lo sport è tante cose. Senza lo sport penso che uno non riesca ad assaporare bene il concetto di vita: lo sport per me è stato anche un riscatto verso la vita perché provengo da un quartiere povero di Cagliari, sono il settimo di nove figli e dunque ho vissuto la mia infanzia all'interno di un collegio e non con i miei genitori ma l'ho vissuta. Dunque per me è stato anche un riscatto appunto orientato verso quella che è stata la mancanza di una famiglia e tanto altro. Sarebbe lungo da spiegare, però lo sport per me è stato veramente un mezzo di aggregazione: vuol dire avere dei compagni, perché provengo anche dal Triathlon - sono anche presidente di una società di Triathlon Survival - e dunque vuol dire compagni vuol dire amicizie e tante altre cose; mentre quand'ero piccolo un po' ho sofferto questa mancanza di compagnia.

SCARPONI. Qual è l'esperienza più bella che hai provato nella tua vita facendo il corridore?

ZANDA. Se parli delle maratone di esperienze bellissime ne ho fatte tantissime, ma quella che ricordo meglio e che mi è dentro il cuore è il deserto del Niger, quando si poteva andare perché adesso è un po' pericoloso. Ricordo benissimo queste carovane di Tuareg, carovane composte da 50-60 cammelli che attraversavano il deserto per 600 km, per andare a prendere il sale e poi rivenderlo al mercato. Questa era una gara, un'ultramaratona, un non-stop di 600 km che ho fatto nel 2006.
Poi ricordo benissimo anche la notte in cui con i Tuareg facemmo il campo e io me ne stavo un po' lontano per motivi di sicurezza; però è stata un'esperienza bellissima e affascinante, a parte il deserto, incontrare questi famosi uomini dagli occhi blu.

SCARPONI. Hai attraversato altri deserti?

ZANDA. Sì, ho attraversato molti deserti. Ho attraversato il Marocco, l'Oman, l'Australia, l'Arizona, diciamo che ho toccato tutti e cinque i continenti. Ho attraversato il deserto dell'Iran; insomma li ho attraversati quasi tutti.


SCARPONI. Adesso quindi ti avvicinerai al deserto più antico del mondo.

ZANDA. Sì, mi avvicinerò al deserto della Namibia con una condizione fisica diversa ormai, come sai benissimo, avendo io due protesi al posto delle gambe e senza mani. Dunque sarà una grandissima esperienza per me, ma soprattutto anche per tutte le persone che hanno dei problemi come ce li ho io, ma che poi sono problemi che io non considero tali. Mi considero una persona abbastanza normale, però è forse la prima volta che una persona diversamente abile potrà fare una gara in autosufficienza alimentare di 250 km nel deserto forse più affascinante del mondo, che è quello della Namibia.
È sempre stato il mio sogno. Adesso mi si potrebbe dire che sono un pazzo, perché in queste condizioni fisiche sarebbe difficile farlo, ma ho fiducia nei miei mezzi, ho fiducia nella mia testa, ho fiducia nella tecnologia e penso senz'altro di riuscire a percorrere questo bellissimo deserto, anche con il supporto dell'organizzazione che mette a disposizione lo staff.

SCARPONI. E quale sarebbe questa organizzazione?

ZANDA. Racing the Planet. La trovate anche su internet.

SCARPONI. Da parte nostra intanto ti chiediamo di fare una foto con la nostra maglietta e poi speriamo di averti come nostro ospite d’onore nei primi giorni di settembre in occasione della presentazione del mio libro sulla Namibia alla presenza del Console di Namibia, che ha scritto un libro sull'Africa australe sulle tracce del suo avo Amundsen, l'esploratore dell’Artico. Hai scritto un libro sulla tua vita, parlamene.

ZANDA. Sì, il libro tratta la storia della mia vita dall'infanzia fino alla “tragedia” ormai famosa. Sono ancora vivo e dunque contentissimo e soddisfatto di aver portato a casa la pelle, come si suol dire, perché anche vivere in queste condizioni è bellissimo.

SCARPONI. Che cosa hai provato in quella giornata in cui ti sei perso nei ghiacci a 50° sotto zero?

ZANDA. Ho provato delle emozioni fortissime e difficili da spiegare ad una persona. E’ stata un'esperienza, non dico neanche traumatica, lì ho toccato con mano la morte perché l'ho vissuta e mi è stata compagna per tutta la notte e per tutta la giornata successiva sino alle 15 perché nelle condizioni in cui ero, scalzo e senza guanti, sapevo benissimo che se avessi avuto fortuna avrei perso gambe e piedi; altrimenti avrei perso proprio la vita, come dicono i medici che dicevano che al mio posto - nove su dieci - sarebbero morti. Forse tutto quello che mi sono portato sin dall'infanzia, la mia preparazione mentale e fisica mi hanno portato ad uscire da questo dramma.

SCARPONI. Che cosa pensi di trovare nel deserto del Namib oltre ad incontrare i bushmen invece?

ZANDA. Intanto voglio trovare molta serenità, quella che mi dà il deserto e molta pace. È sempre una scoperta all'interno di me stesso. Poi io amo i silenzi e dunque per me sarà un'esperienza che mi riporterà ai sogni che ho sempre desiderato, perché lì sognerò tantissimo, avrò tanto tempo per sognare e soprattutto per ritornare un po' indietro e ripercorrere la mia vita sin dall'infanzia. Sarà un bel viaggiare!

SCARPONI. Quale è il percorso?

ZANDA. Quello ancora devo deciderlo insieme all'organizzazione. Ancora non ho visionato bene le carte. Ho fatto solo la prescrizione e dunque adesso comincerò ad informarmi bene su quelli che sono i percorsi e poi, al limite, ti farò sapere bene qual sarà il percorso.

SCARPONI. Io sono stata fino alla prima oasi del deserto del Namib ed è stato meraviglioso perché c'era un silenzio incredibile e camminare all'alba tra la sabbia è bellissimo, si sente il proprio respiro ovattato all'interno di un mondo sconosciuto e silenzioso.

ZANDA. È quello che cercherò di riprovare, perché l'ho provato in quasi tutti i deserti.

SCARPONI. Il deserto del Namib è unico al mondo perché le sue dune arrivano sino al mare.

ZANDA. Sì, è vero! Sono sempre stato affascinato da quel deserto e purtroppo per questioni di sponsorizzazione non l'ho potuto fare e questa volta, anche in termini di sponsor che mi ci porteranno per questa gara, sarà veramente emozionante.
Cercherò di tenermi sempre in contatto con te anche per avere qualche info sul deserto.

SCARPONI. Molto volentieri. Se potremo, cercheremo pure di essere presenti in qualche modo, perché abbiamo parecchi corrispondenti in Namibia. Se posso vengo anch'io perché il deserto del Namib è meraviglioso. Esso ospita i Boscimani che probabilmente costituiscono la popolazione più antica del mondo, anche se non lo si può dire con certezza. Se hai fortuna li incontrerai: mi piacerebbe sapere quali emozioni proverai, perché io sono rimasta positivamente colpita e per poco non svenivo dall'emozione.

ZANDA. Ti invidio perché l'hai già provata e mi auguro di provarla anch'io.

SCARPONI. Ho faticato già ad arrivare sulle prime dune.

ZANDA. Pensa un po' che io ci dovrò arrivare con due protesi al posto delle gambe, con delle ghette che mi proteggeranno le protesi che sono di alta tecnologia per la sabbia; però intanto mi allenerò qui in Sardegna sulle dune più alte d'Europa nella zona di Piscinas. Dunque mi allenerò lì dove veramente tasterò le mie nuove protesi, che lo sponsor mi offrirà.

SCARPONI. Queste protesi quindi funzionano molto bene sulla sabbia morbida?

ZANDA. Sì, funzionano bene! Io, con queste protesi, che ho da circa due mesi e mezzo (forse sono io che sono un miracolo, sono testardo e avevo voglia di rimettermi in gioco) mi trovo benissimo, cammino benissimo e non appena i monconi saranno definitivi cambierò l'invaso e potrò anche correre. queste protesi hanno una specie di calzettone e silicone che le tiene ferme al quadricipite.

SCARPONI. Quando pensi di poter fare quest'esperienza nuova nel deserto del Namib?

ZANDA. In aprile prossimo e dunque non ho molto tempo per prepararmi. Adesso sto cominciando a camminare, perché è importante che riprenda il funzionamento delle articolazioni e soprattutto del quadricipite, dei glutei e di altri muscoli che mi servono per la corsa. Mi sto allenando qui alla spiaggia del Poetto; sto facendo anche un po' di allenamento sulla sabbia; sto percorrendo circa 10 km al giorno. Quando avrò un'autonomia di circa 40 km giornalieri vorrà dire che sarò pronto per la Namibia.

SCARPONI. Sai che il deserto del Namib cambia continuamente aspetto perché il vento trasporta i granelli di sabbia?

ZANDA. Non lo sapevo questo, ma mi affascina quello che mi stai dicendo.

SCARPONI. Cambia anche colore da un momento all'altro.
Ho realizzato un documentario che ti manderò non appena sarà pronto con immagini del deserto del Namib in cui si può persino sentire il vento del deserto. Ne ho realizzato un altro sui Boscimani e sulle meravigliose popolazioni locali. Le Himba sono bellissime! Speriamo di averti a settembre all'Isola Tiberina con il tuo libro.

ZANDA. Speriamo di fare questa bellissima sorpresa. La mia è una vita molto intensa, non è un libricino da quattro pagine, perché ho tante di quelle esperienze di vita che veramente il giornalista che mi ha seguito è affascinato da tutto quello che gli ho raccontato della mia storia.

SCARPONI. Sei un eroe oltretutto, oltre che un grande sportivo.

ZANDA. Eroe no! Sono una persona normale che una notte ha dovuto combattere contro la morte per sopravvivere e penso che altre persone l'avrebbero fatto. Tra l'altro sono sardo e i sardi sono molto cocciuti. Rappresento un popolo, la mia Nazione e dunque quella notte ho pensato tanto anche agli amici che erano qui in Sardegna che mi seguivano in continuazione. C'è stato un momento in cui mi stavo lasciando andare e poi c'è stato uno scatto, non so cosa mi sia scattato in testa, ma anche scalzo mi sono alzato e ho cominciato a girare tutta la notte per restare possibilmente vivo. Non ci speravo perché neanche ci pensavo; pensavo solo a muovermi perché ero un po' fuori di testa, però l'indomani ho realizzato che forse sarebbe stato bello vivere, che poi è quello che è successo, e nonostante mi manchino i piedi e le mani sono contentissimo di essere vivo e felicissimo. Mi godo la vita giorno per giorno ed è un insegnamento che voglio dare a tutti e che sto dando qui in Sardegna a tutte le persone che giornalmente mi fermano e vedendo me si rincuorano. Magari qualcuno ha dei problemi e qualcuno è riuscito anche a risolverli, seguendo la mia storia.

SCARPONI. Penso che la tua vita sia un esempio di grande uomo italiano che non si ferma mai di fronte a nessun ostacolo.

ZANDA. Non lo so, però vedo che tante persone veramente mi hanno mandato migliaia di messaggi. Alcune persone mi hanno raccontato di aver risolto i loro problemi seguendo la mia storia e prendendo ad esempio quello che ho fatto io per sopravvivere. Dunque questo mi riempie di gioia e quando sento queste persone dico tra me che ne è valsa la pena combattere la notte ed essere vivo in questo momento.

SCARPONI. Sei stato, oltre che coraggioso, veramente anche forte di carattere e non ti sei lasciato andare mai, neanche nei momenti più difficili e per questo sei un eroe.

ZANDA. Ho sempre combattuto.

SCARPONI. Poi conoscerai Petter Johannesen, che è il Console onorario di Namibia e che è il nipote di Amundsen, un esploratore anche lui. Purtroppo la sua vita è finita sull'Artico.

ZANDA. Sì, conosco la storia! Sarà veramente una bella esperienza.

SCARPONI. Ti ritroverai tra persone che amano oltrepassare i limiti.

ZANDA. Ci sono anche persone che tutto sommato stanno lì a criticare l'operato di noi atleti, perché alcuni dicono “Ma chi te l'ha fatto fare, forse era meglio che ti fermassi” e così via del genere. Ci sono tanti alpinisti che sono morti cercando di arrivare in cima; tanti atleti, paracadutisti che conosco e che sono morti portando avanti la loro idea dello sport, il loro piacere di fare sport a modo loro. E questo è il mio approccio verso le maratone e verso il Canada, esperienze del freddo. È un approccio che ho sempre desiderato avere. È andata come è andata, però in tutto questo il freddo mi ha, sì, sconfitto ma in parte ho vinto anche il freddo, restando vivo.

SCARPONI. Riceverai il mio libro che domani ti spedisco insieme alla maglietta, perché l'indirizzo tuo me l'ha dato Giovanna.

ZANDA. Mia moglie, sì!

SCARPONI. Sì. Nel mio libro alla fine troverai una frase che riguarda gli uomini in generale e dice che proprio, anche nel mio piccolo, scrivo per arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima. I miei libri terminano sempre con questa stessa frase, che è esattamente quello che spinge ognuno ad arrivare ad un ulteriore supplemento di conoscenza della vita.

ZANDA. Va bene, aspetterò il tuo libro e sono veramente curioso di leggerlo.

SCARPONI. Ci manda la foto con la tua maglietta?

ZANDA. È il minimo che possa fare. Lo faremo senz'altro dalla Spiaggia del Poetto e sarà molto bello farla.

SCARPONI. Grazie e ci sentiamo presto.

ZANDA. Un abbraccio. Ciao!

Emanuela Scarponi