13-08-2020


                                                                                                                           L'Umbria ed i tesori nascosti in Acquasparta

 


          Lontana dal mare, nel cuore della penisola, l’Umbria sembra raccogliersi intorno ai suoi verdi colli. Prese il nome dai suoi antichi abitanti: gli Umbri.
Pellegrini di tutto il mondo vengono a visitarla per le sue colline, per i suoi borghi, per la sua arte, per le sue chiese: dappertutto si respira un messaggio di amore, un invito alla pace. Tra questi borghi ricordiamo “Acquasparta“ ubicata in un paesaggio verdeggiante, con colli, campi coltivati a vigneti ed uliveti un po' dappertutto. I girasoli tutti intorno ci guardano rendendo il paesaggio quasi unico al mondo. Questo nome «Acquasparta» proviene dal fatto di essere un piccolo centro circondato dalle acque in ogni sua parte.
C'è la fonte dell'Amerino, che ricorda il passaggio di San Francesco, visibile all'entrata, la fonte di Furapane, la fonte di San Faustino ed infine quella di Sangemini, tutte acque conosciute ed apprezzate, grazie ai minerali che contengono e alle loro capacità curative.
Nella chiesa di Acquasparta, esattamente «San Francesco» c’è una tela che merita veramente di essere descritta, non solo per la sua bellezza, ma soprattutto per il suo valore storico ed artistico.
          La Chiesa, posta fuori le mura, fu fatta costruire nel 1294 dal cardinale Matteo Bentivegna, Padre Generale dei Padri Francescani Conventuali. Quando essi furono cacciati dall’occupazione napoleonica, la chiesa ebbe un periodo piuttosto travagliato ma, in seguito ai lavori voluti dagli abitanti, la chiesa è stata restaurata ed è tornata ad essere visitabile.
Nel 1882 al di sopra dell’altare fu collocata una statua lignea della Madonna della Stella, per cui essa fu chiamata già da allora “Chiesa della Madonna della Stella.
Ma l’opera pregevole, per fattura e per contenuto spirituale, è sicuramente la tavola francescana, copia della Pala Bardi, che si trova all’interno della cappella dei Bardi nella chiesa di santa Croce a Firenze.
Per alcuni studiosi, l’autore di questa pala sembra ignoto e la datazione sembra risalire agli anni che vanno tra il 1243 ed il 1257; essa è basata sulla «Vita Prima» di Tommaso da Celano, per la canonizzazione di San Francesco. La Pala Bardi, dopo svariate interpretazioni da parte di storici e studiosi dell’arte, si può considerare un modello e fu copiata con grande bravura nelle due tele conservate, una a Collevaldelsa ed un’altra proprio qui ad Acquasparta.
La tela della chiesa della Madonna della Stella o di San Francesco, come si può chiamare, si può considerare dai critici «copia perfetta».
L’unica parte mancante è quella inferiore, cioè in fondo, perché nell’originale erano compresi quattro episodi della vita del Santo di Assisi.
          La mancanza di documenti diretti sulla Chiesa e sul convento non ci permettono di conoscere la data di questa copia, ne capire bene quale fosse l’autore e il perché di questa parte mancante.
Secondo autorevoli osservatori, la tela di Acquasparta dovrebbe risalire ai primi anni del XVII secolo ed aveva lo scopo di proporre ai religiosi del convento e al popolo di Acquasparta la figura e gli insegnamenti di vita offerti dal poverello di Assisi. Eloquenti sono le parole scritte sul cartiglio: “Hunc exaudite perhibenthem dogmata vitae“.
          I quadri di codesta Pala sono tutti episodi della vita del Santo di Assisi, che il Celano precedentemente lo paragonò agli apostoli, dicendo: «La provvidenza di Dio mandò nel mondo quest’uomo perché fosse testimone della Verità a tutti gli uomini!».
In questa pala meravigliosa si nota: Francesco liberato dalla prigionia paterna, La rinuncia dei beni, La scelta dell’abito, L’ascolto del Vangelo, L’approvazione della regola, Il Natale di Greccio, La predicazione agli uccelli, L’esempio, Le stimmate, La cura del lebbrosi, La morte di San Francesco, I miracoli alla tomba, La sua canonizzazione, Lo scampato naufragio, Il ringraziamento dei marinai, La guarigione del paralitico Bartolomeo.
Anche se in questa tela di Acquasparta mancano alcuni episodi non cambia e non diminuisce la bellezza della medesima e tantomeno la ricchezza del messaggio.

Emanuela Scarponi