30-03-2020

 

                                                                                                                                       Grandi esploratori: Lady Florence Dixie


      Lady Florence Dixie era nata nel 1855 e passò la sua infanzia nel castello in Scozia insieme alla sua famiglia.
Sin da giovinetta conduceva una vita spensierata improntata sul permissivismo ed era incoraggiata dal padre in ogni suo movimento.
Le piaceva andare a cavallo, partecipare alle battute di caccia, praticava molti sport: il nuoto, la vela, il tiro con l’arco; amava vestirsi come voleva e vivere in grande libertà, sempre in simbiosi con il fratello gemello James. Questo suo meraviglioso modo di vivere terminò quando sua madre si convertì al Cattolicesimo. Le venne affiancato prima un precettore gesuita e, dopo un periodo in collegio, una governante non molto aggraziata. Allora si dedicò alla letteratura, scrisse racconti ma dopo l’allontanamento del suo gemello e la morte di un altro fratello, tre anni dopo si sposò con Lord Dixie.
Il matrimonio la salvò dal controllo materno e ripensò a quel viaggio tanto agognato nel ritrovare quello Yeti, a cui aveva per anni pensato.
      Lady Florence Dixie aveva letto appunti vari e libri su quello che poi sarebbe diventato “l’abominevole uomo delle nevi“, desiderava ardentemente avere notizie, conoscere questo essere di cui tutti parlavano e che nel primo suo viaggio nelle Ande non era stato possibile trovare.
Lesse i racconti di un altro esploratore, suo connazionale, C.G.Musters, che diceva di aver sentito parlare di un certo Yeti andino chiamato “el trauco“. È una specie di satiro peloso di bassa statura, con in mano un' ascia di pietra e un bastone. Musters così come Darwin non avevano né visto, né creduto a quest’uomo selvatico che secondo i montanari di tutto il mondo viveva nelle alte cime della Ande.
      Si sentiva anche parlare di un “Eldorado”, una mitica città perduta tra quelle cime, ricca di tesori.
La giovane Lady Florence non andava alla ricerca dell’oro, era molto benestante di suo; il suo era un viaggio avventuroso, basato sulla caccia, in linea con il gusto dell’esotico che avevano tanti altri inglesi dell’epoca. Oltre al marito, lady Florence partì con due dei suoi fratelli con la scommessa di trovare lo Yeti e la felicità di poter cacciare e cavalcare tra la pampa.
In quella spedizione volle portare con sé la stessa guida che aveva accompagnato Musters. Si avventurarono per lungo e per largo lungo le Ande occidentali, ma senza alcuna novità. Conobbe ed interrogò genti di razze diverse e di usanze molto lontane dalle sue, come il mangiare carne cruda.
      Capì che gli incroci tra le popolazioni potevano portare solo al peggioramento delle etnie originarie. Cercò di paragonare il mondo andino alle tribù del Nord America, vedeva tra loro molte affinità come l’abitudine di comunicare con segnali di fumo, colorarsi il corpo, credere negli sciamani e negli uomini della medicina. Dopo vari giri in queste zone dovette ricredersi, chiese anche il parere al grande Darwin, che risultò del tutto negativo e pensò allora di trascrivere questi suoi e altrui racconti in due romanzi. In uno di essi lo Yeti delle Ande diventa una specie di King kong, selvaggio ma gentile, che si prende cura di una giovane esploratrice come lei.
Ormai delusa dalle sue ricerche negative in tal senso, torna in Gran Bretagna e , subito dopo, si professa animalista e vegetariana, contraria del tutto alla caccia e alla vivisezione e purtroppo termina di scrivere, colpita da diverse malattie.
Emanuela Scarponi