16-03-2020


                                                                                                                                              Gli Etruschi ed il mare
                                                                                                                Una grande mostra con reperti inediti alla Centrale Montemartini di Roma
                                                                                                                 “Egizi-Etruschi. Da Eugene Berman allo Scarabeo dorato”

        La grandiosità della civiltà egizia si fa leggenda, di racconto in racconto dei marinai che attraversano il Mediterraneo, nell'arco del tempo. Le leggende ed i racconti delle piramidi egizie, delle credenze religiose, delle tradizionali metodologie di mummificazione dei loro defunti fanno il giro del mondo e finiscono per influenzare anche inconsapevolmente la storia e le tradizioni dei popoli del Mediterraneo, culla delle antiche civiltà umane, e forse non solo, oltrepassando lo spazio ed il tempo. Le storie dell'antico Egitto raggiungono anche l'Etruria, che seppure civiltà più tarda nei secoli, conserva elementi propri della civiltà egiziana.
Fenici, Greci e Cartaginesi scambiano prodotti attraverso il Mar Mediterraneo e portano con sé anche tradizioni dei popoli incontrati, raggiungendo l'Etruria, le origini della cui popolazione restano ancora ignote e rappresentano ancora oggi un mistero per gli studiosi.
L'Etruria si estende nelle odierne Regioni italiane della Toscana e del Nord del Lazio. E degli Etruschi restano intatte le città funerarie, con le famose tombe ancora intatte.
Ogni qualvolta ci si accinge ad osservare le tombe etrusche che gli agricoltori di tanto in tanto scoprono arando il terreno, non si può fare a meno di pensare all'antica civiltà egizia. Lo stesso dicasi per le piramidi maya, anch'esse tarde rispetto all'antico Egitto, e con funzioni diverse dalla sepoltura, ad eccezione della meravigliosa piramide di Palenque e del suo re, su cui tante leggende si narrano. Le somiglianze sono tali da ispirare inconsapevolmente la nostra immaginazione...
Gli Etruschi furono sicuramente un popolo di marinai. Tito Livio scrisse in proposito: “La potenza degli Etruschi era così grande, che la fama del nome loro empiva non solo la terra, ma anche il mare in tutta l’estensione dell’Italia, dalle Alpi allo stretto di Messina”. Testimonianze tipiche della civiltà etrusca, come vasi di bucchero e bronzi lavorati, sono venute alla luce in Sardegna, nella Francia meridionale, in Spagna, in Grecia, in Africa settentrionale, in Asia Minore e Cipro e ciò attesta l'esistenza di una importantissima marina mercantile etrusca che rivaleggiava per il dominio del mare con Greci, Cartaginesi e Fenici.
Lo scambio sui mari con tutti questi popoli trasformò lo stile di vita ed aiutò lo sviluppo della società e dell'economia etrusca. Riporto il titolo di una pubblicazione individuata molto interessante a tale riguardo:"Manufatti etruschi e italici nell'Africa settentrionale (IX-II sec. a.c), in «Corollari. Scritti di antichità etrusche e italiche in omaggio all'opera di Giovanni Colonna», a cura di D.F. Maras, Pisa-Roma 2011, ". Ulteriori scoperte recenti arricchiscono la nostra conoscenza della storia passata che ci aiuta a ricomporre il puzzle della esistenza, di cui ancora oggi conosciamo solo alcuni frammenti. Nel 2016 le scoperte di Vulci ci riportano indietro nel tempo nel ripercorrere il tragitto inverso: elementi egizi vengono rinvenuti nelle tombe etrusche. Ne scaturisce una interessantissima mostra: Egizi ed Etruschi, una grande mostra con reperti inediti che ha avuto luogo presso la Centrale Montemartini di Roma.
Tra i più significativi ritrovamenti ci sono: la testa di leone in basalto, il leone in nenfro nella necropoli della Osteria; l'amuleto del Dio Nefertum in faience nella Tomba Castellani, lo Scarabeo dorato di Vulci. La presenza di amuleti egizi, rinvenuti in contesti tombali nelle recentissime campagne di scavo a Vulci, importante centro dell’Etruria meridionale, offre lo spunto per un confronto tra gli abitanti della Valle del Nilo e gli Etruschi, accomunati nella fantasia popolare dallo stesso alone di mistero. La civiltà etrusca, infatti, era aperta agli scambi commerciali e culturali con gli altri popoli che si affacciavano sul Mediterraneo e ne eredita l'essenza, facendole una sua forma d'arte. Lo scarabeo infatti è uno dei simboli più comuni nel mondo egizio, che ricorda l’aspetto del sole al mattino: Khepri, derivante dal verbo kheper, rinascere: è quindi essenzialmente un simbolo di resurrezione e non poteva mancare sulle mummie, posto in corrispondenza del cuore.
L'effettiva decadenza degli Etruschi iniziò nel 474 a.c. sul mare, quando i Greci d'Italia guidati dalla città di Siracusa gli inflissero presso Cuma una sconfitta decisiva, e subito dopo essi persero il controllo del Mar Tirreno. Con la perdita dell'indipendenza politica si concludeva il ciclo di un antico popolo che per secoli aveva primeggiato, per cultura e per ricchezza, nel bacino del Mediterraneo occidentale.

Emanuela Scarponi