“Rigenerazione urbana”
Tutti noi abbiamo sentito dire di transizione ecologica, energetica: siamo in un’epoca in trasformazione.
Vediamo insieme che cosa si intende per rigenerazione urbana, ascoltando la spiegazione di più persone riunite.
Alla fine del mese di settembre, alle ore diciassette in una delle sale dell’Unar, sede delle associazioni regionali del nostro territorio, si è tenuta una interessante conferenza.
Dell’argomento si è iniziato a parlare da oltre cinquanta anni e viene discusso molto ultimamente.
Presenti tra i relatori: professori, ingegneri e avvocati e dal pubblico: scrittori e conoscitori della materia: la crisi che ha colpito le città e l’esigenza della rigenerazione urbana.
L’ingegnere civile edile, Maurizio Scarponi apre la conversazione volgendo lo sguardo sulle città. Non sempre ridenti, alcune case potrebbero crollare per instabilità territoriale.
Il problema è sotto gli occhi di tutti. La crisi energetica si avverte via, via, sempre più.
L’edilizia e l’urbanistica sono chiamate per apportare delle scelte più razionali e cercare nuove vie di sbocco.
Traffico, inquinamento acustico, dell’aria, difficoltà nel parcheggio, si cerca
usare ciò che è consentito a consumo ridotto, fino a zero.
A questo punto prende la parola l’avvocato Carnevali vice presidente dell’Unar e rappresentante regionale.
L’avvocato Carnevali parla dell’Unar: la casa delle regioni, che ospita la rappresentanza di 31 regioni territoriali.
Si riferisce a parole di rispetto, amore e difesa per il territorio.
Dare vita alle città, verso un percorso crescita sostenibile. La citta sana, sostenibile per migliorare le nostre vite e delle future generazioni.
La sede delle regioni di Roma ricomprende 1000 mq.
Nelle aree accessibili si possono installare dei pannelli solari, per l’energia termica alternativa.
Il piano sottostante riceve studiosi italiani e stranieri, per gli studi in biblioteca.
Ipotizza un progetto comunitario, che ospiti i rappresentanti di associazioni locali e straniere e centri specializzati, per migliorare la qualità della città.
Menziona il dottor Antonio Maria Masia, Presidente; Gremio Sardo non presente al momento e conclude.
L’ingegnere Scarponi presenta il professore Alessandro Bianchi ex ministro, oggi fondatore della scuola di rigenerazione urbana.
Il professore trae spunto dalla pubblicazione di un suo “libretto” come egli l’ha detto, intitolato: “Rigenerare il bel paese”: la bellissima Italia.
Si può anche usare il termine anche il brutto paese, sembra che di brutture ce ne siano molte ed il sottotitolo è: “la cura di un patrimonio dismesso e sconosciuto”.
Il prof. Bianchi parla del professore e amico Stefano Aragona e di Ivan Battista presenti in sala. I. Battista è autore del libro: “ Psicourbanistica della città ideale”.
Che cosa è la rigenerazione urbana.
Roma è piena di parole, che riguardano rigenerazione urbana.
Il termine non è da confondersi con altre attività, che hanno inizio dal 1970: riqualificare, ristrutturare, recuperare.
Qualunque amministrazione parla di rigenerazione urbana, il PNRR enuncia uno stanziamento molto cospicuo per la cura ed il progetto della stessa.
Stante la interpretazione, nello stesso documento del PNRR, non sono espressi i motivi di una vera azione di rigenerazione urbana, per attuare il piano urbanistico.
Considerare la rigenerazione urbana vuol dire prendere un edificio dismesso ed in disuso, come ad esempio, un ospedale psichiatrico, una caserma e nello stato di abbandono e farne un nuovo edificio, con una destinazione di uso diversa da quella originaria.
Diversa cosa è se modifico con un abbellimento, la piazza del paese, svolgo un’azione meritoria ma non di rigenerazione urbana.
Dismettere la pratica espansiva dalla citta alle periferie, dismettere il consumo di suolo per costruire.
Considerare il terreno già esistente sul territorio, guardare gli edifici dismessi ed in disuso e farne un qualcosa che serva.
Rivedere il patrimonio dismesso ed abbandonato, fino a conferirgli un’altra funzione.
Nuove costruzioni pensate e realizzabili su edifici preesistenti, potrebbero colmare sacche di insicurezza, inquinamento e dissonanze architettoniche.
Il prof. Bianchi si sofferma sulla consistenza di questo, immenso, patrimonio dismesso. Notizie dalla sua pubblicazione.
9.000 km di aree industriali.
20.000 km complessi religiosi forse destinati ad aumentare.
25.000 km impianti sportivi.
1.800 km tra edifici e suolo militare. Le caserme di via Guido Reni che non hanno più un acquartieramento militare. Venne pubblicato un bando di concorso, da tempo. Resta l’attesa di spartizione di competenza degli appalti.
Dal lato opposto, dopo un breve camminamento, c’è il Museo Maxi, esempio di rigenerazione urbana per metà, usate strutture già esistenti.
!4.000 km di cave riserve di minerali per lo più zolfo. Possibile la riedificazione per valorizzarne la componente estetica.
600 case cantoniere, case rosse.
1.700 km. Di stazione ferroviaria, binari non più in uso per 1.600 km.. Percorsi che potrebbero essere piste ciclabili.
3.000 miniere dismesse diffuse molto in Sardegna. Potrebbero essere luoghi per i visitatori, testimonianze dei lavori di un tempo.
Poligoni di tiro dopo Anzio e Nettuno, fronte mare.
Siamo di fronte ad un patrimonio esistente per un’azione sistematica.
Si affacciano due grandi avversari rispetto alla rigenerazione urbana la speculazione edilizia e la rendita fondiaria, deterrenti alla restituzione della funzionalità e bellezza dei luoghi.
La possibilità della urbanizzazione nasce In Europa fra tutti i paesi inizia l’Inghilterra con la modifica di un genere, di un oggetto, fanno seguito Germania, Francia e Spagna con il modello eclatante di Bilbao.
Arriva da noi dopo venticinque anni di ritardo.
Il professore Bianchi entra nel dettaglio delle opere di rigenerazione urbana, passando in rassegna i luoghi e inizia dalla Francia.
Nel mezzo del fiume Senna, c ‘è un’isola dove nel 1919, la fabbrica automobilistica della Renault venne impiantata.
A seguito di altre fabbriche di supporto che vennero insediate, la precedente che durò quaranta anni venne dismessa.
Né derivò una polemica, c’era chi voleva la dismissione della fabbrica, c’era chi la voleva mantenere.
Sulle due sponde delle rive fluviali, francesi vennero realizzati due nuovi quartieri ed al posto della fabbrica di industria, nacque la casa della musica, con tre sale per concerti ed una scuola.
La Rhur non ha uguali in tutta l ‘Europa. A nord della Germania a ridosso del Reno, nota sede dell’industria carbonifera e complesso siderurgico.
L’area dismessa, in favore della manodopera indiana per l’industria siderurgica, a costo inferiore, provoca disoccupazione e un lascito ambientale pauroso, per gli agenti inquinanti.
Alcune persone riunite dettero l’avvio a lavori massivi, per rigenerare l’area che divenne: zona espositiva, musei, parchi da destinare ad attività collettive nel tempo libero.
Vauban è un quartiere sud della città di Friburgo un tempo vi era un insediamento militare francese, della seconda guerra mondiale in disuso ed abbandonato, diventa una zona ecologica.
L’ex fabbrica Pirelli accoglie un quartiere universitario: “La Bicocca” di Milano.
La Centrale Montemartini di Roma sulla via Ostiense, venne aperta dall’amministrazione Nathan e prende il nome dall’ingegnere Montemartini all’epoca assessore al Comune, per erogare elettricità ai quartieri romani.
Restò in seguito chiusa per venticinque anni.
La Sovraintendenza Capitolina aveva bisogno di avviare un progetto lavori sul verde e vi ha ricollocato quattrocento statue.
Resta un edificio tra i piu grandi d’Europa, che ospita quattrocento statue di epoca romana.
L’ ex Italsider di Bagnoli insiste in uno degli ecosistemi, unici al mondo.
Nel 1990 avviene l’ultima colata di ferro, sono passati trentaduenni e nessuno si è mosso per dare nuova vita al complesso industriale, abbandonato.
Ci spostiamo a sud di Reggio Calabria nel mar Ionio, in un centro d’acqua c’è un lago salato, dove nidificavano le cicogne e vicino un paesino abbandonato, uno stabilimento venne costruito e l’attività lavorativa non venne aperta, doveva produrre mangimi per animali.
L’ Istituto Superiore di Sanità non concesse l’autorizzazione e quello che ne consegue.
Altri due simili obbrobi in Lamezia Terme ed in una fabbrica di Crotone.
L’Elettrochimica di Papigno viene abbandonata. Interviene Benigni e apre degli studios, e poco dopo abbandonati, per un fallimento.
Siamo al solito una zona abbandonata, senza la cura di nessuno
Le antiche Colonie estive di Rimini edificate tra il ’30 e il ’40 accoglienti per cinquecento e seicento ragazzini per le vacanze, almeno cento e più edizioni del genere.
Sono opere pregevoli dell’architettura di quegli anni. Edifici di questo genere come le case del fascio e ex uffici postali sono espressioni di un patrimonio considerevole.
Un lascito dismesso, che affida il compito alle amministrazioni di una rigenerazione cambiando le caratteristiche per cui erano stati costruiti, con soluzioni ambientali urbane.
Il professore Bianchi richiama un’immagine: la fenice urbana muore e rinasce mille volte con un volto diverso.
Il professore Stefano Aragona ci parla dal pubblico, di una zona industriale a sud est della città dismessa e lasciata.
Si decide di dare una nuova destinazione, con la costruzione di un centro commerciale. Durante i lavori dagli scavi esce acqua che forma a poco a poco un lago. Punto naturalistico riconosciuto dalla stessa regione.
Gli elementi naturali: terra, acqua e vento sono legati alla rigenerazione urbana.
Tanti edifici abbandonati costellano la città, tra cui alcuni ospedali.
Si richiede una presa diretta. per una destinazione di questo illustre patrimonio, per essere vissuto in piena regola.
Rendere la città sostenibile è un obbligo, non solo morale, sono le normative di supporto e di adempienza che riescono a conferire un nuovo decoro alla città.
Ivan Battista punta a far convergere altre conoscenze in materia di urbanistica, come psicologia e neuroscienze, finalizzate ad accrescere la vivibilità territoriale.
Uno psicologo per svolgere il suo compito non deve essere un costruttore, un bravo ingegnere o architetto dovrebbe, forse, possedere doti da psicologo. Da un breve commento dell’oratore.
La rigenerazione urbana dà nuova vita e sostenibilità all’ambiente, le città e il territorio vivibile saranno a beneficio nostro e delle prossime generazioni.
Claudia Polveroni

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