“Yemen: particolarmente tragica la condizione dei bambini: uno su quattro soffre di malnutrizione acuta…solo la metà degli ospedali funziona normalmente, la gente non può permettersi nemmeno i farmaci di base…Per questo, un bimbo su dieci muore di malattie curabili…Secondo l’Onu, quella yemenita è l’emergenza umanitaria più grave dei nostri tempi…Un conflitto ‘per procura’: sul territorio yemenita Riad e Teheran si affrontano per l’egemonia sull’area del Golfo”

 

SO Majocchi: “La Commissione ieri (14 luglio, ndr) ha presentato il suo pacchetto di proposte (Fit for 55 Package) per estendere il campo di applicazione del carbon pricing a settori che ne sono attualmente esclusi, in particolare per quanto riguarda il trasporto e il riscaldamento domestico…In ogni caso, al di là dello strumento adottato, l’importante è far pagare un prezzo anche in questi settori…L’Europa si potrà così presentare alla Cop 26 – che si aprirà a Glasgow il 31 ottobre 2021 – avendo esteso un sistema di carbon pricing a tutti i settori…L’adozione di un aggiustamento fiscale alla frontiera è progettata per mettere le aziende dell’Ue su un piano di parità con i loro concorrenti, al fine di prevenire il cosiddetto carbon leakage, in quanto le industrie dell’Unione che rientrano nell’Ets (Emission trading system) rischiano di diventare meno competitive, incentivando così lo spostamento di una parte della produzione europea all’estero, dove può realizzarsi a prezzi più bassi in assenza dell’imposizione di un prezzo sul carbonio…Ma per raggiungere l’obiettivo di generalizzare il carbon pricing a livello globale che è indispensabile per controllare i cambiamenti climatici, l’Europa dovrà mettere in campo una strategia fondata sul tentativo di raggiungere nella Cop un accordo multilaterale per introdurre un prezzo minimo del carbonio in tutti i paesi del mondo…”

 

RE Dassù: “…La transizione energetica dell’Europa, che si è impegnata a ridurre le emissioni inquinanti del 55% entro il 2030, dovrà essere accompagnata da un’azione di politica estera, da una vera e propria geopolitica del clima…uno degli strumenti previsti dal pacchetto ‘Fit for 55’, la tassa sul carbonio alla frontiera: una scelta che punta a compensare i costi ambientali delle imprese europee ma che avrà naturalmente un impatto sui nostri partner commerciali. Traducendo in termini semplici la logica del cosiddetto ‘meccanismo di aggiustamento’, la Ue intende introdurre una forma di dazio (sul contenuto di carbonio dei prodotti importati) per proteggere i propri produttori da inevitabili svantaggi competitivi; così facendo rischia però di creare un ostacolo agli scambi globali, innescando alla fine pressioni protezionistiche…In altri termini, se la transizione energetica diventerà, come sta in parte accadendo, un puro elemento di competizione economica, tecnologica e geopolitica, la sfida ambientale verrà persa. Vedere con il G20 presieduto dall’Italia e con la Cop 26 dell’autunno, che si preannuncia non facile, quanto si riuscirà a tenere aperto un canale di cooperazione globale…”

 

DO Da Rold: “Il presidente americano, Joe Biden, ha ricevuto alla Casa Bianca la cancelliera tedesca Angela Merkel, in un clima francamente rasserenato tra i due alleati Nato…Si è parlato soprattutto del North Stream 2, il raddoppio di un gasdotto costruito per trasportare attraverso il mar Baltico il gas proveniente dalla Russia all’Europa passando dalla Germania. Un progetto al centro di forti tensioni perché considerato dagli Stati Uniti come un rischio per la sicurezza e di cui Merkel ha avuto occasione di recente di parlare anche con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in visita a Berlino…Biden ha espresso la sua preoccupazione e la Cancelliera ha insistito sullo sviluppo di ‘meccanismi affinché l’energia non venga utilizzata contro l’Ucraina’…In generale Biden ha bisogno che Merkel e il suo successore abbiano ‘un atteggiamento meno oscillante nei confronti di Russia e Cina’…La Cancelliera sta conducendo una campagna per un accordo di investimento tra la Ue e la Cina siglato il 30 dicembre scorso…ma ora bloccato dalla forte opposizione del parlamento europeo, dove Washington vorrebbe convincere gli europei ad adottare la sua linea dura contro la politica espansionistica di Pechino…”

 

AV Sanaa: “…In Yemen, sei anni di guerra e 130mila vittime…L’inflazione galoppante ha messo in ginocchio l’economia dello Yemen, già fragile prima del conflitto. Il Fondo monetario internazionale parla di ‘crisi umanitaria’. Un dramma confermato dall’ultimo rapporto dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati: venti milioni – su una popolazione di 29 milioni – ha necessità di aiuti per sopravvivere…Particolarmente tragica la condizione dei bambini: uno su quattro soffre di malnutrizione acuta…solo la metà degli ospedali funziona normalmente, la gente non può permettersi nemmeno i farmaci di base…Per questo, un bimbo su dieci muore di malattie curabili…Secondo l’Onu, quella yemenita è l’emergenza umanitaria più grave dei nostri tempi…Un conflitto ‘per procura’: sul territorio yemenita Riad e Teheran si affrontano per l’egemonia sull’area del Golfo…”

Federica Bifulco 


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