Chang Tae-you a Roma: il K-Drama tra cucina e storia

Il Regista sudcoreano racconta «Bon Appétit, Maestà» e la sensorialità come emozione televisiva

 

Il 7 novembre scorso, presso l’Istituto Culturale Coreano, in Roma, si è tenuto un incontro con il Regista sudcoreano Chang Tae-you, promosso dal Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo della Corea del Sud, con la presenza dell’Ambasciatore della Repubblica di Corea in Italia, Kim Choon-goo, della Direttrice dell’Istituto Cultuale Coreano Kim Nury e del Vicepreside della Scuola nazionale di cinema - Centro sperimentale di cinematografia, Flavio De Bernardinis.

L’evento, organizzato e curato dall’Istituto Culturale Coreano in Italia, con la collaborazione del Korea Creative Content Agency (KOCCA), era molto atteso, tanto che i posti disponibili si sono esauriti in soli cinque minuti dall’apertura delle prenotazioni.

 

Chang Tae-yoo è un regista sudcoreano noto per aver firmato serie televisive di grande successo, come «My Love from the Star» e «Hyena», e la sua recente produzione, «Bon Appétit, Maestà» (2025), disponibile su Netflix, ha conquistato pubblico e critica per la sua capacità di intrecciare temi culinari, introspezione emotiva e romanticismo. Di questo drama e della sua realizzazione il Regista ha parlato diffusamente nell’incontro presso l’Istituto Culturale Coreano.

 

«Bon Appétit, Maestà»

«Bon Appétit, Maestà» racconta la storia d’amore tra un Tiranno, il re Lee Heon (이헌), interpretato dall’attore Lee Chae-min e la Chef Yeon Ji‑yeong (연지영), interpretata dall’attrice Im Yoon‑ah.

L’eccellente Chef, che sta per ottenere le tre stelle Michelin, dopo aver vinto in un contest, si ritrova misteriosamente nel passato, durante il regno del tiranno Lee Heon (personaggio ispirato alla figura storica di Yeon San-gun), parimenti famoso nel drama per la ferocia e il palato sopraffino.

 

Per questo drama, il Regista ha preso spunto dal concept di Mille e una notte: come Shahrazad, la vita della Chef sarà sacrificata qualora non riesca a soddisfare il palato del Re, creando ogni giorno una pietanza diversa.

Il tema della serie è che la cucina può cambiare la persona, come avviene per il Re, che da Tiranno diventa un Re buono. Il cibo è un trasmesso dell’amore tra i protagonisti ma anche dell’amore familiare, evocando i ricordi, come quello della madre e dell’infanzia. Ogni piatto ha una sua memoria. Certamente, certi aspetti storici non potevano essere cambiati ed il Re realmente esistito cui si ispira il personaggio della serie, Yeon San-gun (연산군), rimane un Tiranno, anche se non sempre è stato responsabile di eventi a lui attribuiti.

 

Essendo il tema principale della serie il cibo e la cucina, il titolo di ogni puntata corrisponde al nome della pietanza che in essa viene servita. È stato quindi richiesto un lavoro accurato per scegliere i piatti da presentare nel drama.

Come primo piatto, che sarebbe stato servito alla fine del primo episodio, è stato scelto il Bibimbap, una delle preparazioni più antiche e comuni in Corea. Questa pietanza tipica consiste in riso, accompagnato da una selezione di verdure, talvolta anche da carne, e un uovo, il tutto da mescolare con il gochujang, la salsa di peperoncino coreana. Tuttavia, il Bibimbap, se era fortemente rappresentativo della cucina coreana, era anche troppo comune; pertanto, il Regista ha consultato i migliori Chef coreani per renderlo speciale.

Grande cura è stata trasfusa nella realizzazione dei piatti, che in definitiva risultano essere una versione fusion tra influenze occidentali e la cucina coreana più tradizionale, per mantenere credibilità storica. Così, nel creare la versione del Bibimbap presentato nel drama, invece di utilizzare un riso bianco come quello moderno, si è cercato di riproporre il riso dell’epoca, aggiungendo cereali e altri ingredienti tipici, oltre al gochujang. Il tipico piatto coreano tradizionale così ottenuto è stato arricchito da un tocco che potesse rispecchiare la protagonista, una Chef di formazione francese, aggiungendo il burro, cotto per renderlo più scuro e gustoso.

Gli Chef internazionali chiamano questo tipo di elemento «kick», ossia una nota che stupisce, stimolando le papille gustative in modo diverso dal consueto. In ogni piatto è stato inserito un kick che lo ha reso particolare, talvolta anche nella presentazione, come i fiori sul piatto di Bibimbap, assenti nel piatto tradizionale. Anche l’uovo che la Chef utilizza, nella serie è di uccello selvatico.

 

Nel processo di elaborazione culinaria, per assicurare fedeltà storica si è persino creata una versione naturale di esaltatore di sapidità (msg), mescolando ingredienti presenti in quel periodo. Come pure per i macarons, per portarli in cinque colori che rappresentassero i quattro punti cardinali più il centro, sono stati selezionati coloranti naturali disponibili all’epoca.

 

Definito dettagliatamente ogni piatto, è stato necessario concentrarsi sull’impiattamento, usando la grafica computerizzata. Si dice che un piatto si gusti tre volte: prima con gli occhi, poi con il naso e quindi con la punta della lingua. Trattandosi di una serie tv che non consentiva di trasmettere il sapore e il profumo, il Regista si è concentrato sull’impatto visivo. A questo è stato aggiunto poi l’aspetto uditivo, esaltando i rumori della cottura dei cibi e della degustazione.

 

L’ultimo step, per ogni piatto, era la degustazione. La protagonista prepara il piatto e il Re lo mangia, e da questa relazione armonica nasce l’amore destinato a crescere tra i due protagonisti. Il Regista si è quindi concentrato molto anche sulle scene di degustazione. Come per le opere d’arte come la “fontana” di Duchamp, anche per l’arte culinaria è fondamentale l’interpretazione del piatto, da parte dello Chef che lo crea e di chi lo degusta. Non poteva quindi bastare, nel drama, un semplice apprezzamento: era necessaria la descrizione del sapore, del profumo, del gusto, come fosse un assaggio di vino da parte di un sommelier. Dal punto di vista visivo, quando il sapore era considerato “esplosivo” si è ricorso ironicamente anche a rappresentazioni simboliche come i fuochi di artificio o una discoteca, come nel caso della “scoperta” dei macarons.

 

Chang si è detto molto sorpreso dall’entusiasmo con cui la serie è stata accolta non solo in Corea, ma anche nel resto del mondo, soprattutto trattandosi di un drama non doppiato. In quanto serie storica, presenta anche spunti moderni che possono avere un impatto particolare. Lo preoccupava ad esempio che nella serie le persone venissero presentate come molto vivaci, mentre storicamente erano molto più seri e soprattutto severi a proposito della gerarchia, ma ha scelto di incentrarsi sull’aspetto melodrammatico e comico, con lo stile di regia e la scrittura della sceneggiatura, sforzandosi di far convivere nel drama tradizione e modernità. Era fondamentale riuscire ad armonizzare questi due elementi, la cui coesistenza è stata esaltata nelle foto promozionali, che ritraggono il Re dinanzi ai 12 piatti serviti e la Chef in tenuta moderna.

 

Precisazioni (contiene spoiler)

Il finale di «Bon Appétit, Maestà» ha sollevato domande ovunque, anche in Corea, perché mentre è chiaro che la protagonista torna all’epoca presente tramite la magia del libro di cucina, resta piuttosto oscuro come il Re approdi ai tempi moderni. In realtà, c’è un momento in cui una pagina del libro, che era stata strappata, cade vicino al Re, che giace a terra. La ripresa messa in onda si ferma lì, mentre era stata girata anche una scena in cui il Re piange sulla pagina e le lacrime, cadendo, attivano la magia che lo porta nella modernità.

La televisione coreana ha ritenuto che la scena fosse ridondante, essendo seguita subito dopo da quella in cui la protagonista piange perché vuole tornare dal Re. Così, anche per rendere più drammatico il pianto della Chef, è stato deciso di tagliarla.

 

Il k-drama

Come i registi Bong Joon-ho (봉준호) e Park Chan-wook (박찬욱), che sono stati invitati ai vari Film festival, e gli attori coreani che sono stati premiati, anche il k-drama concorre alla diffusione della produzione cinematografica coreana e la rende internazionale.

Per spiegare brevemente cosa è il k-drama, il Regista ha anzitutto parlato della k-speed, ossia della velocità produttiva tipica dell’industria coreana, che è molto elevata rispetto alle altre produzioni.

«Bon Appétit, Maestà», ha richiesto tempi abbastanza lunghi nella pre-produzione, fase che solitamente richiede molto lavoro, comprendendo la scrittura della sceneggiatura, la ricerca delle location, la selezione del cast e dello staff. Seguono poi le riprese e la fase di post-produzione.

Per preparare la sceneggiatura di questo drama e pianificarne la realizzazione con la tv coreana è stato necessario un anno e mezzo, e altrettanto ha richiesto la preparazione dei piatti, con vari Chef coreani e stilisti dell’impiattamento. Le fasi successive, invece, sono durate meno di un anno: la registrazione, con 100 giorni di riprese distribuiti in un arco di circa sei mesi, il montaggio e la post-produzione. Chiuso il casting a fine gennaio 2025 ed iniziate le riprese, la proiezione è iniziata a fine agosto dello stesso anno.

 

La seconda caratteristica del K-drama è la capacità che ha di lanciare tendenze in moda e lifestyle (k-trend). Ogni produzione tende a realizzare un nuovo trend e coloro che guardano la nuova serie si vogliono sentire alla moda. Anche il modo di truccarsi e vestirsi degli attori influenza le tendenze, e la sceneggiatura deve attenzionare questo aspetto.

 

Per creare un buon drama occorrono poi tutti gli altri fattori: i k-actors e il k-staff, il regista, il fotografo, i musicisti.

Infine, essenziali sono gli spettatori ed i loro feedback, che in Corea sono spesso molto severi. Quando un episodio funziona, la reazione è molto positiva, ma se il successivo non è soddisfacente, gli spettatori possono persino insultare. Infatti, dal momento che i commenti sono raccolti in forma anonima, le opinioni sono espresse in modo molto diretto. Tuttavia, in certi momenti, questo può aiutare a migliorare la serie. Nel recepire le reazioni degli spettatori, le serie tv coreane progrediscono e accrescono la loro diffusione.

 

Epilogo

Dopo l’incontro, il Regista Chang Tae-you si è intrattenuto fino a tardi con il pubblico, rispondendo con cortesia alle domande e concedendosi con disponibilità per foto e autografi.