Il regista Chang Tae-you e la serie «Bon Appétit, Maestà», cosa sapere prima dell’intervista

 

Chang Tae-you (장태유) è un regista e produttore sudcoreano. Ha iniziato la sua carriera come assistente alla regia nel drama televisivo Tomato (1999). Nel 2006 dirige il suo primo drama come regista principale, «The 101st Proposal», seguito nel 2007 da «War of Money», che ottiene grande successo e lo qualifica come Regista capace di creare un drama televisivo d’autore. Dirige quindi, insieme a Jin Hyuk, il drama storico «Painter of the Wind» (2008), tratto dall’omonimo romanzo di Lee Jung-myung, accolto con entusiasmo dalla critica. Con «War of Money» e «Painter of the Wind», Chang consolida la sua rilevanza nel panorama televisivo coreano. Segue «Deep Rooted Tree» (2011), altro drama storico, anch’esso trasposizione di un romanzo di Lee Jung-myung.

«My Love from the Star» (2013–2014), interpretato da Jun Ji-hyun e Kim Soo-hyun, è una commedia romantica fantascientifica che conquista un’enorme popolarità in tutta l’Asia. Chang Tae-you è ormai uno dei registi coreani più influenti del decennio, in grado di combinare elementi fantastici, umoristici e melodrammatici. Dopo il successo internazionale di «My Love from the Star», dirige i drama «Hyena» (2020), «Lovers of the Red Sky» (2021) e «Knight Flower» (2024), seguiti da «Bon Appétit, Maestà» (2025).

 

«Bon Appétit, Maestà» (contiene spoiler minori)

 

La serie racconta la storia di una giovane Chef di talento Yeon Ji‑yeong (연지영), interpretata dall’attrice Im Yoon‑ah, prossima a conquistare le tre stelle Michelin, che a causa di un misterioso evento viene trasportata nel passato, durante il regno del tiranno Lee Heon, interpretato dall’attore Lee Chae-min. Il Re, noto per la sua ferocia ma anche per il raffinato palato, diventa il centro della sua vita quotidiana. Nella cornice del palazzo si alternano intrighi di corte, gesti delicati, sapori sorprendenti e attimi di intimità rubata, mentre la cucina diventa un linguaggio di emozioni e memoria, che cambia le persone. In questo contesto, nasce un amore intenso e silenzioso tra la Chef e il Re, un legame destinato a sfidare la storia. Una storia di passione, arte culinaria e cambiamento, dove ogni piatto racconta più di mille parole.

 

Il titolo del drama gioca sull’ambivalenza tra il piacere gastronomico e la dimensione regale del contesto, rivelando la duplice natura del progetto: melodramma romantico e riflessione sulla sensibilità e vulnerabilità del potere.

 

La serie trasforma un contesto apparentemente leggero, la cucina e la vita di corte, in un racconto complesso, dove gesti quotidiani e cibo veicolano emozione, memoria e potere. Una fotografia curata e un uso simbolico del colore contribuiscono a definire lo spazio come riflesso interiore dei personaggi. La loro costruzione psicologica si avvale di un uso attento della luce e della valorizzazione della tensione silenziosa nei rapporti umani.

 

Particolare attenzione è riservata alla direzione degli attori. Chang seleziona attori con presenza scenica, capacità emotiva e versatilità, guidandoli nella espressione di micro-espressioni per riflettere la psicologia dei personaggi. Enfatizza anche la coralità e l’interazione tra personaggi; i ruoli secondari supportano la narrazione e il ritmo emotivo.

In Bon Appétit, Maestà, il cibo non è solo elemento scenografico: ogni ricetta, ogni gesto di cucina, è carico di significato emotivo. I pasti condivisi simboleggiano alleanze, tradimenti e riconciliazioni. Gli ingredienti scelti per la preparazione diventano estensioni dei sentimenti dei personaggi, un linguaggio silenzioso che permette allo spettatore di comprendere relazioni e tensioni senza dialoghi espliciti.

 

La serie mantiene equilibrio tra suspense drammatica, intrighi di palazzo coerenti con la ricostruzione storica, romanticismo e leggerezza (scene di cucina, dialoghi spiritosi, momenti di intimità): ogni gesto, dalla disposizione dei piatti alla preparazione dei cibi, contribuisce al ritmo narrativo lento. Alternando primi piani per emozioni intime e campi lunghi per scenografia storica, Chang restituisce un flusso visivo coinvolgente, coerente con l’atmosfera e i temi della serie.