2-08-2019

INTERVISTA a Marina BRUDAGLIO, giornalista e promotrice cine-turistica per L'Isola del Cinema


EMANUELA SCARPONI. In occasione della presentazione del documentario “Kathmandu: la valle incantata” in quella serata meravigliosa del 9 agosto dell’estate romana, a cura di Cinema e libri, incontriamo Marina Brudaglio, presso l'Isola del cinema che ci racconta la serata e le sue impressioni di spettatrice.

MARINA BRUDAGLIO. Buonasera a tutti, non mi aspettavo questa intervista, ma ne sono contenta perché, confesso che il reportage in essere mi ha distratto dal solito lavoro presso l'Isola Tiberina che, oltre ad essere un fulcro di Roma per tanti motivi, da quello storico a quello interreligioso, interculturale, diventa proprio un'agorà in cui si incrociano tanti mondi, tanti linguaggi e questa serata, in particolare, mi ha colpito l'argomento che riguarda il Nepal. Quindi entriamo con la mente in un altro Paese, in un'altra cultura. Si è parlato di Buddhismo. Ho visto tante belle immagini, mi hanno colpito le parole del libro” Kathmandu: la valle incantata” ed i particolari suoni emessi dalla campana tibetana diffusi sull'intera Isola.
Mi è piaciuta la serata dedicata al Nepal perché ha contato sul coinvolgimento di tutti questi linguaggi, per cui l'attenzione degli ospiti è sempre stata alta. Eventi del genere valorizzano ancora di più quello che l'Isola del cinema vuole essere.

EMANUELA SCARPONI. Esatto! Un incontro tra letteratura e film.

MARINA BRUDAGLIO. Esattamente! Fra linguaggi appunto che, in qualche modo, sono interdipendenti e si alimentano vicendevolmente.
A maggior ragione, questo viaggio in Oriente è stato anche allettante, era quasi come sentirne un po' i profumi ed averne una visione, attraverso sia le descrizioni che sono state fatte rispetto al libro, che dal video-documentario che è stato proiettato e dalle tante testimonianze. Quindi è stata una bellissima esperienza, sicuramente di valore.

EMANUELA SCARPONI. E della mostra fotografica?

MARINA BRUDAGLIO. Quanto alla mostra fotografica sull'Isola Tiberina è sicuramente un'esperienza da ripetere.

EMANUELA SCARPONI. E' stata un'esperienza unica anche per noi l'Isola del cinema!

MARINA BRUDAGLIO. Fantastico, sono contenta, anche perché questo luogo diventa proprio un'Isola per un incontro che sia di culture, di pensieri, di linguaggi.

EMANUELA SCARPONI. Soprattutto la cosa interessante dell'Isola del cinema e dell'Isola Tiberina in generale, è che persone che passeggiano e che vivono l'estate romana, riescono anche ad interagire con nuove esperienze.

MARINA BRUDAGLIO. Infatti è proprio questo! Essendo l'Isola aperta quasi esclusivamente l'estate, chi viene a fare una passeggiata, avendo in programma di vedere un film in cartellone, in realtà si trova coinvolta in una serie di altre esperienze impreviste, come quella di trovarsi catapultati in Nepal, per esempio, piuttosto che in un altro Paese o in situazioni culturali sempre diverse e, in qualche modo, stupefacenti.

EMANUELA SCARPONI. Questo è un volto abbastanza caratteristico della nostra città, unico al mondo, soprattutto perché bisogna scoprire bene l'Isola Tiberina, percorrendola.

MARINA BRUDAGLIO. Esattamente sotto la nave di Esculapio.

EMANUELA SCARPONI. Meravigliosa, originale e unica location. È come se la nave trasportasse arte oltre che storia.

MARINA BRUDAGLIO. Sì, è proprio un'arca di cultura.

EMANUELA SCARPONI. Insomma, chiunque abbia la fortuna di vivere questo tipo di esperienza, sia come spettatore sia come protagonista, non la dimenticherà facilmente, specialmente per l'ambientazione e lo sfondo del Ponte rotto che emerge dalle acque del Tevere.

MARINA BRUDAGLIO. Se ne sta da secoli immerso nell’acqua, con le sue arcate ormai distrutte e la vegetazione spontanea che sbuca dalle sue crepe, ergendosi al centro del fiume a ricordo della sua potenza e degli effetti devastanti delle sue piene.

EMANUELA SCARPONI. In effetti, siamo immersi nella Roma cinquecentesca.

MARINA BRUDAGLIO. Si dà per scontata la bellezza di cui siamo circondati e non ci si chiede neanche più cosa sia la nave di Esculapio, perché, cosa vuol dire, chi era Esculapio.

EMANUELA SCARPONI. Ce la racconti?

MARINA BRUDAGLIO. Vi posso accennare brevemente al fatto che Esculapio era il Dio della medicina e, non a caso, su questa Isola splendida sorge anche un ospedale che è il Fatebenefratelli; quindi il Karma del luogo si ripete e appunto la forma è proprio quella di una grande nave, dovuta a tutta una storia mitologica che vi invito ad approfondire e quindi vi voglio lasciare con questa curiosità e questo studio.
Devo dire che sono rimasta sorpresa, perché ci sono tanti romani come me che magari molte cose non le sapevano dell'Isola Tiberina e proprio la quotidianità e l'abitudine non ci fanno più incuriosire. Invece quando si ha la fortuna di frequentare un luogo, per diletto o per lavoro, esclusivo e suggestivo come questo, il valore aggiunto è quello che, ad un certo punto ti ritieni fortunata a lavorare qui. E quindi penso che questa sia una riflessione da fare anche quando si è in altri luoghi di questa incantevole città, perché dietro ogni arco c'è una storia e bisogna solo saperla raccontare e avere occhi attenti per rendersene conto. L’isola Tiberina è un crocevia di incroci e di contatti tra le arti. Praticamente nasce e cresce una strada, che prima è un viottolo qualunque, ma quando poi ci si addentra si dischiude un mondo sconosciuto e conquistarlo diventa molto piacevole.


EMANUELA SCARPONI. Sul Ponte Rotto e sui suoi fantasmi circola una leggenda di due amanti: una storia d'amore tra una donna romana cinquecentesca con un abito bianco che veleggiava sopra le onde del Tevere ed un giovane innamorato che la inseguiva... . Ci dovrebbero girare un film.


MARINA BRUDAGLIO. L'Isola del cinema è stata un successo e finalmente a Roma una cosa bella resta viva. Questa è la XXIIIesima edizione, sempre con spunti nuovi e comunque sempre con attenzione all'apertura ed al dialogo interculturale verso l'esterno, soprattutto attraverso il linguaggio della settima arte, cioè l'arte visiva, che racchiude l'essenza dell'arte al suo interno. E' quindi un'esperienza bellissima che si spera resti permanente e che cresca e si rinnovi sempre come, tra l'altro, sta facendo.

EMANUELA SCARPONI. Ed allora il nepalese?

MARINA BRUDAGLIO. Il nepalese sì, perché - ripeto - si è toccata con mano una realtà e, all'interno di questo spazio, c'è stato il connubio, nello stesso evento, di una serie di linguaggi, nella stessa serata. Quindi è stata una presentazione letteraria che ha giocato e dialogato con le immagini, con i suoni. Il ricordo di questa campana, usata normalmente dai monaci buddhisti, è rimasto nei miei ricordi.

EMANUELA SCARPONI. Allora prossimamente cosa ci sarà di bello?

MARINA BRUDAGLIO. Diversi film. Parlando di settima arte, però invito ad andare sul nostro sito isoladelcinema.com a trovare il calendario.

Emanuela Scarponi