LA ZONA ECONOMICA SPECIALE UNICA SUD: CARATTERISTICHE

di Alessandra Di Giovambattista

26-10-2024 

Dal progetto iniziale, contenuto nell’articolo 4 del decreto-legge n. 91 del 2017 (c.d. decreto Sud), che prevedeva la creazione di diverse zone economiche speciali (ZES) individuate in specifici territori dell’Italia meridionale, si è passati, con il recente decreto-legge n. 124 del 19 settembre 2023, all’individuazione dell’unica macroarea del Meridione dove applicare le disposizioni a favore delle ZES. La zona unica Sud ha sostituito le 8 zone del Mezzogiorno che erano state individuate dal precedente decreto-legge del 2017 e che riguardavano le Regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. La loro istituzione era finalizzata ad incentivare investimenti da parte di aziende già operanti o di nuovi investitori, attraverso benefici di tipo fiscale, nonché facilitazioni ed alleggerimenti di procedure burocratico-amministrative (come ad esempio l’autorizzazione unica per l’avvio delle attività produttive), nelle zone portuali e limitrofe ad esse. Per tali interventi il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha destinato risorse per 630 milioni di euro per investimenti in infrastrutture dedicate ai collegamenti con le reti trans-europee di trasporto (TEN-T) e 1,2 miliardi di euro per interventi da destinare a favore dei principali porti del Meridione.  Tuttavia l’avvio di tali nuovi incentivi legati solo a determinate zone del Paese ha fatto ripensare la misura nella sua interezza e, per favorire una programmazione integrata in tutto il territorio e coordinata con le varie attività, si è preferito costituire una ZES unica per il Mezzogiorno. E in tal senso si è cercato quindi di massimizzare e rilanciare sullo scenario economico mondiale la produzione, la competitività e la specificità di tutte le realtà produttive del Sud d’Italia, che rappresentano oggi un tessuto vivo ma che ha bisogno di essere valorizzato al meglio sia in ambito territoriale, sia settoriale. Così si cerca di far crescere al medesimo passo ed offrendo le stesse opportunità, tutte le aziende già presenti sul territorio e tutte quelle che vorranno insediarsi per utilizzare al meglio queste opportunità.

L’unità della ZES è anche spiegata dalla complessiva e generale difficoltà territoriale dell’intera area del Mezzogiorno che si presenta in costante ritardo nello sviluppo e negli investimenti rispetto alla media dell’Unione Europea. In particolare, secondo la pubblicazione DESI 2022 (compendio europeo che analizza l’Indice di Digitalizzazione dell’economia e della società, in inglese Digital Economy and Society Index - DESI), la stagnazione economica del Mezzogiorno è causata dal ritardo tecnologico e da una basso livello di scolarizzazione e tale gap non solo rappresenta un problema per l’Italia, ma assume rilevanza anche per tutta l’area europea, andando ad ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo della coesione sociale, economica e territoriale a cui punta l’intera Europa. Pertanto l’estensione della zona ammessa ai benefici, a tutta l’area del mezzogiorno, cerca di colmare la differenza di risultati e performance che il Sud non riesce a garantire: non solo attraverso un’attenzione alle zone portuali e a quelle ad esse limitrofe, ma anche a tutto il territorio meridionale alla ricerca della razionalizzazione e dello sviluppo complessivo di tutta l’area e di tutti i settori affinché le politiche fiscali, basate essenzialmente sulle agevolazioni, possano svolgere al meglio la propria attività di motore dell’economia e dello sviluppo.

Il nuovo decreto-legge pone così un focus particolare anche sulla modalità di governo, cosiddetta governance delle realtà produttive presenti nelle ZES che deve essere adeguato all’unicità dell’ambito territoriale pur nel rispetto di ogni specificità locale. La strategia di sviluppo deve pertanto essere univoca e permettere il rilancio delle regioni del Sud seguendo un percorso unitario ma al contempo differente per ogni settore e territorio: ciò rende la governance complessa ed articolata. Pertanto la ZES unica prevede una Struttura di missione specifica, nell’ambito della Presidenza del consiglio dei Ministri, che raccoglie l’eredità della precedente impostazione legislativa e cerca di agire sui fattori critici delle aziende operanti nel Mezzogiorno. Quindi tutte le misure agevolative fiscali ed amministrative saranno coordinate a livello unitario al fine di gestire in modo coeso ed efficiente tutti i fondi e gli strumenti posti in gioco dalle amministrazioni europee, mediante il PNRR, e nazionali con lo sguardo rivolto verso la crescita armoniosa e sinergica di tutto il territorio meridionale. La sfida si gioca anche sull’impatto che il Sud d’Italia potrà avere per la nazione e per l’Europa tutta, con lo scopo di risvegliare il progresso delle aziende già esistenti ed attrarre le nuove attività produttive. A tal fine è disposto che la struttura di missione possa avvalersi del supporto e delle conoscenze professionali dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A - INVITALIA.

Viene prevista quindi l’apertura, presso la struttura di missione, di un portale unico telematico della ZES (portale web) e la predisposizione di una nuova procedura autorizzatoria basata sulla unicità del territorio della ZES. Il portale informatico, anch’esso strutturato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, fornirà tutte le informazioni necessarie alle imprese per poter godere dei benefici messi a disposizione e creerà i presupposti per accedere allo Sportello unico digitale S.U.D. ZES. Ad esso le aziende dovranno presentare istanze, documenti, programmi e progetti per attivare la procedura tecnica-amministrativa che verificherà i presupposti e rilascerà apposite autorizzazioni, nulla osta e pareri per poter realizzare i progetti presentati sotto l’egida delle normative amministrative e fiscali agevolative. L’obiettivo è quello di gestire all’unisono tutte le procedure autorizzative così da poter rafforzare il processo di efficientamento dell’attività burocratica svolta dalla pubblica amministrazione. Ed infatti l’unica procedura permetterà di non dover duplicare autorizzazioni, documenti, e decisioni; con il coinvolgimento poi di tutti i responsabili dei diversi procedimenti la decisione che verrà presa, giocoforza, in modo univoco troverà la sua naturale composizione nella definizione di un unico parere, decisione e/o autorizzazione che consentirà un’efficace azione ammnistrativa volta all’attuazione dei progetti presentati per la ZES unica per il mezzogiorno. Il portale web dovrà operare cercando di utilizzare i migliori standard tecnologici e rispettando la normativa prevista in materia di transizione digitale. Per ogni azienda verrà così costruito un fascicolo informatico d’impresa dove trovare tutti i documenti presentati per perfezionare il procedimento unico autorizzatorio; in via transitoria le richieste di autorizzazione saranno evase dallo sportello unico per le attività produttive (SUAP) territorialmente competente il quale provvederà ad inviare tutta la documentazione alla struttura di missione ZES.

È stata creata anche una cabina di regia per la ZES, senza oneri aggiuntivi per l’erario, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con compiti di controllo, monitoraggio, indirizzo e coordinamento; è composta da diversi ministri rappresentanti più settori e vi prendono parte anche i Presidenti delle regioni interessate dalla ZES unica. Tuttavia, con finalità di collaborazione e miglioramento degli obiettivi e delle azioni poste in essere, possono essere invitati a partecipare anche rappresentanti di enti pubblici locali e nazionali ed i portatori di interessi collettivi o diffusi. Nello specifico si parla di interessi collettivi quando vi è un interesse difeso da un’organizzazione, in quanto l’interesse per sua natura non è riconducibile ad un singolo soggetto. Pertanto sarà salvaguardato l’interesse omogeneo riconducibile ad un gruppo di soggetti e come tale è tutelabile esclusivamente attraverso la mediazione di un soggetto collettivo organizzato. L’interesse diffuso è invece riferibile a un complesso di persone non facilmente individuabili nella loro posizione di soggetti portatori di un interesse specifico. Si parla così di azioni intraprese, ad esempio, dai consumatori, o dai rappresentanti delle famiglie, o dagli utenti dei servizi pubblici, a tutela di tutta la categoria, di cui ognuno fa parte, che si muovono in gruppo perché singolarmente non avrebbero una forza contrattuale capace di poter contrastare la parte a cui rivendicare la tutela dei diritti lesi.

Questi quindi, in estrema sintesi gli obiettivi posti dalla nuova legislazione per sfidare la competitività internazionale sempre più forte e basata soprattutto sui processi di innovazione e ricerca che necessitano prima di tutto di ingenti capitali sia umani e sia finanziari.

Non rimane quindi che ragionare sulle eventuali difficoltà e criticità che potrebbero influire sullo sviluppo e l’evoluzione della misura qui descritta che se ben valutate ed analizzate potrebbero trasformarsi in opportunità, ma questa è un’altra tematica da approfondire.

DA UN VULCANO ALL'ALTRO 
 isole Eolie 
Quando il viaggio si fa scoperta
 Quest’anno in modo del tutto  inconsueto 
Sono finita sulle isole Eolie. In particolare ho soggiornato a Vulcano, una piccola isola della Sicilia settentrionale, sito di un vulcano che ancora emana fumenti, zolfo, e si cammina tra le caldere giallastre. Ma dove siamo? 
Siamo in mezzo al bacino di un antico vulcano, ormai ricoperto di acqua, ma che ricorda ancora le caratteristiche antiche del vulcano in eruzione. 
Le sabbie sono nere e le acque sembrano piu quelle di un lago che quelle salate  del mar mediterraneo.
Sull’isola di Vulcano vi abitano 800 persone, non di più ed i bambini che frequentano la scuola su in cima alla collina sono 45. 
Sembra di essere su un altro pianeta vista l’originalità e l’antichita’ Propria di questa terra che ancora sa di preistorico, di un pianeta agli inizi della propria esistenza. 
Tutto è in movimento: il mare calmo e del colore blu culla meravigliosi yacht che sostano di fronte alla spiaggia nera dove  pochi turisti fortunati trascorrono le loro vacanze. 
qui non si sentono affatto siciliani ma si sentono eoliani. 
Lo stesso quadro si ripete su tutte le isole circostanti del medesimo bacino. 
Stromboli, Lipari. Salina, sono tutte sfaccettature del medesimo bacino vulcanico, abitato sin dall’antica Grecia…
Ma anche indietro… come si evince dal bellissimo museo di Lipari dove sono collocati tutti i ritrovamenti archeologici antichi. 
Tra questi molto strumenti litici di ossidiana, proprio la pietra vulcanica utilizzata dagli uomini primitivi come arma, utensili, e così via. 
 
Di ossidiana si parla in riferimento all’Europa, ai Balcani ma anche all’Africa. In particolare all’Etiopia. 
Ed ancora una volta sento parlare di Melka Kunture.  Etiopia 
 
Africa: Etiopia
Nel Nord del Corno d'Africa è localizzata la depressione Danakil, un deserto e un’area salata circondata da dozzine di sistemi vulcanici in parte ancora attivi che includono  Erto Ale - 613 m - che dà il nome alla principale massa vulcanica che si chiama la depressione DanaKil. essa è situata a 150 m sotto il livello del mare ed è considerata uno dei luoghi più caldi della Terra con temperature che vanno dai 34° ai 50°. La Danakil Depression corrisponde alla parte Nord della depressione Afar Depression che occupa un’area di 50.000 km² di cui circa 10.000 sono sotto il livello del mare. La depressione AFAR  ha forma triangolare, un' area tettonica localizzata lungo la parte Sud del Mar Rosso, formatasi dopo il Miocene, dovuta alla separazione delle piattaforme arabica e africana. Questa zona desertica di 150.000 km², chiamata il triangolo Afar,  in quanto abitata da una popolazione che ha lo stesso nome, congiunge tre sistemi di frattura, della crosta terrestre (il Mar Rosso il Golfo di Eden e la grande Rift Valley dell’Africa) ed è anche un un’area di confine tra quattro Stati africani (Etiopia Eritrea Gibuti e Somalia).  La  depressione Danakil è una terra estrema con deserti di lava dovuti al forte vulcanismo di quest’area ed un' enorme estensione di vapori e di fumi conosciuta come piana salata di circa 120 m sotto il livello del mare che copre la parte centrale della depressione per circa 6000 km² con  uno spessore stimato tra i 1000 e 3000 m.a causa  dell’alto numero di vulcani, molti fumaioli sono emersi più recentemente come il vulcano FANTALE  del 1920 e il vulcano dabbahu, la cui prima riduzione è stata del 26 settembre 2005.  la cima del del secondo è ricoperta da ossidiana e da flussi di purnice. La depressione Dana Kil  fu una dei più importante risorse di ossidiana dalla preistoria ai tempi dei romani.
recente è un lavoro a sud nella AFrera o nel lago Giulietti  di un esploratore italiano  ucciso a Ball nel 1881. Qui è localizzato il GAD ElU, o silicio di 20 km ampio strato vulcanico (un vulcano a forma conica che consiste di molte strati di lava appesantiti) con dorsali minori di lava intorno al principale cono e flussi di lava e ossidiana. Nell’area  con lava Riolitica l’ossidiana e il materiale vario e strumenti sono sul terreno, testimoniando un lungo uso di questa risorsa. 

sempre in Etiopa  vi è ’area archeologica di Melka Kunture è un gruppo di siti archeologici nell’alta valle della Avash, 50 km a Sud di Addis Abeba (Etiopia), a 2000 m di altitudine. 
 Il bacino dell’Awash si estende su circa 3000 km² tra i 2005 e di 2000 m sul livello del mare. Esso è delimitato dai vulcani plio pleistocenic,  i più grandi dei quali sono il Wachacha e il Furi a nord, e il Boti e l’Agoiabi a Sud.
Il bacino superiore dell’Awash si trova sulla cosiddetta spalla della Main Ethiopian  Rift, parte del Great Rift dell’Africa orientale.
 La sedimentazione fluviale (ciottoli, ghiaie, sabbie, argille) è stata frequentemente interrotta dall’attività vulcanica, i cui prodotti sono importanti indicatori di correlazioni stratigrafiche tra le numerose sequenze archeologiche .  Le rocce vulcaniche compresa l’ossidiana, fornivano la materia prima necessaria agli ominidi per scheggiare gli strumenti litici. Imponenti affioramenti di ossidiana si trovano nella località Balchit che sono stati utilizzati durante la più antica frequentazione olduvaiana  circa 2 milioni di anni fa.
Lo sfruttamento prosegue fino ad età storica, lasciando numerosi accumuli di decine di migliaia di nuclei, schegge, lame e scarti derivati dalla lavorazione dell’ossidiana. 
Nel sito di Simbiro sono stati individuati cinque livelli archeologici, visibili nella sezione di una falesia, risalenti a più di 1.200.000 anni fa, datati al periodo noto come acheuleano (paleolitico inferiore tra 1.700.000 e 1.400.000 anni). In particolare, il livello C presenta un’imponente quantità di bifacciali di ossidiana e di schegge derivate dalla loro produzione. L’analisi dettagliata dei bifacciali di ossidiana rivela come essi siano estremamente standardizzati, quindi fatti da mani esperte che producevano schegge di grandi dimensioni riuscendo a ritoccarle per ottenere forme costanti e ripetute nonostante la fragilità dell’ossidiana.  i ricercatori ritengono che Simbiro fosse un luogo di produzione specializzato, cioè un atelier di produzione, il più antico noto nell’utilizzo di ossidiana. 

Emanuela Scarponi

Roma 21 ottobre ’24





l'weekend del 19 e 20 del mese all’insegna della poesia, arte, e natura grazie all’associazione non governativa di African people che ha concesso la partecipazione dell’evento del dialogo poetico in viale Aldovrandi ai Parioli ad Unar nella sala Roma nel primo pomeriggio del 19 ottobre.

Un gruppo di quattro poeti recitanti presentati da Emanuela Scarponi ed intervistati da Giovanna Canzano, hanno interpretato e letto le loro poesie rivolte al pubblico in Sala e a due collegamenti: il primo internazionale dei centomila poeti da Facebook, e il secondo in onda sulla radio web dal sito di African People.

I poeti hanno manifestato la sensibilità poetica con i componimenti nella Sala Roma, confinante con la magnifica terrazza che affaccia sul Bio Parco ricco di biodiversità delle piante.

La prima ad illustrare le tematiche delle sue poesie è Franca Katya Ranieri già docente d’italiano negli istituti superiori di secondo grado con esperienza di insegnamento presso più Università in Roma. Autrice di poesie in italiano ed in vernacolo. Ha posto in risalto il “Ruolo delle donne nel mondo arabo, con particolare riguardo al Maghreb”.

Tratta il ruolo della donna nelle relazioni internazionali, sostiene la “Cultura della Pace”.

Le sue poesie rispecchiano l’opera di dedizione alla pace ai valori della amicizia e della solidarietà per un mondo che allontani la guerra.

Piero Marsili fin da piccolo non nascondeva il suo carattere ribelle e il suo maestro delle elementari intuì che dietro la sua irrequietezza c’era la sua vera essenza di artista.

Il poeta è pianista, pittore e scultore apprezzato per le sue doti estemporanee nell’accompagnare con stacchi musicali molto belli, le iniziative culturali promosse da Emanuela Scarponi, si cimenta al momento con la declamazione dei suoi versi pieni di passionalità.

Piero esprime volontà, attaccamento alla linfa vitale e non vuole cedere mai al lasciarsi per vinto.

A recitare i suoi scritti è Claudia Polveroni che esprime la sua componente poetica con un richiamo espresso alla libertà, alla bellezza della natura, che possano irrompere nel cuore e far rinascere quella stessa mitezza che ha caratterizzato all’origine l’animo poetico esprimendo la meraviglia, nelle persone umili che a contatto con la terra ne scoprivano i tesori.

Chiude il primo round poetico Dani Larsen ideatore del circolo poetico i “Poeti del cosmo”.

Conduttore di eventi culturali In Tuscia ed organizzatore di incontri letterari in Roma.

Autore di libri di fantascienza, ritrova sé stesso nella poesia espressione della forza e della rinascita. Poeta d’ amore esprime anche l’incognita alle domande che pone non c’è risposta il non sapere domina la scena.

Franca Katya Ranieri recita una poesia per l’Ecuador, per le doti della allegria nello stare insieme, con la musica, il canto il ballo e i magnifici colori presentati dal popolo ecuadoriano.

Piero Marsili manifesta nella lettura poetica la forza rigeneratrice. della natura.

Claudia Polveroni nella poesia riesce a trovare una risorsa nell’elemento naturale.

Ed infine Dani Larsen chiude la rassegna poetica con un suggerimento di non voler arrendersi difronte le asperità.

Un particolare ringraziamento alla gentile concessione di Emanuela Scarponi alla realizzazione dell’evento dal quale potranno ci si augura scaturire i prossimi incontri.

Una sorpresa per i poeti recitanti che insieme agli attestati che hanno ricevuti anche altri partecipanti al dialogo poetico sono stati omaggiati con dei bei regali.

Il giorno 20 ottobre di domenica e sempre con la luce del primo pomeriggio siamo con African People alla mostra allestita nella Serra all’interno dell’orto botanico.

Si tratta di una mostra di artiste donne, Tempo delle Donne, sesta Mostra collettiva internazionale: Sguardo di Donna, “per la non violenza”. Tema: “Nata Bambina” per il diritto alla parità di genere. La organizzatrice è Rita Valenzuela. Per festeggiare la nascita delle figlie femmine in omaggio alle sorelle Mirabal.

La mostra espositiva rimarrà fino al 5 novembre, le artiste presentano le loro opere, meta di visitatori italiani e stranieri, quadri, sculture e fotografie raffigurano la donna.

Alcune poetesse recitano poesie formando un cerchio intorno ad una scultura di una artista, si aggiunge un poeta e le interviste alle autrici da parte di Rita Valenzuela caratterizzano la mostra.

La splendida Serra espositrice è un’area che filtra la luce attraverso i vetri l’orto botanico con i cespugli di fiori e i giardini più distanti gli fa da cornice.

Molti i visitatori delle aree verdi dell’orto, oasi in città e fonte di aria salubre. Belle le opere scultoree immerse nella natura dell’orto lungo i sentieri.

Due giorni del nostro presente.





Recensione del Dialogo poetico del 19 e della mostra Sguardo di Donna del 20 ottobre ’24

a cura di Claudia Polveroni Apn Publisher per la rivista Silkstreet.