La via della seta ed i suoi effetti in Italia


L’arte della seta, una storia millenaria. Ha radici antichissime dovute alle relazioni dell’Impero romano con la Cina.
L’arte serica ha due riferimenti: i filamenti del baco e l’estro dell’uomo.
Il termine “la via della seta” è di recente acquisizione e si attribuisce a F. Richthfen, geologo tedesco. Nel 1877, in un volume pubblicato sulla Cina, descrisse gli itinerari terrestri e marittimi che nel tempo hanno tracciato il collegamento tra Oriente ed Occidente.
La vita della seta è il significato di un mondo esteso, segnato dagli scambi culturali e commerciali. Fra montagne ed altipiani per il cammino di uomini, spezie e seta.
Alessandria, Chang’an, Samarcanda, Bukhara, Bagdad, Istanbul:
città principali del viaggio e le oasi lungo la via per riposare e riprendere il cammino dal passato al presente.
Marco Polo nato da famiglia di mercanti veneziani, molto giovane partì con il padre, percorse la via della seta e raggiunse la Cina nel 1271. Ad egli si attribuisce la data di inizio della via della seta dall’Oriente in Italia
Nel periodo del Medioevo le Repubbliche marinare ebbero prosperità economica, grazie alle loro attività marittime.
La seta approda nei porti italiani. Un intreccio di percorsi di uomini, viaggiatori, scrittori, mercanti che fecero conoscenza con stranieri di diversa appartenenza e fede religiosa.
I cui effetti ebbero forti influenze nel commercio e non solo nella letteratura, nell’arte, origine di inaspettate fortune. Risonanza internazionale nell’ispirazione dell’opera teatrale di William Shakespeare, ambientata a Venezia.
Un incontro di uomini e merci nel corso dei secoli di cui restano tracce di frammenti di tessuti pregiati custoditi nei musei.
A metà circa del 1300 si diffuse la peste dalla Cina che dalla Siria, la Turchia, la Grecia, l’Egitto dai Balcani raggiunse le città della Sicilia ed entrò nel porto di Genova recando scarsezza di alimenti.
Gli itinerari di provenienza non erano sempre gli stessi, ed era Roma la città, a cui era destinata la seta.
Drappi pregiati provenienti dai mercanti veneziani e genovesi, abbellirono
le vesti.
La relazione tra seta e potere non si limitava alla preziosità dei tessuti e si esprimeva in simboli e segni.
Il primo era il messaggio della luminosità della veste serica, simbolo di rinascita e rivelazione divina.
La seta portò con sé un incremento alla distinzione sociale.
A Palermo superbi drappi vennero lavorati nei laboratori reali, pregiati damaschi e broccati di Catanzaro e della Colonia di S. Leucio nel casertano divennero l’inizio della tradizione.
A seguito delle dominazioni bizantine e musulmane nell’isola siciliana ed in Calabria si diffusero i segreti dell’arte serica.
Dalla filiera della seta alla produzione del nobile tessuto.
La sericoltura e la produzione tessile ebbe un rigoglioso sviluppo nel sud.
Per l’effetto indiretto delle due diverse culture, favorita dall’insediamento dei normanni e dal decadimento dei principali centri manufatturieri in Persia ed in Siria a causa delle invasioni del popolo della Mongolia.
La forte tendenza alla qualità serica divenne in voga nei secoli XV e XVI, dove la vita di corte conobbe il suo massimo splendore.
La cultura serica in Lombardia risale al 1400, quando Ludovico Sforza, volle la coltivazione dei gelsi, nutrimento con le foglie per gli allevamenti dei bachi da seta.
Nel Rinascimento venne apprezzata nei castelli dell’Italia Centrale e Settentrionale, testimonianza per l’attrazione dei beni di lusso.
La seta divenne uno status symbol nelle città e nelle regge dei principi.
I ricchi mercanti durante questo periodo, accanto ai quadri, agli affreschi indossavano abiti in seta.
La tessitura della seta venne impreziosita dall’impiego di fili d’oro e di argento esempio della vita raffinata in nome dell’arte e delle lettere.
L’abito in seta divenne un simbolo anche per l’espletamento di alcune funzioni pubbliche.
Nel ‘400 genovese ci fu la produzione dei tessuti a tinta unita, richiesta in tutta l’Europa.
I commercianti lucchesi si imposero su varie piazze straniere con la produzione serica del lampasso.
Nelle città italiane la diffusione dei drappi serici a fasce sempre più estese del ceto borghese portò, a seguito dell’età moderna a cambiamenti nella produzione dei motivi artistici intessuti nelle forme delle vesti.
Nel 400 si cercò di introdurre l’arte della seta a Torino con capitale forestiero. La diffusione della gelsicoltura, fu voluta da Emanuele Filiberto.
Successivamente il Piemonte curò l’aspetto delle sete lavorate nella produzione serica del velluto ed organzino. Nascita di una futura industria trainante
A Napoli nel ’500 con i rasi, i dobretti e gli armesini nacque la produzione delle stoffe leggere in seta. Sollecitati dalla domanda di espansione del mercato cittadino per la produzione a basso costo dei filati serici, dalla tessitura dei fiori della ginestra e del gelsomino.

Nel secolo XVI iniziarono a far parte del corredo delle giovani donne, appartenenti a ceti non privilegiati, anche scialli più raramente coperte, con fibra meno pregiata ed ottenuta dai cascami della seta.
La produzione tessile si ispirò nel ‘500 bolognese alla tessitura degli antichi filatoi della città di Lucca.
Nel XVIII secolo in particolare a Como “Città della seta” viene coltivata la produzione serica con l’uso di filande fino al 1843. Resta una traccia ben precisa dell’attività del nobile filato nel Museo della didattica della seta.
Per tutto il settecento l’abito in seta fu un lusso.
Con l’inizio del secolo XIX la seta, divenne parte in tutte le classi sociali.
La seta nell’ottocento vive momenti di fulgore nei Municipi e nella finanza dei banchieri torinesi fino a tutta la seconda metà dell’ottocento.
Occasione di studio dei primi casi di spionaggio industriale, suggestioni ed influenze nel costume e nel gusto.
Il novecento caratterizzò gli abiti da sera eleganti in certi casi come vere e proprie opere d’arte, dove gli stilisti espressero il meglio della loro creatività.
Restano testimonianze di abiti come il manto di corte di donna Franca Florio, già esposto nella Sala da ballo nel Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti.
Molti riflessi e cambiamenti segnarono il corso della storia della via della seta in Italia.
In particolare in Calabria
La lavorazione serica la coltivazione dei gelsi, durante il Medio Evo contribuì in maniera importante all’economia calabrese, dando sollievo alla povertà dell’epoca.
In seguito nell’era moderna si ebbe un decadimento che per errori e manchevolezze portò all’abbandono di questa attività. Non si esclude per l’imposizione di tributi.
Restano documenti scritti nel museo dell’artigianato tessile della seta di Reggio Calabria, sulle tecniche storiche dell’allevamento dei bachi ancora usate, per produrre il pregiato filato. La seta, il suo radicamento nell’arco millenario in terra di Calabria.
Nel museo della seta e della ruralità è possibile visitare e vedere gli strumenti di lavorazione ed i macchinari per la lavorazione tessile e delle fibre naturali.
La sericoltura oggi si trova della città di Floro, poco distante dal Golfo di Squillace.
Il dato più sensibile alla flessione dell’arte della seta in Italia certamente è nella moda che cede il passo alla praticità di fibre meno costose che hanno negli abiti più vestibilità e movimento sia nel quotidiano che in viaggio.
Resta immutata la vestibilità degli abiti in seta, resistenti e belli solo per determinate occasioni.
Le opportunità occupazionali che offre la seta in Italia sono:
l’insegnamento e conoscenza dell’arte serica, le ricerche storiche negli Archivi di alcune città, la consultazione dei testi degli autori, la redazione delle collezioni di atelier privati e museali ed infine l’impiego della ricostruzione, ancora in via sperimentale, di tessuti biologici.
La via della seta è una importante relazione.
Claudia Polveroni

ITALIA – ENRICO MORBELLI È LA “FAMIGLIA PIEMONTEISA”
ROMA - IL PRESIDENTE SEMPRE CON I SUOI CONCITTADINI
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Intervista di Paola Pacifici

Presidente Morbelli, da quanto tempo la “Famija Piemontèisa” è presente a Roma?

Da alcuni ritagli di giornale pare che nel 1871, quando Roma divenne ufficialmente Capitale del Regno d’Italia, un gruppo di funzionari statali costituì un’associazione piemontese. Erano orfani di Torino Capitale e molto delusi dal biennio di Firenze Capitale. Ma altre notizie non abbiamo trovato. La nostra è – si fa per dire – molto più recente: è sorta nel 1944 ad opera di Renzo Gandolfo, un dirigente industriale legato al ministro Marcello Soleri, liberale. Tant’è che per la riunione fondativa della Famija si chiese ospitalità al PLI nella sede appena aperta di via Frattina 89. Soleri fu il primo presidente, poi venne Einaudi che lasciò non appena divenne presidente della Repubblica. Fu poi la volta di Pella, quindi di Sarti e infine di Altissimo. Dopo una lunga parentesi in cui abbiamo assunto la denominazione di “Piemontesi a Roma” (e della quale fu presidente l’ex ministro e sindaco di Torino Valerio Zanone), abbiamo riassunto il nome originario di “Famija Piemontèisa”.

Le attività della tua Associazione?

Nulla di politico, nonostante la sfilza appena elencata di illustri personaggi legati alle istituzioni. L’attività è tutta volta a promuovere l’immagine del Piemonte nella Capitale e soprattutto a rinsaldare i vincoli tra i piemontesi trapiantati a Roma e la loro regione. Letteratura e cultura, musica e spettacoli e tanta buona cucina (debitamente innaffiata) sono i cardini dell’associazione.

I piemontesi “romani” sono un po’ “diversi” dai “piemontesi- piemontesi”?

Molto ma molto diversi. Intanto – a differenza della maggior parte dei settentrionali – non parlano male di Roma. Ci vivono benissimo e non hanno alcuna intenzione di tornare nella terra di origine, che ormai si è trasformata nel loro paese delle vacanze. A lungo andare hanno anche perso la cadenza dialettale senza scivolare in quella romanesca.

Quali le tradizioni più sentite dai tuoi corregionali?

Le tradizioni più consolidate (m il discorso vale per tutti gli italiani) sono quelle gastronomiche. I piemontesi si dividono in due tribù: quella dei mangiatori di aglio e quelli ai quale l’aglio fa schifo. I primi ci vanno giù pesante: bagna càuda e barbera a profusione. Oppure fonduta di formaggio nel quale galleggiano teste d’aglio. Gli altri – dallo stomaco più delicato – amano i ravioli al plin con burro e salvia o i tajerin (tagliolini) al Castelmagno. E poi… potrei continuare all’infinito…

Roma e Torino, due città diverse, quali sono le caratteristiche di ognuna?

Sono molto meno diverse da un tempo, quando Roma era quella della “dolce vita” e Torino era quella della Fiat. La Dolce Vita non si fa più e anche la Fiat (FCA, per essere più esatti) produce di più in Abruzzo, Lazio e Basilicata che sotto la Mole. Torino – grazie al successo delle Olimpiadi invernali d’una decina d’anni fa – si è trasformata in città turistica. Si è rifatta il trucco, ha rivoluzionato il suo sistema museale e gioca a fare la Vecchia Capitale senza la rogna di esserlo. E ci riesce. Nel 150esimo anniversario della proclamazione del Regno d’Italia mi trovavo a Palermo; un nipotino di mia moglie era in partenza per la gita scolastica pasquale. “Andiamo nella nostra antica Capitale”, mi disse. Mi venne spontaneo rispondere: Napoli”. “Ma che stai dicendo? – mi gelò – Andiamo a Torino”. Insomma: dal Brennero a Lampedusa, Torino è la nostra prima Capitale.

Torino è famosa in tutto il mondo per la “Sacra Sindone”. Quanto vi sentite orgogliosi di rappresentare il più importante simbolo religioso?

Ecco un altro collegamento tra Roma e Torino: l’Urbe, Caput Mundi, è il centro della cristianità. Ma la Sacra Sindone (che re Umberto II ha lasciato in eredità al Vaticano) sta a Torino. Se poi aggiungiamo il Santuario della Consolata, il Cottolengo, l’Opera di don Giovanni Bosco e la catena di Sacri Monti prealpini, scopriamo che nel laicissimo Piemonte sabaudo (“Libera Chiesa in libero Stato”, predicava Cavour) ci fu ed è tuttora un fiorire di iniziative religiose. E non solo cattoliche: ricordiamo lo storico insediamento dei Valdesi in Val Pellice e ricordiamo anche che la Mole Antonelliana fu costruita per essere la sinagoga della fiorentissima comunità ebraica.

Presidente, Enrico Morbelli, famoso giornalista del Giornale Radio RAI che ci ha accompagnato per tantissimi anni con i suoi programmi. A questo proposito quale messaggio vuoi mandare ai tuoi piemontesi, non solo romani ma anche nel mondo?

Di trovarsi più spesso tra di loro e di tornare più spesso nella terra degli avi. Sul viaggio in patria non ho suggerimenti da dare. Ma sul “trovarsi” sì: l’appuntamento è quello fissato da “Astigiani” – rivista su “storia e storie di Monferrato, Langa e Roero” – per il Bagna Càuda Day dei prossimi 27, 28 e 29 novembre. Per chi all’inglese preferisce il piemontese, basta cambiare “day” in “d’aj”, che vuol dire “d’aglio” e rende meglio l’idea di ciò che troverà nella scodellina dove intingere le verdure di stagione, calde e fredde. In quei tre giorni i piemontesi e i loro amici si ritrovano a cena in tutto il mondo. Nel 2019 furono imbandite tavole persino a Tonga, Mosca, Belo Horizonte, Costa Rica e in tre ristoranti peruviani. Noi “piemontesi-romanizzati” eravamo in 200 in un mega albergo sull’Aurelia Antica: è la vecchia strada che porta a Ventimiglia e oltre. Dopo Genova, per il Piemonte basta girare a destra

Gianluigi Rossi

Gianluigi Rossi (Lanciano, 30 maggio 1941) è un docente e storico italiano.

Biografia
Professore Emerito di Storia delle Relazioni Internazionali, Sapienza Università di Roma. Formatosi alla scuola di Giuseppe Vedovato, Gianluigi Rossi dal 1973 ha insegnato Storia ed Istituzioni dei Paesi Afro-Asiatici e dal 1992 Storia dei Trattati e Politica Internazionale nell'Università "La Sapienza" di Roma, dapprima come Professore Incaricato e quindi come Professore Associato e Ordinario.
Preside della Facoltà di Scienze Politiche dal 2008 al 2012, dal 1994 è Direttore della Rivista "Africa" , e dal 2016 dirige la Rivista "Europea"; dal 1998 è Membro della Commissione per il Riordinamento e la Pubblicazione dei Documenti Diplomatici Italiani del Ministero degli Affari Esteri.
Ha concentrato la sua attività di ricerca sul processo di decolonizzazione dell'Africa, con riguardo alle colonie italiane. Ha dedicato, inoltre, una particolare attenzione alle fonti edite ed inedite per la Storia delle Relazioni Internazionali, alle Relazioni Italo-Libiche e al processo di integrazione in Africa nell'era dell'indipendenza.

Opere
L'Africa Italiana verso l'indipendenza (1941-1949), Milano, Giuffrè, 1980.
The main problems and prospects of the indipendent African countries', economic development, in "Academy of Sciences", Moscow - Institute for African studies, Problems of contemporary Africa, Moscow, 1986.
La decolonizzazione e il Terzo Mondo, in I propilei del Novecento, vol. II, Roma, Lucarini, 1991.
Africa Facing. The End of the Cold War, in "Rivista di Studi Politici Internazionali", n. 3, 1992.
Gli impianti elettrici nelle colonie italiane (1925-1945), in Storia dell'Industria Elettrica in Italia, vol. III, Bari-Roma, Laterza, 1993.
La collaborazione culturale tra l'Italia e la Libia oggi, in "Rivista di Studi Politici Internazionali", n. 266, 2000.
Storia delle Relazioni Internazionali. Testi e Documenti, 1815-1992, Bologna, Monduzzi, 2004 (con altri Autori).
La Libia nel Mediterraneo, 1943-1951: interessi delle potenze, indipendenza e questione dell'unità, in "Africa", n. 2, 2008.
Il contenzioso storico italo-libico e il trattato di amicizia del 30 agosto 2008, in "Rivista di Studi Politici", n, 3, 2010.
L'Africa verso l'unità. Dagli Stati Indipendenti all'Atto di Unione di Lomé (1945-2000), Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2010.
L'Europa dopo Versailles. Dalla questione delle riparazioni alla politica di appeasement, in "Europea", n. 1, 2017.



Jean-Léonard Touadi - Festa Unità Roma 2012.JPG
Deputato della Repubblica Italiana
Legislature XVI
Gruppo
parlamentare - Italia dei Valori
(fino a luglio 2008)
- Partito Democratico
(da luglio 2008)
Coalizione PD-IdV
Circoscrizione Lazio 1
Dati generali
Partito politico Italia dei Valori e Partito Democratico
Titolo di studio Laurea in Filosofia, Giornalismo e Scienze Politiche
Università
Pontificia Università Gregoriana
LUISS Guido Carli
Professione Docente universitario
Jean-Léonard Touadi (Brazzaville, 25 gennaio 1959) è un politico, accademico, scrittore e giornalista italiano, originario della Repubblica del Congo.



Laureato in filosofia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, e in giornalismo e scienze politiche alla LUISS. Dopo aver insegnato Filosofia e Religione in vari istituti secondari di Roma, ha insegnato all'Università di Bologna, all'Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" ed ora all'Università di Roma La Sapienza nel corso di laurea "Global Humanities" dove cura l'insegnamento su "Emerging Africa in the Framework of the Sustainable Development Goals".

Dal 1997 ha collaborato con la Rai come autore e conduttore di programmi radiofonici e televisivi: Permesso di soggiorno (Radio Uno); Un mondo a colori (Rai Educational-Raidue) e C'era una volta (Rai Tre).[1] Insieme alla collaborazione con la Rai, è autore di numerosi articoli e monografie sui temi dei rapporti Nord-Sud, dell'Africa, dell'immigrazione e dell'intercultura. Collabora con la storica rivista dei Padri Comboniani specializzata in questioni africane "Nigrizia"; ha scritto per la Rivista "Limes" e "Aspenia" su questioni riguardanti la storia, la geopolitica e l'economia africana. Collabora con ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale). Cura la Rassegna Stampa Africana di Radio Radicale.

Carriera politica

Jean-Léonard Touadi nel 2010
Entrato in politica nel 2006, è stato assessore alla sicurezza, alle politiche giovanili e ai rapporti con le università del Comune di Roma, nella giunta di Walter Veltroni. Durante il mandato al Comune di Roma è eletto vicepresidente del Forum Europeo per la Sicurezza Urbana, carica che esercita fino al 2008.

Viene eletto come indipendente del PD nella lista dell'Italia dei Valori nelle elezioni politiche del 2008[2]. Come parlamentare ha fatto parte delle Commissioni Politiche Comunitarie, Giustizia ed Esteri. È stato membro attivo dell'Osservatorio della Camera dei deputati contro il razzismo. Insieme ad altri colleghi ha contribuito a lanciare la Campagna di sensibilizzazione contro le condizioni di retenzione per immigrati "Cie" dal titolo "Lasciatecientrare".

L'11 luglio 2008, in una lettera aperta ad Antonio Di Pietro, comunica la sua uscita dal gruppo parlamentare di elezione e il suo ritorno al gruppo del Partito Democratico[3], esprimendo dissenso nei confronti di una manifestazione di piazza, organizzata da MicroMega e sostenuta dall'Italia dei Valori, nella quale erano stati mossi attacchi nei confronti del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del papa.

Il 23 giugno 2009 è stato protagonista, assieme alla parlamentare PD Anna Paola Concia, di una campagna ARCI contro le discriminazioni e il razzismo.[4] Il 22 ottobre dello stesso anno il segretario del PD Dario Franceschini annunciò che, in caso di una sua rielezione alle elezioni primarie del 2009, avrebbe nominato Touadi quale suo vicesegretario.

Nel 2013 assume l'incarico di consigliere politico del vice ministro agli Affari esteri Lapo Pistelli. Nell'agosto del 2014 il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti lo nomina presidente del consiglio di amministrazione dell'IPAB Istituto Sacra Famiglia di Roma. Si è dimesso da questa carica nell'ottobre del 2017.

Attualmente svolge l'attività di consulente internazionale presso la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura). In qualita' di Special Coordinator of FAO Parliamentary Networks (Partnership and UN Collaboration Division) collabora con i Parlamenti dei paesei membri per il diritto al cibo, il contrasto alla fame e alla malnutrizione e il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibili (SDGs).

E' Presidente in carica del CRA-SGI (Centro Relazioni con l'Africa della Societa' Geografica Italiana.)

Nel 2018 Touadi si candida come presidente della Giunta regionale del Lazio per le elezioni regionali con il sostegno della lista Civica Popolare[5][6][7] . Otterrà 7819 voti pari allo 0,25%.

Opere
Disegni di Guerra. La guerra civile in Sierra Leone raccontata dagli ex bambini soldato (AAVV - Jean Leonard Touadi-Giuseppe Berton-Ian Clifton Everest-Giacomo Franceschini-Paola Giroldini-Antonella Mariani- Luciano scalettari. A cura di Angelo Ferrari), EMI, 2000.
Africa. La pentola che bolle, EMI, 2003
Congo. Ruanda. Burundi. Le parole per conoscere, Editori Riuniti, 2004
L'Africa in pista, Società Editrice Internazionale, 2006
Il problema dell'altro. Con Raimon Panikkar e Massimo Cacciari, Cooperativa l'Altra Pagina, 2007
Prefazione al romanzo La voce nel deserto, di Vittorio Martinelli con Sofia Massai, Zona Editrice, 2009
Per una convivialità delle differenze. In ascolto di altre culture. Con Moni Ovadia e Majid Rahnema, Cooperativa l'Altra Pagina, 2009
Il Continente Verde. L'Africa: Cooperazione, Ambiente, Sviluppo (a cura di Ilaria Cresti e Jean-Léonard Touadi), Bruno Mondadori, 2011
Note
^ Touadì, primo parlamentare di colore, in Corriere della Sera, 15 aprile 2008.
^ Elezione della Camera dei Deputati del 13 - 14 aprile 2008, Candidati ed eletti, Circoscrizione: LAZIO 1, su politiche2008.interno.it. URL consultato il 15 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2008).
^ La Repubblica, PD-IDV: Touadi lascia Di Pietro e sceglie Veltroni, su napoli.repubblica.it. URL consultato il 12 luglio 2008.
^ Ostinatamente ZVen, Arci: campagna contro le discriminazioni, su blog.libero.it. URL consultato il 30 giugno 2009.
^ HuffingtonPost, su huffingtonpost.it.
^ Il Messaggero, su ilmessaggero.it.
^ LA FUNE, su lafune.eu.
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sabato 14 maggio 2022 ore 17
CASA AFRICA
ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE

 
Corsi di lingua italiana: alfabetizzazione, livello principianti e intermedi, A e B, A1-A2-B1-B2 del Quadro comune europeo di riferimento di conoscenza linguistica (QCER).
I corsi sono giornalieri dal lunedì al venerdì, per 20 ore settimanali e si svolgono nella sede di Via degli Artisti 32.

Attività di stimolo per l’affermazione di una cultura di Pace e per le pari dignità:
Casa Africa promuove e interviene a convegni, dibattiti, conferenze in cui si trattano temi legati alle migrazioni, allo sviluppo dell’Africa, alle sofferenze del suo popolo e alle tematiche legate alle difficoltà dell’integrazione, e al danno dell’emigrazione dall’Africa che priva quel continente dei suoi giovani. La presidente Gemma Vecchio interviene in molti dibattici pubblici sui temi citati.
Di recente la Presidente Gemma Vecchio ha contribuito attivamente alla riunificazione delle chiese cristiane del Corno d’Africa.

Redazione di progetti culturali e di cooperazione internazionale

Redazione del progetto Ponte D'oro Italia-Africa: tale progetto prevede la creazione di compound per la formazione e la specializzazione di giovani africani in territori di diversi paesi, già individuati, su una superficie che va dai 70 ai 100 ettari, accessibili da diversi paesi dell’area sud sahariana.
Il progetto, che potrebbe essere finanziato e realizzato nel quadro di attività di cooperazione internazionale, prevede tra l’altro l’edificazione di strutture autosufficienti dotate di pannelli solari, compostaggio, raccolta di acqua piovana e campi irrigati con il sistema a gocce. Tale progetto mira alla qualificazione del capitale umano rappresentato dai giovani africani e al loro successivo impiego a supporto della crescita economica e sociale del proprio territorio.

Realizzazione di cortometraggio: Per dissuadere i giovani africani dall’emigrare attraverso la pericolosa traversata del deserto e del Mar Mediterraneo, Casa Africa ha promosso la realizzazione di un documentario, in varie lingue parlate in Africa, per mettere in guardia le popolazioni locali circa la pericolosità della traversata. Il filmato mette in evidenza, con immagini anche molto dure, tutti gli sforzi compiuti da quelle persone che hanno perso la vita durante il percorso e quanto sia dura la sopravvivenza per quelli che ce l'hanno fatta.


Attività di gemellaggi interculturali:

Progetto lezione a distanza ONE LINE in collaborazione con l’Università di Tor Vergata a cura del Prof. Giuseppe Bettoni, per la cooperazione tra varie scuole, Università Italiane ed Europee con quelle Africane e di vari paesi in via di sviluppo.


Attività di Mediazione Culturale e sensibilizzazione alla salute:

L’associazione mediante i propri membri e i sempre più numerosi volontari svolge quotidianamente dalla sua nascita a tutt'oggi e con grande impegno le seguenti attività di natura culturale a sostegno dei più deboli:

• I turbanti:
Per dare sostegno e cura alle persone affette da cancro, Gemma realizza personalmente, con i gioiosi tessuti africani, bellissimi turbanti per donne, uomini e bambini che, sottoposti alle cure della chemio, hanno perso i capelli. Tali turbanti sono stati distribuiti all'Ospedale San Filippo Neri, San Andrea e Gemelli. Viene inoltre insegnato alle pazienti e non solo, come con un semplice pezzo di stoffa oppure foulard, si possa creare un bel turbante che renda la malattia meno opprimente.
In occasione della celebre corsa e passeggiata di solidarietà organizzata dalla Susan G. Komen: “Race for the cure”, Casa Africa e' stata presente con uno stand e ha distribuito oltre ai turbanti, altri doni di varia natura non dimenticando, inoltre, di distribuire consigli, incoraggiamenti, amore.

• Contro la violenza sulle donne, sostegno psicologico e legale;
• Informazione e prevenzione su: HIV, alcool, droghe, fumo e dipendenze in genere;
• Accompagnamento nelle strutture sanitarie delle persone meno abbienti che hanno problemi anche di comprensione e dialogo con il personale ospedaliero, non parlando la lingua italiana;
• Accompagnamento di donne gestanti seguite al parto e continua assistenza durante la crescita del neonato, nonché ricerca del lavoro, nei mesi successivi.
• Sensibilizzazione e sottrazione dei bambini al triste destino di “bambini -soldato” e al mercato del commercio di organi.


Attività a sostegno di immigrati, rifugiati, migranti e delle loro famiglie:
• Iscrizione dei rifugiati presso istituti professionali quali: Istituto Professionale Sisto V e Cattaneo per il corso professionale di meccanico, idraulico, elettricista, saldatore, etc.
• Ricerca di lavoro periodico ad immigrati presso City Service Roma che si occupa dell' organizzazione di eventi per Vip e ospiti internazionali;
• Corsi per collaboratrici domestiche, pulizie di casa e conoscenza di prodotti da usare;
• Corsi di cucito;
• Servizio di iscrivere i bimbi a scuola ed al nido;
• Babysitteraggio e accompagnamento dei bimbi a scuola e asilo per mamme in difficoltà,
• Insegnamento alle mamme e giovani immigrati della lingua italiana;
• Insegnamento ai figli minori degli immigrati e/o adottati della lingua madre, alfabeto, storia, geografia del paese di provenienza, con l’ausilio di insegnanti di madrelingua.


Servizio di Banco alimentare e distribuzione:
Casa Africa è impegnata nella raccolta di cibo presso le mense, alberghi, fornai, ristoranti e pizzerie e successiva distribuzione ai migranti ed alle persone bisognose che dimorano presso i vari centri di accoglienza, per strada e in vari luoghi di fortuna.
Casa Africa fa parte del “Forum cibo per la strada”: tra immigrati e italiani, portiamo cibo a chi non ne ha. Gemma martedì a Via Marsala aiuta i Diaconi e i Cavalieri di Malta a servire la cena.
Molti dei rifugiati fanno a loro volta volontariato presso i magazzini del Banco Alimentare.
Casa Africa fa anche Raccolta di coperte, materassi, mobili, indumenti, giocattoli.

Attività sportive e ricreative:
Casa Africa ha formato due squadre di calcio: ​ CASA AFRICA ​e ​AFRICA UNITED​, che hanno giocato e giocano con altre squadre amatoriali, quali: Calcio Sociale, Scampia, Tanghero.

Sostentamento delle proprie attività

Casa Africa vive della generosità dei suoi soci e volontari, nonché di donazioni delle tante persone che conoscono la nostra Associazione e ne condividono gli obiettivi e i principi ispiratori.
Casa Africa raccoglie anche il 5 x Mille dei cittadini donatori.

Al Mercatino Solidale di Artigianato presso l’Hotel Residenza Farnese, Casa Africa esporrà prodotti confezionati da volontari e allieve del Corso di Cucito quali cuscini, foulard per divani, borse, turbanti e altri oggetti di pregio ricevuti da famiglie donatrici (collezioni di quadri), ecc.

 

Emanuela Del Re

Rappresentante speciale dell'Unione europea per il Sahel
In carica
Inizio mandato 3 giugno 2021
Viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale
Durata mandato 13 giugno 2018 –
13 febbraio 2021
Vice di Enzo Moavero Milanesi
Luigi Di Maio
Cotitolare Marina Sereni
Capo del governo Giuseppe Conte
Predecessore Mario Giro
Successore Marina Sereni
Deputata della Repubblica Italiana
Durata mandato 23 marzo 2018 –
30 giugno 2021
Legislature XVIII
Gruppo
parlamentare Movimento 5 Stelle
Circoscrizione Lazio 1
Collegio 11 (Roma - Primavalle)
Sito istituzionale
Dati generali
Partito politico Movimento 5 Stelle
Titolo di studio Laurea in etnologia
Università Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
Professione Ricercatore Universitario di Sociologia Politica
Emanuela Claudia Del Re (Roma, 6 dicembre 1963) è una politica italiana, viceministro per gli affari esteri e la cooperazione internazionale nei governi Conte I e Conte II.

Sociologa ed esperta di politica internazionale, è specialista di migrazioni e rifugiati, conflitti, questioni religiose, minoranze. Dal 1990 conduce un'intensa attività di ricerca sul campo - sostenuta da prestigiose istituzioni - in zone di conflitto, in particolare Balcani, Caucaso, Africa e Medio Oriente, dove è stata testimone di crisi sociali e politiche e voce delle popolazioni, soprattutto delle vittime. È professore associato abilitato (SPS/07) e ricercatrice confermata (SPS/11)[1].


Indice
1 Biografia
1.1 Carriera accademica
1.2 Attività professionale
1.3 Attività politica
1.4 Altre attività
2 Pubblicazioni
3 Vita privata
4 Note
5 Voci correlate
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Biografia
Carriera accademica
Ricercatrice e docente di Sociologia dei fenomeni politici all'Università telematica internazionale "UniNettuno"[2][3], ha insegnato per anni presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Roma "La Sapienza" di Roma, dove è stata anche Professore "Jean Monnet" con un insegnamento finanziato dalla Commissione Europea su cittadinanza e governance europea. Dal 1997 al 2000 è stata researcher presso l’Istituto Universitario Europeo e assegnista di ricerca presso l’Università “La Sapienza” di Roma (2001-2003).

Nel 2017 è stata eletta coordinatrice nazionale della sezione di Sociologia della Religione dell’Associazione Italiana di Sociologia (AIS) con cui ha lanciato il festival “Mondoreligioni”.

Attività professionale
Fondatrice di EPOS Intl. Agency e presidente fino al 2017, ha condotto progetti d’intervento dal 2012 con la Commissione Europea e altri per la ricostruzione della società civile in zone di conflitto (Iraq, Giordania). È stata Osservatore Elettorale Internazionale per UN, OSCE, UE.

Dirige la collana Globolitical presso Aracne Editrice, Roma.

Attività politica
Candidata con il Movimento 5 Stelle alle elezioni politiche del 2018, viene presentata come eventuale Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale in caso di vittoria.[4] Eletta deputata, nell'agosto 2018 viene nominata Viceministro per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale nel governo Conte I, ruolo che ha mantenuto anche nel governo Conte II.

Ad una interrogazione parlamentare a proposito della missione russa in Italia in occasione della pandemia di Covid, rispose che: a seguito di colloqui tra il Presidente Conte e il Presidente Putin e tra il Ministro della difesa Guerini e l’omologo russo Shoygu, è stato convenuto l’invio in Italia di materiali e personale sanitario.[5].

Il 3 giugno 2021 viene nominata rappresentante speciale dell'Unione europea per il Sahel, lasciando contestualmente la Camera dei deputati dove cessa il suo mandato il 30 giugno 2021[6].

Altre attività
Collabora abitualmente ed è membro del consiglio redazionale di Limes[7].
È membro del Segretariato di "Forum for Cities in Transition" attivo in 40 città in conflitto nel mondo.
È membro del comitato scientifico di importanti riviste e collane italiane e internazionali.
Scrive su numerose riviste italiane e internazionali ed è membro eletto di noti Think Tank e Istituti di Ricerca internazionali.
Ha realizzato film-documentari tra cui: "Noi, cristiani perseguitati dell’Iraq" (2015); "La festa negata. Voce e futuro degli Yazidi" (2014).
Pubblicazioni
Il comportamento collettivo. "Via con la pazza folla": internet, ultras, terrorismo e oltre, 2012, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, ISBN 978-88-49836-65-3
Women and Borders. Refugees, Migrants and Communities, con S. Shekhawat, 2017, I.B. Tauris & Co Ltd, London, ISBN 978-17-84539-57-3.
Vita privata
È mamma di Giulio Claudio e Michele Arjuna, che l’hanno spesso seguita nel suo lavoro sul campo.

Note
^ Curriculum vitae della Prof. Del Re sul sito della Sapienza Università di Roma.
^ Profilo della Prof.ssa Del Re sul sito dell'Università telematica internazionale "UniNettuno".
^ Curriculum Vitae della Prof.ssa Del Re sul sito dell'Università telematica internazionale "UniNettuno".
^ Veronica Sansonetti, Chi è Emanuela De Re, il possibile ministro degli Esteri scelto da Luigi Di Maio, su formiche.net, 1º marzo 2018. URL consultato il 14 giugno 2018.
^ "L'accordo Conte-Putin durante la pandemia mise in pericolo la nostra sicurezza", Il Foglio, 21 marzo 2022
^ Camera dei Deputati - Emanuela Claudia Del Re
^ Autori, su limesonline.com, Limes. URL consultato il 14 giugno 2018.
Voci correlate
Governo Conte I
Governo Conte II